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Il non-nudo, l’evoluzione che crea il vuoto normativo

Capitolo 14.1 Il concetto di mercato

Se guardiamo da vicino questi nuovi fenomeni criminali, (accounts Twitter pedofili,

forum che trattano materiale pedo-pornografico e siti trasformati in pagine Web no- nude preteen), è palese che questi nuovi fenomeni criminali hanno tutti almeno due

elementi in comune:

a. il primo elemento è chiaramente la perversione sessuale riversata sui bambini;

b. l’altro elemento è invece il denaro od altra utilità - percepito dal gestore/ venditore o direttamente o tramite la vendita di spazi pubblicitari.

Al di là dei siti pedo-pornografici che commercializzano i propri contenuti, (sono circa un 10% dei siti presenti sulla rete internet), il restante 90%, compresi i forum di discussione, si finanzia infatti, con la vendita di spazi pubblicitari a soggetti terzi che inseriscono pubblicità mirate in base ai vari argomenti trattati nel sito internet.

Per quanto riguarda i siti pedo-pornografici, la Polizia Postale e delle Comunicazioni ha svolto e svolge tutt'ora un lavoro fondamentale nel contrasto a questi fenomeni criminali, “oscurando” le pagine Web individuate ed interdicendo agli internauti la possibilità di accesso al sito internet illegale.

Eliminare tutti i siti contenenti materiale pedo-pornografico è al momento impossibile, un po’ per la quantità delle pagine che trattano quel materiale e che aumentano di giorno in giorno, un po’ per i motivi sopra elencati di problemi di competenza e giurisdizione e, un po’ per le varie password d’accesso sempre più complesse che rendono l’attività d’indagine, se possibile, ancora più difficile e macchinosa.

Queste nuove chiavi d’accesso non sono semplici password alfa-numeriche, ma si compongono di vari passaggi effettuati materialmente sull’apparecchio, come per esempio cliccare con il mouse un determinato numero di volte in un punto specifico

per poi, solo alla fine di questi passaggi eseguiti correttamente, inserire una password alfa-numerica nell’apposita sezione.

Naturalmente solo alcuni tipi di siti - i più ricchi di materiale illecito - utilizzano questo meccanismo complesso, concedendo l’accesso ai soli utenti per così dire “fidati”, che probabilmente sono in grado di pagare maggiori somme di denaro per avere questi privilegi.

La Legge 6 febbraio 2006 n. 38 affida al Centro Nazionale per il Contrasto della Pedo- Pornografia sulla Rete Internet, la lotta a questo odioso crimine.

Il monitoraggio continuo, focalizza l'attenzione sulla scoperta di siti internet e dinamiche che possano rappresentare fonte di pericolo nella navigazione dei più giovani.

Per ciò che concerne i siti pedo-pornografici, la Legge istitutiva, individua nel Centro il punto di raccordo per la trattazione delle segnalazioni, provenienti sia da altre Forze di Polizia, anche straniere, sia da cittadini, da associazioni di volontariato e da

Provider.

Da tutta questa attività, il Centro provvede a ricavare l'elenco dei siti pedo- pornografici della rete, la c.d. black list, che viene fornita agli Internet Service

Provider perché ne venga inibita la navigazione attraverso sistemi tecnici di filtraggio.

Se navigando nella rete internet, l’utente si imbatte, anche involontariamente, in uno di questi siti conosciuti al Centro ed interdetti - nei modi sopra analizzati - appare sullo schermo dell’internauta un’apposita c.d. stop page, una pagina di blocco contenente l'avviso di interdizione, come si riporta di seguito:

esempio di c.d. stop page.

Contribuiscono al contrasto di questi crimini anche i sistemi nazionali, bancario e finanziario, tramite la mediazione della Banca d'Italia che consente di acquisire informazioni relative alle transazioni, e alle spese illecite sul mercato on-line volte all'acquisto di foto e filmati di abusi nei confronti di minori, anche se abbiamo visto che questa pratica sta perlopiù scomparendo o meglio, evolvendosi.

La stessa Legge 6 febbraio n. 38 istituisce l'Osservatorio per il Contrasto della Pedofilia e della Pornografia Minorile presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri, con compiti di monitoraggio del fenomeno, per il raccordo di tutte le Istituzioni interessate alle tematiche minorili, inclusi gli organi giudiziari e i servizi sociali.

Il Centro, quale organo di raccordo operativo, dialoga costantemente con l'Osservatorio, organo di raccordo istituzionale, al quale fornisce i propri dati per l'analisi e la prevenzione dell'abuso minorile.

Una coalizione mondiale sotto la guida di INTERPOL, con la partecipazione di EUROPOL, attua quotidianamente collaborazioni internazionali di Polizia, per l'identificazione delle vittime della pedo-pornografia, dovunque esse risiedano . 73

Al tentativo dell’utente di accedere alla pagina Web pedo-pornografica, o contenente una qualsiasi sorta di abuso su minori, se il sito è conosciuto e contenuto nella c.d.

black list, si aprirà davanti a lui la c.d. stop page sopra analizzata che, nonostante

specifichi che nessun dato relativo al computer utilizzato per l’accesso venga registrato, è risultata fino ad ora un buon deterrente per l’utente medio che spesso, per paura di essere segnalato alle autorità, chiude immediatamente la pagina senza nemmeno leggere e questo a volte basta, ad un soggetto non cronico, a non tentare un nuovo accesso alla pagina Web pedo-pornografica.

Sarebbe importante a mio avviso modificare la normativa in modo da poter sanzionare anche la visualizzazione di questo materiale che inevitabilmente, aumentando la domanda dello stesso comporta un aumento dell’offerta, andando quindi a colpire indirettamente chi abusa dei minori, anche perché è chiaro, come già analizzato in precedenza, che finire per più di una volta su un sito pedo-pornografico non può essere considerato un caso.

Sarebbe utile probabilmente una sanzione penale consistente in un’ammenda, anche considerando che sarebbe una situazione di molto anticipatoria rispetto alla commissione della violenza o degli abusi veri e propri oppure, la segnalazione in un registro tenuto dall’Arma dei Carabinieri a seguito di un numero considerevole di tentativi di accesso ad un sito pedo-pornografico.

Qualsiasi tipo di mercato è formato infatti, dalla domanda e dall’offerta, ed il prezzo si trova combinando questi due elementi. Anche a livello di pedo-pornografia la legge del mercato non fa sconti e, proprio come un normale mercato della frutta, anche il mercato nero ha i suoi venditori, acquirenti e la “piazza” di scambio che in questo caso

www.poliziadistato.it/articolo/23399

è virtuale, ampliando dunque alla massima potenza la possibilità di scambio del materiale.

Il luogo fisico dove si svolge il mercato illegale è appunto la rete internet, intesa oggi nella sua globalità compresi dunque anche i vari social networks.

L’offerta che si trova in rete è praticamente infinita, ed inoltre, spesso il materiale illecito che vi si trova è gratuito dato che, come già specificato, i siti pedo-pornografici ottengono maggior profitto oggi vendendo ad aziende terze spazi pubblicitari all’interno del sito internet.

La commercializzazione del materiale illegale non è scomparsa, ad oggi il materiale viene ancora venduto, ma principalmente la compravendita viene fatta sui social

networks, con metodi di pagamento più sicuri e meno rintracciabili.

La Polizia e le altre Forze dell’ordine a onor del vero si sono mosse in modo magistrale, sopratutto negli ultimi anni, oscurando una quantità incredibile di siti pedo- pornografici ed inibendone l’accesso agli utenti.

Negli anni dunque si è andati a colpire l’offerta sia con normative mirate, come l’articolo 600ter c.p. che con l’attività di indagine, inibendo l’accesso a pagine Web che commercializzassero materiale pedo-pornografico.

Dato che, quando si accede alla rete internet, il computer ed il modem, forniscono i dati di accesso dell’apparecchio, si può facilmente risalire tramite quei dati, alla posizione geografica da cui l’apparecchio invia o riceve il segnale ed eventualmente individuare esattamente il device utilizzato.

In pratica l’anonimato su internet è ridotto e garantito solo a chi utilizza appositi programmi, non facilmente reperibili dall’utente medio, un po’ per le conoscenze tecniche necessarie ad utilizzarli, un po’ per il costo, dato che non sono programmi che si trovano a buon mercato, il più diffuso dei quali tra gli utenti pedofili è “Onion

browser” o “Tor” che permette di accedere alla rete c.d. “dark internet”.

Con l’utilizzo di questi appositi programmi, per le autorità, diventa quasi impossibile rintracciare la provenienza del segnale che viene fatto “rimbalzare”, assieme all’indirizzo IP del computer o altro device, in diverse parti del mondo ogni due milli- secondi, rendendo di fatto impossibile capire da dove si sta collegando il criminale.

Tuttavia, la maggior parte dei delinquenti non utilizza tali programmi e, di conseguenza, visualizzare siti pedo-pornografici è diventato per questi soggetti meno sicuro ed anche per questo motivo, il mercato illegale ne ha preso atto modificandosi ed evolvendosi.

Mentre prima infatti, il materiale si trovava principalmente su siti pedo-pornografici, proprio per la paura che le Forze dell’ordine riescano a risalire al soggetto che tenta di accedere alla pagina Web, oggi questa attività si svolge principalmente sui social

networks poiché un account Twitter, anche se pieno di immagini pedo-pornografiche,

può essere visualizzato fino a quando non verrà segnalato e sottoposto a sequestro penale da parte dell’autorità ma, dato che può essere creato con una e-mail falsa o comunque non risalente a nessuna persona fisica in particolare, le possibilità di crearne uno nuovo nel giro di pochi minuti chiudendo l’indirizzo e-mail creato in precedenza, permette agli utenti di chiudere e riaprire diversi profili alla settimana, con una possibilità minima di essere individuati e quindi di continuare a commercializzare il materiale illecito quasi continuativamente che, per mezzo di pagamenti effettuati tramite ricariche telefoniche, permette una compravendita illecita con rischi minimi.

Capitolo 15