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I primi anni: dal 1954 al governo conservatore

3.1 La nascita delle relazioni: il pericolo americano e il regime ba’thista

3.1.1 I primi anni: dal 1954 al governo conservatore

Il consolidamento dei rapporti tra Unione Sovietica e Siria fu inizialmente l‟esito del comune desiderio di arginare l‟espansionismo americano in Medio Oriente. Sin dai primi anni „50 gli USA cercarono infatti di convincere numerosi Paesi dell‟area (tra cui appunto la Siria) a prendere parte a coalizioni anti-comuniste.

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75 Preoccupata da tale scenario, Mosca non poté non interpretare positivamente la deposizione del generale filo-occidentale al-Shishakli nel 1954: oltre ad allontanarsi dalle posizioni conservatrici del vecchio regime, il nuovo governo siriano adottò alcune misure di stampo anti-capitalista quali la cancellazione dei diritti delle banche estere e la revisione degli accordi con le compagnie petrolifere straniere. La contemporanea ascesa di Chruščev ai vertici dell‟URSS avvicinò ulteriormente Mosca a Damasco. Il primo accordo per l‟invio di armi, aerei e consiglieri sovietici alla Siria fu siglato nel febbraio 1955. Nel mese successivo, i movimenti delle truppe irachene e turche lungo il confine siriano (si ricordi che Iraq e Turchia erano due firmatari del Patto di Baghdad) provocarono la ferma reazione del Ministro degli Esteri Molotov: l‟Unione Sovietica avrebbe aiutato in qualsiasi modo Damasco a preservare la propria indipendenza.

A testimonianza di come il Medio Oriente si fosse ormai trasformato in un‟area di importanza strategica per i sovietici, basta osservare la dichiarazione con cui, nell‟aprile del 1955, l‟URSS replicò alle accuse americane:

There is a threat to the security of Near and Middle East countries, but it comes not from the Soviet Union but from those powers which, on the pretext of “guaranteeing security” are creating aggressive blocs […] in an attempt to convert the countries of this area into their military and strategic springboards and to reduce them […] to the status of colonies […]2

.

Il consolidamento del rapporto proseguì nel 1955 con la firma di un accordo commerciale e con l‟apertura delle ambasciate nelle rispettive capitali. Il crescente distacco siriano dagli americani (non bisogna però dimenticare che la Siria aderì in quel periodo allo schema della neutralità attiva3) fu testimoniato dagli eventi del 1956. In gennaio, l‟Unione Sovietica propose in sede di Consiglio di Sicurezza dell‟ONU una risoluzione in cui accusava Israele per i ripetuti attacchi contro la Siria. Nel giugno 1956 il nuovo Ministro degli Esteri sovietico Šepilov si recò in visita ufficiale a Damasco, dove offrì al governo di al-‟Asali prestiti a basso tasso di interesse, propose l‟avvio di una collaborazione culturale che sarebbe poi sfociata in un accordo di cooperazione in agosto e promise un ulteriore invio di armi. In novembre, nel bel mezzo della crisi di Suez, al-Quwatli ricambiò la visita: il Presidente siriano richiese, tra le altre cose, un maggior coinvolgimento sovietico in favore di Nasser. Proprio l‟attacco congiunto di Francia, Gran Bretagna e Israele contro l‟Egitto, assieme alla

2 P. RAMET, op.cit., pp. 15-16. 3

76 proclamazione della dottrina Eisenhower nel marzo 19574, ebbero il merito di accomunare ancor di più le posizioni di Mosca e Damasco.

Se da un lato i detentori del potere politico consolidavano il legame tra la Siria e l‟URSS, dall‟altro il partito in ascesa, il Ba‟th, dava luogo a un‟alleanza con il Partito Comunista Siriano (alleanza interpretata positivamente dal Cremlino). Convinto della validità di tale intesa, lo scrittore ba‟thista Jamal al-Atasi pubblicò un articolo in cui sottolineò quanto il proprio partito potesse apprendere dal socialismo sovietico5.

Lo spostamento a sinistra della Siria, spaventò molto gli Stati Uniti e i suoi alleati in Medio Oriente. Sia la Turchia che la Giordania aumentarono il numero delle proprie truppe lungo il confine siriano; gli USA giunsero persino a minacciare un intervento qualora Damasco fosse finita nelle mani dei comunisti. Questa situazione provocò la reazione sovietica: in una nota del settembre 1957 indirizzata a Stati Uniti, Gran Bretagna e Francia, l‟URSS accusò le potenze occidentali di voler influenzare la politica siriana. Fu proprio in risposta a questo pericolo che Mosca inviò, nello stesso mese, il primo contingente navale presso il porto di Latakia6.

Nel frattempo l‟ascesa del Partito Comunista Siriano cominciava a preoccupare il Ba‟th. Tale preoccupazione raggiunse livelli talmente elevati da indurre il partito di Aflaq a ricorrere a un‟alleanza con l‟Egitto di Nasser. La Repubblica Araba Unita (UAR), nata l‟1 febbraio 1958, fu subito riconosciuta dall‟URSS. Sebbene Nasser fosse ancora il principale alleato sovietico in Medio Oriente, la sua opposizione ai comunisti egiziani, il bando imposto ai partiti politici siriani come condizione per aderire all‟Unione (decisione che infranse per sempre il sogno di portare il Partito Comunista Siriano al governo del Paese) e il tentativo del leader del Cairo di migliorare i propri rapporti con il blocco occidentale, portarono a uno scontro tra lo stesso Nasser e Chruščev7

. Il legame tra Mosca e Damasco risentì di questa situazione, tuttavia la relazione proseguì: nel 1958 un gruppo di militari siriani (tra cui Hafiz al-Asad) fu inviato in Unione Sovietica per scopi formativi8; nel 1960 i rapporti commerciali tra i due Paesi furono rinvigoriti.

4 Con tale dottrina, gli Stati Uniti dichiaravano di voler fornire aiuti militari ed economici ai Paesi

mediorientali minacciati da possibili offensive sovietiche; cfr. M. TRENTIN, op.cit., pp. 72-73 e A.G. SAMARBAKHSH, op.cit., p. 300.

5 Cfr. P. RAMET, op.cit., p. 18. 6 Cfr. Ivi, p. 24.

7 Cfr. A.G. SAMARBAKHSH, op.cit., p. 302. 8

77 Nel corso degli anni, le critiche rivolte a Nasser divennero sempre più intense. Il colpo di Stato compiuto in Siria da forze conservatrici (28 settembre 1961) decretò la fine della UAR. L‟Unione Sovietica riconobbe l‟indipendenza siriana il 7 ottobre, ripristinando la propria ambasciata a Damasco nel mese successivo. Tuttavia la nuova coalizione di governo, composta dalla vecchia oligarchia, non fu vista di buon occhio da Mosca: oltre a presentare numerosi elementi ostili al socialismo, il gruppo dirigente si oppose alla rinascita del Partito Comunista Siriano. Tale attrito non decretò comunque la fine del rapporto privilegiato – intorno alla metà del 1962 i due Paesi siglarono alcuni accordi agricoli e culturali; inoltre una nutrita delegazione militare siriana si recò in visita in Unione Sovietica tra i mesi di settembre e novembre dello stesso anno9.

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