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5. L'INTERNAZIONALIZZAZIONE DELLE IMPRESE MINORI

5.5 Aspetti organizzativi e finanziari

5.5.1 La variabile organizzativa

Nel processo di internazionalizzazione dell'impresa minore, la dimensione organizzativa assume un ruolo estremamente rilevante, e ne rappresenta spesso un importante limite. Nella gestione d'impresa è necessario mantenere nel tempo una coerenza sostanziale tra l'orientamento strategico e l'assetto organizzativo; la dimensione strategica e organizzativa sono strettamente interdipendenti e devono quindi essere pensate e gestite in maniera integrata.

L'analisi delle imprese minori che rimangono focalizzate nel proprio Paese d'origine mostra chiaramente come tale comportamento derivi da tre elementi di debolezza del sistema organizzativo:

 la scarsa sensibilità dell'imprenditore verso le operazioni estere

 la mancanza di risorse umane in grado di occuparsi delle nuove attività all'estero

 le limitate competenze organizzative per la gestione del business a livello internazionale

Nella piccola impresa i soggetti che hanno potere decisionale sono spesso chiamati anche ad occuparsi di aspetti operativi e tendono in tal modo ad accentrare una grande quantità di funzioni e di ruoli; in questa circostanza manca il tempo o la relativa tranquillità per pensare ed impostare una strategia complessa come può essere, per una piccola impresa, quella di espansione estera. L'impresa minore tende inoltre a focalizzarsi sulle condizioni del suo contesto competitivo e di mercato abituale e sarà quindi meno sensibile agli stimoli che possono venire da altri ambienti, a maggior ragione se stranieri; in sintesi la Pmi ha difficoltà a percepire le opportunità di sviluppo, o anche di fronte all'evidenza di tali opportunità, potrebbe avere difficoltà nel capire come sfruttarle. La mancanza di persone con caratteristiche adeguate rappresenta un altro fondamentale freno all'espansione estera; è raro che nelle piccole e medie imprese le persone vengano distolte dalle loro attività abituali e indirizzate verso

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nuove funzioni e, soprattutto nei settori maturi, il livello del capitale umano non risulta adeguato per la gestione di operazioni con l'estero; per avviare un processo di internazionalizzazione quindi l'impresa minore dovrebbe effettuare un investimento specifico nel rafforzamento del proprio capitale umano, anche se questo richiede una certa disponibilità finanziaria non sempre posseduta dalle piccole imprese. Questa serie di difficoltà spiega il fatto per cui in linea generale il processo di espansione estera di una Pmi è spesso avviato attraverso forme di esportazione indiretta, dal momento in cui questa modalità comporta il minimo impegno organizzativo e finanziario. Da quanto finora detto risulta quindi necessario che il sistema organizzativo dell'impresa minore evolva in maniera coerente con il processo di espansione estera posto in essere dalla stessa; per garantire questo duplice sviluppo in maniera integrata l'impresa dovrà quindi concentrare i suoi sforzi sulla dotazione di risorse umane adeguate e sulla capacità di maturare competenze organizzative nuove e più sofisticate di quelle sufficienti per gestire il proprio business locale.

5.5.2 La variabile finanziaria

E' possibile verificare come la variabile finanziaria influenzi e allo stesso tempo sia influenzata dal processo di internazionalizzazione d'impresa. Come per ogni altra strategia d'espansione, anche nel caso dell'internazionalizzazione, la disponibilità di un adeguato livello di fonti finanziarie rappresenta una condizione basilare per la sua positiva attuazione; tuttavia, il rilievo delle problematiche finanziarie nel processo di espansione estera risulta molto diverso da caso a caso, e la variabile finanziaria si configurai come un problema di intensità intermedia per molte Pmi. Le caratteristiche del business, la modalità di presenza estera, la fase nel processo evolutivo dell'impresa hanno un riflesso rilevante sulle problematiche di natura finanziaria che l'impresa deve affrontare e sulla loro intensità. L'atteggiamento delle imprese internazionalizzate verso le questioni finanziarie è spiegato inoltre da due precise discriminanti ovvero dal grado di consolidamento produttivo e competitivo raggiunto e dalla fase del

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processo di internazionalizzazione, distinguendo tra fase di impulso e fase di stabilizzazione; queste variabili, se considerate integralmente, forniscono una spiegazione sulla rilevanza della questione finanziaria per la Pmi. La finanza costituisce un vincolo in termini di disponibilità delle risorse e di efficacia di gestione delle variabili connesse per le imprese minori con una posizione competitiva relativamente debole e all'inizio del proprio processo di espansione estera. Diversamente da queste, le imprese anche non grandi, che hanno raggiunto una certa maturità sui mercati esteri, grazie ad un adeguato assetto organizzativo e produttivo non mostrano particolari problematiche in ambito finanziario. Queste situazioni sono influenzate dalla fase del processo di espansione in cui si trova l'impresa che può essere una fase di slancio, di significativo rafforzamento o una fase di stabilizzazione. I cambiamenti tipici delle fasi di impulso hanno riflessi consistenti di tipo finanziario. Anche per le imprese consolidate all'estero, che però si trovano ad affrontare un passaggio significativo, la variabile finanziaria torna ad essere rilevante; tuttavia grazie alla buona struttura organizzativa e alle valide performance ottenute sui mercati esteri, l'impresa è potenzialmente in grado di gestire efficacemente tali questioni. Le problematiche finanziarie rimangono meno significative per quelle imprese non troppo piccole che hanno maturato un certo grado di presenza all'estero e che non sono esposte a ulteriori stimoli allo sviluppo internazionale. A questo punto occorre riflettere se e come la variabile finanziaria possa costituire un'opportunità ai fini dell'espansione estera. In generale la disponibilità di risorse finanziarie non è normalmente all'origine della spinta all'internazionalizzazione; l'impresa non va all'estero semplicemente perchè si trova ad avere le condizioni finanziarie per farlo. Tuttavia la finanza può rappresentare un'opportunità rilevante per attivare il processo di espansione estera in un caso particolare ma significativo per la diffusione tra le imprese minori. La staticità prolungata che caratterizza la presenza internazionale di una buona parte di imprese minori è legata alla volontà dell'imprenditore di non voler affrontare innanzi tutto i problemi di natura organizzativa, ed i secondo luogo le questioni di tipo finanziario. La Pmi modella così il proprio percorso di espansione estera sulla base della propria

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capacità di finanziamento interno ed esclude a priori opportunità che richiederebbero investimenti consistenti. In tale situazione il presentarsi di favorevoli opportunità dal punto di vista della disponibilità delle fonti può stimolare il rilancio del processo di espansione estera. In questa dinamica risulta chiara la rilevanza attribuita al ruolo delle banche, quali attori in grado di predisporre un'offerta di strumenti e servizi finanziari capaci di mettere l'impresa minore in condizioni di percepire le possibilità di superare i propri intrinseci limiti finanziari e, quindi, di cercare di imprimere un maggiore dinamismo alla propria posizione internazionale. E' bene comunque precisare che un'adeguata offerta di fonti finanziarie diviene un efficace opportunità per l'internazionalizzazione solo se accompagnata da misure a sostegno del rafforzamento organizzativo, strategico e più in generale culturale dell'imprenditore.