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Il cambiamento sociale e i primi fenomeni di radicalismo politico

1.2 La costruzione della Siria: dall’indipendenza al colpo di Stato di Hafiz al-Asad

1.2.2 Il cambiamento sociale e i primi fenomeni di radicalismo politico

La trasformazione della società siriana non fu solo il frutto delle scelte operate dalla classe politica o dai generali dell‟esercito; fu anche l‟esito del processo di sviluppo economico che si verificò tra il 1946 e il 1955.

L‟accumulazione capitalistica avviata durante la Seconda guerra mondiale creò le giuste condizioni per il (parziale) decollo della neonata economia siriana. A trarre maggior vantaggio da questa situazione furono soprattutto l‟agricoltura e l‟industria: gli investimenti realizzati nel settore primario (in particolare nell‟agricoltura meccanizzata) generarono, nel giro di pochi anni, numerose esportazioni; l‟introduzione di potenti sistemi di irrigazione provocò l‟aumento delle produzioni agricole; per quanto riguarda il comparto industriale risulta emblematica la creazione di 37 nuove imprese tra il 1945 e il 1954. Questi piccoli esempi dimostrano come, malgrado qualche tentennamento iniziale, la Siria stesse optando per un modello di sviluppo capitalista (o nazional- capitalista)111.

Le trasformazioni economiche ebbero naturalmente importanti ripercussioni sulla società. Non si trattò soltanto del consolidamento della vecchia oligarchia (che continuava ad essere al centro della scena politica), ma anche della creazione e trasformazione di alcune classi sociali:

 sorse una valida componente borghese, in parte terriera e in parte industriale, che iniziò a sfruttare a proprio vantaggio i rapporti commerciali tra la Siria e i Paesi stranieri;

 il consolidamento delle strutture dello Stato decretò la nascita di un nuovo ceto medio che trovava impiego nel vasto apparato burocratico, nell‟esercito e nel settore dell‟istruzione;

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40  l‟industrializzazione portò alla nascita di una classe operaia urbana che aderiva spesso ai sindacati e si batteva per ottenere salari più alti e migliori condizioni di lavoro;

 la meccanizzazione dell‟agricoltura trasformò molti contadini in una sorta di proletariato agrario nomade e per la maggior parte disoccupato.

Nel complesso si trattò di una fase di enormi cambiamenti per il Paese, sia dal punto di vista sociale che politico. Proprio in questa duplice chiave va interpretata l‟ascesa degli ufficiali dell‟esercito e dei partiti politici di stampo riformista, impegnati entrambi a sfidare un ordine élitario risalente all‟era coloniale e che favoriva la vecchia oligarchia.

1.2.2.1 Il ruolo degli ufficiali e la politicizzazione dell’esercito

Nella sua analisi sulla struttura dell‟esercito siriano e sulla sua progressiva politicizzazione, Raymond Hinnebusch distingue tre principali generazioni di ufficiali. La prima, rappresentata dai colonnelli che nel 1949 realizzarono tre colpi di Stato in appena nove mesi (cioè Husni al-Za‟im, Sami al-Hinnawi e Adib al-Shishakli), fu incarnata da ufficiali in maggioranza sunnita e appartenenti al ceto medio. Dei tre colonnelli summenzionati il più degno di nota fu indubbiamente Adib al-Shishakli, il quale diede vita a un processo di centralizzazione statale e a una significativa arabizzazione della cultura (con conseguente ostilità nei confronti dei movimenti separatisti alawita e druso). La sua cooperazione con i francesi e con gli americani, oltre che la vicinanza agli ambienti della nuova borghesia, furono le ragioni alla base del colpo di Stato organizzato contro di lui nel 1954.

Proprio mentre al-Shishakli viveva la sua fase di maggior potere, si assistette alla comparsa della seconda generazione di ufficiali. I primi anni „50 furono infatti il periodo in cui l‟esercito visse l‟ascesa della minoranza drusa e dei nazionalisti arabi. Mentre queste due componenti conquistavano ruoli di rilievo all‟interno dell‟esercito, l‟apertura dell‟Accademia militare di Homs ai giovani provenienti dagli ambienti rurali e dalle minoranze112 creò le condizioni per la nascita di una terza generazione di ufficiali. Fu un momento determinante per il futuro della Siria: le minoranze ismaelite, druse e alawite cominciarono pian piano a impossessarsi delle principali posizioni

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41 militari; inoltre, data la vicinanza tra queste minoranze rurali e il Ba‟th, si realizzò il definitivo ingresso dell‟ideologia ba‟thista tra gli ufficiali.

L‟esercito si trasformò in quegli anni in un fondamentale fattore politico: “[…] the army had arguably become Syria‟s mostly widely representative national institution”113. L‟alternanza tra le forze politiche moderate e quelle radicali cominciò a non essere più il mero frutto di libere elezioni; l‟esercito divenne infatti una sorta di parlamento armato in cui le correnti militari, interpretando gli orientamenti dell‟opinione pubblica e mettendo a segno dei golpe interni alle strutture militari, orientavano la vita politica del Paese. Si trattò di un fenomeno di portata storica e che ebbe un triplice effetto:

 gli ufficiali cominciarono a limitare le azioni del governo (e quindi a influenzarne la politica);

 vista la superiorità delle forze militari, i politici civili puntarono sulla realizzazione di alleanze con gli ufficiali;

 l‟esercito si suddivise in numerose fazioni regionali, confessionali e politiche.

1.2.2.2 I partiti radicali e l’ascesa del Ba’th

Le scelte politiche effettuate dalla nuova leadership conservatrice, generarono immediatamente le reazioni ostili dei gruppi più radicali. Tra i movimenti che contestarono in modo più acceso il nuovo corso siriano vi fu il Ba‟th, un partito che in pochi anni, grazie anche al sostegno di altre forze politiche, avrebbe rovesciato la vecchia oligarchia.

Il Ba‟th fu fondato da Michel Aflaq con l‟aiuto di Salah ad-Din al-Bitar, due professori damasceni appartenenti al ceto medio (non si entrerà nel merito della disputa tra Aflaq e Zaki Arsuzi circa la paternità del partito stesso114). Sorto come Movimento del Risveglio Arabo, harakat al-thya’ al-’arabi, e ispirato dagli ideali del nazionalismo, il Partito della Resurrezione Araba (hizb al-ba’t al-’arabi) nacque ufficialmente nel 1947. Secondo l‟ideologia ba‟thista, gli arabi appartenevano a un‟unica nazione, ormai divisa a causa delle azioni delle potenze imperiali (dagli ottomani ai britannici e i francesi); lo scopo del partito era dunque quello di far rinascere il comune senso di appartenenza e di ricreare un nuovo e unico Stato arabo: solo raggiungendo questa unità

113 R. HINNEBUSCH, Syria – Revolution from Above, cit., p. 28.

114 Per un‟analisi della questione, si legga A.G. SAMARBAKHSH, Socialisme en Irak et en Syrie, Parigi,

42 sarebbe stato possibile sconfiggere il nemico occidentale e il sionismo e vincere la sfida della modernità.

Lo slogan del partito, Unità, Libertà, Socialismo (in realtà, come si vedrà più avanti, l‟elemento socialista sarebbe entrato a far parte dell‟ideologia ufficiale soltanto nel 1953), racchiudeva in una semplice formula gli obiettivi del partito: l‟unità araba, la libertà da qualsiasi dominazione straniera e dell‟individuo e il socialismo inteso come modernità statalista e come rifiuto del potere economico della vecchia élite115. Come testimoniato dal programma del 1947, il Ba‟th si collocò da subito tra i movimenti più radicali: prevedeva infatti un maggior coinvolgimento dello Stato in materia di sviluppo economico, invocava una riforma agraria, maggiori garanzie per i lavoratori e la regolazione delle imprese private nel nome dell‟interesse nazionale. Per quanto riguarda la questione del rapporto tra il popolo arabo e la fede musulmana, Aflaq ritenne opportuno definire l‟Islam come un valido fattore culturale ma rimase convinto della necessità di separare religione e politica: il nazionalismo pan-arabo doveva essere laico. Il partito ottenne in pochi anni la definitiva consacrazione tra i movimenti radicali siriani, sia per la sua decisione di superare le tradizionali divisioni etnico-confessionali della società siriana, sia per la sua capacità di attirare le attenzioni del ceto medio rurale, della classe contadina e degli studenti.

La fusione compiuta nel 1953 tra la formazione politica di Aflaq e al-Bitar e il Partito Socialista Arabo di Akram al-Hawrani, che diede vita al Partito della Resurrezione Araba Socialista (hizb al-ba’t al-’arabi al-istiraki), ampliò ulteriormente l‟elettorato rurale del Ba‟th. Il nuovo partito cominciò pian piano ad attrarre la classe operaia e soprattutto i sindacati (che da anni erano controllati dai gruppi conservatori): emblematico di questo avvicinamento fu l‟organizzazione dei grandi scioperi di Damasco, Homs e Latakia.

Il Partito della Resurrezione non fu tuttavia l‟unico contestatore radicale dell‟ordine politico siriano. Non si può infatti trascurare il ruolo dei Fratelli Musulmani, sostenitori del processo di islamizzazione delle strutture dello Stato. Molto vicina ai gruppi tradizionali e radicata nel tessuto urbano, questa formazione pagò a caro prezzo il suo legame indissolubile con la religione musulmana (in una fase in cui il ceto medio subiva il fascino dell‟arabismo). Il principale rivale del Ba‟th rimase per anni il Partito

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43 Siriano Nazionalista Sociale: più orientato verso un nazionalismo siriano e non pan- arabo, perse gran parte del consenso quando decise di appoggiare il ritorno al potere di una coalizione politica filo-occidentale. Infine il Partito Comunista Siriano, anti- islamico, ottenne il sostegno dei gruppi più emarginati e delle minoranze; tuttavia, il suo distacco dalla causa nazionalista araba avrebbe limitato fortemente la sua capacità di espansione politica ed elettorale.

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