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Gli studi teologici presso gli Studia generalia ordinis e gli Studia generalia provinciae

Studia generalia in Italia

4.2 L’iter studiorum presso gli Eremitan

4.2.4 Gli studi teologici presso gli Studia generalia ordinis e gli Studia generalia provinciae

La terza tappa del percorso di studi, della durata quinquennale84, era costituita dagli studi di teologia, i cui testi fondamentali erano la Bibbia e i quattro libri delle Sentenze (Sententiarum libri quatuor) di Pietro Lombardo85.

I corsi di teologia, a seconda della sede in cui si svolgevano, avevano carattere e finalità diverse. Quelli che si svolgevano presso lo Studium di Parigi erano finalizzati al conseguimento dei gradi accademici di baccelliere o al massimo di magister, mentre quelli che si tenevano negli Studia generalia Ordinis avevano come finalità quella di preparare i futuri docenti, i lettori, che potevano proseguire o meno la loro carriera accademica a Parigi o, dal 1364, a Bologna. Questi studi, istituiti come abbiamo visto a Roma, Napoli, Bologna, Padova e Firenze, avevano carattere internazionale e ogni provincia dell’ordine poteva mandarvi uno studente, che veniva scelto dal priore provinciale e dal definitorio del capitolo provinciale tra gli studenti migliori e poi, se destinato a Parigi, esaminato dal priore generale e dai definitori del capitolo generale86.

Il programma di studi, secondo il modello dello Studium di Parigi, prevedeva corsi di Sacra Scrittura (le lectiones ordinariae tenute dal Maestro reggente e le letture del baccelliere biblico, che leggeva la bibbia cursorie, cioè esponendo solo il senso letterale), la lettura delle Sentenze di Pietro Lombardo da parte del baccelliere sentenziario (baccalaureus sententiarius) e corsi supplementari di Filosofia. Oltre a questi corsi i frati-studenti dovevano assistere agli atti scolastici (dispute e sermoni)87 e partecipare a processioni e altre cerimonie, sotto la guida di un Maestro che controllava che egli seguisse regolarmente i corsi. Le lezioni iniziavano la seconda settimana di settembre e si concludevano il 29 giugno, festa dei Santi Pietro e Paolo.

Naturalmente gli Studia generalia Ordinis non potevano accogliere tutti gli studenti dell’ordine, in particolare coloro che non aspiravano al lettorato ma che in vista del sacerdozio dovevano ricevere una adeguata formazione teologica. Così, a partire dal 1290,

84

Nel capitolo di Firenze del 1287, dopo aver istituito i quattro studi generali nella Curia romana, a Bologna, Padova e Napoli, si stabilisce: «Deputantes omnes studentes in ipsis studiis provinciarum

omnium usque ad quinquennium»: Antiquiores quae extant, II, p. 275.

85

MAIERÙ, Tecniche d’insegnamento, pp. 316-317. 86

Le Costituzioni di Ratisbona, al cap. 36, stabiliscono: «Et ad praedicta quidem Studia de qualibet

Provincia mittatur unus studens, in grammaticalibus et logicalibus ita sufficenter instructus, quod postquam in tali studio per quinquennium steterit, inveniatur idoneus officio lectorie» (ARAMBURU

CENDOYA, Las primitivas constituciones, cap. XXXVI, n. 341) 87

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secondo le prescrizioni delle Costituzioni di Ratisbona, vennero fondati in molte città d’Italia vari Studia generalia provincie che dipendevano dal superiore della Provincia e dal suo Definitorio. Questi studi erano di un livello inferiore ai cinque Studia generalia Ordinis e servivano a preparare i futuri frati-sacerdoti fornendo loro solide basi teologiche e filosofiche per predicare e ascoltare le confessioni. È plausibile che all’interno degli Studia generalia provincie si tenessero sia gli studi teologici che quelli preparatori di logica e filosofia, poi scorporati. Ministeri88 è convinto che gli studi generali della provincia, così chiamati perché costituiti in parallelo con gli studi generali dell’ordine, fossero congiunti con le scuole logicali. Nel capitolo generale di Bologna del 1306, infatti, si stabilì che prima di andare in uno studio generale dell’ordine era necessario aver frequentato per un triennio uno studio generale della provincia (per studiarvi la logica e la filosofia)89.

Era comunque possibile passare da questi Studia a quello di Parigi o ad uno dei cinque “storici”, se uno studente dimostrava doti particolari e veniva scelto per proseguire negli studi.

A volte, come spiega Hackett, le due categorie di studi generali potevano sovrapporsi. Sembra che a Bologna ci fosse una sovrapposizione: lo Studium generale ordinis e lo Studium generale provinciae, quello della provincia romagnola cui apparteneva Bologna90. Per Padova non sembra esserci una tale sovrapposizione, dato che nella documentazione reperita si parla solo di studium generale. Gli Studia generalia provinciae vennero comunque soppressi nel 1321, quando il Capitolo generale di Treviso decise di aprire uno Studio generale dell’ordine in ogni provincia (detti Studia generalia pro provincia91).

In seguito a tale decisione vennero promossi a Studi generali altri studi minori, come quelli di Venezia e Treviso, che probabilmente prima erano Studi generali della provincia. Per distinguerli da quelli “storici”, chiamati ora Studia generalia totius Ordinis, venivano chiamati Studia generalia Ytalie o anche solo Studia generalia ed erano dipendenti dal priore generale e non da quello provinciale. Furono istituiti nella prima metà del XIV secolo dai capitoli generali gli Studi di Barletta, L’Aquila, Viterbo, Rieti, Ascoli Piceno, Arezzo, Lucca, Rimini,

88

MINISTERI, De vita et operibus Augustini de Ancona, pp. 25-26.

89 Capitolo generale di Bologna (1306) - Antiquiores quae extant, III, p. 57: «Quod nullus frater, nisi

prius steterit per triennium in Studium generali provincie, micti possit ad aliquod Studium Generale».

90

HACKETT, La composizione dello Studio generale agostiniano di Bologna p. 122.

91 Capitolo generale di Treviso (1321) - Antiquiores quae extant, III, p. 247: «Item diffinimus et

ordinamus quod quelibet provincia nostri ordinis habeat unum studium generale pro dicta provincia, in quo sint semper duo lectores, qui legere non debeant neque possint, preter lectionem textus et sententiarum, nisi logicam».

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Genova, Pavia, Asti, Venezia e Treviso92. Non ci sono dati certi per stabilire l’anno di fondazione della maggior parte di questi studi, in quanto vengono nominati negli atti dei capitoli generali in occasione di nomine e trasferimenti di maestri e allievi, quindi quando già erano stati fondati.

In questo modo la formazione teologica, anche di coloro che non erano destinati alla carriera accademica, era controllata direttamente dall’ordine. Si può parlare, in questo senso, di una sorta di ‘centralizzazione’ dell’insegnamento degli studi teologici, fenomeno che mi sembra proprio degli Eremitani e che va inserito nel processo di riorganizzazione degli studi che nel primi decenni del Trecento, come abbiamo visto, ha visto il rafforzamento del ruolo delle province nella gestione degli studi di livello preparatorio (studi grammaticali e studi di logica e filosofia).

4.2.5 Il proseguimento degli studi per il conseguimento dei gradi