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6. L’ORIENTALISMO NEL XXI SECOLO, IL CASO DI SOUMISSION DI MICHEL HOUELLEBEQ

6.1 AUTORE E OPERA

Michel Houellebecq, pseudonimo di Michel Thomas, nacque a Reunion il 26 131

febbraio del 1956 . Trascurato dai genitori, padre guida di montagna e madre 132

medico anestesista, decide di prendere il cognome della nonna materna, appunto, Houellebecq.

Trascorre la prima infanzia ad Algeri, periodo ricordato da Michel con grande affetto, tanto che l’appartamento nel quale ha vissuto è citato in una delle sue opere più importanti, Le particelle elementari. All’età di sei anni i suoi genitori divorziano, a causa della relazione extraconiugale della madre con un altro uomo, dal quale avrà una figlia. Così, Michel, ancora bambino, si reca a vivere dalla nonna prima a Vicy e in seguito a Crécy-la-Chapelle, frequentando il liceo di Meaux. Segue i corsi intensivi di preparazione alle migliori università sempre grazie alla nonna che muore nel 1978. Houellebecq si laurea in Agraria nel 1980 e sposa la sorella di un amico, dalla quale avrà un figlio l’anno seguente, Etienne. Tuttavia sono anni turbolenti, culminati con il divorzio, cui segue una lunga depressione che lo porterà a curarsi in una clinica psichiatrica. Ciò lo porterà ad avere una visione fortemente negativa e nichilista della condizione umana:

“La totalità degli animali e la schiacciante maggioranza degli uomini vivono senza mai provare il minimo bisogno di giustificazione. Vivono perché vivono, tutto qua, è così

Saint-Pierre, Reunion, comune francese di 77.893 abitanti, situato nel dipartimento 131

d’oltremare di Riunione, sede dell’amministrazione delle Terre antartiche e australi francesi.

Secondo la biografia di Denis Demonpion, nonostante l’autore stesso abbia 132

dichiarato in alcune occasioni di essere nato nel 1958. Questa e le prossime informazioni biografiche provengono dalla seguente edizione: D. Demonpion,

Houellebecq non autorisé - Enquete sur un phénomène, Maren Sell Editeurs, Paris,

che ragionano; poi immagino che muoiano perché muoiono, e che questo, ai loro occhi, concluda l’analisi.” 133

La sua carriera letteraria comincia a vent’anni, con l’assidua frequentazione di circoli poetici. Nel 1985 incontra Michel Bulteau, direttore della Nouvelle Revue

de Paris, il quale per primo pubblica le sue poesie.

È l’inizio di una duratura e proficua amicizia. Bulteau gli propone di partecipare alla raccolta de Les Infréquentables che ha creato per le edizioni Rocher, pubblicando così nel 1991: Lovecraft, contre le monde, contre la vie . Lo 134 stesso anno viene pubblicato Rester vivant, méthode, edito da Différence; poi per lo stesso editore, nel 1992, la prima raccolta di poesie: La Poursuite du

bonheur, che ottiene il premio Tristan Tzara.

Nel 1994 Houellebecq tramite Maurice Nadeau, dopo essersi visto rifiutare da parecchi editori, pubblica Estensione del dominio della lotta, il suo primo romanzo, attualmente tradotto in più lingue, che lo fa conoscere a un pubblico più ampio grazie al passaparola, in quanto non beneficia di alcuna promozione pubblicitaria. Demonpion definisce l’opera un romanzo cupo, disincantato, ma al tempo stesso pieno di ironia.

Contemporaneamente l’autore collabora con numerose riviste, come L’Atelier

du roman e Perpendiculaires, da cui viene in seguito mandato via, e, infine, Les Inrockuptibles. Dal 1996, Michel pubblica solamente per la famosa casa

editrice parigina Flammarion e Raphaël Sorin diventa il suo editore.

La sua seconda raccolta di poesie, Il senso della lotta, ottiene il premio di Flore 1996, mentre Rester vivant e La Poursuite du bonheur, vengono ripubblicati in un volume del 1997. Nel 1998 vince il “Grand Prix nationale des Lettres Jeunes Talents” per l’insieme dei suoi scritti.


Nel 1999, il romanzo Le particelle elementari è premiato come migliore libro dell’anno dall’autorevole rivista francese Lire. Contemporaneamente a Le

particelle elementari, tradotto in più di venticinque lingue in tutto il mondo,

pubblica anche Interventions, raccolta testi critici e cronache.


Sposatosi nuovamente, nel 1999 collabora con Philippe Harel per un M. Houellebecq, Sottomissione, p. 43

133

Raffinato saggio su Lovercraft, di cui Houellebecq è un grande appassionato ed 134

adattamento cinematografico di Estensione del dominio della lotta insieme e pubblica una nuova raccolta di poesia, sempre per l’editore Flammarion,

Renaissance.

Già dal titolo si può comprendere come per Houellebecq questo periodo sia vitale e consistente, tuttavia nelle sue opere troveremo sempre un nichilismo strisciante e una visione manifestamente cupa della natura umana.

Nella primavera del 2000 ha pubblicato un album in cui le sue poesie, registrate da lui stesso, sono musicate da Bertrand Burgalat.

Nel 2004 Houellebecq lascia il suo vecchio editore Flammarion per passare alle edizioni Fayard, dove gli viene promessa la realizzazione di un film sulla sua successiva opera. Così riprende a scrivere e, nel settembre 2005, pubblica il romanzo La possibilità di un'isola, di cui si parla su gran parte delle pagine culturali dei media.

Tuttavia, al contrario delle aspettative, le vendite sono state inferiori al previsto (300.000 copie vendute contro le 400.000 attese). Dal romanzo è poi stato tratto un film, non distribuito in Italia, uscito nelle sale francesi nel 2008, senza riscuotere particolare successo.

Michel Houellebecq, dopo aver vissuto in Irlanda per parecchi anni, si è trasferito poi in Spagna, all'interno del Parco naturale Cabo de Gata-Nijar , 135

per tornare poi a vivere in Francia nel 2012. Durante il 2010 viene pubblicato il romanzo La carta e il territorio, edito in Italia da Bompiani, che vince il massimo premio letterario francese, il Goncourt . Nel 2015 è la volta di Sottomissione, 136

su cui si concentrerà la nostra analisi.

Occorre accennare un altro episodio biografico sull'autore, che verrà opportunamente ripreso più avanti. Nel 2001 venne infatti accusato di islamofobia da varie associazioni musulmane e dalla “Lega francese dei diritti dell’uomo” che lo denunciarono per “razzismo antimusulmano”. In tribunale lo scrittore sostenne in sua difesa la facoltà di poter criticare liberamente le dottrine religiose, venendo così assolto nel 2002.

Questo fatto è molto importante come punto di partenza sia per comprendere le idee dell’autore, sia perché questo evento giudiziario si intreccia saldamente

Area naturale protetta della Spagna, situata nella provincia di Almerìa, in Andalusia. 135

Il premio Goncourt è un premio letterario francese, istituito a Parigi nel 1896 per 136

con il confronto fra Occidente e Oriente, proprio di questo lavoro. Le idee di Houellebecq riguardo l’Islam spesso sono state definite ambigue e, ancor più spesso, sono state strumentalizzate. Personalmente ritengo altresì che siano piuttosto chiare, seppur complesse e articolate, tanto da richiedere più avanti un paragrafo specifico.

Tornando al romanzo oggetto di questo lavoro, possiamo ribadire che è uscito il 7 gennaio 2015 in Francia, mentre nel resto d’Europa appena una settimana 137

dopo; in Italia è edito da Bompiani . Il titolo originale dell’opera è Soumission 138

che è la traduzione letterale in francese della parola “Islam”.

Ambientato totalmente in Francia, il romanzo può essere classificato nel genere letterario della “fantapolitica” in quanto tratta di argomenti politici e sociali non reali, ma verosimili. Partendo da premesse storiche attuali ed esistenti, si sviluppa però avanti nel tempo, in particolare nel 2022, immaginando gli eventi futuri che coinvolgono la Francia, ma influenzano il resto d’Europa e dell’Occidente in generale.

Il libro è stato al centro di numerose controversie e giudizi tranchant che ne hanno sicuramente accresciuto l’esposizione mediatica e favorito la pubblicità. Leggendo un’interessante recensione al romanzo scritta da Alessandro Baricco per Repubblica, troviamo il seguente giudizio:

“Houellebecq è un pensatore spinoso, prima che uno scrittore capace, e il disprezzo chirurgico con cui prova a fare a pezzi luoghi comuni a cui dobbiamo una parte significativa della nostra buona coscienza rende la lettura dei suoi libri fastidiosa fino alla ripugnanza.

Tuttavia, quasi sempre l’intelligenza è affilatissima, e la scrittura non banale. Alte le ambizioni, coerente il gusto. Ce n’è abbastanza per interessarsi a lui: quanto ad amarlo è una conseguenza possibile almeno quanto lo è il detestarlo.“ 139

L’analisi di Baricco, per certi aspetti condivisibile, mette in luce la qualità primaria di Houellebecq, vale a dire, la tenacia con la quale smonta ogni luogo comune ed ogni stereotipo. Questa caratteristica, indubbiamente evidente, è il

M. Houellebecq, Soumission, Flammarion, Paris, 2015 137

M. Houellebecq, Sottomissione, Bompiani, Milano, 2015 138

Recensione a cura di A. Baricco, reperibile sulla versione cartacea di Repubblica 139

nocciolo della nostra analisi di Sottomissione. Ovvero, dimostrare come in realtà più che un romanzo islamofobo sia uno strumento letterario per mettere a nudo i pregiudizi occidentali verso l’Oriente islamico e come essi siano il pretesto per denunciare la debolezza e il degrado dell’uomo occidentale del XXI Secolo. Ancora una volta, quindi, un’opera occidentale che utilizza gli stereotipi orientali non tanto per criticare l’ ”altro”, ma per parlare di se stessa.

Nel corso della recensione Baricco mette in evidenza anche altri elementi sui quali concentrarci.

Da una parte la coerenza narrativa del romanzo, che si articola in tre evidenti ramificazioni sulle quali torneremo più avanti, dall’altra la squisita architettura stilistica. Periodi lunghi e articolati che non si appesantiscono mai in esibizionismi barocchi, un dominio assoluto della lingua e della prosa. Eppure in Francia c’è chi addirittura lo accusa per questo di avere uno stile talmente discreto, minimalista e neutro che è come se non avesse, in definitiva, uno stile proprio . 140

Murielle Lucie Clement afferma invece che lo stile di Houellebecq è 141

volontariamente composito ed eterogeneo, una diversità di voci individuali che caratterizzano e differenziano i vari personaggi.

Secondo l’autrice del saggio Houellebecq arricchisce la propria prosa con digressioni metafisiche, descrizioni oniriche o scientifiche, passaggi poetici, ma anche forme narrative semi letterarie o espressioni colloquiali e, quasi, giornalistiche.

Questi elementi fanno parte di uno stile ben definito, certamente più vicino al linguaggio comune, ma non per questo meno letterario.

La Clément inoltre specifica come queste caratteristiche narrative siano vicine alle teorie del critico letterario Mikhail Bakhtine secondo il quale in un 142

romanzo è giusto che vi sia un agglomerato linguistico di voci diverse che produce un agglomerato eterogeneo di stili. Mentre il romanzo classico si

D. Noguez, Houellebecq, en fait, Fayard, Paris, 2003; p. 98 140

M. L. Clément, Michel Houellebecq revisité - L’écriture houellebecquienne, 141

L’Harmattan, Paris, 2007, pp. 141 e sgg.

Michail Michailovič Bachtin (in russo Михаил Михайлович Бахтин), nato a Orël il 142

17 novembre 1895 e morto a Mosca il 7 marzo 1975, è stato un filosofo e critico letterario russo.

uniforma al linguaggio e allo stile della voce narrante, che detta i tempi del procedere narrativo, Houellebecq invece amplia il raggio d’azione della propria prosa, rinunciando all’uniformità stilistica, ma ampliando le differenti, e spesso opposte, voci.

In definitiva, secondo molti lettori e critici queste caratteristiche sono figlie di uno stile di scrittura quasi casuale e inconsistente, pertanto inesistente, che non si uniforma alla voce narrante.

A parer mio invece è uno stile ben architettato, volutamente eterogeneo, anche perché, spostandoci dalla forma al contenuto, i protagonisti dei romanzi di Houellebecq, e quindi la voce narrante principale, sono quasi sempre sopraffatti dagli eventi, non si impongono mai nella società in cui vivono e nella quale hanno una posizione borderline e da outsider.

Perciò, a personaggi tanto controversi e poco autorevoli è più appropriata una voce che si lascia contaminare dalle altre presenti nel racconto, da cui, appunto, l’eterogeneità, senza la pretesa di essere quella che detta i tempi della narrazione.