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Pedofilia e Facebook; il primo approccio del pedofilo

Facebook è un servizio di rete sociale lanciato il 4 febbraio 2004, posseduto e gestito dalla società Facebook Inc..

Il sito, fondato ad Harvard, negli Stati Uniti d’America, da Mark Zuckerberg e dai suoi compagni di università, era originariamente stato progettato esclusivamente per gli studenti dell'Università di Harvard, ma fu presto aperto anche agli studenti di altre scuole della zona di Boston, della Ivy League e della Stanford University.

Successivamente, appena scoperto il suo potenziale, fu aperto poi anche agli studenti delle scuole superiori e, anche a chiunque dichiarasse di avere più di 13 anni di età. Da allora Facebook ha raggiunto un enorme successo, è oggi il secondo sito più visitato al mondo dopo Google ed il suo fondatore, Mark Zuckerberg, viene spesso ricevuto da capi di Stato come se fosse anch’esso un esponente politico, anche in relazione del potere che Zuckerberg ha in riferimento alla mole di informazioni che la sua piattaforma ha rispetto ad ogni persona che vi è iscritta, compresi esponenti politici, futuri candidati e presidenti.

Per iscriversi al servizio è necessario utilizzare un indirizzo e-mail e compilare un modulo on-line in cui inserire la data di nascita, il sesso, il nome ed il cognome.

Vi è la possibilità, come scelta opzionale, di inserire una foto del profilo quale foto che gli altri utenti assoceranno all’immagine che il proprietario dell’account ha nella realtà.

Esistono varie possibilità di modifica delle impostazioni privacy che permettono di rendere privato tutto il profilo o solo alcuni dei contenuti pubblicati.

Per poter interagire con un altro utente (che non abbia il profilo completamente pubblico), è necessario “chiedere l’amicizia” e, se ottenuta, si può interagire anche per mezzo di messaggi diretti.

Negli anni le cronache, ci hanno consegnato vari tentativi di adescamento o peggio, di veri e propri rapporti sessuali con minorenni da parte di adulti, proprio a seguito del contatto tra questi e gli adolescenti utilizzando la rete Facebook per mezzo di falsi profili.

Creare un profilo Facebook falso (catfish), è molto semplice; al criminale basta creare un alias inserendo nome e cognome falsi all’interno degli appositi spazi; normalmente il pedofilo/criminale si iscrive al servizio per mezzo di una e-mail creata ad hoc e prendendo una immagine da internet per rendere più credibile il profilo, che faccia sembrare l’utente magari un adolescente, in modo che i ragazzi e le ragazze, siano più propensi ad accettare la sua richiesta di amicizia virtuale, tutta l’operazione qua descritta si svolge in 3 minuti..

Creare un profilo ad arte invece, richiede un lavoro un poco più ricercato ma non troppo complesso, soprattutto per un soggetto che abbiamo visto essere molto paziente; il “nuovo” delinquete sessuale.

Per mezzo di un primo profilo falso, il criminale può andare alla ricerca di un adolescente che corrisponda all’età anagrafica di cui il criminale vuole assumere le sembianze, in genere della fascia d’età 12 - 16 anni, anche servendosi della rete Instagram come sopra analizzato.

Su Facebook è necessario solamente cliccare su di una foto per poter aprirla e salvarla. Nessuna notifica arriverà al titolare della foto, che rimarrà all’oscuro del fatto che le sue immagini siano state per così dire “rubate” o comunque sottratte per mezzo di attività di downloading.

Una volta ottenute diverse foto di scene quotidiane della vittima, come foto in mezzo agli amici o al mare in vacanza, basta che il criminale crei un nuovo profilo o più semplicemente, modifichi quello già esistente inserendo le foto “rubate” e facendole proprie.

Grazie al nome di fantasia e le foto che adesso rendono più credibile il suo profilo, agli occhi degli altri utenti della rete o comunque adolescenti, questo account apparirà come quello di un qualsiasi altro coetaneo e, accettando la richiesta del profilo catfish, diventeranno automaticamente vittime.

Per mezzo dell’attività illecita compiuta sulla rete Instagram sopra analizzata, siamo in grado si sapere che la ricerca da parte dei “nuovi” criminali degli accounts Facebook di ignari utenti, è resa più agevole dal fatto che questi profili, sono spesso pubblicizzati dagli stessi adolescenti, quindi, il criminale che chiederà l’amicizia ad un adolescente individuato per mezzo del profilo Instagram, apparirà ai suoi occhi come un/a coetaneo/a a cui difficilmente lo stesso negherà l’amicizia virtuale.

A seguito del contatto diretto, il criminale ha dalla sua, diversi vantaggi; innanzitutto agli occhi della sua vittima apparirà come un coetaneo che quindi non si aspetta un comportamento illecito della controparte, abbassando conseguentemente le difese ed esponendosi maggiormente al rischio di adescamento; il criminale ha inoltre la padronanza linguistica tipica di un adulto, che può facilmente circuire la sua vittima anche in considerazione del fatto che, conoscendone gli altri profili socials, può trarre da questi informazioni personali, coglierne le fragilità ed utilizzare questi dati a suo vantaggio per ottenere un approccio più incisivo.

Purtroppo le cronache ci hanno messo al corrente sempre più spesso, di contatti criminale-adolescente, avvenuti tramite la rete Facebook, non solo volti ad ottenere informazioni ma soprattutto all’adescamento dei minorenni con condotte successive che sfociano poi alla violenza vera e propria.

Un comportamento molto comune dei pedofili che contattano le loro vittime tramite la rete Facebook è la richiesta di foto o video di nudo promettendo loro del denaro sotto forma ad esempio di ricariche telefoniche o di altre utilità, fino ad arrivare veri e propri incontri con le loro vittime.

La facilità con cui questi “nuovi” criminali, ottengono la fiducia delle loro giovani vittime, è dovuta anche alla ricerca ponderata e paziente che gli stessi criminali fanno, selezionando accuratamente le proprie vittime tra quelle che, anche grazie all’analisi di ciò che queste pubblicano sui propri profili socials, mostrano maggiori segni di disagio sociale od economico.

Capitolo 13.3