4. LE DETERMINANTI DEL PROCESSO DI INTERNAZIONALIZZAZIONE
4.1 Le cause dell'internazionalizzazione dell'impresa
Nonostante non vi sia una relazione deterministica tra dimensione aziendale e presenza sui mercati esteri, è abbastanza certo che il conseguimento di una buona posizione competitiva o di fatturato nel mercato domestico pone l'opportunità/necessità di individuare nuove alternative di sviluppo in nuove aree geografiche. I buoni risultati competitivi e reddituali rappresentano sicuramente la precondizione per l'internazionalizzazione sui mercati di sbocco ma non l'unico fattore che spinge le imprese in tale direzione. Come abbiamo già più volte sottolineato nei capitoli precedenti l' evoluzione internazionale dell'impresa non si manifesta in un unico evento , ma piuttosto in un processo articolato che si sviluppa in diversi passaggi. In quanto processo, l' internazionalizzazione quindi, più che con una causa, deve essere spiegata attraverso una serie di motivazioni che intervengono in diversi momenti temporali e con valenza differente. In linea generale possiamo dire che l'impresa cerca un'espansione internazionale per effetto di spinte interne e/o esterne24.
4.1.1 Le cause di natura interna all'impresa
Le possibili spinte interne all'espansione internazionale possono essere analizzate nel dettaglio con riferimento al modo attraverso cui l'impresa entra in un nuovo mercato geografico e al grado di presenza estera raggiunto.
Se includiamo all'interno delle modalità di presenza anche le importazioni, possiamo vedere come queste dipendano dalla volontà dell'impresa di disporre di migliori condizioni di approvvigionamento degli input strategici in termini di qualità, quantità e prezzo complessivo. Partendo da tali opportunità , attraverso le importazioni le imprese possono rafforzare i legami con gli attori esteri creando le condizioni per l'adozione di altre modalità di internazionalizzazione.
24 GIULIANI E. a cura di, (2012), Management Internazionale a.a. 2012- 2013., McGraw-Hill, Milano,
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Ciò che spinge invece le imprese ad esportare può essere ricondotto a due ragioni principali: la ricerca di diverse opportunità di mercato e la volontà di sfruttare in nuove aree geografiche il potenziale di un prodotto o di capacità produttive che sono risultate di successo nel mercato di origine. La prima ragione che spinge le imprese a commercializzare i propri prodotti all'estero può a sua volta essere stimolata dai limiti di crescita della domanda locale, dal forte intensificarsi della concorrenza sul mercato domestico, o in ultimo dal manifestarsi di notevoli potenzialità commerciali e strategiche nei mercati esteri. Vi è poi una terza ragione che può spingere le imprese ad esportare, ovvero la volontà di maturare nuove conoscenze sulle caratteristiche di un mercato geografico senza dover realizzare investimenti eccessivamente onerosi, con l'obiettivo poi di porre in essere strategie di entrata "più impegnative". Se invece prendiamo come riferimento imprese che hanno già maturato esperienza sui mercati internazionali, un'ulteriore focalizzazione sulle esportazioni può essere ricollegata alla volontà delle imprese di replicare i successi ottenuti nei mercati esteri già presieduti, verso nuovi mercati, e alla possibilità di beneficiare delle conseguenti sinergie in termini di produzione, logistica e marketing.
Ciò che spinge a realizzare accordi strategici o joint venture è invece la volontà dell'impresa di entrare in nuovi mercati internazionali dove essa non è in grado di operare autonomamente. Tale approccio all'internazionalizzazione può dipendere da fattori oggettivi, come la normativa locale che limita l'autonomia operativa delle imprese straniere, o da fattori soggettivi, come la dimensione d'impresa, la sua attitudine al rischio, le competenze disponibili. Anche nel caso degli accordi, le imprese possono essere mosse dalla volontà di sviluppare conoscenze ed esperienze necessarie per attuare successivamente una presenza più diretta nei mercati esteri. In tal senso la collaborazione con un operatore locale rappresenta una fase propedeutica alla successiva acquisizione o fusione per consolidare la posizione competitiva internazionale. Inoltre il ricorso a questa modalità di presenza sui mercati esteri può essere motivato dalla necessità dell'impresa di accrescere la propria presenza sui nuovi mercati, mantenendo un elevato grado di flessibilità strategica ed organizzativa.
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Infine le ragioni alla base dell'internazionalizzazione attraverso investimento diretto25 sono riconducibili alla possibilità per le imprese di sfruttare significativi vantaggi competitivi rispetto agli operatori locali, di sfruttare un accesso privilegiato ad input strategici acquistabili in maniera difficoltosa in altre aree, di realizzare alcune attività della catena del valore nei paesi dove i costi per tali attività sono inferiori.
4.1.2 Le cause di natura esterna
Le spinte esterne al processo di internazionalizzazione possono essere riconducibili a cinque cause differenti: l'internazionalizzazione del mercato e della filiera produttiva, l'espansione internazionale dei principali clienti, la reazione a strategie attuate dai concorrenti di riferimento, l'azione di soggetti pubblici o privati a favore dell'internazionalizzazione delle imprese e il presentarsi di significative opportunità commerciali.
La prima condizione sopraelencata può manifestarsi in due maniere: per un verso il mercato di origine può risultare sempre più esposto alle forze competitive internazionali e quindi sempre più facilmente aggredibile da operatoti di origine estera, dall'altra parte le diverse aree di business tendono ad assumere dimensione sovra-locale, offrendo all'azienda locale la possibilità di estendere la propria posizione competitiva al di fuori del solo mercato geografico d'origine. L'entrata in nuovi mercati geografici può anche essere dovuta al fatto che il mercato d'origine si trovi in una fase di maturità o di declino; la capacità di operare in paesi diversi costituisce in tal caso una condizione obbligata per la sopravvivenza dell'impresa stessa.
La decisione di operare in mercati diversi da quello locale può anche essere diretta conseguenza della riorganizzazione produttiva su scala internazionale dei principali clienti, soprattutto per quelle imprese che operando nel B2B come fornitori strategici di grandi operatori, si trovano costretti ad adattare la propria offerta ai loro clienti.
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Lo sviluppo della presenza estera può anche essere riconducibile ad un atteggiamento reattivo nei confronti di un competitor che, avendo già posto in essere una strategia di internazionalizzazione o essendo potenzialmente in grado di realizzarla, minaccia di rafforzare la propria posizione competitiva alterando a suo vantaggio l'equilibrio originario. La reazione può riguardare l'espansione verso nuovi mercati realizzata da un competitor locale o l'espansione verso il mercato locale di un competitor estero che intende sottratte quote di mercato all'impresa.
L'avvio del processo di espansione estera può essere stimolato anche dall'offerta di servizi specializzati a supporto, da parte di istituzioni pubbliche o di organizzazioni private. Vi sono quindi una serie di incentivi che possono essere sfruttati dalle imprese, soprattutto quelle di piccole e medie dimensioni, per attuare la loro strategia di internazionalizzazione e che riguardano la fornitura si informazioni dettagliate sui mercati esteri, consulenza legale, supporto di natura finanziaria, etc.
In fine l'espansione estera può non essere frutto di una scelta strategica deliberata dell'impresa; quest'ultima può decidere di superare i confini nazionali perchè un cliente estero o un intermediario la stimola in tale direzione, presentando normalmente una domanda relativamente consistente.