11.1. Tavola dei testimoni
MS (ACGV, Fondo Tozzi 1-D-26/11)
Un manoscritto di 19 cartelle (mm 250 x 195), redatte e corrette da Em-
ma solo sul recto con inchiostro nero22; ritoccate a matita rossa (fi no alla
cartella 8) e a penna rossa (dalla 12) dall’autore; e dallo stesso numerate sul verso a lapis. L’ultima pagina è fi rmata dall’autore «Federigo Tozzi» (a penna nera).
Il testimone è conservato in una cartellina (un foglio bianco di mm 272 x 422 piegato a metà), su cui Emma, a lapis, ha annotato il titolo «Gli amori vani» e il possibile anno di redazione «1911?».
11.2.-11.3. Vicende redazionali e datazione
L’unico testimone de Gli amori vani, la copia trascritta da Emma di un originale andato perduto, se poco dice riguardo la vicenda redazionale del testo, in sede di datazione permette invece di individuare un attendibile termine ante quem nel 1913, anno in cui i Tozzi comprarono la loro prima macchina da scrivere. A ciò si aggiunga che proprio Emma, ossia colei che aveva curato l’ultima redazione del racconto, sulla cartellina che raccoglie i 19 fogli del testimone ha annotato, sia pur in forma dubitativa, come possibile anno di redazione il «1911?».
11. 4. Vicende editoriali
Il racconto è stato pubblicato la prima volta in LN63, pp. 78-90,
e poi ristampato in LN88, pp. 64-77.
22 Solo in un caso Emma usa la penna rossa: per inserire su uno spazio lascia-
to in bianco un termine («entrava») volutamente saltato in fase di copiatura, forse perché poco comprensibile: cfr. Gli amori vani, r. 278 (apparato).
LVII
11.5. Differenze con l’edizione Vallecchi
RIGO PRESENTEEDIZIONE PAGINA LN88
r. 38 I due tedeschi impiegarono un me-
se, fi nché ingrassati e ripuliti, una mattina se ne andarono
p. 65 I due tedeschi impiegarono un me-
se, fi nché, ingrassati e ripuliti, una mattina se ne andarono
r. 41 il tempo era come una spugna che vi
sdrusciasse sopra per sciuparli di più.
p. 65 il tempo era come una spugna che vi
sdrusciassero sopra per sciuparli di più.
r. 44 Roberto avrebbe voluto rimbiancare
la facciata, e levare così lo sconcio;
p. 65 Roberto avrebbe rivoluto rimbianca-
re la facciata, e levare così lo scon- cio;
r. 49 Fece porre alcune margherite insie-
me coi grisantemi in certe aiuole piccole e rotonde,
p. 65 Fece porre alcune margherite insie-
me coi crisantemi in certe aiuole pic- cole e rotonde,
r. 125 Oh, s’egli continuava così diveniva
folle!
p. 67 Oh, se egli continuava così diveniva
folle!
r. 128 Egli non compieva il menomo atto
senza essere preoccupato della pre- senza di questa sua fanciulla.
p. 67 Egli non compieva il minimo atto
senza essere preoccupato della pre- senza di questa sua fanciulla.
r. 190 Il sole, tramontante, allungava una
striscia di luce, d’un colore indefi - nibile, sopra le vesti pendenti, da un attaccapanni di legno,
p. 69 Il sole, tramontante, allungava una
striscia di luce, d’un colore indefi - nibile, sopra le vesti pendenti da un attaccapanni di legno,
r. 192 La luce batteva così su i vetri, ch’era
impossibile distinguere il paesaggio.
p. 69 La luce batteva così sui vetri, ch’era
impossibile distinguere il paesaggio.
r. 229 Era per lei, il solo amore possibile. p. 70 Era, per lei, il solo amore possibile.
rr. 247-248 Del resto, sono le ragazze che in condizioni favorevoli, costituiscono in seguito, le compagne ideali
p. 70 Del resto, sono le ragazze che, in
condizioni favorevoli, costituiscono, in seguito, le compagne ideali
r. 300 Ma la guardava nei momenti che ella
gli voltava le spalle,
p. 72 Ma la guardava nei momenti ch’ella
gli voltava le spalle,
r. 334 Ma anche quell’atto, che non atten-
deva da lei, era stato insuffi ciente. Egli doveva rassegnarsi a un’abitudi- ne illimitata e monotona.
p. 73 Ma anche quell’atto, che non atten-
deva da lei, era stato insuffi ciente. / Egli doveva rassegnarsi a un’abitudi- ne illimitata e monotona.
r. 336 Clotilde, sotto le lenzuola lo cercava
baciandolo troppo su gli occhi,
p. 73 Clotilde, sotto le lenzuola, lo cercava
baciandolo troppo su gli occhi,
12. Il padre
12.1. Tavola dei testimoni
MS (ACGV, Fondo Tozzi 1-D-26/2)
Un manoscritto di 7 cartelle (mm 250 x 195), redatte da Emma con in- chiostro nero, e numerate in alto a destra. Le correzioni, tutte a penna rossa, sono invece autografe. Il documento è fi rmato «Federigo Tozzi», sempre a penna rossa, sull’ultima pagina.
Il testimone è conservato in una cartellina di cartoncino marrone (un foglio di mm 227 x 329 piegato a metà), sulla cui prima facciata Tozzi ha riportato, a lapis, il titolo «Il padre»; e più in alto, sempre a lapis, si legge l’indicazione «VI». Nella parte inferiore Emma ha appuntato, anche in que-
LVIII
sto caso a matita, «Avanti Roma», «inedita», e «(del proprio padre / ambiente interessante)»: quest’ultima annotazione è ricalcata a penna nera, e l’agget- tivo «interessante» è anche sottolineato con la matita rossa.
12.2.-12.3. Vicende redazionali e datazione
Non è possibile ricostruire la vicenda redazione de Il padre, dal momento che del racconto è rimasta unicamente la copia trascritta da Emma. È comunque da scartare l’ipotesi che queste pagine faces- sero parte del manoscritto di Con gli occhi chiusi, come invece spin- gerebbero a supporre alcuni elementi contenutistici (ma non tutti), quali l’ambientazione (la trattoria), i personaggi (il padre vedovo e violento, la matrigna, e il fi glio debole e succube) e l’onomastica (il fi glio del padrone della trattoria si chiama Pietro)23. Al contrario
le pagine de Il padre sono da considerarsi a se stanti e autonome, come inequivocabilmente dimostrano la numerazione 1-7, il titolo in alto al centro della prima pagina, il fatto che la settima e ultima cartella, oltre ad essere fi rmata dall’autore, è utilizzata solo per metà, e l’assenza di tagli e di quei tipici rimaneggiamenti che si rendono necessari quando si estrapola una sezione di testo da un’opera più ampia. Naturalmente nulla vieta di congetturare che queste pagine siano comunque una copia – riadattata – di una delle prime stesure di Con gli occhi chiusi, ovvero di Ghisola, anche se, oltre il livello interpretativo, non si hanno elementi che possano sostenere una simile supposizione24.
Per quanto concerne la datazione è da sottolineare che sul- la cartellina che raccoglie il testimone, Emma ha annotato «Avanti Roma»; ossia prima del 1914. Tuttavia il fatto che il testo sia stato trascritto dalla Palagi a mano, e non dattiloscritto, permette di re- stringere il possibile arco cronologico, indicando nel 1913 il termine
23 Sulle convergenze tra la novella Il padre e Con gli occhi chiusi, cfr. G. Nico-
letti, Storia e immagini nelle novelle di Federigo Tozzi, cit., in particolare p. 149. Da notare sono anche alcune corrispondenze tra Il padre e il coevo Un ragazzo: in primis il rapporto triangolare tra padre, fi glio e matrigna; in secondo luogo la lite, prima solo verbale e poi, secondo un crescendo tipico della narrativa toz- ziana, anche fi sica, tra protagonista e genitore, il quale si impone con disumana forza e incontenibile violenza; e infi ne in terza battuta l’omonimia del nome della «serva» e amante del padre («Rosa» nella presente novella, «Rosina» in Un ragazzo, ma anche nella realtà biografi ca della famiglia Tozzi).
24 E del resto, ipotesi per ipotesi, si potrebbe anche supporre, ma sempre sen-
za possibilità di concrete verifi che, che la breve novella costituisca una sorta di cartone preparatorio del più importante romanzo (le indagini sulla datazione, così come gli altri elementi testuali, non vietano, ma neanche incoraggiano, una simile ricostruzione).
LIX
ante quem. Non ha concreto fondamento, invece, la supposizione di Glauco Tozzi, secondo cui «non è probabile, addirittura, che esso [Il padre] appartenga a epoca successiva al 1911, perché le caratte- ristiche del manoscritto sono quelle comuni a primi lavori dell’Au- tore»25.
12.4. Vicende editoriali
Il racconto è stato pubblicato la prima volta in LN63, pp. 201-
205, e poi ristampato in LN88, pp. 173-177.
12.5. Differenze con l’edizione Vallecchi
RIGO PRESENTEEDIZIONE PAGINA LN88
r. 1 s’era posto a sedere presso la tavola
apparecchiata
p. 173 s’era posto a sedere, presso la tavola
apparecchiata
rr. 7-8 trasse di tasca un libriccino e lo aprì
sopra una parte del tovagliuolo. Ma non leggeva: osservava, di sott’oc- chio il padre.
p. 173 trasse di tasca un libriccino e lo aprì
sopra una parte del tovagliolo. Ma non leggeva: osservava, di sott’occhio, il padre.
r. 16 Il lume della lampada a petrolio le
produceva un luccichio d’oro ne’ suoi capelli biondi.
p. 173 Il lume della lampada a petrolio le
produceva un luccichio d’oro nei suoi capelli biondi.
r. 29 Aveva fatto il pagliaccio in uno di
que’ circoli equestri che muoiono di fame.
p. 174 Aveva fatto il pagliaccio in uno di que’
circhi equestri che muoiono di fame.
r. 32 In tanto, il cuoco gli aveva portato la
minestra in brodo.
p. 174 Intanto, il cuoco gli aveva portato la
minestra in brodo.
r. 51 lei non ha mai provato a dormire
all’aria aperta? – Disse un’altra volta la donna,
p. 174 lei non ha mai provato a dormire al-
l’aria aperta? – disse un’altra volta la donna,
r. 63 – Quindici giorni, forse! – Rispose il
marito di lei,
p. 174 – Quindici giorni, forse! – rispose il
marito di lei,
rr. 75-76 Allora apparve Rosa con un piatto,
su cui era una fetta di parmigiano. / Ella camminava sbadatamente, e i suoi sguardi accesero quelli del padrone.
p. 175 Allora apparve Rosa con un piatto, su
cui era una fetta di parmigiano. Ella camminava sbadatamente, e i suoi sguardi accesero quelli del padrone.
r. 78 Ella levò il piatto sporco dal tova-
gliuolo steso e vi pose quello del formaggio.
p. 175 Ella levò il piatto sporco dal tovagliolo
steso e vi pose quello del formaggio.
r. 111 – Ti basterà. – Rispose il padre con
una voce dura,
p. 176 – Ti basterà – rispose il padre con una
voce dura,
r. 114 La matrigna cuciva e chiacchierava
colla bambina, ch’era tornata a se- dere.
p. 176 La matrigna cuciva e chiaccherava col-
la bambina, ch’era tornata a sedere.
r. 124 – Già – disse Pietro – fi nché ti con-
fonderai con la tua …
p. 176 – Già, disse Pietro, fi nché ti confonde-
rai con la tua …
LX