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Salina: descrizione dei contesti e dei rinvenimenti

9.1 Premessa

Nei paragrafi seguenti si passano in rassegna le capanne e le aree all’aperto dell’insediamento alla Portella di Salina (§ 1.3). L’ordine di esposizione dei contesti è conforme a quello adoperato in letteratura, e segue in sostanza la progressione diacronica dei rinvenimenti effettuati, prima, dalle campagne di scavo di Bernabò Brea e Cavalier, poi, dalle più recenti ricerche di Martinelli (scavi 1999-2000, pubblicati nel 2005)723. Tale ordine non corrisponde sempre a una progressione topografica. Infatti, gli scavi più antichi iniziarono portando alla luce strutture site nella parte grossomodo mediana della cresta rocciosa della Portella (A, B, C, D, E, F, F1, G), ed altre localizzate sia a quota inferiore (I) che superiore (H). Le ricerche più recenti hanno scoperto altre capanne, che occupavano sia la parte mediana-inferiore del sito (L, M, N, O) che quella superiore (P, Q, R). Sono stati, inoltre, indagati degli spazi aperti, indicati con la lettera della capanna più vicina (aree B, E, P).

9.2 Capanna A

Tav. 75; Tav. 76 Nn. Cat. 1543-1575

Questa struttura (dimensione piccola; area completa: 6,61 mq)è di forma circolare, e come le altre dello stesso villaggio si presentava fortemente infossata nel terreno724. Il muro perimetrale era un semplice rivestimento del taglio nel terreno e si presentava con un solo ordine di pietre, dello spessore di 0,18-30 m, realizzato con grossi ciottoli marini, inzeppati con blocchi irregolari di tufo o di scorie vulcaniche. L’ingresso si apriva a nord/est e immetteva in una sorta di vestibolo irregolare.

Per questa capanna, di cui in letteratura si sottolinea l’ottimo stato di conservazione, si parla esplicitamente dell’individuazione del piano pavimentale, realizzato consolidando il terreno naturale e rivestendolo con un sottile strato di argilla725. Su di esso, nel settore occidentale, furono rinvenuti tre grossi ciottoli, indicati in letteratura come probabilmente pertinenti all’arredo interno della struttura. Alcuni vasi frammentari furono rinvenuti all’esterno della capanna, davanti alla porta.

Il complesso dei reperti da questa capanna ammonta a 34 unità, di cui l’82,4% (pari a 28 unità) dal piano pavimentale, il 17,6% (6 unità) dall’area immediatamente esterna alla porta.

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723 Il presente studio non ha potuto prendere in esame i dati delle più recenti ricerche (2006, 2008) condotte a Portella da Martinelli. La pubblicazione degli scavi (che hanno portato all’individuazione di cinque capanne, e che si era progettato inizialmente di includere nello studio) ha visto la luce (in seguito a varie traversie editoriali) in una fase sostanzialmente finale della sezione analitica del presente lavoro, tanto da non permettere di includere quei dati in maniera organica all’interno dell’esame delle evidenze dal sito. Potrebbe non essere inverosimile pensare che il quadro dei dati esaminati in questa sede (derivanti dal più grosso campione di contesti indagati prima da Bernabò Brea e Cavalier e, poi, dalle campagne di Martinelli edite nel 2005) e le interpretazioni da essi dipendenti possano non essere nel grosso alterate dalle acquisizioni delle indagini più recenti.

724 BERNABÒ BREA 1968, pp. 147-151.

725 In letteratura non si fa esplicito riferimento alla presenza di uno strato di crollo dell’elevato. Tuttavia, in BERNABÒ BREA

1968, p. 147 si parla di terreno accumulato davanti all'ingresso della porta, ad una quota superiore rispetto al pavimento interno, contenente delle lastre appartenenti all'architrave. Se a ciò si aggiunge il sottolineato ottimo stato di conservazione della struttura, è lecito supporre l’esistenza di uno strato di crollo, non segnalato nella descrizione dello scavo.

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L’insieme dei manufatti dall’interno è formato per la maggior parte da reperti locali (89,3%, pari a 25 unità), mentre la ceramica di tipologia appenninica ammonta a 3 unità (10,7%). I reperti locali si dividono tra materiali fittili (64,3%, pari a 18 unità) e litici (25%, 7 unità).

Gli oggetti fittili di tipo vascolare comprendono forme funzionali al presentare mangiare (5 coppe su piede), al conservare e/o altro (3 olle), alla conservazione a breve termine (2 olle, forse a bocca stretta), al versare (1 brocca), al sostenere (1 sostegno di vaso), al cuocere (1 teglia). Gli oggetti fittili di tipo non vascolare annoverano esclusivamente oggetti funzionali alla filatura (5 fuseruole). Le classi ceramiche locali rappresentate sono per il 50% (9 unità) la A, per il 27.8% la D, per il 16.7% (3 unità) la B , per il 5.6% (1 unità) la C.

La litica comprende utensili funzionali alla lavorazione generica (2 lisciatoi, 1 frammento di pomice con segni di usura) e alla lavorazione dei beni di sussistenza (1 trituratore/macinello). A essi si aggiungano i 3 grossi ciottoli, rinvenuti al centro della capanna, interpretabili come possibili utensili funzionali ad attività di lavorazione non meglio precisabili.

La ceramica di tipo appenninico comprende forme funzionali all’attingere/bere/mangiare (2 ciotole/tazze, possibilmente inornate) e al bere/mangiare (1 ciotola ornata).

L’insieme dei reperti dall’esterno comprende sia oggetti fittili di tipo vascolare, funzionali al presentare/mangiare (2 coppe su piede) e al versare (1 brocca), sia oggetti fittili di tipo non vascolare, nello specifico 3 vasi miniaturistici riproducenti forme funzionali al versare/bere (boccali). Le classi ceramiche locali A e B sono equamente rappresentate (3 manufatti per ciascuna).

9.3 Capanna B

Tav. 75; Tav. 77 Nn. Cat. 1602-1636

Questa struttura (dimensione piccola; area ricostruita: 7,49 mq) è sita a sud della precedente726. A differenza di questa, il taglio nella parete rocciosa realizzato per la costruzione della capanna non era uniformemente rivestito dal muro perimetrale: esso era assente a nord. L’ingresso si apriva a sud/est. In letteratura si parla esplicitamente del riconoscimento del piano pavimentale, costituito dal terreno naturale rivestito da uno straterello di argilla cruda. Su di esso insisteva uno spesso strato di incendio che si estendeva uniforme su tutta la superficie della capanna. Di fronte all’ingresso, furono rinvenute sul pavimento due piastre litiche irregolarmente quadrangolari, al cui centro erano i frammenti di un’olla. Una terza lastra giaceva nei pressi del muro perimetrale, a destra dell’ingresso; nelle vicinanze era un piccolo mortaio e delle fuseruole. Nei pressi dell’ingresso si rinvenne una pietra tonda, con foro al centro, interpretata (sebbene dubitativamente) come pietra da cardine727.

Il complesso dei reperti da questa capanna ammonta a 34 unità, di cui la maggior parte è rappresentata da materiali locali (94.1%, pari a 32 unità), mentre la ceramica di tipo appenninico costituisce il 5.9% (2 unità). I materiali locali sono costituiti per la maggior parte da manufatti fittili (76.5%, apri a 26 unità), mentre il 17.6% (6 unità) è costituito da reperti litici.

Gli oggetti fittili locali di tipo vascolare comprendono forme funzionali al versare (7 brocche), al presentare/mangiare (4 coppe su piede), alla conservazione a breve termine (2 olle, di cui una a bocca stretta, e una possibilmente simile), al presentare e forse mangiare (2 fruttiere), alla conservazione e/o altro (1 olla), al versare/bere (1 boccale). Gli oggetti fittili di tipo non vascolare comprendono manufatti funzionali alla filatura (7 !!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!

726 BERNABÒ BREA 1968, pp. 151-155.

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fuseruole) e 2 vasi miniaturistici riproducenti forme funzionali al versare/bere (boccali). Le classi ceramiche locali documentate sono per il 50,0% (13 unità) la A, per il 26.9% (7) la D, per il 23.1% (6) la B.

La litica è rappresentata da utensili funzionali alla creazione di un piano di lavorazione (o focolare) (3 lastre), alla lavorazione dei beni di sussistenza (1 piccolo mortaio, 1 macinello), ed all’apertura della porta di ingresso (1 pietra da cardine).

La ceramica di tipo appenninico annovera forme funzionali all’attingere/bere/mangiare (2 ciotole/tazze possibilmente inornate).

9.4 Capanna C

Tav. 75; Tav. 78 Nn. Cat. 1637-1660

Questa struttura (dimensione media; area ricostruita: 9,39 mq) è sita più a ovest delle precedenti, a una quota superiore del pendio, e si trovava a brevissima distanza (0,70 m) dall’adiacente D728. Ha forma sub-circolare, con ingresso a sud/est. Per questa capanna si parla esplicitamente della presenza di piano pavimentale, realizzato mediante uno strato di argilla steso sul terreno naturale. Il pavimento e i vasi su di esso rinvenuti erano ricoperti da uno spesso strato di incendio. Alcune informazioni sono fornite in letteratura circa la posizione dell’arredo interno della capanna. Tre lastre litiche erano presso la parete occidentale, un’altra giaceva a sud, e una quinta a nord. Nella metà nord/ovest della capanna erano localizzati due pithoi, e i resti di un altro si trovavano più a est. Nei pressi della lastra litica sita a sud erano delle fuseruole, un vasetto, e una ciotola729.

Il complesso dei reperti da questa capanna ammonta a 31 unità, di cui la maggior parte formata da materiali locali (96.8%, pari a 30 unità), mentre 1 solo manufatto è di tipologia appenninica. I materiali locali si dividono tra oggetti fittili (80.6%, pari a 25 unità) e litici (16.1%, 5 unità).

Gli oggetti fittili locali di tipo vascolare (41.9%, pari a 13 unità) comprendono forme funzionali alla conservazione a breve (3 unità, di cui una bocca stretta, e altre due forse simili) e lungo termine (3 unità), al preparare/conservare (2 olle), al versare (2 brocche), al presentare/mangiare (1 coppa su piede), al mangiare/preparare/trasformare (1 scodellone), al presentare e forse mangiare (1 fruttiera)730. Gli oggetti fittili di tipo non vascolare comprendono manufatti funzionali alla filatura (9 fuseruole) e 3 vasi miniaturistici, riproducenti forme funzionali al versare/bere (2 boccali) e al bere (1 tazza)731. Le classi ceramiche locali rappresentate sono per il 48% (12 unità) la B, per il 36% la D (9 unità), mentre la A costituisce il 16% (4 unità).

La litica è rappresentata da utensili possibilmente funzionali alla creazione di un piano di lavorazione (o focolare) (5 piastre).

La ceramica di tipo appenninico è documentata con una forma funzionale al bere/mangiare (1 ciotola inornata)732.

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728 BERNABÒ BREA 1968, pp. 155-258.

729 In assenza di più specifiche indicazioni, il vasetto e la scodella sono forse identificabili (procedendo per esclusione) con un vaso miniaturistico (n. inv. 2080) e con una ciotola di tipo appenninico (n. inv. 2068) (BERNABÒ BREA 1968, p. 157).

730 I pithoi sono citati solo in sede di descrizione dello scavo (BERNABÒ BREA 1968, p. 156).

731 Sulla possibile localizzazione della tazza nei pressi della lastra litica posta a sud, v. rif. bibliogr. nella prec. nota 729.

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9.5 Capanna D

Tav. 75; Tav. 79 Nn. Cat. 1661-1679

Questa capanna (dimensione media; area completa: 9,24 mq), adiacente alla precedente, ha anch’essa pianta sub-circolare con ingresso a sud/est733. Il taglio della parete era rivestito con blocchi e massi di tufo, senza disposizione regolare. Nell’arco occidentale del muro perimetrale, il culmine conservato presentava una serie di placche che andavano a formare un piano, al di là del quale la muratura continuava a salire. In questa struttura si individuò il piano pavimentale, ricoperto con uno strato di argilla battuta, sul quale erano evidenti segni di incendio. Il settore meridionale del pavimento era ricoperto dai frammenti di pithoi che, come rilevato in letteratura, dovevano essere posizionati contro la parete sud. Nella documentazione iconografica disponibile, sul piano pavimentale è indicata la presenza di lastre litiche, di cui tuttavia è incerta la pertinenza all’arredo interno della capanna734.

L’insieme dei reperti da questa struttura ammonta a 27 unità, di cui solo 1 proviene dall’esterno, davanti all’ingresso. Esso è un vaso miniaturistico riproducente una forma funzionale al versare/bere (boccale). I materiali dall’interno comprendono per la maggior parte reperti locali (92.3%, pari a 24 unità), mentre la ceramica di tipologia appenninica è rappresentata da 2 unità. Tra i reperti locali, sia gli oggetti fittili che quelli litici costituiscono il 46.2% (12 unità) del totale.

Gli oggetti fittili di tipo vascolare comprendono forme funzionali al versare (4 brocche), alla conservazione sia generica (2 olle) che a breve termine (2 olle, forse a bocca stretta) che a lungo termine (2 pithoi)735, e 1 forma funzionale al mangiare/preparare/trasformare (1 scodellone). Gli oggetti fittili di tipo non vascolare sono documentati da 1 fuseruola. Le classi ceramiche locali attestate sono per il 50% (6 unità) la A, per il 41.7% la B, per l’8.3% (1) la D.

La litica è rappresentata da utensili funzionali alla lavorazione dei beni di sussistenza (2 trituratori, 1 piccolo mortaio), da un reperto identificabile come residuo/scarto (1 nucleo di ossidiana), e dalle lastre (8 unità) precedentemente menzionate.

La ceramica di tipo appenninico annovera forme funzionali al bere/mangiare (1 ciotola) e al conservare (1 baso biconico), entrambe inornate.

9.6 Capanna E

Tav. 75; Tav. 80 Nn. Cat. 1680-1709

Questa capanna (dimensione media; area completa: 10,17 mq) è sita più a ovest delle precedenti, a una quota superiore del pendio, e doveva avere l’ingresso rivolto ad est736. Di questa struttura si conservava il tratto occidentale (a monte) del muro perimetrale di rivestimento del taglio nella parete rocciosa. Il perimetro complessivo era indiziato, tuttavia, dal margine che si veniva a formare a perimetro del piano pavimentale (infossato rispetto al piano esterno della capanna), che era realizzato con uno strato di argilla stesa al di sopra del terreno naturale. Su di esso insisteva uno spesso strato di incendio. In letteratura è fornita la posizione dei due pithoi ospitati nella capanna, che erano collocati presso il muro perimetrale, uno a sud/ovest, l’altro a nord. !!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!

733 BERNABÒ BREA 1968, pp. 158-160.

734 Delle piastre non sia ha notizia né in sede di descrizione dello scavo né in sede di pubblicazione dei reperti.

735 Poiché in letteratura si parla della presenza di diversi pithoi, si assegna qui valore minimo di quantità pari a 2.

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Il complesso dei reperti da questa capanna ammonta a 30 unità, tutte rappresentate da materiali di tipo locale. L’86.7% (pari a 26 unità) è costituito da oggetti fittili, mentre il restante 13.3% (4 unità) contempla manufatti litici.

Gli oggetti fittili di tipo vascolare (60%, pari a 18 unità) comprendono forme funzionali a presentare/mangiare (4 coppe su piede), al versare (4 brocche), alla cottura (3 teglie), al conservare e /altro (3 olle), alla conservazione a lungo (2 pithoi) e breve termine (1 olla), ed al mangiare/preparare/trasformare (1 scodellone). Gli oggetti fittili di tipo non vascolare (26.7%, pari a 8 unità) comprendono manufatti funzionali alla filatura (5 fuseruole), e 3 vasi miniaturistici riproducenti forme funzionali al versare/bere (boccali). Le classi ceramiche locali rappresentate sono per il 34.6% (9 unità) sia la A che la B, mentre la D e la C costituiscono rispettivamente il 19.2% (5 unità) e 11.5 (3) del totale.

La litica è rappresentata da utensili funzionali alla lavorazione dei beni di sussistenza (1 macinello), alla lavorazione generica (1 lisciatoio), all’apertura della porta (1 pietra da cardine) e ad attività forse di tessitura (1 peso).

9.7 Capanna F

Tav. 75; Tav. 81 Nn. Cat. 1710-1732

Questa capanna (dimensione media; area ricostruita: 12,21 mq) si trova presso il margine settentrionale della cresta rocciosa del sito737. Di essa si conservavano i due terzi meridionali del perimetro. Il piano pavimentale solamente verso il centro presentava tracce di un rivestimento in argilla, ed era caratterizzato da una serie di avvallamenti, in uno dei quali si rinvennero gli elementi di collana di tipo egeo738. Lungo la parete occidentale si rinvennero i frammenti di un pithos, mentre una lastra litica era sita verso ovest. Dalla capanna provengono anche i frammenti di un vaso di tipo egeo.

Il complesso dei materiali da questa capanna ammonta a 16 unità, di cui la maggior parte (81.3%, pari a 13 unità) è costituita da reperti locali, mentre la ceramica di tipo appenninico ed egeo sono rappresentate rispettivamente da 2 e 1 unità (12.5% e 6.3% del totale). I reperti locali si dividono poi tra un 62.5% (10 unità) di oggetti fittili, ed un 18.8% (3 unità) di reperti litici.

Gli oggetti fittili locali di tipo vascolare comprendono forme funzionali al versare (4 brocche), al presentare/mangiare (4 coppe su piede), alla conservazione a lungo termine (1 pithos), e al preparare/conservare (1 olla)739. Le classi ceramiche locali rappresentate sono per l’80% (8 unità) la A, mentre la B costituisce il 20% (2 unità).

La litica è rappresentata da utensili funzionali alla lavorazione dei beni di sussistenza (1 macinello, 1 trituratore/macinello), e alla creazione di un piano di lavorazione o focolare (1 lastra).

Le ceramiche di tipo appenninico annoverano forme funzionali all’attingere/bere/mangiare (2 ciotole/tazze, di cui una certamente ornata), mentre quella di tipo egeo è rappresentata da 1 forma funzionale alla conservazione (piriform jar?).

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737 BERNABÒ BREA 1968, pp. 163-167.

738 BERNABÒ BREA 1968, p. 166.

739 È da notare che in letteratura, in sede di descrizione dello scavo, si parla dei frammenti di un grande pithos del solito tipo, e non sembra potersi rilevare alcun riferimento, anche indiretto, all’esistenza di altri esemplari (BERNABÒ BREA 1968, p. 163). Invece, in sede di descrizione dei rinvenimenti, si registrano frammenti di quelli che sono definiti come altri esemplari della stessa forma vascolare (BERNABÒ BREA 1968, p. 165). In base a queste indicazioni, il numero minimo di individui complessivamente desumibile sarebbe di 5 unità. A fronte di tale empasse, nel computo si è preferito considerare la prima ipotesi (MNI=1).

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9.8 Capanna F1

Tav. 75

Nn. Cat. 1733-1735

Questa capanna era sita immediatamente a nord della precedente, a una quota inferiore740. Si conservava solamente una piccola parte del settore meridionale, poiché la parte restante era andata distrutta per le frane del margine settentrionale della cresta rocciosa della Portella. Il piano pavimentale superstite, regolare ma senza traccia di argilla, restituì solo pochi reperti (un minimo di 5 unità), tra cui qualche frammento di tipo egeo di cui si ha notizia solo in sede di descrizione dello scavo. Verso il centro della capanna si rinvennero 2 utensili litici, funzionali alla creazione di un piano di lavorazione o focolare (lastre), insieme ad un grosso ciottolo, forse classificabile come utensile. A ovest erano i frammenti di due diversi esemplari di coppe su piede. Nessuna ulteriore informazione è desumibile in letteratura circa i frammenti egei.

9.9 Capanna G

Tav. 75; Tav. 82, tab. 1-2 Nn. Cat. 1736-1750

Questa struttura (dimensione media; area ricostruita: 12,36 mq) è sita più a sud delle due precedenti e a quota leggermente superiore741. Se ne conserva solo il settore a ovest, cioè quello a monte. Sul piano pavimentale, costituito dal terreno naturale, furono rinvenuti frammenti di pithoi, che dovevano essere collocati nei pressi del muro perimetrale occidentale, e delle pietre che dovevano servire forse per rincalzarne le base. Una lastra litica si rinvenne al centro della capanna, e un macinello era appoggiato sul suolo della stessa.

Il complesso dei reperti da questa capanna ammonta a 13 unità, di cui il 92.3% (12 unità) di tipo locale, mentre solo 1 manufatto è di tipo appenninico. I materiali locali si dividono poi tra una maggioranza di reperti fittili (76.9%, pari a 10 unità), ed oggetti litici (2 unità).

Gli oggetti fittili locali di tipo vascolare (69.2%, pari a 10 unità) comprendono forme funzionali al presentare/mangiare (3 coppe su piede), alla conservazione a lungo termine (2 pithoi), alla conservazione sia generica (1 olla) che a breve termine (1 olla a bocca probabilmente stretta), al versare (1 brocca), ed alla cottura (1 teglia)742. Gli oggetti fittili di tipo non vascolare sono rappresentati da 1 vaso miniaturistico riproducente una forma funzionale al versare/bere (boccale). Le classi ceramiche locali rappresentate sono per il 50% la B (5 unità), per il 40% la A (4 unità), per il 10% (1 unità) la C.

La litica comprende utensili funzionali alla lavorazione dei beni di sussistenza (1 macinello) e alla creazione di un piano di lavorazione (o focolare) (1 lastra).

La ceramica di tipo appenninico annovera forme funzionali all’attingere/bere/mangiare (1 ciotola/tazza forse inornata).

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740 BERNABÒ BREA 1968, pp. 163-164.

741 BERNABÒ BREA 1968, pp. 168-170.

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9.10 Capanna H

Tav. 75; Tav. 82, tab. 3-4 Nn. Cat. 1751-1781

Questa struttura (dimensione media; area ricostruita: 10,26 mq) è sita a grande distanza da quelle finora descritte, a una quota più alta lungo il pendio743. Presenta una pianta a ferro di cavallo, con ampio ingresso sul lato rettilineo orientale, lievemente discostato a nord rispetto al centro di questo lato. Sul piano pavimentale, quasi al centro della capanna, era situato un focolare realizzato mediante piccole lastre litiche irregolari, alle quali erano inframmezzati grossi frammenti di vasi. Su tale apprestamento (1,40 x 1,10 m) vi era un accumulo di carboni e terra carboniosa. Presso la parete occidentale si rinvennero i frammenti di un pithos, mentre nei pressi del focolare era presente una coppa su piede.

Il complesso dei reperti da questa capanna ammonta a 29 unità, di cui la maggior parte costituita da materiali locali (89.7%, pari a 25 unità), mentre la ceramica di tipo appenninico costituisce il 10.3% del totale (3 unità). I reperti locali si dividono poi tra un 79.3% (23 unità) di manufatti fittili, e un 10.3% (3) di oggetti litici.

Gli oggetti fittili locali di tipo vascolare (55.2%, pari a 16 unità) comprendono forme funzionali alla conservazione generica (3 olle), alla conservazione a breve (2 olle, a bocca possibilmente stretta), al presentare/mangiare (2 coppe su piede). Funzioni come quella del versare (brocca), cuocere (teglia), mangiare/preparare/trasformare (scodellone), preparare/conservare (olla), e della conservazione a lungo termine (pithos), sono tutte rappresentate da un minimo di 1 unità ciascuna. Gli oggetti fittili di tipo non vascolare sono documentati da vasi miniaturistici riproducenti forme funzionali al versare/bere (4 boccali), e da oggetti funzionali alla filatura (3 fuseruole). Le classi ceramiche locali rappresentate sono per il 47.8% la B (11 unità), per il 34.8% la A (8 unità), per il 13% la D (3 unità), per il 4.2% (1 unità) la C.

La litica comprende utensili legati alla lavorazione dei beni di sussistenza (2 macinelli, 1 mortaio). La ceramica di tipo appenninico annovera forme funzionali al bere/mangiare (3 ciotole forse inornate).

9.11 Capanna I

Tav. 75; Tav. 83, tab. 1-2 Nn. Cat. 1782-1805

Questa capanna (dimensione piccola; area completa: 7,99 mq) è la struttura a quota più bassa di quelle venute alla luce nel sito; si trova, infatti, nell’estremo orientale (a valle) della cresta della Portella744. Presenta una pianta irregolarmente circolare, con ingresso a est. A differenza delle altre strutture, non presentava il rivestimento lapideo del taglio nel banco roccioso. Sul piano pavimentale, ricoperto da uno spesso strato di incendio, furono rinvenute sei lastre litiche disposte a semicerchio lungo la parete opposta all’ingresso, e abbondante materiale ceramico.

Il complesso dei reperti da questa capanna ammonta a 29 unità, di cui la maggior parte è costituita da materiali locali (89.7%, pari a 26 unità), mentre la ceramica di tipo appenninico è documentata da 3 unità. I materiali locali, poi, si dividono tra una maggioranza di oggetti fittili (58.6%, pari a 17 unità) e reperti litici (31%, 9 unità).

Gli oggetti fittili locali di tipo vascolare sono documentati con forme funzionali al versare (3 brocche), al presentare/mangiare (3 coppe su piede), mangiare/preparare/trasformare (3 scodelloni), mentre funzioni quelli il !!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!

743 BERNABÒ BREA 1968, pp. 170-174.

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presentare e forse mangiare (fruttiera), la conservazione a breve e lungo termine (olla a bocca possibilmente stretta, pithos), sono documentate con 1 unità ciascuna. Gli oggetti fittili di tipo non vascolare annoverano manufatti funzionali alla filatura (4 fuseruole). Le classi ceramiche locali rappresentate sono per il 41.2% (7 unità) la A, per il 35.3% (6) la B, per il 23.5% (4) la D.

La litica comprende utensili funzionali alla lavorazione generica (2 lisciatoi), alla creazione di un piano di lavorazione o focolare (6 piastre), e 1 scheggia di ossidiana classificabile come residuo/scarto.

La ceramica di tipo appenninico annovera forme funzionali alla conservazione (1 vaso biconico forse inornato), e frammenti pertinenti a due altre forme non identificabili.

9.12 Capanna L

Tav. 84; Tab. 83, tab. 3-4 Nn. Cat. 1806-1838

Questa capanna (dimensione media; area ricostruita: 10,54 mq) è sita sul margine sud dello sperone della Portella, nell’area non interessata dalle indagini di Bernabò Brea-Cavalier, compresa tra le capanne A e B a nord, I a sud745. Della struttura, a pianta sub-circolare, si conserva una porzione dell’originario perimetro, poiché la parte orientale è andata distrutta a causa della frana dei margini della cresta. L’ingresso doveva aprirsi su questo lato. Come la capanna I, anche questa struttura non presentava il muro di contenimento del taglio nella roccia, sostituito qui da un rivestimento in argilla che si univa in continuità con l’argilla che ricopriva il piano pavimentale. La presenza di piastre litiche sul pavimento non è chiaramente riconducibile alla presenza di un focolare746.

Quanto alla stratigrafia, lo scavo ha potuto accertare la presenza: a) di un deposito superiore, formatosi sopra il crollo della capanna e distinto in due livelli (I US 5-6; II US 9-26); b) di un deposito inferiore, corrispondente al crollo della struttura (US 18); c) uno spesso strato di incendio sopra il piano pavimentale (US