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Il nonno e il nipote

48.1. Tavola dei testimoni

MS (ACGV, Fondo Tozzi 1-B-21/2)

Un manoscritto di 19 cartelle (mm 211 x 154), redatte solo sul recto con inchiostro nero. Anche le correzioni sono a penna nera, ad eccezione dei seguenti casi, in cui è usata la matita viola: per il titolo «Il nonno e il nipote», aggiunto dall’autore sul margine superiore della cartella 1 (questo titolo poi viene cassato a lapis, e sostituito da Emma con «La paralisi», vergato a penna nera, dando vita ad una vicenda che è del tutto identica a quella che

si registra per La fame), per la biffatura di «rimasta»177, a cui è soprascritto

a penna nera «ormai», e per eliminare due refusi, di cui non si darà conto

in apparato («aranciane» in «arancione»178, e «spiandolo» in «spianandolo»179).

Con la stessa matita viola, inoltre, nell’angolo in alto a sinistra sono stati numerati i 19 fogli (così come si registra ancora nel racconto La fame); tut- tavia sulle pagine 7-19, sotto l’attuale numerazione, se ne rintraccia un’altra, sempre a matita viola, che procede da 3 a 15. Si segnala infi ne che la car- tella 6 è utilizzata solo parzialmente (per circa metà pagina), e che sulla 19 Emma ha trascritto a penna nera il fi nale che Tozzi aveva inserito, a mano, sul successivo dattiloscritto (DS); inoltre, riferendosi proprio all’aggiunta di Emma, sempre sull’ultima pagina di MS Glauco ha indicato a lapis: «è auto- grafo nel dattilo 1».

DS (ACGV, Fondo Tozzi 1-B-21/2)

Un dattiloscritto di 9 cartelle (mm 301 x 231), redatte con la macchina da scrivere FAM ad inchiostro violetto, e correttamente numerate nell’an- golo in alto a destra 2-9 (sullo stesso angolo è presente anche una nu- merazione 66-74, a matita, inserita da Emma al momento di preparare la

177 Cfr. Il nonno e il nipote, r. 55 (apparato). 178 Cfr. Il nonno e il nipote, r. 89.

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raccolta mondadoriana RIC27). Le varianti, introdotte sia dall’autore che

dalla moglie Emma, sono vergate tutte a penna nera. Sulla cartella 1, oggetto di plurime correzioni è stato il titolo. L’originario «IL NONNO E IL NIPOTE», dattiloscritto in alto al centro, viene inizialmente cassato da Emma per essere sostituito con «La paralisi» (soprascritto a penna nera), e poi sempre per mano di Emma, a penna nera, ristabilito (sottoscritto alle due precedenti lezioni). Sulla stessa pagina, nell’angolo in alto a sinistra Glauco ha segnato, a penna rossa, l’indicazione «ds.1»; in quello in alto a destra, invece, Emma, a matita, ha annotato «Inedita».

Altri documenti

Nel fascicolo 1-B-21/2 del Fondo Tozzi sono presenti anche altri due dattiloscritti postumi (6 cartelle di mm 310 x 212, redatti con inchiostro violetto), corretti da Emma a penna nera, e segnati da Glauco con «ds. 3» (a penna rossa). Il testo è corredato anche di una nota; nello specifi co il passo «riempire d’acqua il fi asco» (rr. 25-26) è commentato nel seguente modo: «L’Autore intende dire di andare a [«andare a» è aggiunto in inter- linea] rimettere nel fi asco tanto d’acqua [«tanto d’acqua» è soprascritto a «quella quantità d’acqua»] per cui non sembrasse che fosse stato levato il vino. [«fosse… il vino.»: lezione ricavata da «ne fosse… del vino.»]» (le correzioni sono a penna nera, per mano di Emma).

48.2. Vicende redazionali

Come si evince già dalla descrizione del documento, la reda- zione di MS si costituisce di due diverse fasi. Più nello specifi co,

le cartelle 1-6 sono state aggiunte successivamente a sostituzione di due fogli che costituivano l’incipit del racconto. Lo dimostrano due elementi: le pagine 7-19 originariamente erano numerate 3- 15; sulla cartella 6 la stesura del racconto si interrompe poco oltre metà foglio, e il testo poi prosegue sull’attuale 7.

Un discorso a parte merita il titolo, oggetto di correzioni iden- tiche sia in MS, che in DS. Sul manoscritto infatti la prima lezione,

«Il nonno e il nipote», inserita da Tozzi sul margine superiore della cartella 1, è stata cassata con un tratto di matita, e sostituita da Emma a penna nera con «La paralisi». Su DS, al centro della prima

pagina, è dattiloscritto «IL NONNO E IL NIPOTE»; anche in questo caso la penna nera di Emma interviene per soprascrivere al titolo battuto a macchina «La paralisi». Sennonché in quest’ultimo testi- mone il processo correttorio continua: ancora Emma, sempre a penna nera, cancella tutto e ripristina il titolo originario: «Il nonno e il nipote».

Se ne deduce che sia nel caso in cui si accettano gli interven- ti di Emma, sia nel caso in cui questi vengono rifi utati dall’edito- re, il risultato fi nale non cambia: la novella si intitola Il nonno e

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il nipote. E tuttavia interrogarsi sulle vicissitudini testuali legate al titolo può essere utile per comprendere un’eventuale intromis- sione indebita, ossia postuma, di Emma negli scritti del marito. In realtà, per delle ragioni già espresse nel cappello introduttivo de La fame (a cui rimandiamo), non c’è ragione di credere che le varianti inserite dalla Palagi possano essere non autorizzate dall’autore (e dunque sia quella del titolo, che le altre correzioni effettuate su DS). In primo luogo, non si capisce per quale moti-

vo Emma, volendo corrompere illegittimamente il testo – ossia modifi care il titolo –, avrebbe avvertito la necessità di lavorare non solo sul dattiloscritto, ma anche sul manoscritto; e non con- tentandosi di ciò avrebbe addirittura trascritto la variante anche sull’altro dattiloscritto (quello identico a DS di cui non si terrà

conto in sede testuale). Si tratta di una soluzione antieconomica, e comunque poco credibile, dal momento che in casi simili la Palagi ha evitato accuratamente di ritoccare gli autografi , aste- nendosi talvolta anche dall’intervenire su quei testimoni, come i dattiloscritti doppi ottenuti con carta copiativa, che non aggiun- gono nulla alla vicenda testuale. Piuttosto la moglie ha sempre preferito preparare delle nuove copie, così da avere mano libera durante la correzione (come accade ad esempio per l’edizione mondadoriana di Ricordi di un impiegato180).

L’ipotesi più probabile è un’altra. Il nonno e il nipote, insie- me a Una sbornia, La fame, La paralisi e Novella sentimentale, fa parte di quel gruppo di testi che Tozzi fece copiare a macchina da Emma, nel gennaio del 1915, in previsione di una possibi- le pubblicazione sulla «Grande Illustrazione» (poi manderà alle stampe Una sbornia). Ora non è azzardato credere che proprio in quell’occasione Tozzi abbia proceduto, con l’aiuto della mo- glie, ad operare alcune modifi che decisive, tra cui quelle inerenti il titolo: così La mamma diviene La fame, e La paralisi si trasfor- ma in L’allucinato; Il nonno e il nipote invece, a cui inizialmente era stato preferito La paralisi, rimane nella sua versione origina- ria. È naturalmente solo un’ipotesi, e come già detto nel caso de La fame il campo nel quale ci muoviamo è estremamente incerto, e richiede un altissimo grado di cautela. Tuttavia riteniamo che una congettura di questo tipo, pur non allontanando tutti i dubbi su eventuali revisioni postume da parte di Emma Palagi, è co- munque quella che presenta un minor numero di contraddizioni interne.

CLXII

48.3. Datazione

Dato il numero limitato di varianti che emerge dal confronto del manoscritto con il dattiloscritto, è lecito ipotizzare che i due testimoni siano stati redatti a poca distanza l’uno dall’altro181. Ad

ogni modo, rivolgendoci a elementi più probanti, possiamo soste- nere che MS è sicuramente antecedente al 1917, come rivela l’esame

della grafi a (le otto G maiuscole che si incontrano nel testo sono tutte corsive); la stesura dattiloscritta invece, essendo redatta con la macchina da scrivere FAM, è successiva al 1914, forse del gennaio

del ’15 precisamente, se è vera l’ipotesi, che non siamo in grado di dimostrare ulteriormente, che in quella data Tozzi fece copiare alcuni racconti, tra cui appunto Il nonno e il nipote, per inviarli alla «Grande Illustrazione», o per poter scegliere con più agio quale spedire182.

48.4. Vicende editoriali

Il racconto è stato pubblicato la prima volta in RAC27, pp. 97-

111, poi inserito in LN63, pp. 539-546, e infi ne ristampato in LN88,

pp. 472-478.

48.5. Differenze con l’edizione Vallecchi

RIGO PRESENTEEDIZIONE PAGINA LN88

rr. 1-2 In uno di quei salotti la cui tranquil-

lità fa quasi commuovere, un ragazzo di sei anni si divertiva

p. 472 In uno di quei salotti la cui tranquil-

lità fa quasi commovere, un ragazzo di sei anni si divertiva

r. 15 si sarebbe ancora veduto ritrarsi

sempre più indietro. E poi che bat- teva un poco

p. 472 si sarebbe ancora veduto ritrarsi

sempre più in dietro. E poi che bat- teva un poco

r. 31 passare, non si sa perché, da ridico-

lo anche con la sua fi gliuola, che gli diceva

p. 473 passare, non si sa perché, da ridi-

colo anche con la sua fi gliola, che gli diceva

r. 49 si drizzava in punta |3| di piedi,

muoveva il corpo e schioccava le dita:

p. 473 si drizzava in punta |3| di piedi,

smoveva il corpo e schioccava le dita:

r. 50 i suoi occhi non s’accendevano, ma

si turbavano e ingrandivano, la sua bocca pigliava una piega

p. 473 i suoi occhi non s’accendevano, ma

si turbavano e ingrandivano; la sua bocca pigliava una piega

r. 53 la sua fi sonomia si spegneva un’al-

tra volta, diveniva senza espressione quasi antipatica.

p. 473 la sua fi sonomia si spegneva un’al-

tra volta, diveniva senza espressio- ne, quasi antipatica.

181 La variante più signifi cativa riguarda il fi nale, aggiunto a penna sul margine

inferiore dell’ultima carta del dattiloscritto.

182 Per la ricostruzione dei rapporti tra Federigo Tozzi e la «Grande Illustrazio-

ne» rimandiamo a quanto già sostenuto nel cappello introduttivo a La fame, in particolare i paragrafi 16.2. e 16.3.

CLXIII

rr. 58-59 Qualche volta, pareva preoccupato

esaminandone la stoffa rossa fi lettata d’oro. Apriva l’armadio vi soffi ava so- pra come per mandar via la polvere;

p. 473 Qualche volta, pareva preoccupato

esaminando la stoffa rossa fi lettata d’oro. Apriva l’armadio, vi soffi ava so- pra come per mandar via la polvere;

r. 64 ripensava a quell’emozione improv-

visa, senza somiglianze, ed alzando la testa, a tavola, si sentiva ancor fi ero

p. 473 ripensava a quell’emozione improv-

visa, senza somiglianze; ed alzando la testa, a tavola, si sentiva ancor fi ero

r. 66 credeva di poter porgere il bicchiere

perché glie lo empissero di vino sen- za annacquare; dopo ringraziava.

p. 474 credeva di poter porgere il bicchiere

perché glielo empissero di vino sen- za annacquare. Dopo, ringraziava.

r. 68 Da qualche giorno aveva pensato

alla morte in un modo sempre più decisivo, qualche volta non poteva

p. 474 Da qualche giorno aveva pensato

alla morte in un modo sempre più decisivo; qualche volta non poteva

r. 70 Oh, quanto erano lontane le batta-

glie che rombavano ancora come tuoni sordi

p. 474 Oh, quanto erano lontane le bat-

taglie che qualche volta rombavano ancora come tuoni sordi

rr. 73-74 tutti quei movimenti che aveva fat-

to e aveva veduto fare agli altri. Gli pareva di muoversi ancora, e ne di- veniva nervoso: i suoi denti si strin- gevano, ed egli pensava di gridare ancora:

p. 474 tutti quei movimenti che aveva fatto

e aveva veduto fare agli altri! Gli pa- reva di moversi ancora, e ne diveni- va nervoso: i suoi denti si stringeva- no, i suoi occhi divenivano immobili, ed egli pensava di gridare ancora:

r. 77 sempre di più verso l’orizzonte da

dove fi nivano fi schiando i proiettili.

p. 474 sempre di più verso l’orizzonte da

dove venivano fi schiando i proiettili.

r. 80 Il vecchio ormai guardava senza ve-

dere, e, da un rapidissimo brivido

p. 474 Il vecchio ormai guardava senza ve-

dere; e, da un rapidissimo brivido

r. 83 aveva tolto dalla scatola tutti i suoi

soldatini, li aveva allineati, e li smuoveva ad uno per volta

p. 474 aveva tolto dalla scatola tutti i suoi

soldatini, li aveva allineati, e li smo- veva ad uno per volta

r. 85 Facendo così, canticchiava qualche

cosa, con la bocca chiusa;

p. 474 Facendo così, canticchiava qualco-

sa, con la bocca chiusa;

rr. 89-90 Il salotto era piccolissimo, con le pa-

reti tinte di arancione, e sopra con lo stampino, mazzi di fi ori

p. 474 Il salotto era piccolissimo; con le pa-

reti tinte di arancione, e sopra, con lo stampino, mazzi di fi ori

rr. 92-93 Dall’altra parte della stanza una

credenzina stretta ed alta; sopra la quale due tortore di gesso e una sveglia tutta polverosa. Nella credenzina due fi aschi di vino vec- chio.

p. 474 Dall’altra parte della stanza una

credenzina stretta ed alta; sopra la quale erano due tortore di gesso e una sveglia tutta polverosa. Nella credenzina le tovaglie e i tovaglioli, due fi aschi di vino vecchio.

r. 95 In casa non c’erano che il nonno e

il nipote,

p. 474 In casa non c’era che il nonno e il

nipote,

r. 97 Le donne erano andate a spasso pel

campo; e il babbo di Giggetto era ancora all’uffi cio postale.

p. 474 Le donne erano andate a spasso pel

campo; il babbo di Giggetto era an- cora all’uffi cio postale.

r. 103 Il capitano, con gli occhiali di miope

troppo discosti dagli occhi, stava a capo dritto

p. 474 Il capitano guardava sempre mal vo-

lentieri verso i campi. Con gli occhiali di miope troppo discosti dagli occhi, stava a capo dritto

r. 106 Guardando a quel modo aveva l’abi-

tudine d’inghiottire, sempre più a fretta.

p. 474 Guardando a quel modo, aveva l’abi-

tudine d’inghiottire, sempre più a fretta.

CLXIV

r. 108 Piegò con esattezza il giornale spia-

nandolo poi sopra un ginocchio;

p. 475 Piegò con esattezza il giornale, spia-

nandolo poi sopra un ginocchio;

r. 114 si sforzava di non lasciarsi interrom-

pere e smuoveva con più risolutezza

p. 475 si sforzava di non lasciarsi interrom-

pere e smoveva con più risolutezza

r. 118 lo vide alzarsi da sedere e muoversi

verso la tavola.

p. 475 lo vide alzarsi da sedere e moversi

verso la tavola. rr. 121-122 Domenico Bernardoni ebbe voglia di

brontolare il ragazzo subito, per inti- midirlo; ma prese un soldatino e lo mise ad un angolo della tavola.

p. 475 Domenico Bernardoni guardò verso

il ragazzo ed ebbe voglia di brontolar- lo subito, per intimidirlo; poi prese un soldatino e lo mise ad un angolo della tavola.

r. 124 Il ragazzo lo guardava da prima con-

tento, ma poi umiliato,

p. 475 Il ragazzo lo guardava, da prima

contento, ma poi umiliato,

r. 129 disse a voce alta: – Si mangiava ma-

le, e non si dormiva mai.

p. 475 disse a voce alta: / – Si mangiava

male, e non si dormiva mai.

r. 132 lo collocò dinanzi a quello sull’an-

golo. E disse:

p. 475 lo collocò dinanzi a quello su l’an-

golo. E disse:

r. 135 Ma una voce, dentro il suo orecchio: p. 476 Ma una voce, dentro il suo orecchio,

comandò:

r. 156 fece alcuni passi in cadenza batten-

do forte i piedi.

p. 476 fece alcuni passi in cadenza, batten-

do forte i piedi.

r. 171 bisogna aspettare che venga l’ordi-

ne di muoversi.

p. 477 bisogna aspettare che venga l’ordi-

ne di moversi. rr. 185-187 Sparpagliò i soldatini stendendoli

alla rinfusa; poi ricominciò a metterli in fi la guardando, come per sfi darlo, il nipote che pareva dirgli: «Non ti riesce! Non voglio!».

p. 477 Sparpagliò i soldatini stendendo-

li alla rinfusa; aspettò, ma non osò guardare gli occhi del nipote; poi ri- cominciò a metterli in fi la. Pareva che il ragazzo avesse voluto dirgli: «Non ti riesce! Non voglio!».

rr. 190-191 pensò: «Devo farmi rispettare!». / Il ragazzo, ora provava, con delusione, un rispetto istintivo;

p. 477 pensò: «Devo farmi rispettare!». / E

guardò, come per sfi darlo, il nipote, che questa volta abbassò la testa; invaso da una bontà che non interes- sò affatto il nonno. / Il ragazzo ora provava, con delusione, un rispetto istintivo;

rr. 196-198 – Le battaglie le ho fatte io. / Esclamò tartagliando. / – Dovresti saperlo:

p. 477 – Le battaglie le ho fatte io – esclamò

tartagliando. – Dovresti saperlo:

r. 203 Uno, due, uno due! p. 478 Uno due, uno due!

r. 205 dette un pugno sulla tavola, p. 478 dette un pugno su la tavola,

r 210 battendo tutto a un tratto la fronte

sulla tavola, più forte del pugno.

p. 478 battendo tutto a un tratto la fronte

su la tavola, più forte del pugno.