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20. Stephanus de Ungaria 21. Blaxius de Montepolliciano 22. Bernardus de Montepesulano 23. Philipus de Alexandria

24. Iohannes de Provincia Provincie 25. Matheus 26. Tadeus 27. Nicolaus 28. Francischinus de Montessilice 29. Iohannes de Peraga 30. Antonius de Tebaldis 31. Laurentius de Polveraria 32. Oliverius de Padua 33. Prosdocimus de Padua 34. Petrus de Ponte Brente 35. Fulcus de Padua 36. Petrus de Bononia 37. Philipus de Francia

38. Francischinus de (Caboto?) de Veneciis 39. Iohannes de Campolongo

40. Clarelus

Sei anni dopo il numero dei frati risulta essere nuovamente attestato sulla sessantina. In un altro atto di procura, datato 9 aprile 133870 e giunto purtroppo piuttosto eroso e in molti tratti illeggibile, contiamo infatti i nomi di 65 frati che compongono il capitolo del convento, riunito in presenza, tra gli altri, del pittore Guariento per eleggere un procuratore.

I nomi che riusciamo a individuare chiaramente sono i seguenti:

Bonifacius prior

Leolinus bachalarius de Padua

Iohanes Iosep de Padua

Petrus […] lector dicti conventus

Nicolaus Mascara

Nicolaus de Sancta Cecilia

Bonagratia Paulus de Padua Franciscus de Plebe Nicolaus de Plebe Alexander de Montessilice Petrus Buratus

Franciscus de Burgo Çucho

Matheus de Padua

Dominicus de Cansilve

Franciscus de Sancto Bartolameo

Iohanes de Provincia Provincie

Nicolaus de Parixio

Albertus de Padua

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Federicus a […]

Araldus de Bononia

Andreas de Manchaspessis

Matheus […] de Padua

Franciscus de Sancta Chatarina

Dominicus de Peraga Renerius de Plebe Bartolameus de Padua Thomas Iohannes de Cansilve Iohannes de Peraga Uillelmus de Plebe Francischinus de Montessilice Anthonius de Tebaldis

Iohanes a Domo Dei

Iacobs Rubeus de Padua

Iohanes de Plebe

Fulcho de Abano

Tebaldus de [...]

Guillielmo a Sancta Sophia

Thomas de [...] Bartolameus de Arena Anthonius de Senis Paulus de Machia [Thebaldinus?] de Feraria Anthonius de Lignamine Iohannes […] Matheus [conversus?] Iohannes de […] Iohannes de […]

Pur essendo una lista frammentaria e incompleta, essa ci offre interessanti indicazioni sulla composizione della comunità conventuale di Padova.

Soltanto una decina di frati è presente nel precedente elenco, segno di una notevole mobilità. Ancora forte è la presenza locale: i padovani certi sono 25, i provenienti dal contado 13 (5 da Piove, 2 da Monselice, 2 da Conselve, 2 da Peraga, uno da Abano e uno da Legnaro). Alcune presenze straniere - un frate proviene dalla Provenza e uno da Parigi – e da altre città italiane -da Bologna, da Cremona, da Siena, dalla Marca anconitana, da Ferrara – confermano la vocazione internazionale del convento padovano.

Fino alla grande peste del 1348 non disponiamo purtroppo di altri elenchi capitolari. Non è quindi possibile determinare il numero di frati dimoranti nel convento dei Santi Filippo e Giacomo poco prima della pestilenza che affliggerà a più riprese l’Europa e l’Italia e colpirà in

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modo pesante anche le comunità religiose conventuali71 riducendone considerevolmente la popolazione, anche se è presumibile che essi superassero la sessantina. Occorre sottolineare che la nota peste nera del 1348 è in realtà uno degli episodi delle varie ondate di peste che si susseguirono in Italia e in Europa per circa un secolo soprattutto nella seconda metà del Trecento, colpendo anche Padova e Treviso. Oltre che nel 1348, la peste affliggerà infatti questi territori nel 1362-63, nel 1371 e nel 138472.

Gli effetti della grande peste di metà secolo si fecero sentire, come è naturale, anche sul convento eremitano dei santi Filippo e Giacomo di Padova. Un elenco capitolare del 5 luglio

135373 fotografa infatti una comunità dimezzata rispetto al precedente elenco del 133874. I frati nominati nel documento – si specifica più di due parti dei frati del capitolo – sono infatti 33, segno che nel convento di Padova dimoravano allora tra i 35 e i 45 membri:

1. Guielmus a Lignamine, prior 2. Matheus, sacre pagine professor

3. Iacobus de Padua, sacre pagine professor 4. Federicus subprior

5. Antiochus de Plebe 6. Dominicus de Plebe

7. Petribonus della Campagnola 8. Dominicus Sitibellus de Padua 9. Ubertinus de Padua 10. Nicolaus de Plebe 11. Bartholomeus Aprilis 12. Iohannes de Verona 13. Nicolaus Maccaruffi 71

La bibliografia sulla grande peste del 1348 e sulle successive pestilenze del Trecento è ampia. Sulle ripercussioni, anche di carattere demografico, della peste sui monasteri e sui conventi si rinvia a: ANDENNA, Effetti della peste nera, pp. 319-347, che contiene esaustivi riferimenti bibliografici relativi a questo tema.

72 Sulle ondate epidemiche nel Veneto: CORRADI, Annali delle epidemie, I, pp. 200-226; pp. 480-525. 73 L’elenco è contenuto in un atto di procura, datato 5 luglio 1353 (ASPd, Eremitani, b. 63, n. 63), che attesta la nomina a procuratori del convento di frate Antioco da Piove, frate Federico (vicepriore) e frate Domenico da Piove oltre al notaio Bucesalvo q. Boniconti di Padova perché rappresentino i frati davanti al vescovo per dichiarare che essi non hanno alcun diritto sul muro o le mura dell’Arena, e che tutto ciò che è stato costruito da frate Matteo, maestro dell’ordine, sopra o al di là di questo muro per grazia di Ugolino degli Scrovegni o del preposito della chiesa di Santa Maria dell’Arena è di proprietà dei suddetti. L’atto, redatto nella chiesa dei frati Eremitani, e precisamente in capitulo dicte ecclesie

posito in claustro, dal notaio Bartolomeo Bonicato figlio del fu Buzasolis del quartiere di Ponte

Altinate, nel circondario dell’Arena e contrada di San Bartolomeo, ci è pervenuto tramite la copia del notaio Benedetto Baldigura q. Milchiris e contiene l’elenco dei frati che compongono il capitolo. Tra i testimoni figurano Giovanni da Arquà e Matteo detto Panera, dimoranti nel convento (presentibus ser

Iohanne de Arquada q. Martini, Matheo dicto Panera q. Gerardini, ambobus habitatoribus Padue, in dicto monasterio).

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Le comunità religiose conventuali furono tra i gruppi maggiormente colpiti, come dimostra l’analisi delle loro liste capitolari. Ad esempio, il convento veronese dei Servi di Maria subì un decremento del 40 per cento: CITERONI, Il convento di Santa Maria della Scala, p. 109.

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