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Il racconto di un gallo

20.1. Tavola dei testimoni

MS (ACGV, Fondo Tozzi, 1-D-24/1)

Un manoscritto di 22 cartelle (mm 207 x 148), redatte a penna nera solo sul recto, e numerate sul verso a matita da mano non identifi cabile. L’ultima pagina è fi rmata «F. Tozzi» e datata «Novembre 1914» («Novembre» è ricalcato su «Ottobre»).

Il testimone è conservato in una cartellina costituita da un cartoncino mar- rone (un foglio di mm 210 x 327 piegato a metà), su cui l’autore ha segnato, al centro della prima facciata, con inchiostro violetto, il titolo «Il racconto di un gallo», mentre nell’angolo in alto a destra, a matita viola, «4» (che sostitui- sce «5» cassato). In alto a sinistra, invece, a matita, Emma ha appuntato l’anno di redazione «1914» e sotto, più in basso, «pubblicata?»; quest’ultima annota- zione è stata poi cancellata. Originariamente la cartellina era stata usata per un altro racconto: sulla seconda facciata, ma in senso inverso, si legge infatti il titolo «La madre», scritto da Emma con inchiostro violetto e in elegante grafi a; sopra il titolo, sempre Emma, ma a matita, ha annotato «IV».

DS (ACGV, Fondo Tozzi, 1-D-24/1)

Un dattiloscritto di 7 cartelle (mm 291 x 228), redatte con macchina da scrivere GAL ad inchiostro violetto solo sul recto, e numerate, probabilmente da Glauco, con penna nera nell’angolo in alto a destra. Le correzioni, tutte ad inchiostro nero, per lo più ad opera di Emma, sono in numero contenu- to. Sul margine superiore della prima cartella l’autore ha inserito il titolo «Il racconto di un gallo». L’ultima pagina è fi rmata «Federigo Tozzi».

Altri documenti

Nel fascicolo 1-D-24/1 del Fondo Tozzi è custodito anche un altro datti- loscritto di 7 cartelle (mm 291 x 228), redatte con macchina da scrivere GAL ad inchiostro celeste, e numerate a penna nera nell’angolo in alto a destra. Questo documento tuttavia è del tutto inutile alla costituzione del testo, sia perché battuto a macchina insieme a DS, come rivelano i medesimi refusi e l’identica impaginazione, sia perché privo di correzioni diverse da quelle già riportate nell’altro testimone dattiloscritto. È da segnalare tuttavia che sulla prima cartella del dattiloscritto è spillato un biglietto, su cui Emma a penna nera ha annotato: «Periodo avanti Roma».

20.2.-20.3. Vicende redazionali e datazione

Il racconto di un gallo, così come si evince chiaramente dalla Tavola dei testimoni, si costituisce in due diverse e successive fasi redazionali: MS, il manoscritto datato dall’autore «Novembre 1914»

(ma, come già detto, «Novembre» è ricalcato su «Ottobre»), e DS, il

dattiloscritto redatto da Emma in duplice copia, su cui Tozzi inserì gli ultimi ritocchi; è presumibile che la datazione di questa seconda

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stesura non sia di molto successiva alla precedente: supposizione tanto più credibile alla luce del fatto che nel passaggio dal mano- scritto al dattiloscritto non vengono introdotte varianti di rilievo.

Un’analisi di MS tuttavia impone alcune considerazioni, capaci

anche di spiegare perché la data inserita in calce all’ultima carta del manoscritto è stata poi corretta.

Durante la lettura del testimone, colpisce come molto spesso all’inizio o alla fi ne delle singole cartelle si trovino dei passi cassati, mutili, non integrabili con quanto si legge nei fogli precedenti o successivi. Glauco, nelle Notizie, intravedeva in tali segmenti testuali «tracce di alcuni sviluppi (poi tagliati) che avrebbero reso più com- plessa e drammatica la trama»67. In realtà una simile ipotesi si scon-

tra con il fatto che il metodo di lavoro tozziano non prevedeva di sperimentare, nell’atto stesso della stesura, possibili ulteriori svilup- pi narrativi; e in secondo luogo, se così fosse, non si spiegherebbe l’assenza di raccordi tra il passo cassato ad inizio pagina, e quanto si legge nel foglio precedente.

In realtà, un’analisi suffi cientemente approfondita individua nel manoscritto de Il racconto di un gallo due diversi livelli redazionali: il primo che ha condotto ad una versione unitaria e lineare, che è stata poi ampiamente tagliata, e di cui sono sopravvissute solo alcu- ne pagine; ed uno successivo, che ha dato vita a MS, in cui l’autore

ha provveduto a sostituire i fogli cestinati con delle nuove cartelle. Più nel concreto, limitandosi alla descrizione dell’autografo, si nota che: alla fi ne di pagina 9, dopo il rigo 74, è presente un passo cassato, troncato a metà, che non trova il suo seguito nella carta successiva68; la cartella 12 viene utilizzata dall’autore solo per

circa metà foglio, dopodichè il testo prosegue sulla 13, la cui parte superiore è occupata da un passo, cassato, non integrabile, anche per via della punteggiatura, con il precedente; anche la cartella 14 nella parte fi nale è occupata da un passo cassato, slegato da quanto si legge nella 1569; di pagina 20, originariamente, rimaneva

67 Tozzi, Notizie sulle novelle, cit., p. 919.

68 Nella parte inferiore della cartella 9 si legge il seguente passo cassato:

«“Come fai a dire ch’egli ti vuol bene?” / La sua faccia era livida; ed ella tremava tutta. La padrona, in vece, si stropicciò il naso, senza né meno guardarla; ma divenne pensierosa. / “Ha sposato te, perch’io mi ammalai; e m’ero ridotta trop- po male. Certo, non ero bella come prima”. / “Ma a te non ne ha né meno mai parlato?”. / “Chi te l’ha detto? Vuoi vedere» (Il racconto di un gallo, r. 74, appara- to). La frase, come si nota, rimane monca; quanto segue all’inizio della cartella 10 tuttavia non è interpretabile come sua prosecuzione; si legge infatti: «“Siamo dello stesso sangue, ma non mi somigli!”» (Il racconto di un gallo, r. 75).

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un piccolo spazio sul fondo, cosicché l’autore ha sentito la neces- sità di inserire una freccia, al fi ne di segnalare la prosecuzione del testo sulla cartella 21; sulla quale, all’inizio, si può leggere un passo cassato, anch’esso non integrabile con quanto si legge nella pagina precedente70.

Una simile situazione dunque permette di sostenere che le car- telle 1-9 (rr. 1-74), 13-14 (rr. 103-109) e 20-21 (rr. 173-183) facevano parte della prima versione manoscritta, mentre le 10-12 (rr. 75-102) e 15-20 (rr. 110-172) furono aggiunte in un secondo momento a sostituzione dei fogli eliminati.

E proprio questo spiegherebbe la correzione della data segnata sull’ultima pagina del testimone: è presumibile infatti che il ma- noscritto sia stato inizialmente composto nell’ottobre del 1914, e corretto il mese successivo.

Per quanto riguarda la ricostruzione testuale, Il racconto di un gallo impone un percorso obbligato: tutto il testo deve essere assun- to dal dattiloscritto, che oltre ad essere stato fi rmato dall’autore, da questi è stato anche corretto a penna; un obbligo, però, a cui non si è piegato totalmente Glauco, che in più di un’occasione alla lezione di DS ha preferito quella offerta dal manoscritto71.

20.4. Vicende editoriali

Il racconto è stato pubblicato la prima volta in LN63, pp. 325-

330, e poi ristampato in LN88, pp. 287-292.

qualche altro giorno, sentii parlare così: / “Vorrei sapere perché tu mi sposasti. Venivi a Montalcino soltanto a veder me?”. / Rispose il padrone: / “E perché me lo domandi?”. / Ella gli saltò al collo allegra: / “Dimmelo! Dimmelo!”. / Anch’egli rise. / “Hai saputo che Milia s’era innamorata, perché le scrissi qualche lettera?”. / “No, questo non lo sapevo. Ahi la mia cugina s’era innamorata di te? Dimmelo, dimmelo!”» (Il racconto di un gallo, r. 109, apparato); all’inizio di pagina 15 si legge invece: «– Due o tre mattine dopo, il sole era già passato sopra lo stollo, vidi Milia sola.» (Il racconto di un gallo, r. 110).

70 La cartella 20 si concludeva (al momento in cui è stata inserita la freccia)

con le seguenti battute del gallo: «E così durò non so quante volte, sino allo sfi nimento.» (Il racconto di un gallo, r. 171); quanto si legge, cassato, all’inizio di pagina 21 non può in nessun caso essere giudicato il seguito: «lei. E, poi, se avessi sposato un’altra; non le avrebbe fatto tanto dispiacere!”. / La padrona lo guardò quasi con ammirazione. / “Io l’avevo perfi no dimenticata; ed ora, a pena guarita, è capitata in casa nostra!”. / “Se è così, la rimanderò via subito. / “Man- dala via: io non posso dirle niente”. / Ella lo abbracciò e lo baciò.» (Il racconto di un gallo, r. 173, apparato).

71 Per i casi in cui Glauco Tozzi predilige la lezione del manoscritto a quella

di DS, cfr. nella Tavola delle differenze, le tabelle relativi ai rr. 5-6, 41, 63, 70, 95,

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20.5. Differenze con l’edizione Vallecchi

RIGO PRESENTEEDIZIONE PAGINA LN88

r. 1 Checco, spollinatosi, s’accovacciolò,

tra le sue trenta galline,

p. 287 Checco, spollinatosi, s’accovacciò,

tra le sue trenta galline,

rr. 5-6 non c’era più acqua, né meno spor-

ca, perché l’avevano bevuta tutta. / Gli veniva una sonnolenza che gli chiudeva gli occhi,

p. 287 non c’era più acqua, né meno spor-

ca, perché l’avevano bevuta tutta. Gli veniva una sonnolenza che gli chiudeva gli occhi,

r. 32 per non gridare si cacciava il fazzo-

letto in bocca.

p. 288 per non gridare, si cacciava il fazzo-

letto in bocca.

r. 37 cadde all’indietro, torcendosi all’im-

provviso con tutta la persona: era svenuta.

p. 288 cadde all’indietro, torcendosi, all’im-

provviso, con tutta la persona: era svenuta!

r. 41 Una gallina accanto a Checco, per

stare più comoda si stese.

p. 288 Una gallina accanto a Checco, per

star più comoda si stese.

r. 63 E, detto così prese lesto lesto la se-

mola

p. 288 E, detto così, prese lesto lesto la se-

mola

r. 70 udii la padrona e la giovine, che,

dunque, non era partita. La padro- na, che è bionda e tiene sempre gli occhi socchiusi,

p. 289 udii la padrona e la giovine, che,

dunque, non era partita. / La padro- na, che è bionda e tiene sempre gli occhi socchiusi,

r. 95 mentre la padrona camminava in

dietro sospinta da Milia.

p. 289 mentre la padrona camminava in

dietro, sospinta da Milia. rr. 105-106 E Checco saltò sopra un’altra galli-

na. / Il sole era quasi soffocante,

p. 290 E Checco saltò sopra un’altra galli-

na. Il sole era quasi soffocante,

r. 123 Subito, la giovine le disse, senza

muoversi da dov’era:

p. 290 Subito, la giovine le disse, senza mo-

versi da dov’era:

r. 126 Menica mi tirò un sasso, e io scesi. p. 290 Menica mi tirò un sasso; e io scesi.

r. 132 perché scotevo tutta la pianta, mi

schizzavano addosso; ed io, allora, raspavo più forte!

p. 290 perché scotevo tutta la pianta, mi

schizzavano addosso. Ed io, allora, raspavo più forte!

r. 134 Veniste anche una diecina di voi,

tutte quelle che siete qui fi n da <un> anno;

p. 290 Veniste anche una diecina di voi,

tutte quelle che siete qui fi n da an- no;

r. 135 Milia alzava le braccia e faceva muli-

nello con l’ombrellino,

p. 290 Milia alzava le braccia e faceva muli-

nelli con l’ombrellino,

r. 148 E strappò la lettera in tanti quadra-

tini.

p. 291 E strappò la lettera; in tanti quadra-

tini.

r. 170 E poi tornava a fare una passeg-

giatina su al sole, disperata, con la fronte umida di sudore freddo, tenendosi il ventre; fi nché, di corsa, tornava giù.

p. 291 E poi tornava a fare una passeg-

giatina su al sole, disperata, con la fronte umida di sudore freddo; fi nché, di corsa, tenendosi il ventre, tornava giù.

r. 175 andò, sparnazzando, nel branco con

le altre.

p. 291 andò, starnazzando, nel branco con

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