• Non ci sono risultati.

55.1. Tavola dei testimoni

DS (ACGV, Fondo Tozzi 1-B-2/2)

Un dattiloscritto anepigrafo di 8 cartelle (mm 287 x 221), redatte solo sul recto con macchina da scrivere MAR ad inchiostro violetto, correttamente numerate 2-8 nell’angolo in alto a destra, e con interventi autografi a penna nera (solo in un caso, in cui «gli» è ricalcato sull’errato «le», la mano scrivente

è quella di Emma211). Sulla prima cartella, in alto al centro, ossia nel luogo

generalmente riservato al titolo, è dattiloscritta una fi la di punti, cui segue, più in basso, la dicitura «(Novella di Federigo Tozzi)». Sulla stessa pagina Glauco ha appuntato le seguenti annotazioni: «ds. 1» (in alto a sinistra, a pen- na rossa); «[Gli amanti]» (a matita, in alto al centro); «(Correzioni autografe)» (ancora a matita, in alto a destra); Emma invece nell’angolo in alto a sinistra ha scritto «Bruno» (a penna nera): diffi cile comprendere a cosa alludesse. Sull’ultima pagina, alla fi ne del testo, è dattiloscritto «Federigo Tozzi». Altri documenti

Nello stesso fascicolo è conservato anche un secondo dattiloscritto del tutto identico al precedente, perché composto insieme all’altro attraverso carta copiativa (lo rivelano i medesimi refusi, l’uguale impaginazione, le stesse lettere sfalsate rispetto al rigo): questo documento consta di 8 car- telle (mm 287 x 221), redatte solo sul recto con macchina da scrivere MAR ad inchiostro violetto, e correttamente numerate 2-8 nell’angolo in alto a destra (nello stesso luogo è stata inserita a lapis anche una numerazione errata, che procede da 2 a 7 nelle cartelle 1-6, salta la 7, e numera giusta-

mente la 8). Come in DS, anche qui Glauco ha inserito a lapis, in alto al

centro, il titolo «[Gli amanti]», mentre in alto a sinistra ha segnato il docu- mento (a penna rossa) con «ds. 2»; infi ne nel margine superiore del foglio ha annotato, a matita, «(Correzioni riportate da E. dall’altra copia)». E in effetti gli interventi a penna nera sono tutti di Emma, e si limitano soltanto a trascrivere le varianti inserite dal marito in DS; fanno eccezione tre minime divergenze, che verranno comunque segnalate in apparato: un refuso nella cartella 2 («andartene.» senza il necessario punto in DS, inserito invece nel

secondo testimone, in quanto qui la parola è stata riscritta a macchina212),

la correzione grammaticale, già descritta in DS, che sostituisce «le» con «gli»,

211 Cfr. Gli amanti, r. 86 (apparato); la correzione, anche in questo caso, è a

penna nera.

CLXXXII

e una variante di punteggiatura sull’ultima pagina («volta;» è ricavato a lapis da «volta,» nell’originale tozziano, e rimane inalterato invece nella copia di

Emma)213. Nel complesso questo secondo dattiloscritto si presenta come

copia di DS, e pertanto risulta irrilevante in sede di ricostruzione testuale: non a caso anche Glauco nelle Notizie sulle novelle non fece menzione di questo testimone corretto da Emma.

55.2. Vicende redazionali

Non è possibile in alcun modo ricostruire la vicenda redaziona- le di questa novella, se non rilevando il dato, ovvio oltretutto, che DS

è certamente una copia, ad opera di Emma, di un manoscritto per- duto, composto e corretto da Tozzi. L’unico dato da rimarcare è che quest’unico testimone pervenuto non ha titolo: si adotta in questa sede quello indicato dai «compilatori del fascicolo L’imagine, dove il racconto fu pubblicato per la prima volta»214.

55.3. Datazione

Dati decisivi per la datazione del racconto sono offerti dall’ana- lisi dei due dattiloscritti conservati nell’“Archivio Bonsanti” di Fi- renze: DS e la sua copia infatti sono stati redatti con la macchina da

scrivere MAR, usata dai Tozzi solo a partire dall’ottobre ’17. Induce

inoltre ad una collocazione del racconto nella sezione ’18-’20 l’oc- correnza di «immaginavi»215, dacché è proprio nel ’18 che la forma

con corretta geminazione della labiale entra nel vocabolario tozzia- no, soppiantando l’alternativa di stampo dannunziano.

55.4. Vicende editoriali

Il racconto è stato edito la prima volta con il titolo Gli amanti in IM46, pp. 11-17, come secondo testo; a p. 14 dell’edizione val-

lecchiana è inserito un disegno di Rosai del 1926, raffi gurante un uomo dormiente, con sottoscritta la seguente citazione: «Infatti egli aveva dormito senza preoccuparsi né punto né poco di lei». La no- vella è stata poi pubblicata in LN63, pp. 582-587, e infi ne ristampata

in LN88, pp. 511-516.

55.5. Differenze con l’edizione Vallecchi

RIGO PRESENTEEDIZIONE PAGINA LN88

r. 9 non poteva vederlo; e per darsi un

contegno qualunque, andò

p. 511 non poteva vederlo; e, per darsi un

contegno qualunque, andò

213 Cfr. Gli amanti, r. 177 (apparato). 214 Tozzi, Notizie sulle novelle, cit., p. 928. 215 Cfr. Gli amanti, r. 124.

CLXXXIII

r. 13 le cupole delle chiese, con le croci in

cima, sembravano staccate da tutto sopra le case

p. 511 le cupole delle chiese, con le croci in

cima, sembravano staccate da tutto, sopra le case

r. 71 Egli doveva rifarsela sua prima. p. 513 Egli doveva rifarsela sua, prima.

r. 87 Mentr’egli, le accarezzava la mano,

benché sentisse ch’era inutile, vide il suo viso

p. 513 Mentr’egli le accarezzava la mano,

benché sentisse ch’era inutile, vide il suo viso

r. 99 Se tu vuoi stamani me ne vado, ma

oggi torno.

p. 513 Se tu vuoi, stamani me ne vado, ma

oggi torno.

r. 125 Egli, sentendosi troppo da meno di

lei, arrossì fi no sentirsi scottare le guance.

p. 514 Egli, sentendosi troppo da meno di

lei, arrossì fi no a sentirsi scottare le guance.

r. 127 Egli era impaziente di dirglielo; e glie-

lo avrebbe detto,

p. 514 Era impaziente di dirglielo; e glielo

avrebbe detto,

r. 131 Egli sentì una gran confusione sulla

testa e non sapeva quel che rispon- dere.

p. 514 Egli sentì una gran confusione nella

testa e non sapeva quel che rispon- dere.

r. 136 Perché, dunque, stanotte m’hai fatto

dormire sul tuo letto?

p. 514 Perché, dunque, stanotte m’hai fatto

dormire nel tuo letto?

r. 162 Allora, se devo andarmene; vado su-

bito.

p. 515 Allora, se devo andarmene, vado su-

bito.

56. Il poeta

56.1. Tavola dei testimoni

DS1 (ACGV, Fondo Tozzi 1-D-15/11)

Un dattiloscritto di 18 cartelle (mm 286 x 209), redatte solo sul recto con

macchina da scrivere MAR ad inchiostro celeste, e correttamente numerate

in alto al centro 2-18. Il lavoro di revisione è stato effettuato a penna nera; tuttavia nel documento si riscontrano anche tre piccoli interventi a penna

rossa216, alcune cancellature a lapis217, e delle sottolineature a matita blu218,

mentre le separazioni di paragrafo sono indicate a matita rossa, accompa- gnate dalla dicitura «spazio». Si segnala inoltre che sulla cartella 1 il titolo «Il poeta» è aggiunto a penna nera sul margine superiore, mentre in alto a sinistra è annotato «copie» (a lapis); sull’ultima pagina invece è dattiloscritto il nome «Federigo Tozzi».

Il testimone è conservato in una cartellina gialla (mm 430 x 288) allestita da Glauco, su cui a penna nera è scritto al centro il titolo «Il poeta», più in basso «(1° dattiloscritto, molto corretto dall’autore»), e in alto a destra «Sta in 1-D-15/11».

216 Cfr. Il poeta, rr. 1, 255, 332 (apparato), a cui è da aggiungere l’eliminazione

di un refuso per mano di Emma, non segnalata nell’edizione.

217 Cfr. Il poeta, rr. 57, 80, 236-238. 218 Cfr. Il poeta, rr. 335, 343.

CLXXXIV

DS2 (ACGV, Fondo Tozzi 1-D-15/12)

Un dattiloscritto di 14 cartelle (mm 286 x 209), redatte solo sul recto con macchina da scrivere MAR ad inchiostro azzurrino, regolarmente numerate in alto al centro 2-14, e corrette solo da Emma a penna nera (tranne un

refuso emendato a penna rossa219). Sulla cartella 1, sotto il titolo «IL POE-

TA» battuto a macchina in alto al centro, l’autore ha aggiunto a penna nera l’indicazione «(Novella di Federigo Tozzi)»; sull’ultima pagina è dattiloscritto il nome «Federigo Tozzi».

Il testimone è conservato in una cartellina gialla (mm 288 x 430), su cui a penna nera è scritto al centro il titolo «Il poeta», più in basso «(2° datti- loscritto con correzioni autografe)», e in alto a sinistra «Sta in 1-D-15/12». 56.2. Vicende redazionali

La vicenda redazionale de Il poeta non lascia zone d’ombra o punti enigmatici: da un manoscritto autografo andato perduto deriva

DS1, il quale, rivisto e corretto dall’autore, è stato copiato così da otte-

nere DS2, testimone sul quale Emma ha inserito i suoi ritocchi220. Non

ci sarebbe spazio per ulteriori considerazioni se dal confronto tra i due dattiloscritti non emergesse una piccola anomalia: si è constata- to infatti che alcune correzioni inserite da Tozzi nel primo testimone (DS1) non compaiono nel secondo testo battuto a macchina (DS2); e

vengono invece riportate (a penna) da Emma, in un momento evi- dentemente successivo alla redazione dattiloscritta. Non è possibile ipotizzare i consueti errori del copista, dal momento che tali casi sono abbastanza numerosi. È più credibile invece che, per ragioni ignote, l’autore dopo aver incaricato la moglie di copiare nuovamen- te il racconto, e dunque di preparare DS2, abbia inserito nuove cor-

rezioni ancora su DS1; le quali, pertanto, non hanno potuto trovare

spazio nell’ultimo dattiloscritto, ove è stato necessario scriverle nuo- vamente. Se ne ricava, che da un punto di vista concettuale, queste varianti appartengono a quella fase redazionale che corrisponde alla revisione del primo dattiloscritto; ed è per questa ragione che in ap- parato verranno segnalate solo in DS1 e non anche in DS2.

56.3. Datazione

L’esame del testimone offre utili indizi per elaborare un’ipo- tetica datazione: infatti i due dattiloscritti conservati nell’“Archivio

219 Il refuso, «centro» invece di «c’entro», è rimasto invece in DS1: cfr. Il poeta,

r. 290 (apparato).

220 Non è escluso che di questo testimone ci fossero due esemplari: il primo

rivisto dall’autore, l’altro, quello a noi pervenuto, curato da Emma, il cui compi- to si limitava a ricopiare gli interventi inseriti dal marito, così da rendere i due documenti identici.

CLXXXV

Bonsanti” sono stati redatti con la macchina da scrivere MAR, usata

dai Tozzi solo a partire dalla fi ne del ’17. Inoltre l’intero sistema linguistico e la «scrittura certo non marcata de Il poeta»221 induco-

no ad una collocazione nel triennio ’18-’20: si nota ad esempio la preferenza accordata a “immaginare” piuttosto che al dannunziano “imagine”/“imaginare”222, così come è sistematico dal ’18 in poi; ed

emerge inoltre l’inserimento di lessemi riconducibili all’ultimo Toz- zi, come «gastigare» (che oltretutto nel primo dattiloscritto è cor- rezione di «castigare»)223, ricorrente soprattutto a partire dal ’18, e

di «frutta» plurale224, impostosi nel vocabolario tozziano in maniera

consistente a partire dal ’16. 56.4. Vicende editoriali

Il racconto è stato pubblicato la prima volta su rivista, in «Il Convegno», II, 3, marzo 1921, pp. 112-121, poi riedito in LN63, pp.

595-606, e infi ne ristampato in LN88, pp. 523-533.

56.5. Differenze con l’edizione Vallecchi

RIGO PRESENTEEDIZIONE PAGINA LN88

r. 25 ero ben lontano dal supporre che

la nostra amicizia dovesse prendere tanta importanza

p. 523 ero ben lontano dal supporre che la

nostra amicizia dovesse avere tanta importanza

r. 81 Il terzo scritto che mi fece leggere,

fu questo.

p. 525 Il terzo scritto che mi fece leggere,

fu questo:

r. 98 quando sarò pazzo per da vero, e mi ci

viene da piangere, che cosa penserò?

p. 525 quando sarò pazzo da vero, e mi ci

viene da piangere, che cosa penserò? rr. 130-131 i fi li della pioggia vi facevano un

fremito che si riconosceva perfi no sotto lo scroscio. / Io aspettavo che il marzo riescisse a doventare chiaro;

p. 526 i fi li della pioggia vi facevano un

fremito che si riconosceva perfi no sotto lo scroscio. Io aspettavo che il marzo riescisse a doventare chiaro; rr. 165-166 non se n’andasse via. / Ho perfi no

dimenticato d’aver sofferto,

p. 527 non se n’andasse via. Ho perfi no di-

menticato d’aver sofferto, rr. 207-208 Ma non c’era verso. / E così sono cre-

sciute dentro di me due esistenze,

p. 529 Ma non c’era verso. E così sono cre-

sciute dentro di me due esistenze,

r. 286 Ed ella aggiunse: p. 531 Ed ella soggiunse:

r. 296 tutto il suo animo è preso dalla ami-

cizia che ha per lei.

p. 531 tutto il suo animo è preso dall’amici-

zia che ha per lei.

r. 305 vedendolo come sbigottito e spa-

ventato, gli promisi che lo avrei por- tato con me.

p. 532 vedendolo come sbigottito e spa-

ventato, gli promisi che l’avrei por- tato con me.

221 Giannelli, Toscano, senese, italiano (letterario), cit., p. 299.

222 Cfr. Il poeta, r. 89 («immagino»), r. 192 («immaginate») e r. 269 (apparato;

«s’immaginava», in un passo cassato di DS1). 223 Cfr. Il poeta, r. 84 (apparato).

CLXXXVI

57. In treno

57.1. Tavola dei testimoni

MS (ACGV, Fondo Tozzi 1-B-3/2)

Un manoscritto anepigrafo di 7 cartelle (mm 208 x 155), redatte solo sul recto con inchiostro nero, e numerate sul verso, sempre a penna nera, probabilmente da Glauco.

Altri documenti

Nel Fondo Tozzi sono anche conservati due dattiloscritti identici di 3 cartelle (mm 280 x 220), redatte solo sul recto con macchina da scrivere ad inchiostro blu in un caso, e nero nella copia. I documenti sono corretti unicamente da Glauco a lapis, a matita rossa e a penna nera. Sulla cartella 1 il titolo dattiloscritto è «LA PARTENZA»; questo è stato poi cassato e sosti- tuito, da Glauco, a penna nera, con «[In treno]» (la correzione è in entrambi i testimoni). Naturalmente di queste due versioni, senza dubbio postume, non si terrà conto.

57.2.-57.3. Vicende redazionali e datazione

Il breve spunto narrativo, senza titolo (si adotta quello indicato da Glauco Tozzi in LN63), e lasciato incompiuto dopo appena sette

cartelle (frutto di una stesura unica e lineare), è stato quasi certa- mente composto dopo il 1918, così come indica l’esame della grafi a: le 2 G maiuscole che compaiono nell’autografo sono infatti scritte in stampatello.

57.4. Vicende editoriali

Il racconto è stato pubblicato la prima volta in LN63, pp. 607-

609, e poi ristampato in LN88, pp. 534-536.

57.5. Differenze con l’edizione Vallecchi

RIGO PRESENTEEDIZIONE PAGINA LN88

r. 55 pronto ad accoglierla tra le braccia

per farle un’ultima carezza.

p. 535 pronto ad accoglierla tra le braccia

per farle una ultima carezza.

r. 62 una lancetta lunga e rugginosa, come

se gli entrasse nel petto; voltandosi ad ogni passo dove era sparito il treno.

p. 535 una lancetta lunga e rugginosa, come

se gli entrasse nel petto: voltandosi ad ogni passo dove era sparito il treno.

CLXXXVII

S

EZIONE

IV:

INCERTA DATAZIONE