• Non ci sono risultati.

CAPITOLO 6. Lipari: descrizione dei contesti e dei rinvenimenti

6.1.12 Area tra Gamma 09 e 10

Tavv. 33; 37 Nn. Cat. 579-610

A nord-ovest della capanna precedente, nella trincea BH, fu rinvenuto il breve lacerto del muro perimetrale di una struttura totalmente scomparsa, chiamata Gamma 10600. L’area tra le due capanne ha restituito una notevole quantità di reperti, specialmente frammenti di tipo egeo, la cui provenienza risulta tuttavia dubbia da un punto di vista stratigrafico, come rilevato già in letteratura601. Al di sotto del livello di base dei muri perimetrali della grande capanna Alfa 02 dell'Ausonio II (taglio BH 18), per tutti e tre i tagli realizzati (19-21), si rinvennero ceramiche dell'Ausonio II, Ausonio I e Milazzese. Ad una quota inferiore, nei tagli 22-24, si rinvenne ceramica dell'Ausonio I, Milazzese e Capo Graziano, insieme a frammenti egei. Nei tagli 25-26 si aveva solamente ceramica Milazzese e Capo Graziano.

In sede di pubblicazione, i reperti sono distinti in tre gruppi: il primo, da livelli con materiali misti Ausonio I-Milazzese-Capo Graziano (tagli 22-24); il secondo, da livelli con reperti misti Milazzese-Capo Graziano (tagli 25-26); il terzo, comprendente la ceramica del Milazzese dai tagli 19-26, quindi complessivamente quella dai livelli Ausonio II e I, Milazzese e Capo Graziano602. Per quest’ultimo gruppo, poiché non sono indicati, se non in appena tre casi, i tagli di provenienza, è impossibile risalire alla provenienza dei materiali; non è possibile cioè specificare quali rinvenuti in livelli con materiali Ausoni, e quali da strati con materiali Capo Graziano. È da rilevare, inoltre, che nella documentazione grafica offerta in letteratura, i tagli 25-26 siano indicati non come livelli con materiali misti Capo Graziano/Milazzese, ma come strati dell’orizzonte del Milazzese; i livelli di Capo

!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!

600 BERNABÒ BREA 1980a, pp. 197-198.

601 BERNABÒ BREA 1980a, p. 197.

108

Graziano sarebbero quelli sottostanti (tagli 27-29)603. Ciò rende difficile capire se il complesso delle ceramiche di tipo egeo dai tagli 25 e 26 (che è possibile isolare in letteratura) sia pertinente o no all’orizzonte del Milazzese.

Il complesso dei materiali quantificabili per questo contesto ammonta a 18 unità, di cui il 61.1% (11 unità) proviene da livelli con materiali misti dell’Ausonio/Milazzese/Capo Graziano, mentre il 38.9% (7) fu rinvenuto nei livelli misti Capo Graziano/Milazzese (i summenzionati tagli 25-26).

Il primo gruppo comprende 6 manufatti locali, divisi tra 3 oggetti fittili di tipo vascolare ed altrettanti di tipo non vascolare, e 5 ceramiche di tipo egeo. Le ceramiche locali (tutte decorate ed appartenenti alla classe A) documentate sono funzionali al presentare/mangiare (1 coppa su piede), al versare (1 brocca) ed al sostenere (1 sostegno di vaso); gli oggetti fittili di tipo non vascolare sono funzionali alla cottura (1 corno) ed al filare (1 fuseruola).

Le ceramiche di tipo egeo sono documentate con forme funzionali al bere (1 tazza, a cui si aggiunga un frammento forse pertinenti ad un altro esemplare), forse al bere/mangiare (un frammento di incerta identificazione, forse pertinente ad una tazza biansata), al forse versare (1 frammento forse pertinente ad una brocca) ed al conservare (1 frammento forse pertinente ad un piriform jar).

Il gruppo delle ceramiche di tipo egeo dai tagli 25-26 comprende frammenti dai quali possono ricostruirsi le seguenti forme funzionali: bere (4 tazze, di cui tra poco profonde, a cui si aggiunga 1 frammento forse pertinente ad un’altra tazza), conservare (1 alabastron, 1 piriform jar).

6.1.13 Gamma 11

Tav. 33

Nn. Cat. 440-442

Questa capanna (dimensione molto grande; area integrata: 20,44 mq) è sita a nord delle precedenti ed è una delle più grandi dell’insediamento604. Presenta una pianta che potrebbe definirsi a ferro di cavallo, con un’abside occidentale contrapposto a un muro orientale rettilineo. Quest’ultimo era parallelo a un tratto di muro, di simile andamento, della vicina capanna Gamma 12. La tecnica muraria impiegata si caratterizza per la presenza di prospetti regolari su entrambe le facce, e per l’utilizzo di blocchi di notevole grandezza. La fondazione del muro rettilineo orientale era costituita da un filare di blocchi parallelepipedi molto regolari. La struttura fu rinvenuta nella trincea CI-CM e si presentava sconvolta dalla capanna Beta 05 dell’Ausonio I. Questa, infatti, si era venuta a impostare sopra la capanna del Milazzese, lasciandone intatta solo l’abside occidentale e un tratto del muro rettilineo orientale. La Gamma 11, inoltre, si era a sua volta sovrapposta alla Delta 15 dell’età di Capo Graziano. Lo scavo si svolse nel limitato spazio interno della parte superstite (occidentale) della struttura.

I pochi materiali elencati in sede di pubblicazione furono rinvenuti sotto il crollo dell’elevato della capanna (che corrispondeva al taglio 13), in livelli in cui erano presenti anche materiali dell'Ausonio I (tagli 14-15) e di Capo Graziano (tagli 16-17)605. Sono documentate forme locali da mensa, decorate, funzionali al presentare/mangiare (2 coppe su piede) e al versare (2 brocche).

!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!

603 BERNABÒ BREA 1980b, tav. 14 (sez. long. III).

604 BERNABÒ BREA 1980a, pp. 198-200.

109

6.1.14 Gamma 12

Tavv. 33; 33 bis; 38; Tav. 39, tab. 1-2 Nn. Cat. 443-500

Questa struttura (dimensione estrema; area ricostruita: 45,23 mq) è sita a est della precedente ed è peculiare quanto a dimensioni e planimetria606. Essa è, infatti, la più grande di quelle del Milazzese e si presenta con una pianta poligonale a sette lati. Le indagini hanno permesso di appurare che il piano pavimentale era a una quota notevolmente inferiore rispetto al piano di calpestio esterno, e anche rispetto ai livelli d’uso delle vicine capanne Gamma 11 (a ovest) e Gamma 13 (a est)607. I muri perimetrali erano costruiti contro terra, e la loro larghezza variava da 0,50 a 1,20 m. Il perimetro era realizzato a nord e nord/est con una struttura meno accurata, messa in opera con ciottoloni e blocchetti arrotondati. Una tessitura più regolare, con blocchi più grandi nei filari inferiori, era presente nel tratto sud. L’altezza del culmine conservato dei muri varia, andando da un minimo di 0,70-90 m a un massimo di circa 1,30 m. La struttura fu individuata in diverse trincee (BI, BL, BM, BN, AQ). Nel settore sud-orientale della Gamma 12, corrispondente alla trincea BM, si era venuto a sovrapporre il dromos della capanna Beta 04 dell’Ausonio I. È in questa trincea che si poté indagare con chiarezza il deposito interno della struttura.

Dalla documentazione grafica offerta in letteratura, si comprende che il pavimento del dromos della Beta 04 corrispondeva alla base del taglio 9, mentre il taglio 14 (spesso 0,15 m, la cui base coincideva con il piano di fondazione dei muri della Gamma 12) incontrò un terreno scuro, quasi senza pietre, con materiale del Milazzese e di tipo egeo. Nei livelli interposti (tagli 10-13) si rinvenne un deposito che in letteratura è definito assolutamente

uniforme e che conteneva pietre di piccole dimensioni, terra, ceramica, e resti di fauna (analizzati estesamente nel

successivo § 10.2.6). Esso è interpretato come riempimento intenzionale608. È da rilevare, tuttavia, che una certa stratificazione del deposito sembra ravvisabile in letteratura dalla descrizione dei materiali presenti a diverse quote (v. anche § 6.2.2). Nei tagli superiori, infatti, si indica la presenza di ceramiche dell’Ausonio I; in quelli intermedi (tagli 12-13) la ceramica dell’Ausonio I si accompagnava a quella del Milazzese (e a frammenti egei), e quest’ultima era però predominante. Il taglio 14 si presentava come un terreno nerastro quasi senza pietre e conteneva materiali del solo Bronzo Medio; esso giaceva, inoltre, alla base del deposito, a livello dei piano di fondazione dei muri609.

Lo scavo si estese anche all’esterno della struttura: a sud (trincea BI-BL, tagli 12-15) si scavarono livelli con materiali misti Ausonio I e Milazzese610; a nord e ad est (trincea AQ), nello spazio tra la Gamma 12 e la 13, le indagini si svolsero in livelli con reperti Capo Graziano e Milazzese (v. § 6.1.15)611.

Il complesso dei reperti quantificabili pubblicati per questa struttura somma a 41 unità, di cui l’85.4% (35 unità) fu rinvenuto all’interno, il 14.6% (6 unità) all’esterno (zona sud, trincea BI-BL). I materiali dall’interno provengono in massima parte dal livello d’uso (BM taglio 14, corrispondente al piano pavimentale) e ammontano a 24 unità, mentre quelli dagli strati ad esso sovrapposti (BM tagli 12-13) ammontano a 11 unità.

L’insieme dei materiali dal piano pavimentale è costituito in massima parte da oggetti fittili locali, pari al 79.2% (19 unità) del totale dei manufatti in esso rinvenuti. La ceramica di tipo egeo ammonta al 16.7% (4 unità), mentre quella appenninica costituisce il 4.2% (1 unità).

!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!

606 BERNABÒ BREA 1980a, pp. 201-206.

607 BERNABÒ BREA 1980b, tav. 7 (sez. trasv. VI).

608 BERNABÒ BREA 1980a, p. 202.

609 V. rif. bibliogr. nella nota prec., e BERNABÒ BREA 1980b, tav. 7 (sez. trasv. VI).

610 BERNABÒ BREA 1980a, p. 206; BERNABÒ BREA 1980b, tav. 14 (sez. long. III).

611 BERNABÒ BREA 1980b, tav. 10 (sez. trasv. X). In letteratura, i materiali dalla trincea AQ sono registrati in relazione alla capanna Gamma 13 (BERNABÒ BREA 1980a, pp. 208-209). V. anchela succ. nota 616.

110

Gli oggetti fittili locali di tipo vascolare rappresentano il 66.7% (16 unità) del totale di manufatti dal pavimento, e comprendono forme funzionali al versare (6 brocche, pari al 25% del totale), al sostenere (3 sostegni di vaso, pari al 12.5%), al presentare/mangiare (2 coppe su piede, pari all’8.3%), al presentare e forse mangiare (1 fruttiera), alla conservazione sia a breve che lungo termine (2 olle, di cui una forse a bocca stretta, 1 pithos), alla cottura (1 teglia). Gli oggetti fittili di tipo non vascolare sommano a 3 unità (pari al 12.5% del totale dei reperti dal piano pavimentale) e sono rappresentati da un vaso miniaturistico riproducente una forma da mensa funzionale al bere, e da due dischi fittili di incerta funzione (v. § 5.3.2). Le fabbriche ceramiche locali documentate sono per il 57.9% (11 unità) la A, per il 31.6 (6) la B, per il 5.3% (1) la C.

La ceramica di tipo egeo è rappresentata da forme da mensa funzionali al bere (1 tazza, 1 boccale, 1 tazza Vapheio); a queste si aggiunga un frammento pertinente o ad una brocca o ad un piriform jar, quindi ad una forma funzionale o al versare o al conservare612.

La ceramica di tipo appenninico è attestata da una forma decorata di cui è impossibile risalire a tipologia e funzione.

Il complesso dei materiali rinvenuti nei livelli immediatamente sovrapposti al piano pavimentale è costituito per la maggior parte da manufatti locali (72.7% pari a 8 unità), mentre i reperti di tipo egeo rappresentano il 27.3% (3 unità). Tra i manufatti locali, le forme vascolari sono funzionali al versare (2 brocche, pari al 18.2% del totale dei reperti da questi strati), al sostenere (2 sostegni), al presentare/mangiare (1 coppa su piede), ed alla conservazione a breve termine (1 olla). Gli oggetti fittili non vascolari sono rappresentati da un manufatto funzionale all’arredo/cottura (1 uncino multiplo). Le fabbriche ceramiche sono rappresentate per il 71.4% (5 unità) dalla classe A, mentre la D rappresenta il 14.3% (1 unità). La litica è documentata da un manufatto (utensile?) in pietra pomice, definito in letteratura come ascia simbolica biconvessa613.

La ceramica di tipo egeo annovera forme funzionali al bere (1 tazza), forse al versare (1 brocca?) e al conservare (1 piriform jar).

Il complesso dei reperti dall’esterno della struttura (lato sud, trincea BI-BL) è costituito in massima parte da materiali locali (83.3% pari a 6 unità), mentre la ceramica di tipo egeo ammonta ad una sola unità. La ceramica locale comprende forme funzionali alla mensa (versare, presentare/mangiare; 1 manufatto per ciascuna classe), alla conservazione (1 olla, 1 pithos), alla cottura (1 teglia).

La ceramica egea è rappresentata da una forma funzionale al bere (1 kylix).

6.1.15 Gamma 13

Tav. 33; Tav. 39, tab. 3-4 Nn. Cat. 501-516

Questa struttura fu rinvenuta a est della precedente, sul margine dell’area di scavo614. Il breve tratto del perimento che si poté portare alla luce presentava una tecnica muraria accurata, con un primo filare di piccole pietre, a cui se ne sovrappone uno di placche e poi uno di blocchetti isodomi. Data la sua posizione, della Gamma 13 si poté indagare solamente lo spazio esterno, tra essa e la vicina Gamma 12, diviso in due setti: quello a sud !!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!

612 Si noti che dal calcolo delle quantità di forme di tipo egeo da questo livello si è escluso un frammento di parete di piriform

jar (BERNABÒ BREA 1980a, p. 205, n. inv. 7457; TAYLOUR 1980, p. 806, n. 186) che, nell’interpretazione della stratigrafia

interna della Gamma 12 qui proposta (v. § 5.2.3), potrebbe teoricamente essere pertinente alla stessa forma da cui l’ansa rinvenuta nel taglio immediatamente superiore (BM 13) (BERNABÒ BREA 1980a, p. 204, n. inv. 6691; TAYLOUR 1980, p. 802, n. 111).

613 BERNABÒ BREA 1980a, p. 204, n. inv. 6692; tav. CXC, n. 4.

111

(trincea BM-AQ) e quello a nord (trincea AQ). Sia nel primo (BM-AQ tagli 4-6)615 che nel secondo (AQ tagli 8-10) i materiali del Milazzese si presentavano misti insieme a reperti di Capo Graziano. In letteratura, i materiali rinvenuti nelle due zone sono accorpati e solo per i frammenti di tipo egeo è possibile risalire, in base alle indicazioni fornite da Taylour, alla trincea e ai tagli di provenienza. Essi furono rinvenuti nella trincea AQ (zona nord), nei tagli 9 e 10616.

Il complesso dei reperti dall’esterno della Gamma 13 somma a 14 unità, di cui il 64.3% (9 unità) è costituito da manufatti locali, il 21.4% (3) da ceramiche di tipo egeo, il 14.3% (2) da ceramiche appenniniche.

Quanto alle classi funzionali, gli oggetti fittili locali di tipo vascolare sono funzionali al versare (3 brocche), al conservare (1 pithos, 1 olla), al sostenere, al presentare/mangiare, al presentare e forse mangiare (funzioni tutte rappresentate da almeno 1 unità). Gli oggetti fittili di tipo non vascolare sono funzionali alla cottura/arredo (1 uncino doppio). Le classi ceramiche locali attestate sono per il 55.6% (5 unità) la A, per il 33.3% (3 unità) la B, per l’11.1% (1 unità) la D.

Le ceramiche di tipo egeo sono tutte da mensa, funzionali al bere (1 tazza, 1 tazza Vapheio) ed al miscelare/servire (1 cratere). Le ceramiche appenniniche sono funzionali all’attingere/bere/mangiare (1 ciotola/tazza carenata, forse inornata) e al conservare (1 olla ornata).

6.1.16 Gamma 14

Tav. 33; Tav. 40, tab. 1-2 Nn. Cat. 517-626

Questa capanna, sita a nord-ovest della Gamma 12, fu rinvenuta nella trincea BY617. Di essa si è conservato solo un tratto del muro perimetrale sud-ovest. Il suo profilo lascia intendere che la struttura fosse originariamente di notevoli dimensioni. Il muro è realizzato con doppio paramento, con l’uso anche di blocchi di notevoli dimensioni. Un piccolo lembo di deposito interno ancora in posto fu individuato sul lato interno del muro perimetrale. Al di sotto del crollo dell’elevato fu individuato il piano pavimentale della capanna.

Il complesso dei materiali quantificabili somma a 9 unità, di cui la maggior parte (88.9% pari a 8 unità) è costituita da reperti locali, mentre un solo frammento è di tipo egeo. Le forme ceramiche locali sono funzionali al presentare/mangiare (33.3% pari a 3 unità), al versare (22.2% pari a 2 unità), alla conservazione (1 pithos, 1 olla), e al cuocere (1 teglia). Le classi ceramiche locali sono rappresentate per il 62.5% (5 unità) dalla classe A, per il 25% (2) dalla B, per il 12.5% (1) dalla C.

!

!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!

615 BM-AQ tagli 4-6: BERNABÒ BREA 1980a, p. 208; BERNABÒ BREA 1980b, tav. 7 (sez. trasv. VI).AQ tagli 8-10: BERNABÒ

BREA 1980a, pp. 203 e 208; BERNABÒ BREA 1980b, tav. 10 (sez. trasv. X)

616 Lo spazio compreso tra le capanne Gamma 12 (a ovest) e Gamma 13 (a est) ricade in due diverse trincee di scavo: la AQ, che corrisponde al settore settentrionale di tale spazio, e la BM-AQ, che corrisponde invece alla parte meridionale di esso. I materiali da questi due settori, sebbene pubblicati in letteratura in relazione alla capanna Gamma 13, sono da intendersi, chiaramente, come pertinenti all’area compresa tra quella e la vicina Gamma 12. All’area esterna meridionale di quest’ultima sono, inoltre, relativi i materiali dalla trincea BI-BL (v. § 6.1.14).

112

6.1.17 Gamma 15

Tav. 33; Tav. 40, tab. 3-4 Nn. Cat. 527-537

Questa struttura (dimensione piccola; area integrata: 6,52 mq) è sita immediatamente a nord-ovest della precedente (trincea BY), alla quale si era venuta a sovrapporsi troncandola618. Il perimetro si conservava quasi per intero, tranne due lacune nella metà orientale. Ciononostante, si poté appurare che la capanna aveva una forma sub-circolare ed era realizzata con murature accurate, messe in opera con blocchi a superficie piana disposti a formare filari quasi isodomi. Quanto al deposito interno, esso era stato parzialmente sconvolto da una fossa greca che si era impiantata al centro della capanna. Un lembo intatto si rinvenne nel settore meridionale della struttura, dove il crollo di pietre dell’alzato insisteva sul piano pavimentale, costituito dal terreno naturale compattato, ricoperto da uno strato di ghiaia marina619.

Il complesso dei reperti quantificabili somma a 8 unità, tutte pertinenti a materiali locali. Le forme vascolari sono funzionali al versare (25% pari a 2 unità), al presentare/mangiare (coppe su piede), al presentare e forse mangiare (fruttiere), alla conservazione a lungo termine, ed alla conservazione e/o altro, tutte rappresentate da almeno un manufatto. Le classi ceramiche locali sono rappresentate per il 50% dalla A, e per la stessa percentuale dalla B. L’industria litica è documentata con la classe degli utensili, funzionali alla lavorazione generica (2 lisciatoi).

6.1.18 Gamma 16

Tav. 33; Tav. 41, tab. 1-2 Nn. Cat. 538-552

Questa capanna fu rinvenuta nella trincea BZ, a nord-est della Gamma 14 e 15, verso il limite settentrionale dell’area di scavo620. Questa zona si presentava largamente intaccata dai successivi interventi moderni, per cui di questa, così come delle altre strutture della zona, si conservava solamente una piccola parte. Così come per la Gamma 14, anche per questa si può ipotizzare una ragguardevole dimensione originaria, in base al profilo del tratto di muro perimetrale superstite. Esso presenta una tecnica muraria accurata, con l’utilizzo di blocchi tendenti all’isodomia, disposti a duplice paramento. All'interno, si individuò un lembo di deposito archeologico intatto, in cui si poté distinguere un primo battuto attribuibile all'Ausonio I (BZ taglio 5), ed un secondo (alla base del taglio 6) pertinente al Milazzese e ricoperto con uno strato di ghiaia marina621.

Il complesso dei reperti quantificabili da questa capanna somma a 14 unità, di cui l’85.7% (12 unità) è costituita da oggetti fittili, il 14.3% (2) da reperti litici. Tra gli oggetti fittili, quelli di tipo non vascolare costituiscono la maggior parte (57.1% pari a 8 unità), mentre quelli di tipo vascolare sommano al 28.6% (4 unità). I primi comprendono forme funzionali al presentare/mangiare (coppa su piede), al preparare/conservare (olla), al conservare (olla), tutte rappresentate da almeno 1 unità. Gli oggetti fittili di tipo non vascolare sono funzionali al filare (6 fuseruole) e alla cottura (2 corni). Le classi ceramiche locali documentate sono per il 66.7% (8 unità) la D, per il 25% (3) la B, per l’8.3% la A. La litica è rappresentata da utensili (2 lisciatoi).

!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!

618 BERNABÒ BREA 1980a, pp. 210-211.

619 BERNABÒ BREA 1980b, tav. 12 (sez. long. II).

620 BERNABÒ BREA 1980a, pp. 212-213.

113

6.1.19 Gamma 17, 18, e 19

Nn. Cat. 553-561

Di questa tre capanne poco si è conservato, e scarsi sono anche i reperti in esse rinvenuti622.

Della Gamma 17, rinvenuta ad est della Gamma 16, si conserva solamente un lacerto del settore occidentale del muro perimetrale. Esso presentava una struttura a blocchi poligonali disposti su filari regolari. Nessuna informazione è fornita in letteratura circa gli strati in cui furono rinvenuti i reperti, a meno di non identificarli con quelli rinvenuti sotto la fondazione del muro623. I materiali rinvenuti sono pertinenti a coppe su piede decorate e olle di impasto grezzo.

La Gamma 18, che doveva essere originariamente un struttura di grandi dimensioni, venne alla luce sul limite nord-orientale dell'area di scavo. I pochi materiali ceramici furono rinvenuti durante lavori di restauro delle murature. Sono documentati frammenti di brocche, coppe su alto piede, fruttiere e olle.

La Gamma 19 fu rinvenuta nel 1970 ai margini dell’area di scavo, ad ovest della Gamma 09, in seguito ad un intervento di consolidamento. Era stata sepolta da un riempimento di pietrame nell'età dell'Ausonio I. Presentava una struttura muraria accurata, con blocchi quadrati in filari isodomi. I pochi materiali sembrano provenire dall’esterno della capanna; tra di essi anche due frammenti egei analizzati da M. Cavalier e L. Vagnetti624. Le ceramiche locali sono attestate da coppe su piede e brocche decorate, mentre il frammento egeo è pertinente a una forma da mensa funzionale al bere (tazza o kylix).

6.1.20 Trincea AH

Tav. 2, 2; Tav. 41, tab. 3-4 Nn. Cat. 611-623

La trincea AH, e il suo ampliamento settentrionale AH1, fu aperta nel settore centro meridionale dell'Acropoli, nella strada antistante la facciata dell'edificio del Museo Archeologico625. I tagli 15-17 incontrarono livelli con materiali di tipo Milazzese626. In corrispondenza ai tagli 16-17 si rinvenne il tratto del muro perimetrale di una capanna del Milazzese, la cui faccia esterna compariva nel settore sud-orientale della trincea, e che si estendeva al di là dei limiti della stessa627. Strati con materiali del Milazzese furono individuati anche nell'ampliamento settentrionale della stessa trincea (AH1). Su tutta l'area di AH1 il taglio 12 incontrò uno strato di bruciato, molto esteso, interpretato dubitativamente come vasto focolare o chiazza di incendio628. Per quanto riguarda i materiali, essi provengono da livelli che sono all'esterno della capanna e che possono indicarsi come genericamente attribuibili al Milazzese629.

Il complesso dei reperti da questo contesto ammonta a 9 unità, di cui la quasi totalità (88.9% pari a 8 unità) è costituito da materiali locali, mentre un solo frammento è di tipo egeo. Gli oggetti fittili di tipo vascolare (5 unità pari al 55.6% del totale dei manufatti rinvenuti) sono rappresentati da forme funzionali al versare (2 brocche), al !!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!

622 BERNABÒ BREA 1980a, pp. 213-215.

623 BERNABÒ BREA 1980a, p. 213.

624 I frammenti egei sono registrati in Bernabò Brea 1980a, p. 215, nn. inv. 10497 e 10498. Il primo è inquadrato tipologicamente e cronologicamente in CAVALIER-VAGNETTI 1984, p. 146; esso corrisponde, peraltro, al n. 304 del catalogo di VAN WIJNGAARDEN 2002. Nessuna ulteriore menzione ed analisi si ha in letteratura per il secondo frammento (corrispondente al n. 305 del catalogo di Van Wijngaarden). Quanto alla provenienza dei frammenti egei e locali dal suolo

esterno della capanna, v. CAVALIER-VAGNETTI 1984, p. 144.

625 BERNABÒ BREA 1980a, pp. 280-187; 294-295, e figg. 13-14.

626 BERNABÒ BREA 1980a, p. 282, fig. 16; p. 283.

627 BERNABÒ BREA 1980a, fig. 14.

628 BERNABÒ BREA 1980a, fig. 15; p. 282, fig. 17.

114

presentare/mangiare (1 coppa su piede), al conservare (1 olla), e al preparare/conservare (1 olla). Gli oggetti fittili di tipo non vascolare (3 pari al 33.3% del totale) sono rappresentati esclusivamente da uncini doppi, funzionali alla cottura/arredo. Le fabbriche ceramiche locali documentate sono la A e la D per il 37.5% l’una (3 unità ciascuna), la B per il 25% (2 unità).

La ceramica egea è rappresentata da una forma da mensa, funzionale al bere (1 kylix).

6.1.21 Trincea AT

Tav. 2, 2 Nn. Cat. 624-625

La trincea AT fu aperta nel settore occidentale dell'Acropoli, nello stretto spazio tra le chiese dell'Immacolata e dell'Addolorata630. La presenza di livelli preistorici in questa trincea e l'assenza, invece, nelle trincee aperte poco più ad ovest (A, AR, AV, AS) autorizza a ritenere che l'insediamento preistorico (facies del Milazzese compresa) non dovesse estendersi ad ovest oltre il limite della trincea in questione.

A proposito dei livelli preistorici, al taglio 6 con materiali dell'Ausonio I seguivano tre tagli (7-9) che incontrarono livelli del Milazzese631. Nell'angolo sud-ovest della trincea si individuò un breve tratto del muro perimetrale di una capanna ovale. Essa era compresa negli strati del Milazzese e il piano di fondazione era alla base del taglio 9632. Quanto alla provenienza dei pochi materiali rinvenuti (1 brocca, 1 coppa su piede), essi provengono dall'esterno della capanna, in strati riferiti genericamente all’orizzonte del Milazzese.

6.1.22 Trincea F

Tav. 2, 2; Tav. 42 Nn. Cat. 626-638

La trincea F fu aperta nel limite nord-occidentale dell'Acropoli633. I tagli 7-9 individuarono livelli ausoni ed i resti di due capanne sovrapposte (Ausonio I e II). Al di sotto del piano pavimentale lastricato della capanna