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8.1. Tavola dei testimoni

MS (ACGV, Fondo Tozzi 1-D-26/6)

Un manoscritto di 10 cartelle (mm 250 x 194), redatte da Emma solo sul recto con inchiostro nero, e numerate in alto a destra. Le correzioni che si leggono sul documento sono sia di Emma (a penna nera, la stessa usata nella trascrizione del testo), che dell’autore (anche queste a penna nera, ad

eccezione di alcuni piccoli interventi con la matita viola19). Il manoscritto

non è fi rmato né datato. Sul verso dell’ultima carta Emma, a matita, ha ri- scritto il titolo «Il primo amore», e, più in basso, la data in cui probabilmente è stato composto il racconto: «1908?».

Il documento è conservato in una cartellina di cartoncino marrone (un foglio di mm 220 x 336 piegato a metà), su cui compare unicamente un punto interrogativo scritto a matita.

8.2.-8.3. Vicende redazionali e datazione

De Il primo amore rimane unicamente MS, copia di un originario

autografo, andato perduto, e fatto trascrivere dall’autore alla moglie. Poiché il racconto non è citato in Novale, né in altri documenti pri-

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vati, non è possibile in alcun modo ricostruire le (eventuali) diverse fasi della sua vicenda redazionale.

Per quanto concerne la datazione, il fatto che la novella so- pravviva solo nella versione manoscritta di Emma induce a una col- locazione precedente al 1913, anno in cui entrò in casa Tozzi la prima macchina da scrivere. È da notare poi che la stessa Emma, sul verso della cartella 10, ha segnato, seppure con qualche incertezza, il possibile anno di redazione: «1908?». Indicazione, questa, che se naturalmente non può essere assunta acriticamente, incoraggia co- munque una datazione piuttosto alta del racconto.

8.4. Vicende editoriali

La novella è stata pubblicata la prima volta in LN63, pp. 27-33, e

poi ristampata in LN88, pp. 19-24.

8.5. Differenze con l’edizione Vallecchi

RIGO PRESENTEEDIZIONE PAGINA LN88

r. 46 A lui era bastato guardarla, perché

gli occhi di lei rispondessero

p. 20 A lui era bastato guardarla perché

gli occhi di lei rispondessero

r. 55 E se anche io perdo il padre? Che

cosa faccio? – Egli era per lacri- mare.

p. 20 E se anche io perdo il padre? Che

cosa faccio? / Egli era per lacrima- re.

r. 128 Poi che l’adolescenza si perde sot-

to i veli sempre più spessi, che il tempo intesse.

p. 22 Poi che l’adolescenza si perde sot-

to i veli, sempre più spessi, che il tempo intesse.

r. 134 Allora egli s’indispettì. Nondime-

no dopo una settimana, ritrovò Emilia.

p. 22 Allora egli s’indispettì. Nondime-

no, dopo una settimana, ritrovò Emilia.

rr. 136-137 Ella cominciò a piangere col volto rosso e bagnato tutto di lacrime. / – Perché piangi? – Le chiese irri- tato.

pp. 22-23 Ella cominciò a piangere col volto

rosso e bagnato di lacrime. / – Per- ché piangi? – le chiese irritato.

r. 140 Emilia, temendo di essere antipa-

tica si sforzò di non piangere.

p. 23 Emilia, temendo di essere antipa-

tica, si sforzò di non piangere.

9. Lettera

9.1. Tavola dei testimoni

MS1 (ACGV, Fondo Tozzi 1-D-26/7)

Un manoscritto di 20 cartelle (mm 208 x 154), redatte solo sul recto, e numerate sul verso a matita, forse da Glauco. Le pagine 1-15 sono verga- te quasi esclusivamente a penna nera (fanno eccezione poche varianti ad inchiostro rosso, ovviamente indicate in apparato); di questa sezione del manoscritto è da sottolineare che la cartella 12 è utilizzata solo per metà, e che sul verso della 11 e della 15 sono aggiunti due brani da inserire nel testo, come segnalano appositi rimandi numerici. Le cartelle 16-20 sono

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invece redatte e corrette con inchiostro rosso, sebbene si riscontrino anche interventi a penna nera. L’ultima pagina è fi rmata «Federigo Tozzi» e datata «15 gennaio 1909» (a penna rossa). Più in basso, con inchiostro nero, l’auto- re ha puntualizzato: «Corretta il 5.3.09».

Il testimone è conservato in una cartellina di cartoncino marrone (un fo- glio di mm 220 x 330 piegato a metà), su cui Tozzi ha scritto, al centro della prima facciata, con inchiostro rosso, il titolo «Lettera»; e più in alto, a lapis, la data «15 gennaio 1909». Sullo stesso margine superiore Glauco ha segnato a matita la sigla «m1», mentre sotto al titolo, a penna nera, ha inserito la se- guente avvertenza per il tipografo: «1° manoscritto (autografo). È compreso nel manoscritto defi nitivo di Emma T. Pertanto, non occorre copiarlo».

AGG (ACGV, Fondo Tozzi 1-D-26/7)

Un manoscritto di 4 cartelle (mm 206 x 134) ricavate da fogli a quadretti, redatte da Emma solo sul recto con inchiostro viola, numerate in alto a de- stra 1-4 (un’altra numerazione a lapis, forse di mano di Glauco, è sul verso),

e corrette dall’autore a penna nera (e in un solo caso a matita20). Queste

pagine originariamente facevano parte di un’altra opera: lo dimostra il fatto che la narrazione è in terza persona e non in prima come negli altri testi- moni. Dopo la loro correzione, inerente sia lo statuto del narratore che altri passaggi, queste quattro cartelle verranno nuovamente copiate e inserite in MS2; lo rileva anche Glauco, che nel margine superiore della prima pagina ha annotato, a penna rossa: «È una postilla al 1° manoscritto: si incastra in esso, come si vede dal manoscritto fi nale, pag. 10 bis fi no alla 10 quinto».

INC (ACGV, Fondo Tozzi 1-D-26/7)

Un manoscritto di 3 cartelle (mm 195 x 124), redatte da Emma solo sul recto con inchiostro nero, numerate 1-3 in alto a destra, e corrette dall’auto- re a penna nera e in alcuni casi – segnalati in apparato – a matita viola. Le tre pagine in origine costituivano l’incipit di MS2, prima di essere sostituite con le attuali cartelle 1-3bis della stesura defi nitiva (vedi nota relativa al successivo autografo).

MS2 (ACGV, Fondo Tozzi 1-D-26/7)

Un manoscritto di 21 cartelle (mm 196 x 122), redatte da Emma solo sul recto con inchiostro nero, corrette dall’autore a penna nera e in qualche caso – segnalato in apparato – con matita viola, e numerate 1-16 in alto a destra (ma le cifre si registrano solo a partire dalla cartella 4), con 3 bis e 10bis-10quinques non numerate (sarà Glauco ad inserire a lapis i numeri di pagina mancanti). Le cartelle 1-3bis sono state inserite successivamente a sostituzione dell’originario incipit (ossia di INC, descritto nella scheda pre-

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cedente); questo spiega perché su questi fogli non compare numerazione e, soprattutto, perché la cartella 3bis è utilizzata solo per metà. Anche le car- telle 10bis-10quinques, che sono una copia della versione corretta di AGG, sono state aggiunte in un secondo momento e collocate tra la 10 e la 11 (e infatti il loro inserimento ha comportato, necessariamente, la soppressione

delle tre righe iniziali nella cartella 1121). L’ultima pagina è fi rmata dall’au-

tore «Federigo Tozzi».

Il documento è conservato in una cartellina (un foglio bianco di mm 198 x 247 piegato a metà), su cui l’autore con inchiostro viola ha scritto il titolo «Lettera», e, più in basso, l’indicazione «(Novella)»; ancora sotto, Glauco, come avvertenza per il tipografo, ha segnalato a penna nera: «Questo è il testo defi nitivo, da copiare»; nell’angolo in alto a sinistra, segnata a lapis, c’è la sigla «2m».

9.2. Vicende redazionali

La vicenda redazionale di Lettera è meno complessa di quanto potrebbe apparire alla vista dei diversi materiali autografi pervenuti.

In primo luogo l’autore ha scritto le cartelle 1-15 di MS1 a penna

nera, e le successive 16-20 con inchiostro rosso; inchiostro, que- st’ultimo, utilizzato anche per la prima revisione del testo (ossia di tutte e 20 le pagine del testimone). A questa fase, che termina il «15 gennaio 1909» (indicazione autografa a penna rossa), segue un’ul- teriore campagna correttoria, effettuata questa volta con inchiostro nero, in data 5 marzo 1909 (ancora indicazione autografa, a penna nera: «Corretta il 5.3.09»); è a quest’altezza, tra l’altro, che il nome della protagonista, in origine «Pia» (e tale anche dopo le correzioni a penna rossa), viene mutato in «Eugenia» (intervento a penna nera).

Dopo questa iniziale versione del racconto testimoniata da MS1,

l’autore ha incaricato Emma di copiare il manoscritto, ottenendo così una nuova redazione di complessive 16 cartelle: si tratta in sostanza del testo di MS2, privo delle correzioni autografe e delle

successive aggiunte e sostituzioni.

Su questa versione l’autore ha effettuato due corposi interventi. In primo luogo ha sostituito le tre pagine iniziali (che, non essendo state cestinate, fi niscono tra i materiali vari di Lettera: si tratta di INC)

con un nuovo incipit di quattro fogli, ossia le attuali cartelle 1-3bis. E in un secondo momento ha inserito, tra la 10 e la 11, le cartelle 10bis-10quinques, scritte da Emma. Queste cinque pagine sono co- pia a loro volta di AGG, un frammento anche in questo caso redatto

dalla Palagi, e destinato quasi certamente ad un’altra opera. È da segnalare che prima di richiederne alla moglie una copia ordinata

LIII

da inserire in MS2, l’autore ha provveduto a correggere i quattro fogli

di AGG: la variante più importante riguarda lo statuto del narratore,

che da eterodiegetico diventa omodiegetico.

È solo a questo punto, ossia dopo le due sostanziali modifi che appena descritte (la sostituzione di INC con le cartelle 1-3bis e l’in-

serimento delle cartelle 10bis-10quinques, a loro volta copiate da

AGG), che l’autore è giunto ad ottenere la redazione fi nale del testo:

ossia MS2.

9.3. Datazione

L’unico dato certo è che MS1 è stato completato il «15 gennaio

1909» e corretto «il 5.3.1909». È presumibile inoltre che MS2 e le suc-

cessive correzioni siano collocabili in un periodo immediatamente successivo a MS1. Dato che non viene smentito dal fatto che INC, AGG

e MS2 sono copiati a mano da Emma, e pertanto quasi certamente

redatti prima del 1913, anno in cui i Tozzi acquistarono la loro pri- ma macchina da scrivere.

9.4. Vicende editoriali

Il racconto è stato pubblicato la prima volta in LN63, pp. 70-77,

e poi ristampato in LN88, pp. 57-63.

9.5. Differenze con l’edizione Vallecchi

RIGO PRESENTEEDIZIONE PAGINA LN88

rr. 38-39 Allungava il braccio, nudo fi n quasi

il gomito, imbarazzata. (Così pareva a me.)

p. 58 Allungava il braccio, nudo fi n quasi

il gomito, imbarazzata (così pareva a me).

r. 60 Avevo parlato molto, ed ero divenu-

to nervoso. La bocca mi si empiva di saliva. (Avevo parlato quasi sem- pre di me.)

p. 58 Avevo parlato molto, ed ero divenu-

to nervoso. La bocca mi si empiva di saliva (avevo parlato quasi sem- pre di me).

rr. 71-72 Io pensavo al suo cuore. / Ella mi

guardava con più disinvoltura. Anzi, mi avvidi che cercava di fi ssarmi e di studiare se quel che dicevo fosse stato sincero.

p. 59 Io pensavo al suo cuore. Ella mi

guardava con più disinvoltura. / An- zi, mi avvidi che cercava di fi ssarmi e di studiare se quel che dicevo fos- se stato sincero.

r. 77 Dopo mezz’ora ella se ne andò so-

spirando.

p. 59 Dopo mezz’ora ella se ne andò, so-

spirando.

rr. 85-86 In vece fi no a quell’ora non avrei

potuto fare nessuna dichiarazione. / Poi aggiunsi, senza prevedere quello che io avrei concluso:

p. 59 In vece fi no a quell’ora non avrei

potuto fare nessuna dichiarazione. Poi aggiunsi, senza prevedere quello che io avrei concluso:

r. 91 Tutte quelle donne mi repugnavano. p. 59 Tutte quelle donne mi ripugnavano.

r. 95 La padrona mi fi ssò un poco dub-

biosa.

p. 59 La padrona mi fi ssò, un poco dub-

biosa.

r. 113 Io avevo conscienza di quel che di-

cevo.

p. 60 Io avevo coscienza di quel che di-

LIV

rr. 115-116 Eugenia appoggiò la testa sopra la

tavola, si tappò il volto con le mani. / Avendo desiderio di vedere i suoi oc- chi, mi provai ad aprirle le braccia,

p. 60 Eugenia appoggiò la testa sopra la

tavola, si tappò il volto con le mani. Avendo desiderio di vedere i suoi oc- chi, mi provai ad aprirle le braccia,

r. 135 Alla quale io soltanto, allora cre-

devo.

p. 60 Alla quale io soltanto, allora, cre-

devo.

r. 144 E quando la mia mente si rivelò a

se stessa e volle possedere, troppo presto quel che le era promesso, io lasciai l’amore.

p. 61 E quando la mia mente si rivelò a

se stessa e volle possedere, troppo presto, quel che le era promesso, io lasciai l’amore.

rr. 147-148 mi pareva che le mani di lei si al- lungassero invano, a strapparmi una foglia.

p. 61 mi pareva che le mani di lei si al-

lungassero in vano, a strapparmi una foglia.

r. 162 non mi chinai a rasciugare le lacri-

me.

p. 61 non mi chinai a rasciugare le lacri-

me! rr. 169-170 Ascoltai un uccello rinchiuso in una

gabbia. Poi pensai: / «Esso l’ama: tu no. Tutto ama lei».

p. 61 Ascoltai un uccello rinchiuso in una

gabbia. Poi pensai: «Esso l’ama: tu no. Tutto ama lei».

r. 174 – Io t’amo, le dicevo. p. 61 «Io t’amo» le dicevo.

rr. 177-178 Ed ella mi guardava senza interrom- persi mai. La padrona e le altre don- ne sembravano imbarazzate. / Ella, quando se ne andò, non volle darmi la mano.

p. 61 Ed ella mi guardava senza interrom-

persi mai. La padrona e le altre don- ne sembravano imbarazzate. Ella, quando se ne andò, non volle darmi la mano.

r. 180 La notte io sognai molto. p. 61 La notte, io sognai molto.

r. 195 Una domenica, verso la sera uscii

con lei che era accompagnata da una delle amiche della padrona.

p. 62 Una domenica, verso la sera, uscii

con lei che era accompagnata da una delle amiche della padrona.

r. 210 Allora la vedevo soltanto un’ora

ogni giorno. Entrava in camera mia; e lasciavamo l’uscio aperto.

p. 62 Allora la vedevo soltanto un’ora ogni

giorno. / Entrava in camera mia; e lasciavamo l’uscio aperto. rr. 223-224 Allora taceva, come vinta da’ suoi

sogni. / Io avevo bisogno di baciarla.

p. 63 Allora taceva, come vinta da’ suoi

sogni. Io avevo bisogno di baciarla.

r. 228 Adesso tu vorrai sapere la fi ne di

questo amore?

p. 63 Adesso, tu vorrai sapere la fi ne di

questo amore?

10. Gli olivi

10.1. Tavola dei testimoni

MS (ACGV, Fondo Tozzi 1-D-26/9)

Un manoscritto di 15 cartelle (mm 248 x 196), redatte da Emma solo sul recto con inchiostro nero, corrette dall’autore, sempre a penna nera, e numerate in alto a destra da Glauco (anche in questo caso a penna nera). L’ultima pagina è fi rmata dall’autore «Federigo Tozzi».

Il testimone è conservato in una cartellina (un foglio bianco di mm 265 x 422 piegato a metà) allestita da Emma, su cui è annotato a lapis il titolo «Gli olivi», e più in alto, al centro, «1911?».

LV

10.2.-10.3. Vicende redazionali e datazione

La vicenda redazionale de Gli olivi si risolve tutta in MS, copia

di un manoscritto autografo andato perduto; e poiché il racconto non è citato in Novale, né in altri documenti privati, non è possibile spingersi in congetture più articolate.

Per quanto concerne la datazione, si ricordi che sulla cartellina che raccoglie le 15 cartelle di quest’unico testimone Emma ha anno- tato, sia pur in forma dubitativa, una possibile data di redazione del testo: «1911?». Non ci sono elementi che smentiscono tale indicazio- ne; semmai va sottolineato come, essendo la novella stata copiata a mano proprio dalla Palagi, è da escludere una datazione successiva al 1913, anno in cui i Tozzi acquistarono la loro prima macchina da scrivere.

10.4. Vicende editoriali

Il racconto è stato pubblicato la prima volta in LN63, pp. 192-

200, e poi ristampato in LN88, pp. 165-172.

10.5. Differenze con l’edizione Vallecchi

RIGO PRESENTEEDIZIONE PAGINA LN88

r. 18 Si capisce bene, che questa speciali-

tà volontaria produceva gli effetti

p. 165 Si capisce bene che questa specialità

volontaria produceva gli effetti

r. 20 Si potevano ritrovare nei suoi con-

versari, gli echi straordinari di quei poeti

p. 165 Si potevano ritrovare, nei suoi con-

versari, gli echi straordinari di quei poeti

r. 30 sonando gli organetti, / andrangli

incontro, come gli è dovuto, / can- tando di mottetti.

p. 166 sonando gli organetti, / andrengli

incontro, come gli è dovuto, / can- tando di mottetti.

r. 41 Da due anni nondimeno, non si era

più mossa dalla sua villa.

p. 166 Da due anni, nondimeno, non si era

più mossa dalla sua villa.

r. 43 Una sera discese fi no al piccolo la-

go.

p. 166 Una sera discese fi no al lago.

r. 47 Due altri pescatori uscivano da una

barca, e due bambini li guardava- no.

p. 166 Due altri pescatori uscivano da

un’altra barca, e due bambini li guardavano.

rr. 82-84 E una barca nera s’affrettava dalla

punta della penisola, all’altra spon- da. / / Il giovane che si chiamava Mariano, dopo un lungo viaggio all’estero, aveva sposata un’amica di Giulia.

p. 167 E una barca nera s’affrettava, dalla

punta della penisola all’altra sponda. / Il giovane, che si chiamava Maria- no, dopo un lungo viaggio all’estero, aveva sposata un’amica di Giulia.

r. 117 Le pareva di avere una pesantezza

enorme anche.

p. 168 Le pareva di avere una pesantezza

enorme, anche.

r. 142 Pareva ad essa, anche allora, che gli

ulivi toccassero la sua carne.

p. 169 Pareva ad essa, anche allora, che gli

olivi toccassero la sua carne.

r. 148 Tra le pecore, che avevano la lana

gialla andavano i piccoli agnelli bianchi.

p. 169 Tra le pecore, che avevano la lana

gialla, andavano i piccoli agnelli bianchi.

LVI

r. 167 Sembra che le cose che tu guardi,

siano trasformate in te dalla tua anima.

p. 170 Sembra che le cose, che tu guardi,

siano trasformate in te dalla tua anima.

rr. 199-202 E tu domandasti se alcun monaco non andasse a leggere loro un libro dolce. / Allora eran fi oriti. Ora li rive- dremmo con le olive. La mia anima ha fruttifi cato come loro. / Ma lassù nel silenzio del convento enorme essi si ricorderanno di me.

p. 170 E tu domandasti se alcun monaco

non andasse a leggere loro un libro dolce. Allora eran fi oriti. Ora li rive- dremmo con le olive. La mia anima ha fruttifi cato come loro. Ma lassù nel silenzio del convento enorme essi si ricorderanno di me.

r. 255 E come avrebbe avuto bisogno di

quel nome, per chiamarlo.

p. 172 E come avrebbe avuto bisogno di

quel nome, per chiamarlo!