4.4 Putin e Medvedev: due importanti alleati per gli equilibri Damasco
4.4.1 La rinascita dei rapporti economici tra i due alleati
Il nuovo corso dell‟era El‟cin ebbe enormi ripercussioni sui rapporti economici tra Russia e Siria. Come testimoniano i dati seguenti, lo scambio commerciale tra i due Paesi nel periodo 1992-1999 fu piuttosto contenuto:
Anno Importazioni siriane dalla Russia Esportazioni siriane verso la Russia
1992 73,7 47,6 1993 145,7 87,7 1994 114,2 245,2 1995 148,7 159,9 1996 99,3 124,0 1997 97,3 101,1 1998 83,0 46,3 1999 79,0 44,3
Commercio tra Siria e Russia (periodo 1992-1999) in milioni di dollari Fonte: International Merchandise Trade Statistics (United Nations)96
94 R. WEITZ, Syria’s Assad Sees Georgia War as Opening Moscow Options, World Politics Review,
03/09/2008, http://www.worldpoliticsreview.com/articles/2618/syrias-assad-sees-georgia-war-as-opening -moscow-options.
95 Cfr. A. KREUTZ, „Syria: Russia‟s Best Asset in the Middle East‟, cit., pp. 16-17.
96 Dati raccolti dagli annuari della sezione International Merchandise Trade Statistics dell‟ONU,
153 L‟elezione di Putin rilanciò in parte il sodalizio. Già nel settembre 2000, durante la visita a Damasco del Ministro russo della Scienza, Tecnologia e Industria, Alexander Dondukov, i due Paesi siglarono un accordo per la creazione di alcune imprese nel territorio siriano e un ulteriore accordo sulla collaborazione energetica. Sempre in quell‟occasione fu stabilita la Commissione permanente russo-siriana incaricata di portare avanti la cooperazione economica, scientifica e tecnologica tra i due alleati97.
Nel complesso, tuttavia, la situazione non variò molto. Nel 2003 le importazioni siriane dai Paesi est-europei, ovvero dagli Stati una volta appartenenti all‟URSS, costituivano appena il 13% delle importazioni totali di Damasco98; ancora peggio andava per le esportazioni: solo l‟1% delle merci siriane raggiungeva i Paesi ex- sovietici99.
Siria – Scambio commerciale 2003: importazioni100
Siria – Scambio commerciale 2003: esportazioni101
97
Cfr. A. KREUTZ, Russia in the Middle East: Friend or Foe?, cit., p. 28.
98 Solo il 20,27% di tale 13% proveniva dalla Russia.
99 Appena il 16,6% di questo 1% erano esportazioni verso la Russia.
100 Cfr. ECONOMIC RESEARCH FORUM, The Road Ahead for Syria, Economic Research Forum – Institut de
la Méditerranée, Il Cairo, 2005, p. 83.
Europa dell'est (ex-URSS) - 13%
America - 9% Asia - 21% Altri Paesi - 25% Paesi arabi - 13% Mercato UE - 19%
Europa dell'est (ex-URSS) - 1%
America - 4% Asia - 12% Altri Paesi - 5% Paesi arabi - 21% Mercato UE - 57%
154 Per assistere a una reale ripresa della cooperazione economica tra i due Paesi si dovette attendere il 2005, e più nello specifico il vertice di gennaio tra Putin e Bashar al- Asad. In quell‟occasione il 73% del debito siriano, una cifra corrispondente a 9,8 miliardi di dollari, fu cancellato; il restante 27% (circa 3,6 miliardi di dollari) subì invece una partizione: una tranche pari a 1,5 miliardi sarebbe stata ripagata nei successivi 10 anni; l‟altra tranche da 2,1 miliardi sarebbe stata convertita in lire siriane, trasferita sui conti russi aperti presso la Banca Centrale di Damasco e quindi utilizzata per consentire a Mosca di acquistare beni siriani e di realizzare investimenti a condizioni vantaggiose102.
Proprio a partire dal 2005, grazie anche a un accordo siglato nel mese di marzo103, numerosi colossi energetici russi avviarono, o in alcuni casi incrementarono, i loro investimenti in Siria:
la Tatneft, sesta compagnia petrolifera russa, dopo aver creato una partnership con la siriana General Petroleum Company, diede inizio nel 2010 all‟estrazione di greggio nel bacino di South Kishma, nella regione di Deir ez-Zor104;
la Stroytransgaz, società leader nella costruzione di infrastrutture per la lavorazione dei combustibili fossili, eseguì diversi progetti in Siria. Oltre a realizzare i 319 chilometri della sezione El Rehab-Homs dell‟Arab Gas Pipeline, il gruppo costruì, nel 2009, una raffineria nei pressi di Homs (a circa 160 chilometri dalla capitale)105;
la Georesurs, una sussidiaria della Gazprom, partecipò a numerose gare d‟appalto per la concessione dei diritti di esplorazione petrolifera;
sul fronte dell‟energia nucleare, la Rosatom manifestò nel 2010 l‟interesse a costruire la prima centrale nucleare in Siria106.
La cooperazione economica tra i due alleati proseguì nei settori più svariati, dai più tradizionali a quelli più redditizi:
101
Cfr. Ibidem.
102 Cfr. A. KREUTZ, Russia in the Middle East: Friend or Foe?, cit., p. 29. 103 Cfr. R.O. FREEDMAN, op.cit., p.28.
104 Cfr. A. BAGDONAS, „Russia‟s Interests in the Syrian Conflict: Power, Prestige, and Profit‟, European
Journal of Economic and Political Studies, p. 64, http://ejeps.fatih.edu.tr/docs/articles/159.pdf.
105
Cfr. Moscow Set to Resume its Influence with Damascus, RIA Novosti, 10/05/2010,
http://en.ria.ru/analysis/20100510/158960321.html.
106 Cfr. D. GORENBURG, „Why Russia Supports Repressive Regimes in Syria and the Middle East‟,
PONARS Eurasia, Giugno 2012, n. 198, p. 2, http://www.ponarseurasia.org/sites/default/files/policy- memos-pdf/pepm198.pdf.
155 la Traktornye Zavody diede luogo a una joint venture con una società siriana per
la realizzazione di apparecchiature agricole;
il gruppo Sinara, avviò la costruzione di alcuni imponenti complessi alberghieri a Latakia;
nel 2009, la Russkie Navigatsionnye Tekhnologii ricevette l‟incarico di installare il sistema GLONASS su alcune navi siriane;
nel 2011 la Tupolev e la Aviastar-SP siglarono alcuni accordi con la Syrian Air per la fornitura di tre aerei da trasporto civile Tu-204SM107.
Il post-2005 fu una fase in cui il commercio russo-siriano conobbe una forte impennata. Nel 2004 il valore complessivo dello scambio ammontava ad appena 218 milioni di dollari108; nel 2008, tale valore raggiunse invece i 2 miliardi109. I frequenti contatti tra le delegazioni, le prese di posizione comuni sulle principali questioni internazionali e, infine, i vertici del 2008 e del 2010 tra Medvedev e Bashar al-Asad avvicinarono ulteriormente Mosca e Damasco. A dimostrazione della ritrovata cooperazione economica tra i due Paesi è sufficiente riportare i dati del Moscow Times: nel 2010 le esportazioni del Cremlino in Siria ammontarono a circa 1,1 miliardi di dollari (il calo rispetto al valore del 2008 è da attribuire alla crisi finanziaria globale); ma soprattutto, gli investimenti delle società russe raggiunsero i 19,4 miliardi di dollari110. Il trend positivo proseguì nel 2011, anno in cui il valore del commercio russo con la Siria arrivò alla cifra di 1,97 miliardi di dollari.