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74 17 Paulus de Veneciis,

FRATI DEL CONVENTO DI SANTA MARGHERITA NEL 1315-1316

1315 1315 ottobre 1316 novembre

1 Albertinus de Mantua cantator Albertinus de Mantua cantator Albertinellus de Mantua

2 Albertinolus de Mantua Alexandro Alexander

3 Alexander de Tarvisio Andrea Teotonicus Andriollus

4 Ambrosius de Marchia Anchone Anthonius de Padua Anthonius de Padua 5 Ambroxinus de Mediolano Bartholomeus de Montello Augustinus de Allemannia 6 Augustinus de Alemania Bartholomeus de Scandolerio Auliverius de Padua 7 Bartholomeus clericus de Tarvisio Bartholomeus de Tarvisio Bartholomeus de Padua 8 Bartholomeus de Montello Bonaventurinus de Mantua Bartholomeus de Tarvisio 9 Bartholomeus de Scandolaria Çaniacobo Bartholomeus de Tarvisio prior

10 Benedictus de Tarvisio D… de Mantua Benedictus

11 Bonacursio de Ferraria Donadellus de Veneciis Bonifacinus de Ystria 12 Bonacursius de Tarvisio Franciscinus de Feltre Çaniacobus

13 Bonaventurinus de Mantua subprior Franciscinus de Veneciis Delicatus de Mantua 14 Bonaventurinus de Verona Gabriel de Verona Elides de Feraria

15 Gabriel de Tarvisio Gerardus de Padua Francischinus de Veneciis 16 Galvanus de Ferraria lector Gualpertus de Lano Franciscus de Padua

17 Gerardus de Padua Iacobus de Cendono Gerardinus

18 Gerardus de Tarvisio Iohannes de Dobladine Gerardinus de Mantua 19 Henricus de Padua lector Iohannes de Ripa Gerardus de Tervisio 20 Iacobinus de Parma Iohannes de Sancta Maria Maiore Gualpertinus

21 Iacobus de Cendono Iordanus de Padua Hendricus lector

22 Iohannes de Dobladinis Michael de Montebelluna Iacobus conversus 23 Iohannes de domo Dei de Padua Marcus de Sancto Agnello Iacobus lector 24 Iohannes de Ferraria Marcus de Veneciis Iacobus Todescus 25 Iohannes de Porta de Tarvisio Nicolaus de Plebe Iohannes de Ripa

26 Iohannes Iacopo de Tarvisio Nicolaus Todesco Iohannes de Sancta Maria Maiore 27 Matheo de Padua Paganinus de Mantua Iohannes de Tervisio

28 Nicolaus de Plebe de Padua Petrus Bevilaqua Iohannes de Valledobladinis 29 Nicolaus de Tarvisio Petrusbonus de Campagnolla Iohannes de Vicencia 30 Nicolaus de Veneciis Philipus de Plebe Sachi Matheus de Padua 31 Paganinus de Mantua Recovrus de Veneciis Michael de Montebelluna 32 Paulus de Capaulo de Veneciis Renaldus priori Nicolaus

33 Paulus de Marchia Anchone Rigus de Padua Nicolaus de Tervisio 34 Petrus B. de Tarvisio Thebaldus de Tarvisio Nicolaus de Tridento 35 Petrusbonus de Padua Vivianus de Feltre Nicolaus de Veneciis

36 Phylippus de Plebe de Padua Petrus de Tervisio

37 Renaldo de Tarvisio Phyplipus de Plebe

38 Salomon de Veneciis Raynerius de Picardia

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Per poter fare un raffronto più rapido, i frati sono stati inseriti in questa tabella comparativa in ordine alfabetico.

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39 Salamon de Veneciis

40 Simon de Feltre

41 Venturinus de Mantua

42 Venturinus de Verona

È una comunità piuttosto consistente quella che emerge da queste liste comunali, composta da una quarantina di elementi.

I frati presenti in tutte tre le liste sono solamente 4 (Alessandro da Treviso, Bartolomeo da Treviso, Giovanni da Valdobbiadene, Filippo da Piove di Sacco). Molti, 22, sono riportati in due liste consecutive o non consecutive. In ciascun elenco ci sono 15, 17 e 23 frati non riportati negli altri due elenchi. In totale 55 frati citati una volta sola, la maggior parte dei quali non si ritrova nemmeno in documenti precedenti o successivi a quegli anni.

I frati presenti anche in altra documentazione sono Antonio da Padova82, Bartolomeo dal Montello83, Bartolomeo da Treviso84, Giovanni da Valdobbiadene85, Bartolomeo da Scandolara86, Michele da Montebelluna87, Giovanni dalla Porta di Treviso88, Giovanni da Riva89. Si tratta, come si può vedere, di frati “locali” che vengono chiamati come testimoni, esecutori testamentari o destinatari di lasciti.

Negli elenchi comunali del 1315-1316 si nota una netta prevalenza di frati veneti, anche se emerge un numero rilevante di “esterni” da Mantova (4 nel 1315, 4 nel 1315 ottobre, 3 nel 1316) dalla Marca d’Ancona (2 nel 1315), da Milano, dalla Germania, da Trento, da Ferrara (2 nel 1315, 2 nell’ottobre del 1315), da Parma, dall’Istria, dalla Picardia.

È ipotizzabile che alcuni frati fossero lì in occasione del capitolo provinciale annuale90 e che siano stati inseriti, anche impropriamente, nelle liste per il sussidio comunale. Esiste al

82 Antonio da Padova compare nei documenti del 27 agosto 1300, del 27 febbraio 1301 e del 21 luglio 1302.

83

Bartolomeo dal Montello è citato negli atti del 27 agosto 1300, 8 agosto 1301, 21 luglio 1302, 7 settembre 1303, 12 maggio 1321, 20 febbraio 1322, 21 luglio 1322, 4 settembre 1330.

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Bartolomeo da Treviso compare anche in un atto del 22 maggio 1314. 85

Giovanni, o Zanetto, da Valdobbiadene si ritrova in numerosi atti dal 1322 al 1348, anche come sindico.

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Bartolomeo da Scandolara è presente continuativamente in altri atti dal 1322 al 1348, anche come sindico.

87 Michele da Montebelluna è citato in molti atti dal 1330 al 1361, anche come lettore e come priore. 88

Giovanni dalla Porta di Treviso è citato anche negli atti del 14 settembre 1322, del 21 gennaio 1331, del 1 settembre 1331, del 27 aprile 1332, del 2 giugno 1334 e del 16 gennaio 1336.

89 Giovanni da Riva è presente anche nei successivi documenti del 14 settembre 1322, del 12 marzo 1343, del 25 luglio 1343, del 25 aprile 1344 e dell’8 dicembre 1346.

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Il capitolo provinciale, la cui data veniva fissata di volta in volta, decideva sui trasferimenti dei frati: ARAMBURU CENDOYA, Las primitivas constituciones, cap. XXXII, n. 267 e 270, e cap. XXXIII, n. 289.

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proposito documentazione che attesta che gli Eremitani chiedevano al Comune dei sussidi economici per affrontare le spese derivanti dai capitoli provinciali, che ogni anno si tenevano in città diverse e che richiamavano frati dai vari conventi. In particolare nel luglio 1314 gli Eremitani, attraverso il loro priore provinciale, frate Giacomino da Mantova, e quello locale avevano presentato istanza di sussidio per affrontare il capitolo successivo, al quale avrebbe partecipato anche il generale dell’ordine, frate Parisio. Il podestà di Treviso, il 25 maggio 1314, l’aveva letta di fronte al Consiglio di Treviso91.

Tuttavia, il fatto che in uno stesso anno, e in due periodi diversi, ci siano due liste che forniscono un numero abbastanza simile di frati, porta ad escludere questo come motivo principale della elevata mobilità che emerge dal confronto di queste liste. È probabile dunque che molti frati fossero studenti, e che quindi lo Studium di Treviso, anche se non era allo stesso livello di quello di Padova, ospitasse un buon numero di studenti provenienti dalle altre provincie.

Il numero di frati di questi elenchi è comunque molto più alto rispetto a quello che emerge dagli elenchi capitolari contenuti nella documentazione notarile.

Il primo elenco capitolare relativo al convento di Treviso risale al 30 dicembre 134092: 1. Michael de Montebelluna prior

2. Rolandinus de Campo subprior 3. Franciscus de Verona lector 4. Augustinus de Sancto Çenone 5. Iohannes de Valledobladinis 6. Bartholomeus de Scandolerio 7. Bartholomeus de Padua 8. Martinus de Padua 9. Altinerius de Tarvisio 10. Articus de Tarvisio 11. Anthonius de Tarvisio 12. Çanetus de Tarvisio 13. Darius de Regio 14. Nicolaus de Portobufoledi 15. Paulus de Eugubio 16. Franciscus de Veneciis 17. Rolandinus de Verona 18. Bonifacinus de Resio 91

MARCHESAN, Treviso medievale, II, p. 401. Vedere anche MENEGHETTI, Gli eremiti di sant’Agostino

a Treviso, I, pp. 53-54 e 99-101.

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L’elenco è contenuto in due atti di livello redatti dallo stesso notaio (ASTv, Santa Margherita, b. 3, n. 239-240, in data 30 dicembre 1340). Nel capitolo del convento, frate Michele da Montebelluna, priore di Santa Margherita, investe Caterina q. Maffeo beccaio e moglie di Lazzarino notaio q. Romano della Ghirada del livello perpetuo di tre porzioni di case site nella contrada San Martino. Nello stesso giorno, e tramite lo stesso notaio, investe Domenico orefice q. Giacomo della contrada di Sant’Andrea del livello perpetuo di un appezzamento di due campi a Preganziol.

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In tutto 18 frati. L’intera comunità non era composta, dunque, in questi anni da più di 26 frati, numero più vicino al dato del documento del 1321 che alle liste comunali del 1315- 1316.

Una parte di questi frati, sei, figura anche tra i testimoni e gli esecutori testamentari del testamento di Beatrice da Morgano in un documento di alcuni mesi prima (21 febbraio 1340)93:

Zanetto da Valdobbiadene (Çanetus quondam Oliverii dicti Alçati qui fuit de Valledobladinis)

Antonio da Treviso (Anthonius quondam ser Çanini calegarii de contrata Sancti Pancracii de

Tervisio)

Zanetto da Treviso (Çanetus quondam magistri Petri cuperii de Infraporta Sancte Bone de

Tervisio)

Nicolò da Portobuffolè (Nicolaus quondam magistri Francisci de Portubufoledi doctor

gramatice)

Albertino converso (Albertinus conversus, filius quondam ser Nicolai viriarii qui moratur

Tervissi in contrata de Rippa)

 Michele da Montebelluna

I primi cinque sono testimoni, mentre Michele da Montebelluna viene nominato esecutore testamentario. Nel testamento di Beatrice compaiono altri due testimoni, Bonifacio da Capodistria (Bonifacius quondam domini Iohannis Mitifogo de Grama de Capiteystrie) e Benedetto da Treviso (Benedictus quondam Nicolai capellarii de Burgo Sancti Thomasii de Tervisio) potrebbero far parte della frazione non intervenuta al capitolo del dicembre o essersi nel frattempo spostati.

La lista di questi frati è interessante perché rappresenta uno dei pochi casi in cui viene indicato il patronimico, consentendo così di ricavare l’estrazione sociale dei frati del convento. Come vedremo più avanti, i frati risultano provenire, stando a questi dati, per lo più dal ceto artigianale della città.

In un successivo elenco capitolare, contenuto in un atto di livello stipulato in data 24

marzo 134194, compaiono 22 frati, 10 dei quali non figurano nel precedente documento del dicembre 1340. Alcuni di questi avrebbero potuto far parte della comunità conventuale nel 1340 ma al momento della stesura dell’atto essere stati impegnati in altre mansioni. Il dato

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ASTv, Santa Margherita di Treviso, b. 2, n. 224 (trascrizione in MENEGHETTI, Gli eremiti di

sant’Agostino a Treviso, II, pp. 332-339, doc. 116): Beatrice chiede di essere sepolta presso l’altare di S.

Maria nella chiesa di Santa Margherita, e lascia un appezzamento di terra a Scandolara agli Eremitani. Il testamento viene redatto nella cappella della Trinità di Santa Margherita.

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dei 22 frati conferma che nel convento di Santa Margherita in questi anni ci saranno stati all’incirca dai 25 ai 30 frati.

Due anni dopo, il 25 luglio 134395, il capitolo conventuale chiamato in occasione del conferimento della procura generale a frate Bonifacio da Riese, a Simone de Gualdis, Giacomo Fileta e Giacomo Franza, conta invece 34 frati. Anche considerando che il capitolo fosse rappresentato dalla quasi totalità dei frati, c’è da rilevare un aumento della consistenza della comunità conventuale, che supera ora le 35 unità.

L’anno successivo, tuttavia, in un capitolo tenuto il 31 luglio 134496 per il conferimento della procura al presbitero Blandino da Campo e ai notai Francesco e Guidotto per risolvere una lite, partecipano 25 frati. Nel convento ci saranno stati dunque da poco meno di 30 a 36 frati.

In conclusione, se non si considerano le liste comunali del 1315-1316, la consistenza della comunità di Santa Margherita di Treviso va, nella prima metà del Trecento, dai 25 ai 35 frati.

Se i dati relativi ai primi decenni del Trecento sono piuttosto frammentari, anche se sufficienti a offrire un quadro generale della comunità di Santa Margherita, una situazione documentaria estremamente ricca ci permette, invece, di ricostruire con una certa precisione la composizione della comunità conventuale di Treviso nella seconda metà del Trecento.

Disponiamo infatti di ben 67 elenchi capitolari relativi a questo periodo, distribuiti abbastanza uniformemente lungo tutto il cinquantennio. Per alcuni anni, soprattutto nell’ultimo ventennio, possediamo più elenchi, e ciò ci permette di scattare una fotografia abbastanza nitida dell’insieme dei frati che vivevano nel convento di Santa Margherita97.

Partendo dal dato numerico emerge in primo luogo, come d’altra parte succede in altre realtà, una diminuzione del numero dei frati, dovuta agli attacchi di peste di metà secolo.

Nell’elenco del 18 aprile 135798, il primo pervenutoci dopo la grande peste del 1348, sono nominati 14 frati. Considerando che questi rappresentavano almeno i due terzi della comunità, a Santa Margherita dovrebbero quindi esserci stati ora tra i 15 e i 20 frati. Come quella di Padova, anche la comunità di Treviso subisce quindi un dimezzamento delle

95

ASTv, Santa Margherita di Treviso, b. 3, n. 265. 96 ASTv, Notarile I, b. 56, q. 1339-1345, c. 38r. 97

Tutti gli elenchi capitolari contenuti nella documentazione relativa al convento di Treviso, a partire da quello del 30 dicembre 1340, sono riportati in appendice, al punto II.

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presenze a seguito della grande peste99. Il maggior numero di elenchi capitolari disponibili per Treviso ci offre però un quadro più variegato, rispetto alla realtà patavina, dell’andamento demografico nella seconda metà del secolo, e soprattutto ci fa rilevare una maggior incidenza delle varie ondate di peste rispetto a quella del 1348. Come già detto parlando delle presenze a Padova, occorre infatti considerare che, nonostante si faccia riferimento soprattutto alla peste nera del 1348, in realtà a partire da quella data si verificano più ondate epidemiche successive a questo evento100.

I successivi elenchi capitolari relativi alla seconda metà del Trecento ci restituiscono una comunità attestata su questi numeri. Fanno eccezione le annate in cui le unità superano i 20 frati (1361 con 21 frati registrati nell’elenco capitolare, 1362 con 18 frati registrati, 1378 con 20 e 18, il 1393 con 19 e 18) e anche i 30 frati (nell’ultimo decennio: la punta massima si ha nel 1397 con un elenco capitolare di 27 frati). In certi periodi si scende addirittura a 10 frati o anche meno (nel dicembre 1378 sono 7 i frati intervenuti al capitolo, nel 1380 si confermano 7 e nel 1381 scendono a 5). Tra il 1378 e il 1389, e non subito dopo la peste, abbiamo dunque il numero più basso di frati che spesso non tocca le dodici unità.

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Un numero tuttavia inferiore ad altre realtà registrate in questo periodo. Gli Annales Camaldulenses, ad esempio, ci riportano che nel 1348 il cenobio benedettino di Firenze perse tre quarti dei monaci: al termine della pestilenza rimanevano infatti nel monastero di Santa Maria degli Angeli solo 7 religiosi ed in cattive condizioni di salute: ANDENNA, Effetti della peste nera, p. 319.

100 Sul fenomeno delle epidemie di peste: CORRADI, Annali delle epidemie, pp. 212, 215, 222-225; CHIAPPA MAURI, Testamenti lombardi in tempo di peste, pp. 215-252; sulle sue conseguenze, in generale, sulle comunità conventuali, ANDENNA, Effetti della peste nera, pp. 319-347.

0

5

10

15

20

25

30

1357

1367

1373

1381

1385

1390

1393

1396

1399

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Nelle liste capitolari considerate la maggior parte dei frati del convento di Santa Margherita proviene da Treviso e, in misura molto ridotta rispetto a Padova, dal contado e dai centri vicini (Portobuffolè, Fossalunga, Valdobbiadene, Ormelle, Montebelluna). In alcuni anni, soprattutto quelli centrali della seconda metà del Trecento, dove si registra il maggior calo di presenze, il capitolo è costituito quasi esclusivamente da frati di Treviso.

Complessivamente, comunque, si registra una notevole eterogeneità nella provenienza. Tra quelli ‘stranieri’, il numero maggiore di frati proviene da Padova e dal suo contado (28 frati) e Venezia (27 frati), seguite da Verona (15 frati) e Mantova (11 frati). Una buona rappresentanza è anche quella di Feltre (8 frati), della Marca d’Ancona (8 frati), della Germania (6 frati), di Bologna (5 frati), Ferrara (5 frati) e Vicenza (5 frati).

In numero minore, poi, i frati provengono anche da altre città o regioni: L’Aquila, Borgo Sansepolcro, Chioggia, Cremona, Faenza, Firenze, Gubbio, Imola, Istria, Milano, Montebelluna, Napoli, Perugia, Pesaro, Pisa, Puglia, Reggio, Rimini, Roma, Sassonia, Savona, Sicilia, Siena, Spilimbergo, Teramo, Terra Laboris, Trento, oltre che da Candia (Creta) e da Cipro.

Il consistente numero di liste capitolari relative alla seconda metà del secolo ci permetterà ora di ricostruire in maniera abbastanza precisa la composizione della comunità conventuale di Santa Margherita in determinate annate incrociando i dati di più elenchi capitolari riferiti ad una stessa annata.

Per il 1382, ad esempio, ci sono pervenuti 7 elenchi capitolari. Si tratta di uno degli anni in cui si registra una flessione maggiore del numero dei frati. Incrociando i nomi presenti in questi elenchi è possibile ipotizzare la composizione della intera comunità conventuale. I frati presenti in due o più liste sono:

Nicolaus de Verona prior

Nicolaus de Portubuffoledi vicarius

Albertus de Verona

Anthonius de Tarvisio

Antoniollus de Tarvisio

Bartholomeus sindicus de Tarvisio

Baxilius de Tarvisio

Iacobus de Tarvisio

Laurencius de Verona

Raynaldus de Tarvisio

Paullus de Tarvisio

Silvester de Tarvisio lector et vicarius

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Ci sono poi dei nomi che ricorrono una sola volta, o perché non chiamati all’assemblea capitolare (magari erano impegnati in mansioni necessarie alla conduzione della vita conventuale) o perché arrivati negli ultimi mesi dell’anno (Liberalis de Tarvisio), o infine perchè magari fermatisi nel convento per poco tempo. Si tratta di:

Augustinus de Tarvisio Bartholomeus de Tarvisio101 Armanus teotonicus Petrus de Verona Iohannes de Tarvisio Liberalis de Tarvisio102 Marinus de Roma

Balza subito all’occhio che la comunità è composta per la maggioranza da gente locale (Treviso e Portobuffolè) cui si aggiunge una rappresentanza di Verona (il priore e altri due frati).

Proviamo ora a ricostruire la comunità di Treviso anche negli anni 1392-1393, periodo in cui si verifica un incremento numerico della comunità. Incrociando i dati di ben 8 elenchi, e considerando solo i frati citati almeno due volte, riusciamo a ricavare la seguente lista:

Iacobus de Tarvisio prior

Baxilius de Tarvisio103

Iohannes de Arimino subprior

Bartolomeus de Tarvisio104

Bartolomeus surdus de Tarvisio

Cristophorus de Tarvisio

Iohannes de Arimino105

Donatus de Verona106

Iohannesbonus (Zambonus, Çanibonus) de Padua lector107

Liberalis de Tarvisio

Marinus de Senis

Paulus Dandulo de Veneciis

101 Nel documento del 23 gennaio 1382 Bartholomeus de Tarvisio è citato insieme a Bartholomeus

sinducus de Tarvisio. Si tratta quindi di due diverse persone.

102

Liberalis de Tarvisio figura nelle liste solo dall’ agosto 1382. 103 Baxilius de Tarvisio solo nell’agosto 1392 è definito subprior. 104

Bartolomeus de Tarvisio è sindicus nell’agosto 1393. 105

Iohannes de Arimino è subprior dal 25 agosto 1393.

106 Il nome di Donatus de Verona, in alcuni documenti definito sindicus et procurator; non sempre è accompagnato dal toponimo de Verona.

107

Il lettore Zambono da Padova, chiamato Iohannesbonus, Zambonus o Çanibonus, non sempre è definito de Padua.

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