18.1. Tavola dei testimoni
MS (ACGV, Fondo Tozzi 1-D-23/4)
Un manoscritto di 20 cartelle (mm 210 x 154), redatte solo sul recto con inchiostro nero; sulle pagine 1-2, che saranno poi quasi interamente cas- sate (rimarranno solo gli ultimi due righi della 2), alcune delle correzioni sono vergate con un inchiostro nero più chiaro (in apparato queste varianti verranno segnalate con la dicitura «con penna diversa»). La numerazione, a
LXXXI
matita viola, è nell’angolo in alto a sinistra e procede da 1 a 17, con 3bis, 7bis e 15bis; con la stessa matita viola sono stati segnati anche i rimandi ai fogli aggiunti in un secondo momento. L’ultima pagina è fi rmata «F. Tozzi» e datata «Cattolica, 23 agosto 1914» (ma «23» è correzione di «22»).
Il documento è conservato in una cartellina (un foglio di mm 210 x 308 piegato a metà), sulla cui prima facciata Emma ha annotato a matita, al cen- tro, il titolo «La paura degli altri», e sul margine superiore «pubblicato?». Altri documenti
Nel Fondo Tozzi sono presenti anche due dattiloscritti di 5 cartelle (mm 312 x 208), postumi, redatti con la macchina da scrivere GAL ad inchiostro violetto; su entrambi, a matita, Glauco ha annotato: «non è esattamente conforme al ms.». Le correzioni, sempre a penna nera, ed inerenti quasi esclusivamente la punteggiatura, sono tutte della mano di Emma; sua è an- che l’indicazione sul secondo dei due dattiloscritti: «F. Tozzi» «da aggiungere al volume di novelle Ricordi di un impiegato» (a matita rossa sulla prima pagina). Questa indicazione è stata postillata a matita da Glauco, che ha puntualizzato: «(non messa)».
18.2.-18.3. Vicende redazionali e datazione
La paura degli altri, novella datata dall’autore «Cattolica, 23 agosto 1914» (ma come ricordato nella Tavola dei testimoni «23» cor- regge «22»), ha avuto una vicenda redazionale abbastanza lineare. All’iniziale stesura delle attuali cartelle 1-17 l’autore ha provveduto a operare due modifi che importanti. Innanzitutto ha cassato la pagi- na 1 e, quasi interamente, la 2, nelle quali trovava spazio un brano con funzione introduttiva64, in modo da far iniziare il racconto di-
rettamente in medias res («La vita degli altri, attorno a lui, era bella come un sogno»), secondo una modalità tipicamente tozziana; e in secondo luogo ha aggiunto le cartelle 3bis (in cui viene descritto il personaggio), 7bis (si tratta di un breve passo) e 15bis (in cui si seguono i pensieri del protagonista, al fi ne di rendere più manife- sto il suo stato quasi allucinato). Solo dopo queste varianti, e una revisione generale del testo, la novella è giunta alla sua versione defi nitiva.
18.4. Vicende editoriali
La novella è stata pubblicata la prima volta in LN63, pp. 263-268,
e poi ristampata in LN88, pp. 230-234.
64 Il brano è stato poi recuperato, per essere inserito, con molte varianti, in
Persone [33]; cfr. F. Tozzi, Cose e persone. Inediti e altre prose, a cura di G. Tozzi, Firenze, Vallecchi, 1984, p. 248.
LXXXII
18.5. Differenze con l’edizione Vallecchi
RIGO PRESENTEEDIZIONE PAGINA LN88
rr. 4-5 provava come un raccapriccio, che
lo faceva sussultare. / La magrezza gli dava un’aria di uomo debole;
p. 230 provava come un raccapriccio, che
lo faceva sussultare. La magrezza gli dava un’aria di uomo debole;
r. 43 la sua casetta, presa in affi tto per un
mese da un pescatore era a pochi passi di distanza.
p. 231 la sua casetta, presa in affi tto per un
mese da un pescatore, era a pochi passi di distanza.
rr. 44-45 Gli venivano le lacrime vedendo la
gioia degli altri. / La signorina era seduta vicino
p. 231 Gli venivano le lacrime vedendo la
gioia degli altri. La signorina era se- duta vicino
r. 46 L’ombra della sua testa, dai suoi ca-
pelli crespi, era su le pagine.
p. 231 L’ombra della sua testa, dai capelli
crespi, era su le pagine.
r. 61 e socchiudendo gli occhi guardò
lontano nel mare.
p. 231 e socchiudendo gli occhi guardò
lontano sul mare. rr. 126-127 come se gli fosse stato impossibi-
le confi dare qualche cosa. / Con le mani scosse da un tremito convulso strappò quanta carta aveva,
p. 233 come se gli fosse stato impossibile
confi dare qualche cosa. Con le ma- ni scosse da un tremito convulso strappò quanta carta aveva,
r. 158 Pensava di avere in tasca uno di quei
piedi. Era certo che, venuta la sera, avrebbe ucciso qualcuno ormai!
p. 234 Pensava di avere in tasca uno di quei
piedi. / Era certo che, venuta la sera, avrebbe ucciso qualcuno ormai!
19. Un idiota
19.1. Tavola dei testimoni
MS (ACGV, Fondo Tozzi 1-D-24/2)
Un manoscritto di 25 cartelle (mm 210 x 154), redatte con inchiostro nero solo sul recto, e numerate a matita sul verso quasi certamente da Glauco. L’ultima pagina è fi rmata «F. Tozzi» e datata «Ottobre 1914». In que- sta edizione le 25 cartelle vengono numerate 1-17, con 1bis-1ter (aggiunte successivamente e da collocare prima della cartella 1), 7bis, 7ter, 7quater (immesse all’interno di pagina 7), 12bis, 12ter (da inserire nella 12), 15bis (da sistemare alla fi ne della 15).
Il documento è conservato in una cartellina autografa, costituita da un cartoncino marrone (un foglio di mm 219 x 334 piegato a metà), sulla cui prima facciata è annotato al centro, a matita, il titolo «Un idiota» (correzione di «Un’idiota»); il titolo poi è stato ricalcato dallo stesso autore con inchio- stro violetto; in alto a destra, a matita viola, è segnato «6»; in alto a sinistra infi ne compare l’indicazione «1914 Roma inedita» (a matita), di mano di Em- ma. Sulla seconda facciata (interna), ma in senso rovesciato (prova che la cartellina, del resto molto logora, era stata usata in precedenza per un’altra opera), è scritto da Emma, in bella grafi a e con inchiostro violetto, il titolo «Endimione»; sopra, a matita, è segnato «V».
LXXXIII
Altri documenti
Nel Fondo Tozzi sono conservati anche due dattiloscritti (mm 292 x 230), postumi, redatti insieme con la macchina da scrivere GAL, ad inchio- stro violetto. Le correzioni a penna nera, rarissime e limitate alla corre- zione di alcuni refusi, sono inserite dalla mano di Emma. In alto al centro Glauco ha annotato a penna nera il titolo «Un idiota».
19.2.-19.3. Vicende redazionali e datazione
Come rivela l’annotazione autografa che si legge sull’ultima pagina di MS, la novella Un idiota è stata scritta nell’«Ottobre 1914».
La sua vicenda redazionale, seppur laboriosa – come dimostra- no le numerose cartelle aggiunte –, si presenta complessivamente semplice.
È da sottolineare che inizialmente il racconto era in prima persona. L’originario incipit, che si legge sulla cartella 1, era in- fatti: «Sognai e credetti che il Re di picche», mutato poi in «Fiocco sognò e credette che il Re di picche». Tuttavia il passaggio da un narratore omodiegetico ad uno eterodiegetico, e conseguente- mente la creazione del personaggio Fiocco, deve essere avvenuto prima che l’autore concludesse il racconto, dal momento che nelle battute conclusive (direttamente nel testo e non in una variante tardiva) Fiocco viene menzionato da una voce narrante esterna65;
altrettanto consequenziale è supporre che nel momento in cui è stato introdotto un narratore, siano state anche aggiunte le pagine 1bis e 1ter, interamente dedicate alla presentazione del protagoni- sta. Non è possibile invece indicare con precisione quando sono state immesse le cartelle 7bis-7quater, 12bis-12ter e 15bis; ipo- teticamente anche prima della modifi ca della voce narrante, dal momento che questi fogli si collocano all’interno di quel lungo monologo del Re di Picche, che occupa quasi tutta la novella66.
19.4. Vicende editoriali
Il racconto è stato pubblicato la prima volta in LN63, pp. 311-
318, e poi ristampato in LN88, pp. 274-280.
65 Cfr. Un idiota, rr. 225 («Ma Fiocco rispose:»), 238 («Fiocco mugolò a lungo.»),
e 240-241 («Fiocco si alzò, ma volle portare con sé le due carte;»).
66 Specifi camente il monologo procede dalla cartella 3 («– Tu sai giocare sol-
tanto a briscola», Un idiota, r. 26) fi no all’inizio della 16 («Ora, vogliamo stare in pace.», Un idiota, r. 224).
LXXXIV
19.5. Differenze con l’edizione Vallecchi
RIGO PRESENTEEDIZIONE PAGINA LN88
rr. 19-20 E avrei anche smesso di giocare. /
Ed, ora, perché ho ritrovato proprio voi due
p. 274 E avrei anche smesso di giocare. Ed,
ora, perché ho ritrovato proprio voi due
r. 24 il re, che parlava più volentieri di
lei,
p. 274 il Re, che parlava più volentieri di
lei,
r. 33 l’asso di fi ori s’era innamorato di
Cecilia, quello di cuori, che è un mio suddito, di Laura;
p. 275 l’asso di fi ori s’era innamorato di
Cecilia; quello di cuori, che è un mio suddito, di Laura;
r. 73 Allora Arturo, che aveva una brisco-
la, s’ebbe tutti quei punti;
p. 276 Allora, Arturo, che aveva una brisco-
la, s’ebbe tutti quei punti;
r. 92 Vuoi anche vendicarti con Laura p. 276 Tu vuoi anche vendicarti con Laura
rr. 117-119 bada bene di non pestare i piedi al-
la mia consorte. / È vero, però, mio caro Fiocco, che una volta volevi buttarla nel pozzo Laura!
p. 277 bada bene di non pestare i piedi alla
mia consorte. È vero, però, mio caro Fiocco, che una volta volevi buttarla nel pozzo, Laura!
rr. 122-123 e, siccome sei forte, avresti vinto. / E perché ti diverti sempre a farglielo ricordare?
p. 277 e, siccome sei forte, avresti vinto. E
perché ti diverti sempre a farglielo ricordare?
r. 133 Ma tu la vuoi uccidere lo so: le vuoi
troppo male.
p. 277 Ma tu la vuoi uccidere, lo so: le vuoi
troppo male. rr. 146-147 Stai più discosto! / Enrico e Giulio
gli farebbero sposare quella loro amante;
p. 278 Stai più discosto! Enrico e Giulio gli
farebbero sposare quella loro aman- te;
rr. 150-151 E, quando non tuona più, la tratti male. / Ma devi sapere che la Donna di cuori,
p. 278 E, quando non tuona più, la tratti
male. Ma devi sapere che la Donna di cuori,
r. 158 Elle, che lo sanno, da prima si senti-
vano offese ingiustamente;
p. 278 Esse, che lo sanno, da prima si sen-
tivano offese ingiustamente; rr. 169-170 tutto ciò che fai l’attribuisce a se stes-
sa: è la maternità. / Le tue sorelle non stanno volentieri dove sei,
p. 278 tutto ciò che fai l’attribuisce a se
stessa: è la maternità. Le tue sorelle non stanno volentieri dove sei, rr. 177-178 Dimmi se non è vero! / Lo sai perché
a Cecilia batteva il cuore?
p. 278 Dimmi se non è vero! Lo sai perché
a Cecilia batteva il cuore? rr. 183-186 piange anche per via della vostra
mamma, perché Ugo la fa troppo soffrire. / Tu eri andato a letto; ossia, ti ci avevano mandato, e Cecilia era venuta a toglierti le scarpe. / Ugo en- tra e dà un pugno alla moglie.
p. 279 piange anche per via della vostra
mamma, perché Ugo la fa troppo soffrire. Tu eri andato a letto; ossia, ti ci avevano mandato, e Cecilia era venuta a toglierti le scarpe. Ugo en- tra e dà un pugno alla moglie. rr. 191-192 Laura, naturalmente, lo supplica che
difenda la mamma. / Quando Ugo è briaco ride proprio come te e cam- mina come te.
p. 279 Laura, naturalmente, lo supplica
che difenda la mamma. Quando Ugo è briaco ride proprio come te e cammina come te.
rr. 207-208 versarono un fi asco di vino sopra le tue lenzuola; perché anche tu beves- si. / Poco mancò che il tuo letto non prendesse fuoco.
p. 279 versarono un fi asco di vino sopra le
tue lenzuola; perché anche tu beves- si. Poco mancò che il tuo letto non prendesse fuoco.
rr. 223-224 Arturo è troppo buono per lasciare Laura. / Ora, vogliamo stare in pace.
p. 280 Arturo è troppo buono per lasciare
LXXXV