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Il proseguimento degli studi per il conseguimento dei gradi accademici Baccellierato e magistero.

Studia generalia in Italia

4.2 L’iter studiorum presso gli Eremitan

4.2.5 Il proseguimento degli studi per il conseguimento dei gradi accademici Baccellierato e magistero.

Dopo i cinque anni di teologia, l’allievo poteva concludere il suo percorso formativo ed essere ordinato sacerdote, non prima però dei 24 anni, oppure sostenere un esame di fronte al Capitolo generale93, al termine del quale riceveva il titolo di lector e l’autorizzazione a insegnare in tutte le provincie dell’ordine94. Almeno dal 1315, prima di sostenere questo esame, egli doveva svolgere un tirocinio d’insegnamento di almeno un anno (legere cursos, da cui il termine cursor per designare questi frati)95, impartendo lezioni di logica e filosofia su testi a scelta tra quelli inclusi nei programmi96. Una volta acquisito il titolo di lettore, veniva quindi mandato a tenere dei corsi di logica, filosofia e teologia negli Studi provinciali o, se

92 GUTIÉRREZ, Gli studi nell’ordine agostiniano, cap. 1 par. 3. 93

Se ciò non era possibile, perché non si teneva alcun capitolo generale o per la distanza o altri seri impedimenti, il candidato poteva essere esaminato da due lettori nominati dal priore provinciale e dai definitori della sua provincia. A partire dal capitolo generale di Ratisbona fu deciso invece che se il candidato non poteva essere esaminato dal capitolo generale avrebbe dovuto sostenere l’esame in presenza del Priore generale o di suoi rappresentanti autorizzati (YPMA, La formation des professeurs, pp. 42-45).

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Sulla figura del lector, e in generale sulla formazione del personale docente presso gli Agostiniani, si veda, oltre ai lavori già citati, l’utile sintesi in MAIERÙ, La formazione scolastica di Dionigi, pp.13-26. 95 Capitolo generale di Padova (1315) - Antiquiores quae extant, III, pp. 176-177: «In primis diffinimus

et ordinamus quod nullus studens de aliquo studio generali examinetur nec pro lectore licentiatur nisi ante ipsius examinationem philosophiam legerit saltem per annum. Nolumus tamen quod hec diffinitio ad illos qui student Parysius extendatur». A questo stadio, lo studente veniva chiamato cursor (YPMA, Les «cursores» chez les Augustins, pp. 137-144).

96 MAIERÙ, La formazione scolastica di Dionigi, p. 19 che rimanda a YPMA, Les «cursores» chez les

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aveva una certa esperienza, generali. Va sottolineato che il lettorato non era un grado accademico ma un officium97 o, come è stato detto, “un semplice titolo di comodo, inventato dagli ordini religiosi accademicamente impegnati”98.

La maggior parte dei lettori si fermava a questo stadio e continuava ad insegnare negli studi provinciali come semplice lettore. Una minoranza proseguiva invece gli studi a Parigi (o, nel Trecento, come vedremo, anche a Cambridge, Oxford99 e Bologna) in vista del conseguimento dei gradi accademici di Baccelliere e di Maestro.

Per acquisire i gradi accademici, il candidato doveva insegnare per 6 anni in uno studio (per un anno leggeva il corso di filosofia, per due anni la Bibbia come Baccalaureus biblicus, per tre anni le Sentenze come Baccalaureus sententiarum) al termine dei quali acquisiva il titolo di Baccalaureus formatus.

Dopo altri 4 o 5 anni durante i quali seguiva gli Atti dell’Università, il baccelliere formato otteneva la Licenza, e dopo un anno il grado di Magister sacrae theologiae. Prendeva così la cattedra di teologia succedendo a colui che l’aveva «promosso», cioè presentato ufficialmente, al magistero, e divenendo actu regens, cioè responsabile della cattedra assegnata all’ordine, mentre il suo predecessore rimaneva a Parigi come magister non legens o non regens. In questo modo a Parigi c’erano sempre due maestri in teologia100. Si arrivava al grado di Maestro reggente non prima dei 35 anni di età.

A Parigi dimoravano tre o al massimo quattro baccellieri che si alternavano nel loro ruolo di docenti e di maestri degli studenti. Grazie ad un privilegio ottenuto da Egidio Romano, infatti, i baccellieri Eremitani, a differenza di quelli di altri ordini, potevano espletare parte di questi anni di insegnamento richiesti per conseguire la licenza, anziché a Parigi, negli altri studi generali dell’ordine riconosciuti dallo Studio di Parigi101. In questo modo risparmiavano la permanenza di quattro anni in quella città e l’ordine poteva disporre di docenti per i suoi Studi. I primi quattro baccellieri formati che vennero presentati per il Magisterium furono

97 Le Costituzioni dell’ordine, stabiliscono che ogni provincia doveva mandare agli Studia generalia uno studente sufficientemente istruito nella grammatica e nella logica, che, dopo che vi era rimasto per cinque anni, inveniatur idoneus officio lectorie (ARAMBURU CENDOYA, Las primitivas constituciones, cap. XXXVI, 341)

98

HACKETT, La composizione dello Studio generale agostiniano di Bologna, p. 122.

99 Gli studi di Oxford e Cambridge vengono citati per la prima volta come studia per la formazione di baccellieri e maestri negli atti del capitolo di Rimini del 1318: Antiquiores quae extant, III, p. 224. 100

MAIERÙ, La formazione scolastica di Dionigi, p. 20 e YPMA, , La formation de professeurs, pp. 103- 105.

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Alessandro di Ungheria, Giacomo da Orte, Arnaldo da Tolosa e Enrico di Germania102, i cui nomi sono presentati negli atti del capitolo generale di Napoli del 1300103.

Gli Studia abilitati a rilasciare il magistero in teologia, almeno fino alla metà del Trecento, erano quelli di Parigi, Cambridge e Oxford104. Nella seconda metà del secolo avvenne un fatto nuovo: fu possibile conseguire il baccalaureato e il magistero anche in Italia. Nel 1362 venne infatti eretta una facoltà di Teologia anche a Bologna con la bolla Quasi lignum vitae di Innocenzo IV che la autorizzava a concedere il magisterium105. Ora gli studenti agostiniani non dovevano più andare a Parigi per conseguire i gradi accademici, e anzi, il grande Scisma d’occidente del 1378 favorì l’ascesa dello studio di Bologna, inaugurato ufficialmente nel 1364. L’ordine agostiniano, infatti, prendendo le distanze dal papa francese preferì sempre più mandare i suoi studenti a Bologna piuttosto che a Parigi106, il cui Studium fu interdetto agli studenti di fede urbanista107.

Anche Padova, come abbiamo visto, aveva ottenuto questo privilegio papale, ma in realtà non abbiamo casi che attestino che nel corso del Trecento il suo Studium abbia rilasciato la licenza in teologia a frati Eremitani. La disposizione del capitolo generale di Gran (Strigonium - Esztergom, in Ungheria) del 1385 secondo cui «sola universitas Bononiensis in Ytalia sit, in qua pro forma baccallarii ad gradum magisterii consequendum diffiniantur seu ponantur»108, conferma che in Italia l’unico centro dove gli studenti agostiniani potevano conseguire il baccalaureato in teologia e conseguentemente il magistero era la facoltà di teologia di Bologna.

102 YPMA, Lo “studium” di Parigi, p. 47-48. 103

Capitolo generale di Napoli (1300)- Antiquiores quae extant, III, p. 15. 104

Nel 1355 papa Innocenzo IV, tramite il priore generale, proibisce agli agostiniani di iscriversi per conseguire il magistero in altre università, eccetto queste tre (HACKETT, La composizione dello Studio

generale agostiniano di Bologna, p. 127 nota 43). Sull’origine degli Studia generalia eremitani a Parigi,

Oxford e Cambridge: HACKETT, The Foundation of the Augustinian studia, pp. 151-174. In particolare sulla nascita delle università di Oxford e Cambridge: VERGER, Istituzioni e sapere, pp. 81-92.

105

Sullo studio generale agostiniano di Bologna e i suoi rapporti con la facoltà teologica: HACKETT, La

composizione dello Studio generale agostiniano di Bologna; RONDINA, Gli Agostiniani e lo studio generale bolognese, pp. 179-194; PIANA, Studenti agostiniani a Bologna, pp. 79-101.

106

RONDINA, Gli Agostiniani e lo studio generale bolognese, pp. 187-188. 107

HACKETT, Scuole agostiniane del Trecento in Italia, p. 56. 108

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