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Si è discusso fin qui del ruolo e delle caratteristiche della rete che sono fondamentali per comprendere il suo rapporto con la crescita e lo sviluppo. Il capitale umano e quello sociale sono le risorse che maggiormente possono trarre beneficio ed essere valorizzate dalla rete.

Riprendendo Rullani (2008), citato nel corso del primo capitolo, la rete è un’infrastruttura abilitante delle capacità individuali.

Tuttavia, gli interrogativi rispetto alla capacità della rete di creare maggiore libertà, inclusione ed uguaglianza tra le persone e i territori sono ancora aperti. Nonostante infatti numerosi studiosi e organizzazioni internazionali incensino le proprietà della rete per lo sviluppo e la crescita dei paesi, esistono delle contraddizioni nel sistema di diffusione e nell’utilizzo di essa che tuttora interferiscono sugli aspetti positivi. Si è vista brevemente attraverso la riflessione sugli effetti della rete sul capitale umano che questa ha una capacità di

trasformazione sulla conoscenza e sulle interazioni che ne permettono la fruizione e il recepimento.

Nei prossimi capitoli si cercherà di dare delle risposte ad alcuni di questi quesiti attraverso l’analisi dei mercati che servono alla diffusione di internet, degli effetti che la rete crea sulla partecipazione al voto e sulla nascita di nuova impresa.

Box 2 Approfondimento sulla net neutrality

La net neutrality, ossia neutralità della rete è un principio per cui gli utenti che utilizzano Internet, siano essi consumatori o produttori, devono essere lasciati liberi di accedere e creare all’interno della rete, nei limiti della legge, qualsiasi contenuto e applicazione, senza che si creino dei canali privilegiati di diffusione ed accesso.

L’idea è che la rete sia uno spazio libero, dove non esistono aprioristicamente distinzioni proprietarie ed è possibile creare nuove iniziative. Il termine net

neutrality è stato coniato dal ricercatore americano Tim Wu (2003) della

Columbia University. Secondo Wu, la network neutrality è un principio di organizzazione della rete che segue l’idea per cui un network utile all’informazione pubblica deve aspirare a trattare tutti i contenuti, i siti e le piattaforme allo stesso modo. Questa definizione si ricollega in un certo senso ad una visione darwinista del mondo; infatti lasciando libera la competizione sulla rete, solo gli elementi migliori (siti, applicazioni, contenuti) verranno preservati. Un network di comunicazione come quello di Internet può essere visto come una piattaforma competitiva per i produttori di applicazioni. E-mail, il web, e applicazioni di streaming sono in una “battaglia” continua tra di loro per catturare l’attenzione dei consumatori finali (Wu 2003, p.146).

Il protocollo di utilizzo IP è stato creato per assecondare un principio end-to-end (ossia neutrale verso tutte le applicazioni), che rende la rete indifferente sia al mezzo di trasmissione fisico che le sottostà, che alle applicazioni che ci viaggiano sopra.

Il problema della net neutrality mette in rilievo in un certo senso il problema della dualità della rete, ossia il fatto che da un lato esistono dei provider privati che garantiscono l’utilizzo del servizio e che possono limitarne la diffusione e i servizi. E dall’altro ci sono i consumatori, produttori e gli abitanti della rete, che costruiscono e ricostruiscono in continuazione un mondo virtuale dal quale i problemi legati allo sviluppo delle infrastrutture e ai vincoli di accesso sembrano lontani. I sostenitori della net neutrality sono anche sostenitori di una politica di accesso libero, ossia sostengono che non debba essere permesso ai provider della rete di bloccare l’accesso ad alcuni servizi. Se questo fosse possibile infatti, si potrebbero creare delle integrazioni verticali tra i provider di rete e quelli di servizi che viaggiano su di essa che andrebbero contro la competizione e il benessere dei consumatori. Il discorso sulla qualità del trasporto dei dati che influenza la possibilità di usufruire di alcuni servizi per mezzo della rete, rendono il dibattito sulle funzionalità di internet e sulla sua neutralità ancora più ampio. Infatti, gran parte delle argomentazioni a favore della neutralità si articolano attorno alla scelta di una giusta regolamentazione che può essere imposta ai provider della rete per gestire in maniera ragionevole il traffico. Per alcuni servizi occorrono delle proprietà di trasmissione che non possono essere bloccate arbitrariamente dai provider.

La regolamentazione della rete quindi è un argomento complesso che ancora non ha trovato un’esatta risoluzione. Alcune regolamentazioni che potrebbero sembrare significative in alcuni momenti possono essere confutate da avanzamenti tecnologici o semplicemente dal cambiamento dei tempi. La Federal Communication Commition (FCC) si è espressa in numerosi documenti rispetto alla neutralità della rete e alla fine del 2010 ha approvato alcune regole in favore di questo principio. Anche la Commissione Europea si è espressa riguardo alla net

neutrality, avallando il principio che debba esserci libertà e neutralità all’interno

della rete. La definizione usata dalla Commissione per quanto riguarda la neutralità è che all’interno della rete venga promosso l’interesse dei cittadini europei, attraverso la promozione della capacità degli utilizzatori finali di avere accesso e distribuire informazioni, o di far funzionare applicazioni e servizi a loro scelta.

Come per la FCC, la Commissione Europea ha deciso di delegare alla competizione la capacità di portare il mercato ad un equilibrio, in cui solo i provider più efficienti in termini di gestione del traffico e neutrali rispetto a tutti i servizi saranno in grado di attirare gli utenti finali.

5 Criticità del mercato del broadband e dettaglio sugli interventi

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