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Valeria D’Onofrio

Valeria D’Onofrio

che le vittime devono nascondere, senza strumenti o possibilità di liberazione. È cresciuta, in media, la consapevolezza della frequen- za e delle conseguenze della violenza “domestica”, delle molestie sul lavoro, degli stupri e di tutte quelle pratiche per cui, fino agli anni Settanta, non era stato coniato neppure un nome. Un fenomeno sociale che riguarda l’intera umanità e che, secondo le principali rac- comandazioni fornite negli ultimi decenni dalla maggior parte degli organi statali e internazionali2, va analizzato, studiato, ostacolato e debellato attraverso la sensibilizzazione e la prevenzione.

Per poter inquadrare nella sua interezza il fenomeno della violenza contro le donne è bene fare riferimento alla definizione, compiuta e universalmente accettata, che di questo ha dato l’ONU nel 1993. L’introduzione della Dichiarazione delle Nazioni Unite sull’elimina-

zione della violenza contro le donne all’art.1 definisce la violenza con-

tro le donne come:

Qualsiasi atto di violenza per motivi di genere che provo- chi o possa verosimilmente provocare danno fisico, ses- suale o psicologico, comprese le minacce di violenza, la coercizione o privazione arbitraria della libertà personale, sia nella vita pubblica che privata.

La violenza contro le donne è, dunque, una delle forme più gravi e più diffuse di violazione dei diritti umani e rappresenta uno dei maggiori ostacoli al raggiungimento della parità tra uomo e donna. E’ una violenza che si annida nello squilibrio relazionale tra i sessi e nel desiderio di controllo e di possesso da parte del genere maschile sul femminile. Un forte accento viene posto sulla natura di que- sto tipo di violenza come fortemente sessuata: manifestazione della storica disuguaglianza tra uomini e donne che ha portato i primi a prevaricare e a discriminare le donne.

In Europa, per le donne fra i 16 e i 44 anni, la violenza è la prima causa di morte e disabilità. Prima del cancro, degli infortuni e della 2 Raccomandazione Rec (2002)5 del Comitato dei Ministri agli Stati membri dell’Unione Europea sulla protezione delle donne dalla violenza http://www. coe.int/t/dghl/standardsetting/equality/03themes/violence-against-women/

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Formare contro la violenza di genere

guerra3. La violenza che gli uomini agiscono sulle donne è di mol- teplici tipologie ed è frequentemente connessa al ruolo della donna (nella famiglia come nella società), alla sua età oltre che alle specifici- tà delle rispettive culture di origine. Nessuna società è esente da vio- lenza e maltrattamenti sulle donne, sulle bambine e perfino sui feti, se accertati come di sesso femminile. La gran parte delle violenze commesse dagli uomini contro le donne avvengono nell’ambito del- le relazioni intime personali, famigliari. E’ questa quindi la ragione per cui quando ci si riferisce alla tipologia più diffusa di violenza tra i generi si tende ad inquadrarla sotto il concetto di “violenza domesti- ca” evidenziando dunque la connessione alla casa, al luogo ritenuto intimo e sicuro. In Italia secondo l’Istat il 68,3% delle violenze av- vengono proprio in casa e si sottolinea che le violenze domestiche si consumano prevalentemente in casa della vittima (58,7%)4. Questo dato lascia presupporre anche un’altra informazione: quella relativa all’identità dell’aggressore, conosciuto e vicino alla vittima al punto da avere la possibilità di aggredirla nella sua stessa abitazione. Una compiuta definizione di violenza domestica è stata diffusa dall’Or- ganizzazione Mondiale per la Sanità5 che nel 1996 stabilisce che è violenza domestica

ogni forma di violenza fisica, psicologica o sessuale che riguarda tanto soggetti che hanno, hanno avuto o si pro- pongono di avere una relazione intima di coppia, quan- to soggetti che all’interno di un nucleo familiare più o meno allargato hanno relazioni di carattere parentale o affettivo.

Quello di violenza è un concetto estremamente complesso, che si compone sicuramente di pratiche, atteggiamenti e comunicazioni 3 Dati dell’Osservatorio Criminologico e Multidisciplinare sulla Violenza di Genere, Consiglio d’Europa, Raccomandazione 1582 (2002), http://assem- bly.coe.int/Main.asp?link=http%3A%2F%2Fassembly.coe.int%2FDocume nts%2FAdoptedText%2FTA02%2FEREC1582.htm

4 “Violenza e maltrattamenti contro le donne dentro e fuori la famiglia”, www. istat.it, 2007

5 Wealth Human Organization, Organizzazione Mondiale per la Sanità, www. who.int

Valeria D’Onofrio

verbali e non, ma che per estrinsecarsi nella relazione interperso- nale e di coppia deve basarsi sulla presupposta negazione dell’altro soggetto, disprezzato, ignorato e non riconosciuto come persona. Nonostante le recenti polemiche in proposito, è possibile sostenere che la stragrande maggioranza delle violenze che avvengono fra le mura domestiche, in famiglia sono agite da uomini contro le loro partner e i loro figli/e6.

Per violenza domestica si intende una serie continua di azioni di- verse ma caratterizzate da uno scopo comune: il dominio, attraverso violenze psicologiche, economiche, fisiche e sessuali di un partner sull’altro. Si tratta di un fenomeno molto complesso e per affrontar- lo correttamente occorre considerarne sia gli aspetti sociali, politici e culturali sia quelli individuali. La violenza è favorita dall’appren- dimento soggettivo di norme culturali, di esperienze familiari e per- sonali, tanto per chi ne è l’autore, quanto per chi ne è la vittima. La violenza di genere è presente in tutte le culture ed è trasversale ai livelli sociali e culturali degli aggressori e delle aggredite7.

Numerose sono le tipologie in cui questa violenza, che potrebbe essere definita “intima”, si esplica poiché numerosi sono gli aspetti dell’identità della donna che va direttamente a ledere. Sono state individuate almeno quattro principali tipologie di violenza contro le donne: sessuale, fisica, psicologica ed economica8.

Per violenza sessuale si intende ogni imposizione di pratiche ses- suali non desiderate, compresi comportamenti quali: coercizione alla sessualità, essere insultata, umiliata o brutalizzata durante un rapporto sessuale, essere presa con la forza. Rientrano in questa fat- tispecie lo stupro, la molestia sessuale fisica, la costrizione ad avere rapporti sessuali con terzi o con il partner per paura di ritorsioni, 6 Danna Daniela, Ginocidio. La violenza contro le donne nell’era globale,

Eleuthera, Milano, 2007

7 Cretella Chiara, Venturoli Cinzia (a cura di), Voci dal verbo violare, I libri di Emil, Bologna, 2010

8 www.antiviolenzadonna.it Rete Nazionale antiviolenza e Servizio 1522, Presidenza del Consiglio dei Ministri, Dipartimento per le Pari