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32.1. Tavola dei testimoni

MS (ACGV, Fondo Tozzi 1-D-14/11)

Un manoscritto di 20 cartelle (mm 209 x 154), redatte solo sul recto con inchiostro celeste (solo in un caso, per una sottolineatura, è usata la

matita rossa109), e correttamente numerate 1-20, anche se l’indicazione

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numerica non si trova su tutti i fogli (sono numerate le cartelle 5-8, 11- 13, 15-20; la numerazione che si legge sul verso, vergata a lapis, è invece postuma, inserita probabilmente da Glauco). L’ultima pagina è datata «(16.10.17)».

Il testimone è conservato in una cartellina (un foglio di mm 219 x 320 piegato a metà), sulla cui prima facciata, al centro, l’autore ha annotato a lapis il titolo «Anima giovanile». Sulla stessa facciata si leggono anche le seguenti indicazioni di Emma, sempre scritte a matita: «1917», in alto al centro; «buona», sotto il titolo; e infi ne, in basso, «Mandata alla rivista «Occidente» 6-12-33».

Altri documenti

Nel fascicolo 1-D-14/11 è conservato anche il dattiloscritto (4 cartelle di mm 276 x 206, redatte solo sul recto con inchiostro azzurro, e alcuni inter- venti a penna nera volti ad eliminare refusi e a correggere errori di copia- tura) preparato da Emma, per la pubblicazione su «Occidente». Sull’ultima pagina del documento si legge la seguente lettera della Palagi al direttore della rivista:

Ill.mo Sig. Ghelardini.

Questa la novella. Sarebbe superfluo, ma desidero che sia fatto, di ac- compagnarla con l’avvertenza che si tratta di un lavoro lasciato, dall’au- tore, senza essere rivisto, né completato, com’è chiaro da alcune mende, particolarmente da quelle dell’uso costante del pronome in luogo del nome, per indicare il protagonista; che Tozzi, di uso, avrebbe sostituto al momento di dare la novella alle stampe.

Ripetendole i miei ringraziamenti, con distinto ossequio

Emma Tozzi

«Questa specie di “avvertenza” – ricordava Glauco Tozzi nelle Notizie – fu premessa anonima dal Ghelardini alla edizione citata in «Occidente»»110.

32.2.-32.3. Vicende redazionali e datazione

Il racconto, scritto il 16 ottobre 1917 – come segnala l’autore sull’ultima pagina del manoscritto –, è frutto di un’unica stesura, composta di getto: MS infatti, il solo autografo pervenuto, presenta

una redazione lineare, priva di interpolazioni e soppressioni signi- fi cative, e non sottoposta a processi correttori particolarmente inci- sivi.

CXXI

32.4. Vicende editoriali

Il racconto è stato pubblicato la prima volta su «Occidente», II, 5, ottobre-dicembre 1933, pp. 93-97, poi inserito in LN63, pp. 815-

821, e infi ne ristampato in LN88, pp. 718-723.

32.5. Differenze con l’edizione Vallecchi

RIGO PRESENTEEDIZIONE PAGINA LN88

rr. 3-4 Il cielo, proprio dalla parte del

sole, era d’una bianchezza fi tta e uguale. Egli si era alzato presto

p. 718 Il cielo, proprio dalla parte del

sole, era d’una bianchezza fi tta e uguale. / Egli si era alzato presto

r. 13 Il cipresso, a pena toccato, p. 718 Il cipresso, appena toccato,

r. 22 Il suo campo era tutto lì. S’era a

marzo, e la campagna aveva un aspetto ancora invernale.

p. 718 Il suo campo era tutto lì. / S’era a

marzo, e la campagna aveva un aspetto ancora invernale.

r. 32 non c’era tanta fretta. Nell’aia

c’era l’aratro steso,

p. 719 non c’era tanta fretta. / Nell’aia

c’era l’aratro steso,

r. 34 i mattoni erano restati asciutti;

mentre in vece la punta del vomere era tutta bagnata.

p. 719 i mattoni erano restati asciutti;

mentre, in vece, la punta del vome- re era tutta bagnata.

r. 35 egli notò che s’era rotta e che

<la> doveva mandare dal fabbro

p. 719 egli notò che s’era rotta e che do-

veva mandare dal fabbro

r. 46 sarebbe ripassato tra i mercanti

dando gomitate a destra e a sini- stra perché ogni sabato si ritrova- vano a fare i loro affari

p. 719 sarebbe ripassato tra i mercanti

dando gomitate a destra e a sini- stra, perché ogni sabato si ritrova- vano a fare i loro affari

r. 57 perché gli sarebbe stato impossi-

bile di pensare a qualche cosa;

p. 719 perché gli sarebbe stato impossi-

bile di badare a qualche cosa;

r. 60 s’era pulito i pantaloni giù da piedi

dove erano sempre fangosi

p. 719 s’era pulito i pantaloni giù da pie-

di, dove erano sempre fangosi

r. 63 c’era da scegliere tra le due fi glio-

le d’un fattore, che se le portava sempre in calesse con sé oppure c’era una signorina

pp. 719-720 c’era da scegliere tra le due fi gliole d’un fattore, che le portava sem- pre in calesse con sé, oppure c’era una signorina

rr. 73-74 non si ripuliva mai bene della gre-

migna, c’era da seminare da per tutto e da piantare l’orto

p. 720 non si ripuliva mai bene dalla gre-

migna, c’era da seminare da per tutto, e da piantare l’orto

r. 76 egli era andato, di notte, a rubare

il seme nel campo d’un altro. p. 720 egli era andato, di notte, a rubare il seme nel campo di un altro.

r. 83 vide che non era in maniche di

camicia, come si aspettava: s’era fi nito di vestire,

p. 720 vide che non era in maniche di

camicia, come s’aspettava: s’era fi nito di vestire,

rr. 102-103 egli era rimasto così scontento e di malumore che in vece di salire a pigliare le chiavi di cantina s’ap- poggiò a un sostegno della pergola

p. 721 egli era rimasto così scontento e di

malumore che, in vece di salire a pigliare le chiavi di cantina, s’ap- poggiò a un sostegno della pergola

r. 111 l’erbacce che continuamente na-

scevano tra le pianticine dei po- modori

p. 721 l’erbacce che continuamente na-

scevano tra le pianticine di po- modori

r. 121 che rinfi lava dopo, quando non

c’era più pericolo di dar foco alla capanna.

p. 721 che rinfi lava dopo, quando non

c’era più pericolo di dar fuoco alla capanna.

CXXII

rr. 123-125 fi utavano dalle mangitoie l’odore del fi eno tritato dentro la cesta che portava a loro. Bisognava che anche lui facesse qualche cosa. Ma di scendere in cantina non gli piaceva. / Mentre stava così incerto una donna che non aveva mai vi- sta aprì il cancello,

p. 721 fi utavano dalle mangitoie l’odore

del fi eno tritato dentro la cesta che portava a loro. / Bisognava che anche lui facesse qualche cosa. Ma di scendere in cantina non gli piaceva. Mentre stava così incerto una donna che non aveva mai vi- sta aprì il cancello,

rr. 137-138 - Dammi la tua mano. Io te la so leggere. / E fece l’atto di prender- gliela da sé,

p. 722 - Dammi la tua mano. Io te la so

leggere - e fece l’atto di prender- gliela da sé,

r. 142 La contadina aveva smesso di pu-

lire, il semenzaio dei pomodori,

p. 722 La contadina aveva smesso di pu-

lire il semenzaio dei pomodori,

r. 146 andavano da un paese all’altro

con una di quelle carrozze che fanno anche da casa. Egli allora le porse la destra.

p. 722 andavano da un paese all’altro

con una di quelle carrozze che fanno anche da casa. / Egli allora le porse la destra.

r. 163 portò la zingara nell’aia, lontano

perché non la sentisse nessuno.

p. 722 portò la zingara sull’aia, lontano

perché non la sentisse nessuno.

r. 165 si fece leggere la mano anche lei;

la zingara gli parlava fi tto fi tto ne- gli orecchi,

p. 722 si fece leggere la mano anche lei;

la zingara le parlava fi tto fi tto negli orecchi,

r. 171 - Come faranno a sapere tutto? p. 722 - Come faranno a saper tutto?

r. 183 Gliene veniva anche stanchezza e

svogliatezza. E gli veniva più forte il desiderio di essere a Siena:

p. 723 Gliene veniva anche stanchezza e

svogliatezza. / E gli veniva più forte il desiderio di essere a Siena: rr. 193-194 Perché, dunque, se ancora non

s’era tolto né meno il cappello, non andava a vederle? Perché in vece sentiva che sarebbe sceso in cantina a tramutare la botte?

p. 723 Perché, dunque, se ancora non

s’era tolto né meno il cappello, non andava a vederle? / Perché in vece, sentiva che sarebbe sceso in cantina a tramutare la botte?

r. 197 gli parve di vedere, nelle tenebre

della cantina gli occhi della sua fi - danzata che lo guardavano fi sso.

p. 723 gli parve di vedere, nelle tenebre

della cantina, gli occhi della sua fi - danzata che lo guardavano fi sso.