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Più consistente appare invece la comunità di Santo Stefano, che nel primo trentennio del Trecento è composta da una trentina di frati, per salire a 50-60 frati nel 1338 e a 60-80 frati nel 1347, poco prima della grande peste. Numeri che accostano questa comunità, per consistenza, a quella di Padova.

Nel primo elenco capitolare, quello del 20 settembre 1318160, vengono nominati 23 frati: 11 da Venezia, tra cui il priore Marcus, 1 da Città di Castello (il lettore Petrus lector Civitatis Castelli), 2 da Ascoli (tra cui il lettore Iohannes lector de Asculi), 2 da Ancona, 1 dalla Gallia, 1 da Verona, 2 da Padova (Coradus e Ottolinus lector), 1 da Brescia, 2 da Ferrara. I frati provenienti da altri conventi della Marca trevigiana sono in tutto 5.

Da notare la presenza di tre lettori: Iohannes de Asculi, che in un documento del 1305 riportato dal Corner161 compare come priore dello stesso convento, Petrus Civitatis Castelli e

Ottolinus de Padua, assente, che viene nominato procuratore assieme a Franciscus e Marcus de Mugla.

In un elenco capitolare di tre anni dopo (15 maggio 1321162) vengono riportati i nomi soltanto di 11 frati, cui si fa seguire la formula et alii, ad indicare che questo numero non rappresenta la maggioranza legale del capitolo (due terzi più uno). Se non è utile per seguire l’andamento demografico del convento, questo elenco ci fornisce tuttavia altri interessanti dati riguardo alla provenienza dei suoi componenti. I frati di Venezia sono 7, tre dei quali sono i procuratori che vengono nominati dal capitolo. Il priore è Nicola da Ascoli, immediatamente dopo quello dei due lettori. Gli altri frati nominati vengono da Ferrara (2), Mantova (1), Padova (1), Ancona (1) e Germania (1).

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ASVe, Santo Stefano, b. 7, alla data. 161

CORNER, Ecclesiae venetae, VI, p. 266. 162

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Il 20 luglio 1332163 i frati del capitolo sono 22, segno che la comunità è ancora attestata sui 25-30 elementi.

Più della metà, 13, sono di Venezia, mentre i rimanenti provengono da Bologna (2), Cremona (2), Milano, Ascoli, Pisa, Fermo, Gallia (1). È interessante notare come qui non ci sia alcun frate proveniente da conventi della Marca trevigiana. Inoltre, per i frati di Venezia si distingue tra il toponimico de Veneciis e quello de Muriano.

Un successivo elenco capitolare del 13 ottobre 1337164 riporta i nomi di 15 frati, 14

componenti del capitolo, che rappresentano la maggioranza (maior pars) e colui che viene nominato procuratore. Di questi 15 frati, solo 5 sono da Venezia, i rimanenti provengono da varie località (Padova, Bologna, Brescia, Siena, Bagno, Perugia, Marca d’Ancona, Campolongo, probabilmente una località posta tra Padova e Venezia, e Germania). Questa volta non si parla di due partes et plures, ma semplicemente di maggioranza. Se 14 frati compongono la maggioranza, la comunità non supera i 26 frati. Un numero piuttosto basso, soprattutto considerando un elenco capitolare di qualche mese dopo, in base al quale la comunità appare molto più numerosa.

Il 4 marzo 1338165 vengono infatti nominati ben 44 frati, 13 dei quali, presenti nella prima metà della lista, presenti anche nel precedente elenco. Dato che si parla di duas partes et ultra, in base a questo dato nel convento in questo periodo avrebbero dimorato all’incirca dai 45 ai 65 frati.

Per spiegare questo aumento improvviso di frati potrebbe venirci in aiuto una considerazione sulla loro provenienza. Su 44, solo 15 sono di Venezia. Gli altri provengono da Padova (4), Cremona (3), Marca d’Ancona (3), Mantova (2), Siena (2), Perugia (2), e singolarmente da molti altri conventi d’Italia. La presenza di ben cinque lettori e di tanti elementi eterogenei ci rimanda al fatto che il convento di Santo Stefano era sede di uno Studium generale ordinis o Ytalie, come era stato stabilito nel capitolo generale di Firenze del 1326166, che per la provincia della Marca trevigiana ne aveva istituiti due, quello di Venezia e quello di Treviso, già esistenti prima come Studia generalia provincie.

Aumentò così notevolmente partire dagli anni Trenta, in corrispondenza anche del nuovo ruolo ‘nazionale’ assunto dal suo studio, la componente degli studenti, provenienti

163

ASVe, Santo Stefano, b. 16, alla data. 164

ASVe, Santo Stefano, b. 6, alla data. 165 ASVe, Santo Stefano, b. 6, alla data. 166

Il capitolo generale di Firenze del 1326, come abbiamo visto, aveva soppresso gli Studia generalia

provinciae e stabilito che ogni provincia avesse uno Studium generale ordinis (o Ytalie), dove fosse

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da varie località italiane ed estere, che negli elenchi capitolari occupa generalmente la parte finale della lista. Nell’elenco del 4 marzo 1338 compaiono 13 frati nominati in quello precedente mentre i rimanenti sono tutti nomi nuovi.

Se nei precedenti elenchi i frati locali sono poco più di una decina e altrettanti quelli ‘esterni’, e la comunità è attestata sui 20-30 elementi, a partire dalla lista del 1338 e fino alla metà del secolo si verificò così un incremento notevole del numero degli studenti.

Questo incremento è confermato da un altro elenco di una decina di anni dopo, quando, poco prima della grande peste, abbiamo attestato il massimo sviluppo della comunità veneziana di Santo Stefano, che conta ora dai 60 agli 80 elementi. Il 1 marzo

1347167 vengono citati, infatti, 58 frati, 26 dei quali di Venezia, 4 dalla Marca d’Ancona, 4 da Mantova, 4 da Padova, 3 da Bologna, e i rimanenti, in numero di uno o due, da altri conventi d’Italia. Anche qui è confermato il rapporto privilegiato con Mantova e Padova, per quanto riguarda la Marca trevigiana, e con la Marca d’Ancona.

Nella seconda metà del secolo la comunità di Santo Stefano sembra ridursi notevolmente a causa della grande peste, attestandosi su un numero che va dai 25 ai 35 frati, se non si considera, come vedremo, un elenco del 1370.

Il 22 maggio 1368168 un elenco capitolare nomina 26 frati, 9 dei quali veneziani, 3 mantovani, 3 padovani, e i rimanenti provenienti da varie città.

Nel 1385169 abbiamo 2 elenchi capitolari, uno dell’11 e un altro del 22 luglio, con i nomi rispettivamente di 22 e 25 frati. È interessante notare che solo 5 sono di Venezia; i rimanenti vengono da Mantova, Treviso, Padova, Ferrara, e da altre città italiane e dalla Germania.

Nel 1392170 l’ultimo elenco nomina 24 frati. Tra questi ci sono 3 lettori. I frati veneziani sono 10; i rimanenti hanno provenienze eterogenee: 1 da Mantova, 1 da Vicenza, 2 da Chioggia, 1 da Siena, 1 da Aquila, 1 da Fabriano, 2 da Camerino, 1 da Montepulciano, 1 da San Giminiano, 2 da Cremona, 1 da Aragona.

Dunque, considerando la regola dei due terzi più uno, questi tre elenchi restituiscono una comunità attestata sui 25-35 frati. È possibile però che il numero sia stato fluttuante nel corso di questo cinquantennio – situazione d’altra parte già rilevata a Padova – come

167 ASVe, Santo Stefano, b. 6, alla data. 168

ASVe, Santo Stefano, b. 8, alla data.

169 ASVe, Santo Stefano, b. 6 e b. 7, alle rispettive date. 170 ASVe, Santo Stefano, b. 7, alla data.

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emerge da un elenco capitolare del 15 gennaio 1370171 che riporta i nomi di 50 frati que constituunt maiorem partem del capitolo. Questo documento innalza improvvisamente il numero dei frati, che potrebbero essere stati in quel momento dai 55 ai 70 circa. Interessante e inusuale per la documentazione finora vista, la suddivisione tra chierici (i primi 37 al termine dei quali si dice nunc clericii), novizi (i successivi 3, nunc novicii), laici (5, nunc layci) e un gruppo finale di 5 non specificato. Esattamente la metà, 25, sono di Venezia; i rimanenti provengono da Padova (2), Mantova (2), Cremona (3), Brescia (2), Firenze (2), Faenza (2), Vicenza (1), Feltre (1).

In linea generale emerge subito che a Venezia arrivano frati da molti conventi italiani. Soffermandoci sugli arrivi dai conventi della Marca trevigiana, è da notare l’elevato numero di padovani (18), seguito dai frati provenienti da Mantova (10) e Ferrara (10). Molto ridotto è invece il numero di elementi provenienti da Verona (3), Vicenza (3), Treviso (3)172, Trento (1). Significativo è anche il numero di frati provenienti dalla Marca d’Ancona (9) e da Bologna (8).

171 ASVe, Santo Stefano, b. 6, alla data. 172

A Treviso sono invece sono documentate 26 presenze veneziane.

Trento

1

Vicenza

3

Verona

3

Mantova

10

Ferrara

10

Padova

18

Treviso

3

VENEZIA

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Il flusso di frati padovani nel convento eremitano di Venezia, come in quello di Treviso, conferma il ruolo giocato dallo Studium generale di questo convento, che al pari di quello della città trevigiana, accoglieva i frati padovani, ed erano la maggioranza, che dovevano studiare teologia in vista dell’ordinazione sacerdotale e non del lettorato o del proseguimento della carriera accademica.

L’elemento più evidente dei flussi in uscita è il numero significativo di frati veneziani che vanno a Treviso. Al pari di quanto osservato per Padova, ci sentiamo di attribuire questa disparità tra le entrate e le uscite verso Treviso al fatto che per il grado precedente di formazione, lo studio triennale della filosofia e della logica, preparatori a quello della filosofia, i conventi dovevano fare riferimento a Treviso, dove, oltre allo Studium generale ordinis, c’era lo Studium particulare che accoglieva gli studenti di tutta la provincia, di cui si è già parlato.

Infine, i frati veneziani che ritroviamo nelle liste di altre città sono per lo più lettori o frati che vanno a ricoprire cariche direttive in conventi ‘poco radicati’ nel territorio.

Trento

6

Vicenza

3

Verona

5

Mantova

n.d.

Ferrara

n.d.

Padova

5

Treviso

29

VENEZIA

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