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7. IL CASO LOCMAN S.P.A

7.1 La storia

LOCMAN, il cui nome deriva dalle iniziali dei due soci fondatori Marco Mantovani e Fulvio Locci, viene ufficialmente costituita nel 1986. L'interesse per il mondo degli orologi nasce da un'esperienza precedentemente intrapresa nel settore della pelletteria. Marco Mantovani infatti, seguendo le orme del padre che lavorava nel campo della moda come fornitore di pelli, aveva deciso di provare una propria linea di pelletteria; tra i vari articoli in pelle trovò particolare interesse nella produzione di cinturini per orologi, che decise di proporre alle case svizzere presso la fiera internazionale di Basilea. Questi cinturini, che regalavano "un tocco di vita" alle collezioni svizzere tradizionali e un po' datate , piacquero molto ai grandi produttori elvetici di segnatempo e fu proprio in tale ambito che vennero allacciati i primi contatti con il mercato degli orologi. Oltre alla fornitura di componenti importanti come il cinturino, con il tempo vennero estesi una serie di servizi di consulenza di design fino ad arrivare poi al disegno del prodotto finito. Dopo aver appreso in un secondo momento, che le produzioni delle grandi marche svizzere avvenivano in gran parte in Italia, ed aver quindi constatato che nella progettazione del prodotto si andavano a parametrare, per problemi tecnici e di disegno, con i fabbricanti italiani, decisero di entrare in contatto con una storica azienda italiana che produceva conto terzi, di nome Genesi (che è stata poi in seguito acquistata dalla stessa Locman); da questo connubio Locman Design, così l'azienda era conosciuta nel settore in quel periodo, ha quindi cominciato ad offrire un servizio di private label ai produttori elvetici, non occupandosi più solamente del disegno e della fornitura di componenti, ma proponendo ai marchi terzi direttamente il prodotto finito. Se gli anni Ottanta sono quindi stati caratterizzati dal disegno e dalla produzione conto terzi sono gli anni Novanta a dare il là per decidere di scommettere su un marchio proprio. Con il tempo la passione per questo settore infatti si era costantemente intensificata tanto da manifestarsi la volontà di disegnare un

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orologio che si potesse chiamare LOCMAN. L'idea era quella di proporre un orologio che mancasse sul mercato, cercando di fare un qualcosa che non avesse niente di simile nel settore, anche per non "infastidire" i clienti terzi cui erano fornitori; si trattava di un orologio in radica, con parti in legno e con un'elevata componente artigianale, un prodotto particolare che trovò un suo riscontro sul mercato ed un certo successo, al punto che uno dei clienti più importanti di LOCMAN decise di provare a distribuire tale prodotto nel mondo, e di acquistare contestualmente una partecipazione nella società elbana. Si tratta di Hublot , un'azienda svizzera produttrice di orologi di lusso fondata nel 1980 da Carlo Crocco ed oggi controllata dalla holding francese specializzata in beni di lusso LVMH. In tale contesto quindi LOCMAN continuava a fare il proprio mestiere di designer e di produzione conto terzi ed Hublot si occupava di distribuire l'orologio LOCMAN. Quest'attività si è protratta per qualche anno fino a quando poi nel 1996 la Maison elbana ha deciso di provare a contare di più sul proprio marchio. Su volontà di Marco Mantovani la società, che fino ad allora si divideva tra Milano e l'Elba, fu spostata in toto sull' isola toscana; l'idea era quella di puntare molto sul marchio LOCMAN, che doveva essere un marchio italiano con una particolare connotazione, all'interno di un mercato che fino a quel momento era stato caratterizzato dall'esclusiva svizzera. Questo fu un gesto molto coraggioso che determinò l'uscita degli altri soci dalla società; la determinazione di Mantovani nel trasferire tutte le attività aziendali nell'isola dove egli era nato e dove aveva sempre sognato di avere la base del proprio lavoro, e la consapevolezza dello stesso nella possibilità per l'orologeria italiana di avere uno spazio sul mercato determinò così un cambio nella compagine societaria con l'uscita dei soci precedenti tra cui anche Hublot, e l'ingresso di un nuovo socio, un caro amico di Marco Mantovani. Questa serie di cambiamenti ha segnato per LOCMAN l'inizio di un'avventura molto più italiana e molto più basata sul proprio marchio. Muovendo i primi passi in questa "nuova dimensione" sono state riscontrare molte difficoltà; come afferma infatti Mantovani nell'intervista condotta "Un conto è produrre per marche che pagano e sono 'praticamente delle banche', una cosa invece è proporre autonomamente

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un prodotto con il proprio marchio, e gestire quindi non solo le attività di produzione ma anche quelle di comunicazione e di distribuzione. Però quando si è giovani si è un po' incoscienti, lo abbiamo fatto e dopo qualche anno di sofferenza le cose sono iniziate ad andare molto bene". Dopo aver quindi superato gli ostacoli che si incontrano inevitabilmente in un nuovo percorso, i prodotti LOCMAN, caratterizzati da un elevato grado di innovazione, dall'uso di materiali particolari ed avanzati quali ad esempio l'alluminio e i diamanti, e dall'uso di colori decisamente nuovi per il settore, hanno cominciato a riscontrare successo non solo in Italia, ma anche e soprattutto in America, che rappresenta da sempre il principale mercato di riferimento, e in altri Paesi. Negli anni 2000 una grande banca ha acquisito una quota importante della società; il progetto iniziale dell' istituto di credito in realtà era quello di acquistare l'intera società, ma i soci non vollero venderla, ed hanno quindi ceduto solo una partecipazione di minoranza con l'intenzione di ottenere quindi dalla banca un supporto allo sviluppo. Nella fase iniziale tale collaborazione ha avuto riscontri molto positivi, ma nel giro di qualche anno, in torno al 2005, la banca è stata travolta da scandali finanziari, e nel 2008 i soci di LOCMAN hanno deciso di riacquistare le quote e di avviare un progetto di distribuzione autonoma. L'uscita dell'istituto di credito dalla compagine sociale, e quindi la rinuncia ad un partner molto importante per il sostegno allo sviluppo, ha rappresentato per LOCMAN un momento di discontinuità con il passato; in tale contesto la Maison elbana ha deciso di ripartire dai mercati più semplici ed in particolare dall'Italia e di ridimensionare la società sotto diversi aspetti. Questa è stata la strategia adottata fino al 2014; dallo scorso anno infatti LOCMAN ha deciso di puntare nuovamente sui mercati esteri, che non sono mai stati del tutto abbandonati, ma sui quali, nel corso di questi ultimi anni, sono stati "spenti i riflettori", per "fare luce" sul mercato domestico. Di recente, alla fine del 2014 è stata siglata un'importante alleanza con due figure molto conosciute nel settore; si tratta di Giuseppe Rabolini e Andrea Morante, rispettivamente fondatore e amministratore delegato di Pomellato, azienda peraltro già cliente di LOCMAN, che hanno acquistato l'11,5% delle partecipazioni dell'azienda elbana.

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