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CAPITOLO 8. Panarea: descrizione dei contesti e dei rinvenimenti

8.16 Area tra 09 e 11

Tav. 59; Tav. 64, tab. 1-2 Nn. Cat. 1501-1510

Per questo spazio, compreso tra la capanna 09 ad ovest e la 11 ad est, in letteratura non è fornita alcuna indicazione sugli strati di provenienza dei materiali702. Questi ammontano a 8 unità, costituite per la maggior parte da oggetti locali (6 unità) e da 2 reperti di tipologia appenninica.

La ceramica locale è rappresentata da forme vascolari funzionali al presentare/mangiare (2 coppe su piede), al preparare/conservare (1 olla), al cuocere (1 teglia). La litica è documentata con 1 utensile funzionale alla lavorazione dei beni di sussistenza (1 macinello) e da 1 scheggia di ossidiana.

La ceramica di tipo appenninico è rappresentata da 2 forme funzionali alla conservazione (1 olla, 1 vaso a collo, entrambe inornate).

8.17 Capanna 12

Tav. 59; Tav. 64, tab. 3-4 Nn. Cat. 1120-1122

Questa capanna (dimensione media; area completa: 10,97 mq) è sita a nord della 11, nel settore nord-orientale della penisola del Milazzese, dove in letteratura si registra l’assottigliamento del deposito archeologico. È una piccola struttura, a pianta ovale, di cui si conserva l’ingresso, localizzato sul lato meridionale703. Questa capanna era adiacente alla 13, di dimensioni maggiori, che le si affianca sul lato nord-est. Nessun passaggio esisteva tra le due strutture, che insieme formavano un complesso a forma di 8.

Dall’interno della capanna in questione provengono pochissimi materiali locali (1 olla, 1 fruttiera), ed un frammento di ceramica di tipo appenninico, di forma non identificabile.

8.18 Capanna 13

Tav. 59; Tav. 64, tab. 5-6 Nn. Cat. 1123-1238

Di questa struttura (dimensione grande; area ricostruita: 16,65 mq) non si è conservato il muro perimetrale nordorientale; nessun accesso è presente nel settore superstite, cosa che porta ad ipotizzare l’originaria presenza dell’ingresso nel tratto di perimetro scomparso704. Anche per questa capanna si cita in letteratura la sottigliezza

dello strato archeologico; nessun riferimento esplicito è fatto a proposito della stratigrafia interna e

all’individuazione di un piano pavimentale.

Il complesso dei reperti ammonta a 18 unità, la maggior parte costituita da materiali locali (77.8%, pari a 14 unità), mentre le ceramiche di tipo appenninico sono rappresentate da 4 unità (22.2% del totale). I reperti locali sono costituiti da oggetti fittili (61.1%, pari a 11 unità) e da materiali litici (3 unità).

Gli oggetti fittili locali di tipo vascolare comprendono forme funzionali al presentare/mangiare (2 coppe su piede), alla conservazione a breve termine (forse a bocca stretta) ed alla conservazione e/o altro (2 unità in totale), al presentare e forse mangiare (1 fruttiera). Gli oggetti fittili di tipo non vascolare sono rappresentati da manufatti funzionali alla cottura/arredo (2 uncini doppi, 1 semplice), al filare (2 fuseruole), e da 1 vaso miniaturistico !!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!

702 BERNABÒ BREA 1968, p. 101.

703 BERNABÒ BREA 1968, pp. 101-102.

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riproducente una forma legata al versare/bere (1 boccale). Le classi ceramiche locali documentate sono per il 45% (5 unità) la D, mentre la A e la B costituiscono entrambe il 27.3% del totale (3 unità ciascuna).

La litica è rappresentata da 3 schegge di ossidiana classificabili come residui/scarti.

La ceramica di tipo appenninico, tutta possibilmente inornata, è documentata con forme funzionali al bere/mangiare (2 ciotola), al mangiare (1 scodella), al versare (1 brocca), e da 1 frammento di una forma non identificabile.

8.19 Capanna 14

Tav. 59; Tav. 65, tab. 1-2 Nn. Cat. 1239-1244

Questa capanna è sita nei pressi margine orientale del pianoro ed è stata in grossa parte distrutta dall’erosione dei margini dello stesso705. Quanto alla stratigrafia, in letteratura si specifica solo la presenza di un

sottile strato terroso. Il complesso dei reperti rinvenuti è scarso, ed è costituito da un totale di 6 unità, di cui la

maggior parte è rappresentata da ceramiche di tipo locale, mentre quelle di tipo appenninico ammontano ad 1 unità.

Gli oggetti fittili locali di tipo vascolare (4 unità, pari al 66.7% del totale) comprendono forme funzionali al presentare/mangiare (2 coppe su piede), al bere (1 tazza) ed al cuocere (1 teglia). Gli oggetti fittili di tipo non vascolare sono rappresentati da 1 vaso miniaturistico riproducente una forma funzionale al bere (1 tazza). Le classi ceramiche sono rappresentate per l’80% (4 unità) dalla B, mentre la C costituisce il 20% (1 unità).

La ceramica di tipo appenninico è attestata con 1 forma funzionale all’attingere/bere/mangiare (1 ciotola/tazza possibilmente inornata).

8.20 Capanna 15 e 21

Tav. 51, 2; Tav. 65, tab. 3-4 Nn. Cat. 1245-1255

Queste strutture sono site nello spazio compreso tra la capanna 10, ad est, ed il muro che delimita l’annesso della capanna 04 ad ovest706. Esse vengono a chiudere a sud lo spazio compreso (in senso orario) tra le capanne 02, 08, 10 e 04, spazio che risultava accessibile dallo stretto passaggio tra le strutture 02 e 08.

La capanna 15 (dimensione media; area completa: 10,38 mq) si presenta con una pianta rettangolare con angoli stondati, ed era dotata di muri a struttura robusta. Era accessibile da nord, e verso sud immetteva nella capanna 21 (dimensione piccola; area integrata: 6,12 mq). Quest’ultima, per le piccole dimensioni e per la sua collocazione, è interpretata in letteratura come un annesso della 15. Essa, inoltre, presentava muri grossolanamente realizzati (spessore 0,35-0,40 m) e un bancone, realizzato con piccole pietre, nell’angolo sud-orientale.

Per quanto riguarda la provenienza dei materiali, non è chiara in letteratura quali reperti tra quelli pubblicati provengano dalla prima capanna e quali dalla seconda707. Per motivi di utilità espositiva, sono qui considerati come provenienti dalla 15. Non si specifica, inoltre, la stratigrafia riscontrata nelle due strutture.

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705 BERNABÒ BREA 1968, pp. 102-103.

706 BERNABÒ BREA 1968, pp. 104-105.

707 Sebbene in letteratura si specifichi che non si trovò materiale significativo, ad eccezione di qualche frammento

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Il complesso dei reperti ammonta a 9 unità, di cui la maggior parte costituita da materiali locali (88.9%, pari a 8 unità), mentre 1 solo reperto è di tipologia appenninica.

La ceramica locale comprende esclusivamente oggetti fittili di tipo vascolare, funzionali al presentare/mangiare (2 coppe su piede), al versare (1 brocca), al sostenere (1 sostengo), alla conservazione a lungo termine e generica (1 pithos, 1 olla rispettivamente), al mangiare/preparare/trasformare (1 scodellone). Le classi ceramiche locali documentate sono per il 57.1% la A, per il 42.9% la B.

La litica è rappresentata da un utensile funzionale alla lavorazione dei beni di sussistenza (1 mortaio) che fu rinvenuto nei pressi dello stipite orientale della capanna 15, all’esterno.

La ceramica di tipo appenninico è documentata da 1 forma funzionale al bere/mangiare (ciotola possibilmente inornata), per la quale è certa la provenienza dalla capanna 15708.

8.21 Capanna 16

Tav. 66, 1-2; Tavv. 67-68 Nn. Cat. 1256-1326

Questa capanna (dimensione molto grande; area completa: 21,13 mq) è sita nel settore meridionale della penisola, e presenta delle caratteristiche peculiari709. Essa, infatti, è a pianta rettangolare con angoli stondati ed è circondata sul lato sudorientale da un allineamento di pietre (di dimensioni sia grandi che piccole). Per quest’ultimo, Bernabò Brea sottolinea che non ha l’aspetto di un vero e proprio muro, e che non costituisce certo

un vano annesso. Piuttosto, esso viene a definire quello che è indicato come una sorta di recinto. Questo presenta

un andamento ad angolo ottuso e delimita un’area libera all’esterno della capanna, la cui estensione verso ovest è oggi difficile da definire poiché l’allineamento non si conserva in questa direzione. L’ingresso della capanna si apriva al centro del lato sud. All’interno, al centro della capanna, si constatò che il piano pavimentale era ricoperto con piccole lastre in pietra, mentre poco più a nord giaceva una lastra litica (1,27 x 1,00 m). Di fronte al settore centrale del muro settentrionale furono rinvenuti due lastroni infissi verticalmente nel piano pavimentale; una banchina era addossata al muro perimetrale, nell’angolo nord-occidentale (2,30 x 0,60 m)710.

Per quanto riguarda lo scavo e la stratigrafia, nell'area compresa tra la capanna e il recinto, lo strato di crollo dell’elevato insisteva su un livello terroso, ricoprente la roccia, che restituì abbondante ceramica. All'interno della capanna, lo strato di crollo ne copriva uno terroso, identificato con il piano pavimentale, ricco di materiali.

Il complesso dei reperti quantificabili da questa struttura ammonta a 61 unità, di cui il 50.8% (31 unità) fu rinvenuto all’interno, il 49.2% (30) all’esterno, nell’area tra la capanna ed il cosiddetto recinto.

Il complesso dei materiali dall’interno è costituito per l’83.9% (26 unità) da reperti locali, mentre 3 reperti sono di tipo appenninico (pari al 9.7% del totale), 2 di tipo egeo (6.5%).

Gli oggetti fittili locali di tipo vascolare (51.6%, pari a 16 unità) comprendono forme funzionali alla conservazione a lungo termine (4 pithoi), al sostenere (3 sostegni), al versare (2 brocche), al presentare/mangiare (2 coppe su piede), alla cottura (1 olla, 1 teglia), alla conservazione a breve termine (1 anfora, con bocca larga), alla conservazione e/o altro (1 olla), ed al presentare e forse mangiare (1 fruttiera). Gli oggetti fittili di tipo non !!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!! capanna 15 (BERNABÒ BREA 1968, p. 261, n. 6). Questo porta ad escludere che tutti i materiali pubblicati provengano dalla capanna 21.

708 Al frammento di ansa a piastra rinvenuto nello stesso contesto (n. inv. 1515) si è dato qui valore di quantità pari a 0 (ed è stato, quindi, escluso dalla quantificazione del numero minimo dei reperti) in quanto è incerto se possa appartenere alla stessa forma alla quale è pertinente l’altro frammento rinvenuto. Per la provenienza dalla capanna 15, v. la prec. nota.

709 BERNABÒ BREA 1968, pp. 106-113.

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vascolare sono rappresentati da 1 uncino doppio e da un vaso miniaturistico riproducente una forma funzionale al bere (tazza). Le classi ceramiche locali rappresentate sono per il 44.4% (8 unità) la B, per il 38.9% (7) la A, mentre la C e la D rappresentano rispettivamente l’11.1% (2) ed il 5.6% (1) del totale.

La litica è attestata con utensili (3 unità) funzionali alla lavorazione dei beni di sussistenza (1 trituratore), alla creazione di un piano di lavorazione (o focolare) (1 lastra), e da un manufatto fisso funzionale alla creazione di un ripostiglio (1 cista litica). La classe dei residui/scarti è rappresentata da 5 schegge di ossidiana.

La ceramica di tipo appenninico comprende forme funzionali all’attingere/bere/mangiare (2 ciotole/tazze possibilmente inornate) e al bere/mangiare (1 ciotola forse inornata).

La ceramica di tipo egeo comprende una forma aperta, da mensa, di cui è incerta la tipologia: in letteratura si propone l’identificazione o con un cratere o con un deep stemmed bowl. La forma sarebbe quindi funzionale al miscelare/servire o al bere/mangiare. È documentata, inoltre, una forma funzionale conservare (1 piriform jar), e 1 frammento di forma chiusa non meglio identificabile.

L’insieme dei materiali dall’esterno è costituito per il 90% (27 unità) da reperti locali, mentre 3 reperti sono di tipo appenninico (pari al 10% del totale).

Gli oggetti fittili locali di tipo vascolare (50%, pari a 15 unità) comprendono forme funzionali alla preparare/conservare (3 olle), versare (3 brocche), al sostenere (2 sostegni). Altre funzioni, quali la conservazione e/o altro, il conservare/cuocere, la conservazione a breve e lungo termine, la cottura, il presentare/mangiare, sono documentate con 1 manufatto ciascuno. Gli oggetti fittili di tipo non vascolare sono rappresentati da 1 oggetto funzionale al filare (1 fuseruola). Le classi ceramiche locali rappresentate sono per il 43.8% (7 unità) la A e la B, per il 38.9% (7) la A, mentre la C e la D rappresentano entrambe il 6.3% del totale (1 manufatto ciascuno).

La litica (11 reperti, pari al 36.7% del totale) è attestata con utensili (5 unità) funzionali alla lavorazione dei beni di sussistenza (2 trituratori, 1 macinello), e alla lavorazione generica (1 lisciatoio, 1 ciottolo). La classe dei residui/scarti è rappresentata da 6 schegge di ossidiana.

La ceramica di tipo appenninico comprende forme funzionali al bere/mangiare (3 ciotole forse inornate).

8.22 Capanna 18

Tav. 66; Tav. 69 Nn. Cat. 1327-1353

Questa capanna (dimensione molto grande; area integrata: 19,91 mq) è sita nel settore centro-meridionale del pianoro; un breve tratto del muro perimetrale sud-orientale non è conservato711. È una struttura a pianta ovale, con asse maggiore in direzione nord/ovest-sud/est. Si presenta solida, con muri perimetrali realizzati con regolarità e con impiego di grossi blocchi. Nel lato sud-occidentale, il muro perimetrale era posto in opera sopra una base costituita da una serie di grandi massi poligonali disposti come ortostrati. Tracce dell’ingresso sono evidenti in quello che doveva essere il settore centrale del lato est. A nord della porta si conserva un tratto di muro che lascerebbe pensare alla presenza di un annesso, ormai scomparso. All’interno fu individuato il piano pavimentale, a livello inferiore rispetto alla superficie esterna della capanna, ricoperto da un sottile strato di cenere712. Nei pressi dell’abside settentrionale, il piano pavimentale si presentava ricoperto da lastre litiche.

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711 BERNABÒ BREA 1968, pp. 113-115.

712 La presenza in questa struttura di uno strato di crollo dell’elevato, al di sopra del piano pavimentale, sembra potersi evincere dalla documentazione grafica disponibile (BERNABÒ BREA 1968, tav. XXIV, nn. 1, 4).

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Il complesso dei reperti da questa capanna ammonta a 24 unità, di cui il 79.2% (19 unità) di tipo locale, il 12.5% (3) di tipo appenninico, e l’8.3% (2) di tipologia egea. I materiali locali, a loro volta, sono composti per il 54.2% da reperti fittili, mentre la litica costituisce il 25% (6 unità).

Gli oggetti fittili locali di tipo vascolare comprendono forme funzionali al versare (5 brocche), al sostenere (2 sostegni), al presentare/mangiare (2 coppe su piede), alla conservazione a breve termine (2 olle, a bocca possibilmente stretta), alla conservazione e/o altro (1 olla), e al cuocere (1 teglia). Le classi ceramiche locali documentate sono per il 76.9% (10 unità) la A, per il 15.4% la B (2 unità), mentre la C costituisce il 7.7% (1 unità).

La litica è rappresentata da 1 utensile funzionale ad attività generiche di lavorazione (1 frammento di pomice con segni di usura), e da reperti identificabili come residui/scarti (5 schegge di ossidiana).

La ceramica di tipo appenninico annovera forme funzionali all’attingere/bere/mangiare (1 ciotola ornata, 1 ciotola/tazza forse inornata), alle quali si aggiunga 1 forma non identificabile.

La ceramica di tipo egeo comprende una forma aperta, da mensa, che, come quella attestata nella capanna 16, è dubitativamente identificata in letteratura con un cratere o con un deep stemmed bowl (rispettivamente funzionali al miscelare/servire e al bere/mangiare). È documentata, inoltre, 1 forma possibilmente funzionale al conservare (piriform jar?), e frammenti non meglio identificabili.