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Un fatto di cronaca

58.1. Tavola dei testimoni

MS (ACGV, Fondo Tozzi 1-B-3/3)

Un manoscritto anepigrafo di 4 cartelle (mm 208 x 156), redatte solo sul recto a penna nera, e numerate sul verso, sempre con inchiostro nero, probabilmente da Glauco.

Il testimone è conservato in una cartellina di cartoncino marrone (un foglio di mm 218 x 322 piegato a metà), sulla cui prima facciata, al centro, è annotato a matita «Bozzetto» (correzione a matita rossa di «Bozzetti»), e, nell’angolo in alto a sinistra, «XV» (correzione, con il lapis, di «XVI»). Sulla terza facciata Emma con penna ad inchiostro violetto e in bella grafi a ha scritto il titolo «L’incendio»; il che dimostra che la cartellina era già stata usata per un’altra opera.

Infi ne, tra i documenti custoditi insieme a questo manoscritto si trova an- che un biglietto (mm 158 x 104), piegato a metà, su cui Emma ha appuntato a lapis il titolo «In treno» e più in basso l’indicazione «non fi nita».

Altri documenti

Nel Fondo Tozzi si trovano anche due dattiloscritti identici di 2 cartelle (mm 280 x 220), redatte solo sul recto con inchiostro celeste in un caso, e nero nell’altro. I documenti sono corretti sia da Emma che da Glauco, a penna nera, a matita rossa e a lapis. Sulla cartella 1 il titolo dattiloscritto è «IN TRENO»; questo è stato poi cassato da Glauco, e sostituito con [«Un fatto di cronaca»]. Di questi due testimoni, senza dubbio postumi, non si terrà chiaramente conto.

58.2.-58.3. Vicende redazionali e datazione

Del breve abbozzo narrativo, lasciato incompiuto e senza titolo dopo una redazione manoscritta composta di getto e non sottopo- sta ad alcuna revisione, è possibile ipotizzare solo il termine ante quem: il 1917, suggerito dalla G maiuscola corsiva che si legge in un passo cassato dall’autore225. Né l’analisi dello stile, né lo studio

dei supporti cartacei, né la rilettura dei carteggi editi permettono di circoscrivere ulteriormente la datazione raggiunta.

58.4. Vicende editoriali

Il racconto è stato pubblicato la prima volta, con il titolo Un fatto di cronaca, in LN63, pp. 610-611, e poi ristampato in LN88, pp.

537-538.

CLXXXVIII

58.5. Differenze con l’edizione Vallecchi

RIGO PRESENTEEDIZIONE PAGINA LN88

r. 29 Allora egli baciò su le ferite calde di

sangue zampillante;

p. 538 Allora egli la baciò su le ferite calde di

sangue zampillante;

59. La specchiera

59.1. Tavola dei testimoni

MS (ACGV, Fondo Tozzi 1-B-2/6)

Un manoscritto di 13 cartelle (mm 213 x 155), redatte solo sul recto con inchiostro nero, e numerate sul verso, a lapis, probabilmente da Glauco. Il titolo del racconto è stato aggiunto dall’autore sul margine superiore della cartella 1.

Il testimone è conservato in una cartellina (un foglio di mm 211 x 319 piegato a metà) non autografa, ma allestita unicamente da Glauco, su cui, al centro della prima facciata, è segnato a penna nera il titolo «La specchiera». All’interno, nella seconda facciata ma in senso rovesciato, si legge, «L’im- magine» / «(Una allucinazione)», scritto a matita e con la stessa cassato; a dimostrazione che la cartellina era già stata utilizzata per un’altra novella.

Insieme al manoscritto è custodito anche un biglietto (mm 130 x 181), su cui Emma ha annotato a lapis «Buona».

Altri documenti

Nel fascicolo 1-B-2/6 sono custoditi anche due dattiloscritti identici (5 fogli, mm 274 x 221, inchiostro nero), redatti da Glauco dopo la morte dell’autore, e da lui corretti a penna nera e a matita rossa. Uno dei due documenti venne poi utilizzato per allestire la raccolta vallecchiana de L’im- magine, come testimonia la numerazione 30-34 inserita a lapis, nell’angolo in alto a destra.

59.2.-59.3. Vicende redazionali e datazione

La specchiera, di cui, come già detto nella Tavola dei testi- moni, si possiede il solo manoscritto, è frutto di un’unica stesura lineare e continua, priva di correzioni particolarmente incisive. Per quanto concerne la datazione, se l’esame della grafi a non produce risultati (non compaiono G maiuscole), neanche l’analisi stilistica conduce molto lontano: non si registrano infatti occorrenze capaci di orientare la collocazione del testo in una sezione piuttosto che in un’altra. L’unico elemento utile è offerto dall’ambientazione ro- mana, che impone di ritenere la redazione del manoscritto succes- siva al 1914. Secondo Glauco Tozzi «la localizzazione del racconto fa pensare che esso sia stato scritto nel 1915, o poco dopo, dato che l’Autore vi descrive le strade del quartiere di Roma dove abi-

CLXXXIX

tò in tale anno»226. In realtà, un simile elemento può solo offrire

un attendibile termine post quem, ma non autorizza datazioni più circoscritte.

59.4. Vicende editoriali

La specchiera è stata pubblicata la prima volta in IM46, pp. 43-

47, come sesta novella; a p. 44 è inserito un disegno di Rosai, che occupa quasi l’intera pagina, raffi gurante una ragazza davanti ad uno specchio; la citazione del testo riportata sotto l’illustrazione è la seguente: «Le capitava di sedersi davanti alla sua specchiera». Il racconto è stato poi inserito in LN63, pp. 577-581, e infi ne ristampato

in LN88, pp. 507-510.

59.5. Differenze con l’edizione Vallecchi

RIGO PRESENTEEDIZIONE PAGINA LN88

r. 16 sentiva dentro i capelli come se ci

fossero due mani con tutte le dita dentro che frucavano.

p. 507 sentiva dentro i capelli come se ci

fossero due mani con tutte le dita che frucavano.

r. 37 poi escì sola perché assolutamente

sentiva il bisogno di escire e di re- spirare di più.

p. 508 poi escì sola, perché assolutamente

sentiva il bisogno di escire e di respi- rare di più.

rr. 58-59 Il freddo del marmo le fece ricordare

molte cose dell’adolescenza.

p. 509 Il freddo del marmo le fece ricordare

molte cose della adolescenza.

r. 111 – Smetti! – Ella le disse. p. 510 – Smetti! – ella le disse.

CXCI

1. Testo

Per le ragioni già esposte nel primo capitolo dell’introduzione, per ogni novella si assume come testo base quello offerto dal te- stimone più recente: e dunque dal manoscritto autografo, nei casi in cui è rimasto un solo documento, oppure dalla copia redatta da Emma Palagi e rivista da Tozzi, quando il testo è stato oggetto di più revisioni.

Un criterio di trascrizione estremamente conservativo limita gli interventi dell’editore a pochi casi. In particolare, in sede di rico- struzione testuale, riportando però la lezione originale in apparato, si procede a:

- emendare gli evidenti refusi, ma non, ovviamente, quelle voci lessicali che seppur scorrette possono essere ricondotte anche solo in via ipotetica ad una generica area dialettale e popolare (anche se non specificamente senese);

- correggere gli errori grammaticali estranei a qualsiasi uso lin- guistico di Tozzi (e dunque, ad esempio, si accetta «gli» per il complemento di termine femminile – perché attestato in mol- tissimi racconti – ma non «le» per il maschile, evidente caso di ipercorrettismo);

- ritoccare la punteggiatura quando compromette la leggibilità del testo, lasciandola però inalterata in tutti gli altri casi, com- presi quelli in cui il contrasto con le norme grammaticali è più stridente (virgola tra soggetto e verbo, parentetica non chiusa dalla seconda virgola, ecc.), così da far toccare con mano l’in- compiutezza dei racconti qui editati.

Al contempo, senza darne conto in apparato, si provvede a: - uniformare il discorso diretto, che, in rispetto ad una consue-

tudine tozziana riscontrabile nella quasi totalità dei testimoni, viene sempre introdotto da trattino, e, quando riferito ai pensieri dei personaggi, riportato tra virgolette basse (« », seguite da punto quando a fine frase), mentre è racchiuso tra apici (“ ”) se all’interno di un altro discorso diretto; si mantiene invece il modo in cui sono inseriti i verba dicendi, di volta in volta isolati tra virgole, punti o trattini, a seconda della lezione attestata negli originali;

- segnalare le separazioni di paragrafo, presenti in alcune novel- le, sempre con un asterisco, indipendentemente dall’indicazio-

CXCII

ne attestata nei manoscritti e nei dattiloscritti (tre punti disposti a triangolo, riga bianca, linea di separazione, ecc.);

- normalizzare gli accenti (tutti gravi negli autografi) secondo le regole ortografiche correnti;

- rendere con il corsivo le sottolineature, che negli originali ser- vono a dare risalto ad uno o più termini, o a indicare il titolo di un’opera letteraria, musicale, ecc.

Infi ne si fornisce direttamente nel testo, tra barre verticali e in grassetto, la numerazione (anche quando non inserita dall’auto- re) delle cartelle appartenenti al testimone utilizzato per l’edizione critica. In genere era uso di Tozzi numerare in ordine progressivo le pagine realmente utilizzate e non i fogli: sicché, per esempio, la carta iniziale di un racconto redatta sul recto e sul verso viene numerata dall’autore |1| e |2|. Al fi ne di rispettare questa prassi tozziana, lo stesso criterio viene pertanto utilizzato dall’editore per quelle novelle il cui testimone più recente è costituito da fogli non numerati. È da segnalare poi che le cartelle aggiunte in un secondo tempo, raramente numerate dall’autore, in sede di edizione critica sono numerate con la cifra del foglio immediatamente precedente al punto in cui sono posizionate, o del foglio in cui sono inserite, seguite da bis, ter, ecc. (dunque due cartelle inserite tra le pagine 7 e 8 o all’interno della 7 vengono numerate 7bis e 7ter).

2. Apparato

Per la costituzione dell’apparato genetico si è cercato di atte- nersi il più possibile al modello offerto da Riccardo Castellana nei Ricordi di un giovane impiegato, in ossequio ad un principio di uni- formità e omogeneità che deve regolare, a nostro avviso, le diverse edizioni critiche (presenti e future) delle opere di Federigo Tozzi.

L’apparato è posto a piè di pagina. Le parole implicate in va- riante (se più di tre si indicano la prima e l’ultima del passo interes- sato) sono precedute dall’indicazione del numero di riga (in gras- setto) e delimitate a destra da parentesi quadra chiusa, cui segue la descrizione della variante vera e propria:

53 E poi] prima Poi

74-75 avrebbe … inverno!] prima l’inverno gli pareva

Nel caso in cui della novella editata siano rimaste più redazioni, la descrizione della variante, o l’indicazione di una lezione diversa (perché attestata su un manoscritto precedente al dattiloscritto defi - nitivo) da quella messa a testo, sono seguite dalla sigla del testimo- ne a cui ci si riferisce:

CXCIII 17 inghiottivo] prima diventava MS

122 di … mangiato.] prima di aver fame. MS

128 bambino] bimbo MS

Qualora, ma solo se all’interno dello stesso testimone, una de- terminata lezione sia oggetto di più varianti, si indicheranno le di- verse fasi correttorie ricorrendo agli esponenti alfabetici a b c d.

118-119 cercare. / Allora sembrava] acercare. S’accorse di ciò nella notte

che l’avvolse. Sembrò bcercare. M’accorsi di ciò parecchio tempo dopo.

Allora, sembrava (da e spscr. a lez. prec.; sembrava] ms. Sembrava da lez. prec.) ccercare. Allora, sembrava (da lez. prec.) AGG

Se il cammino correttorio conduce alla lezione defi nitiva, que- sta, qui come in tutti gli altri casi, sarà indicata da T, abbreviazione che di fatto rinvia alla porzione di testo indicata prima della paren- tesi quadra chiusa:

82 intendi] avorresti binten<di> (su lez. prec.) cT (spscr.)

55-56 Io … altrove.] aMa quando io rispondevo col mio sguardo, Pia

si volgeva altrove. bIo non le rispondevo (spscr.) cIo fissavo Pia ed ella

(strsc. alla lez.a) dT (agg. marg. des. a metà foglio ed inserito attraverso

apposito rimando numerico) MS1

12 Era] Ella era (prima Av<eva>) MS1 aEra (a matita viola da lez. prec.) bQuesta era (spscr.) cT (spscr.) INC

24 Eugenia] ella MS1 T (spscr. a lez. prec.) INC

Si segnala inoltre che nell’apparato genetico riprodotto a piè di pagina:

- si ricorre al corsivo per le indicazioni dell’editore;

- se non specificato, le correzioni si intendono effettuate con lo stesso inchiostro utilizzato per la redazione del testo, e descrit- to nella Tavola dei testimoni;

- si avverte sempre il lettore quando la variante descritta è in- serita dalla mano di Emma (anche in quei casi in cui per tutta la novella non si registrano correzioni di Tozzi, ma solo della moglie).