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Il Ba‟th al potere: dal colpo di Stato del 1963 a quello del 1966

1.2 La costruzione della Siria: dall’indipendenza al colpo di Stato di Hafiz al-Asad

1.2.5 Il Ba‟th al potere: dal colpo di Stato del 1963 a quello del 1966

La strana coalizione di ufficiali e politici che conquistò il potere nel marzo 1963 diede vita a un Consiglio nazionale per il Comando rivoluzionario e affidò a Salah ad-Din al- Bitar l‟incarico di formare un governo. L‟abisso che separava i nasseristi dai ba‟thisti non tardò tuttavia a creare attrito tra i due gruppi: se i primi erano intenzionati a restituire Damasco al leader egiziano, l‟ala moderata del Ba‟th (assieme al Comitato militare) optava al massimo per una sorta di federazione in cui la Siria avrebbe mantenuto l‟indipendenza.

Proprio mentre il dibattito fra le due parti si accendeva in modo pericoloso, gli ufficiali ba‟thisti (compresa l‟importanza di lanciare un segnale forte) misero a segno due colpi fondamentali: oltre a destituire la maggior parte dei nasseristi, avviarono una campagna di reclutamento tra gli ambienti rurali. Questo ulteriore ingresso di gruppi minoritari tra le fila delle forze militari, indebolì ancor di più il potere degli ufficiali sunniti di origine urbana. Gli alawiti, i drusi e gli ismailiti concretizzarono in quella fase la loro egemonia all‟interno dell‟esercito.

La nuova situazione militare e le politiche intraprese dal nuovo governo (tra cui la nazionalizzazione del settore industriale e bancario) preoccuparono i gruppi di opposizione. Tacciati di essere „marionette nelle mani di Mosca‟, i ba‟thisti più moderati cercarono di trovare un equilibrio tra le istanze liberali della borghesia e le richieste delle correnti più radicali del partito. Allo stesso modo il nuovo governo siriano, sempre più vicino al blocco socialista, preferì non rinunciare ai finanziamenti provenienti dai Paesi occidentali: aderendo al nuovo paradigma di neutralità attiva dei Paesi del Terzo Mondo125, al-Bitar ritenne opportuno sfruttare la conflittualità tra le due superpotenze per rilanciare l‟economia nazionale126.

125 Il concetto di neutralità attiva verrà chiarito nel paragrafo 2.1.3 della presente trattazione. 126

49 I problemi per il Ba‟th non venivano, tuttavia, soltanto dall‟esterno; anche al suo interno il partito viveva una fase di forte conflittualità. Contrariamente alle aspettative dell‟ala civile di Aflaq (favorevole a un sistema politico democratico e alla realizzazione di un socialismo moderato), il Comitato militare proponeva un programma politico più progressista127. L‟ala radicale cominciò, pian piano, a prendere il sopravvento sul gruppo moderato: oltre ad ottenere le posizioni di maggior rilievo all‟interno del Comando Regionale e far dimettere al-Bitar dal suo incarico di capo del governo, i militari riuscirono infatti, in occasione del VI Congresso Nazionale dell‟ottobre 1963, a far approvare una nuova dottrina politica in cui si decretava la fusione del nazionalismo arabo con il marxismo-leninismo. Il rifiuto del capitalismo e la propensione per un‟economia ancor più nazionalizzata e pianificata andavano ormai di pari e passo con il sostegno della causa palestinese e la sfida a Israele128.

La svolta radicale imposta dal nuovo governo di Amin al-Hafiz generò tuttavia le proteste delle forze conservatrici (la più importante delle quali ebbe luogo ad Hama nell‟aprile 1964), al punto che il Consiglio nazionale per il Comando rivoluzionario ritenne appropriato ridare il potere ad al-Bitar. L‟incapacità di quest‟ultimo nel trovare un accordo con l‟opposizione portò però, nel settembre dello stesso anno, a un nuovo avvicendamento al governo con al-Hafiz. Il secondo mandato di quest‟ultimo impose una svolta ancora più a sinistra al Paese: i settori estrattivo, tessile e alimentare furono in larga parte nazionalizzati; nel febbraio 1965 la stessa sorte toccò al commercio estero. Al fine di rilanciare l‟economica, il nuovo gruppo dirigente progressista del Ba‟th si rivolse con più vigore al campo socialista: numerosi esperti bulgari e jugoslavi si recarono in Siria; vari accordi furono inoltre siglati con l‟URSS per la realizzazione di alcuni progetti di esplorazione petrolifera129.

La tendenza radicale proseguì con il governo di Yusuf al-Zuayyin (settembre 1965), il quale diede avvio a un programma denominato trasformazione socialista: “This marked the breaking of the economic hegemony of the bourgeoisie”130

. Il nuovo capo del governo dichiarò di voler rimanere fedele al principio della neutralità attiva; ritenne tuttavia opportuno puntare su una più stretta alleanza con gli Stati socialisti (e con i Paesi che sostenevano la causa palestinese).

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Per un‟analisi dettagliata dello scontro interno al Partito Ba‟th, si rimanda ad A.G. SAMARBAKHSH, op.cit., pp. 98-100.

128 Cfr. R. HINNEBUSCH, Syria – Revolution from Above, cit., pp. 46-47. 129 Cfr. M. TRENTIN, op.cit., pp. 82-83.

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50 Mentre la Siria scivolava sempre più verso il blocco sovietico, la lotta fra le due anime del partito si accendeva in modo esasperato. Non si trattava più di un mero scontro tra moderati e radicali, ma di un conflitto che coinvolgeva ormai le fazioni dell‟esercito: l‟ala moderata di Aflaq e al-Bitar fu appoggiata dai generali al-Hafiz (ormai contrario alla svolta socialista) e „Umran; di contro, il gruppo radicale di Nur ad- Din al-Atasi e di al-Zuayyin ottenne il sostegno dei generali al-Jadid e al-Asad.

L‟ennesimo governo moderato di al-Bitar (dicembre 1965) non migliorò la situazione. I ripetuti attacchi rivolti all‟ala progressista indussero perciò l‟uomo forte dell‟esercito, Salah al-Jadid, a prendere in mano le sorti del Paese. Il colpo di Stato da lui messo a segno il 23 febbraio 1966 pose fine in modo definitivo al ruolo dell‟ala civile. Da quel momento in poi, contrariamente alle aspettative del suo fondatore, il Ba‟th non sarebbe più stato una “[…] debating society, a seedbed of ideas at a time of Arab intellectual poverty”131. Il radicalismo politico-sociale e il dominio delle minoranze etniche sarebbero diventati i due fattori determinanti del nuovo partito.

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