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CAPITOLO 6. Lipari: descrizione dei contesti e dei rinvenimenti

6.1.3 Area tra Gamma 01 e 02

Tav. 27, tab. 3-4 Nn. Cat. 562-578

In letteratura i materiali provenienti da questo spazio sono registrati come provenienti dai tagli con cui si indagò lo strato di crollo dell'elevato della capanna Gamma 02 (HX 12-14), che si estendeva al di sopra ed

intorno alla stessa569.

La quantità dei reperti ricostruibile per questo contesto è di 13 unità. Il 92.3 % (pari a 12 unità) è costituito da manufatti locali, mentre un solo reperto è di tipo egeo. Tra i materiali locali, la maggior parte (84.6% pari a 11 unità) è costituita da oggetti fittili di tipo vascolare, mentre un solo manufatto (7.7%) rientra nella classe degli oggetti fittili non vascolari.

Quanto alle classi funzionali, le ceramiche locali sono funzionali al versare (3 brocche, 23.1% del totale dei manufatti rinvenuti), al presentare/mangiare (2 coppe su piede, 15.4%), alla conservazione a breve termine (2 olle, 15.4%), a sostenere (1 sostegno), alla conservazione a lungo termine (1 pithos), al presentare e forse mangiare (1 fruttiera), ed alla cottura (1 teglia). Gli oggetti fittili non vascolari sono rappresentati da un corno, funzionali alla cottura. Le classi ceramiche sono rappresentate per il 66.7% (8 unità) dalla classe A, per il 16.7% (2) dalla B, mentre sia la C che la D ammontano all’8.3% del totale (1 manufatto per ciascuna).

La ceramica di tipo egeo è rappresentata da una forma funzionale al bere (1 tazza Vapheio).

6.1.4 Gamma 03

Tavv. 22, 22 bis; Tav. 28, tab. 1-2 Nn. Cat. 162-211

Questa capanna (dimensione media; area integrata: 10,86 mq), di forma grossomodo ovale, fu rinvenuta a nord della Gamma 01570. In letteratura si rileva che il muro perimetrale era realizzato con una tecnica differente !!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!

568 BERNABÒ BREA 1980a, p. 172.

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rispetto alle altre strutture: erano stati utilizzati piccoli blocchi e pietre disposti senza alcun ordine apparente, mentre solo il primo filare era stato messo in opera con conci poligonali di maggiori dimensioni.

Le indagini si svolsero in due riprese. Nel 1950 si indagò la parte orientale, rinvenuta nelle trincee H e I; nel 1954 fu scavata la parte occidentale scoperta nella stretta trincea V, che rappresentava l’ampliamento verso ovest dell’area di scavo di questa parte meridionale dell’insediamento.

La metà orientale della capanna si presentava intaccata dai successivi interventi dell'Ausonio I (relativi alla sovrastante capanna Beta 03) che avevano sconvolto gran parte dell'elevato. Il settore occidentale, invece, era stato risparmiato e presentava un elevato conservato per maggiore altezza e un deposito interno intatto. Si poté rilevare, infatti, la presenza di un piano pavimentale, ricoperto con uno strato di ghiaia (che si estendeva anche al di fuori della capanna verso Est, cioè verso l’adiacente Gamma 04), sul quale si poggiavano alcuni elementi di arredo (lastra, mortaio), posti ai margini dell’area interna della capanna, verso il suo limite ovest.

Nella metà est, con il taglio B 1 si rimosse un crollo di pietre pertinente alla struttura dell'Ausonio I più che a quella del Milazzese. Al di sotto (tagli B 2-3) si estendeva un livello d’incendio con i materiali misti Milazzese/Ausonio I e parecchi frammenti egei, tra cui anche una figurina plastica. Sembra che tale livello fosse sovrapposto e a diretto contatto con il piano pavimentale571.

Nel settore occidentale, dove era assente lo strato di pietrame, si individuò un livello bruno-giallastro (taglio B 1) con materiali misti Milazzese/Ausonio I. Al di sotto era uno strato compatto con carboni e resti di fauna che giungeva fino al piano pavimentale, contenente scarsi materiali tutti del Milazzese e due frammenti di tipo egeo (V tagli B 2-4).

Per indagare i livelli tra il piano pavimentale di questa struttura e quello della sottostante capanna Delta 03 dell'età di Capo Graziano, fu realizzato il saggio T, praticando 5 tagli al di sotto del pavimento del Milazzese. I primi tre incontrarono un livello con elementi litici, interpretabile come un riempimento caotico, realizzato nell’età del Milazzese come preparazione per il pavimento della nuova capanna. Solo nel terzo sembra che i materiali di Capo Graziano diventassero più abbondanti.

Prima di passare alla descrizione del complesso di materiali da questa capanna, è necessario mettere in rilievo alcuni aspetti della documentazione. In letteratura, i reperti provenienti dai due settori di indagine della struttura risultano accorpati572. L’intestazione del catalogo dei materiali indica, infatti, che il materiale pubblicato è proveniente sia dal settore est della capanna (HX int. Cap. B 1-3) sia da quello ovest (V int. Cap. 2-4). Poiché non si forniscono le provenienze dei singoli reperti (tranne nel caso delle indicazioni fornite da Taylour per i frammenti egei), è impossibile distinguere i materiali (peraltro numericamente non abbondanti, come esplicitamente indicato in letteratura) provenienti dai livelli del settore occidentale. Inoltre, il fatto che i frammenti di tipo egeo sono numerosi (e non i pochi cui ci si riferiva per la metà occidentale) lascia ipotizzare che il grosso dei materiali pubblicati provenga dai livelli con materiali misti Milazzese/Ausonio I del settore orientale, quello interessato dagli interventi di età ausonia.

La quantità dei reperti ricostruibile per questa struttura è di 33 unità, tutti provenienti da livelli all’interno della capanna. Solo per i due manufatti litici prima citati e per il frammento di una forma chiusa egea (insieme pari al 9.1% del totale) è certa la provenienza dal piano pavimentale, mentre il 39.4% (13 unità) proviene da livelli con materiali misti Milazzese/Ausonio I (come ricordato più sopra). Il 51.5% dei reperti (17 unità) proviene dal !!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!

570 BERNABÒ BREA 1980a, pp. 174-178.

571 BERNABÒ BREA 1980a, p. 174: […] la metà orientale della capanna era stata fortemente sconvolta e distrutta […] da

successive costruzioni dell’Ausonio I […] Con ciò, materiale Ausonio era penetrato qua e là fino al suolo stesso della capanna, mescolandosi con materiale del Milazzese.

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riempimento caotico, definito intenzionale in letteratura, al di sotto del pavimento del Milazzese, e quindi non verosimilmente pertinenti alla fase d’uso della struttura. Per questo motivo, i materiali da questi ultimi livelli sono classificati nel presente studio, ma non sono discussi qui di seguito.

Quanto ai manufatti sicuramente provenienti dal piano pavimentale, come già indicato, essi sono 2 utensili litici, funzionali l’uno alla creazione di un piano di lavorazione (o focolare) (lastra), l’altro alla lavorazione di beni di sussistenza (mortaio), e un frammento egeo pertinente ad una forma funzionale alla conservazione e caratterizzata da un’estrazione controllata del contenuto573 (anfora a staffa). Di questo, grazie al catalogo di Taylour, è nota la provenienza dal settore occidentale della capanna, da un livello identificabile verosimilmente con il pavimento o con uno strato a esso sovrapposto (V int. Cap. B4)574.

Il complesso dei reperti che possiamo indicare come provenienti dai livelli con materiali misti Milazzese/Ausonio I (indistintamente dal settore occidentale e orientale della capanna, ma verosimilmente a contatto con il pavimento della capanna)575, è costituito per il 76.9% (10 unità) da oggetti fittili locali, per il 15.4% (2 unità) da oggetti fittili di tipo egeo, per il 7.7% (1) da manufatti fittili di tipo appenninico. Gli oggetti locali sono sia di tipo vascolare (53.8% del totale dei manufatti, pari a 7 unità) che non (23.1%, 3 unità). I manufatti di tipo egeo sono costituiti da oggetti di tipo vascolare (1) e non vascolare (1), mentre i materiali appenninici sono esclusivamente di tipo vascolare (7.7%, 1 unità).

Quanto alle classi funzionali locali, gli oggetti fittili di tipo vascolare sono funzionali al presentare/mangiare (2 coppe su piede), e al sostenere, conservare (olle, pithoi), cuocere (teglia), presentare e forme mangiare (fruttiere), funzioni tutte rappresentate da almeno un esemplare. Gli oggetti fittili non vascolari sono funzionali alla cottura (1 corno), alla filatura (1 fuseruola), e ad attività dubitativamente interpretabili come rituali o legate ad attività infantili (1 figurina plastica). Le classi ceramiche locali documentate sono per il 30% (3 unità) la classe A, la B e la C, mentre la C rappresenta il 10% del totale (1 unità).

Gli oggetti fittili di tipo egeo comprendono forme vascolari funzionali al bere (1 tazza) e un manufatto di tipo non vascolare (1 figurina plastica), sulla cui incerta interpretazione funzionale si è detto più sopra. Quanto alle provenienze di questi reperti, grazie al Taylour sappiamo che entrambi provengono dal settore orientale della capanna (rispettivamente dai tagli HX Cap. B2, e B3)576. A essi si aggiungano, inoltre, frammenti di forme indeterminabili (per i frammenti di una brocca da questo contesto, v. § 6.2.1)577.

La ceramica di tipo appenninico è rappresentata da un frammento decorato di forma chiusa, di tipologia e funzione non precisabile.

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573 V. nota 518.

574 TAYLOUR 1958, p. 40, n. 100; TAYLOUR 1980, p. 810, n. 261.

575 V. la prec. nota 571.

576 Tazza (shallow cup): TAYLOUR 1958, p. 36, n. 82. Per la figurina, cfr. BERNABÒ BREA 1980a, p. 175; TAYLOUR 1958, p. 43, n. 1.

577 Per i frammenti della brocca Taylour indica il taglio Cap. B5 (TAYLOUR 1958, p. 35, n. 75), ma poiché non fornisce indicazione sulla trincea di pertinenza del taglio è impossibile specificare in quale dei due settori di scavo della capanna furono rinvenuti i frammenti. Data la probabile pertinenza di questi frammenti alla stessa forma di cui quelli rinvenuti in altri punti della stessa area di scavo (v. § 6.2.1), è probabile che essi provengano dai livelli con materiali misti della parte orientale della capanna.

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