3.2 Elezione e primo mandato 99
3.2.1 La crisi economica – short term intervention 100
Quando il presidente Obama ha iniziato il suo mandato, il 20 gennaio 2009, l’economia americana si stava contraendo ad un ritmo allarmante e il tasso di occupazione era in forte calo, con più di 700 mila occupati in meno ogni mese (ECP 2012, p.23). L’amministrazione ha immediatamente tentato di frenare il collasso economico, innanzitutto arginando la perdita di posti di lavoro e
50 La crisi di Lehman Brothers e la successiva chiusura della società per bancarotta è avvenuta verso la metà del 2008, causando un effetto critico a catena sulle altre banche finanziarie degli Stati Uniti, come Goldman Sachs, Morgan Stanley, e Merrill Lynch.
riportando molte persone all’impiego attraverso il Recovery and Reinvestment
Act, trasformato in legge il 17 febbraio del 2009. Gli obiettivi del piano,
espressamente elencati nel testo del documento, erano di: (1) preservare e creare posti di lavoro per promuovere il recupero del sistema economico, (2) assistere i soggetti vittima del peggior impatto dalla recessione, (3) fornire le risorse e gli investimenti per incoraggiare l’avanzamento tecnologico nella scienza e la salute, (4) investire nei trasporti e altre infrastrutture con la potenzialità di creare dei benefici economici nel lungo termine, infine, (5) stabilizzare i budget del governo federale e di quelli locali in modo da evitare la riduzione dell’ offerta di servizi essenziali e sfuggire incrementi controproducenti di tasse federali e locali.
Il totale dei fondi stanziati con questo provvedimento ammonta a circa 800 miliardi di dollari che sono stati dedicati in maniera definita a diversi settori ed attività del governo federale per raggiungere gli obiettivi elencati prima. Il sito internet recovery.gov riporta la suddivisione dei fondi per categorie di spesa, che ricadono essenzialmente in tre tipologie: tax benefits per un totale di 297, 8 miliardi di dollari, 244 miliardi per contratti, prestiti e donazioni; infine, circa 236 miliardi per sconti, agevolazioni e programmi di assistenza sanitaria e sociale. Per ogni categoria di spesa, il massimo dispendio di risorse è stato dedicato all’individuo e alle famiglie, piuttosto che alle imprese; infatti, sono stati spesi circa 132 miliardi di dollari per crediti fiscali alle persone, 91 miliardi in programmi di educazione e circa 94 miliardi per programmi sanitari come il Medicaid e Medicare.
Un altro degli obiettivi perseguiti dal piano è stato quello di ottenere il massimo livello di trasparenza e affidabilità nella spesa di governo; per questo tutte le informazioni rispetto ai progetti finanziati sono stati resi disponibili online, così come è stato reso possibile tracciare online l’avanzamento dei lavori e lo stato degli investimenti.
I commenti dell’opinione pubblica e dell’opposizione al governo sulla spesa effettuata attraverso il Recovery Act sono stati numerosi e non tutti allineati su di un giudizio positivo51; tuttavia, il processo di recupero delle attività economiche si
51 Alcuni commentatori hanno parlato del Recovery Act come di una manovra neo - keynesiana anticiclica che ha effetti solo nel breve termine per risollevare il ciclo economico, ma che scarsamente ha effetti sul trend di crescita del paese.
è iniziato a manifestare a partire dal secondo quadrimestre del 2009, durante il quale l’andamento del tasso di crescita del GDP è tornato ad essere positivo52.
Figura 1 Andamento del tasso di crescita del GDP53
A rimanere alto, nonostante gli sforzi e il cambiamento di tendenza dal sentiero recessivo, è stato il tasso di disoccupazione, elemento che rimane critico anche a chiusura del mandato di Obama e che ha minato per lungo tempo la certezza di una rielezione54. A sostegno dell’impegno di governo nel sanare la situazione relativa alla disoccupazione, nell’Economic Report del 2012 si dice che:
“[t]he 0.9 percentage point decline in the unemployment rate that occurred in 2011 is the largest in any calendar year since 1994. The pace of the recovery has varied across sectors of the economy, with those sectors most harmed by the financial crisis the slowest to recover. [...] job growth has been strong in industries such as education and health services (+717,000 jobs as of January 2012); trade, transportation, and utilities (+638,000 jobs); and manufacturing (+400,000), but is still weak in some sectors, notably construction (+43,000 jobs) and State and local government (- 456,000 jobs).” (p.166).
52 L’immagine riportata sotto evidenzia l’andamento del tasso di crescita del GDP tra il 2008 e il 2011 ed evidenzia il passaggio tra il trend negativo e la ripresa al termine del periodo di recessione a metà del 2009. L’immagine è stata presa dall’Economic Report of the President 2012 (p.39).
53 Fonte: Economic Report of the President 2012 (p. 39).
54 Anche l’immagine successiva è presa dall’Economic Report of the President 2012 e mostra l’andamento del tasso di disoccupazione che rimane durante tutto il 2011 ancora alto rispetto ai livelli passati.
Figura 2 Andamento del tasso di disoccupazione.55
Il report spiega anche che la velocità di recupero del tasso di occupazione è stata differente tra diversi gruppi demografici, con un netto svantaggio per le minoranze etniche (latini e ispanici) e gli afro-americani.
Tra le altre misure di breve termine messe in atto dal governo Obama, che hanno suscitato maggiori rumors, c’è sicuramente il piano di salvataggio per il settore dell’auto. Come visto nel capitolo precedente, l’intervento diretto del governo per gestire il passaggio di proprietà e sostituire il board amministrativo di GM e Chrysler è stato guidato soprattutto dalla necessità di arginare l’instabilità strutturale che sarebbe derivata dalla bancarotta definitiva dei due colossi. Stiglitz (2010) afferma che la paura era che ci sarebbe stato un effetto a cascata, poiché i fornitori di GM e Chrysler sarebbero andati in bancarotta, il tasso di disoccupazione sarebbe cresciuto in maniera esponenziale, e la crisi sarebbe peggiorata ulteriormente. Solo attraverso l’intervento nel settore dell’auto sono stati salvati più di un milione di posti di lavoro (fonte: barackobama.com) ed apparentemente si è riuscito ad invertire il trend decrescente di produzione.
Nel breve termine l’intervento è stato necessario anche per sostenere le piccole e medie imprese messe in difficoltà dalla crisi: 250 milioni di dollari sono stati stanziati dal governo federale per emettere prestiti che hanno aiutato gli small
business a coprire i debiti e i pagamenti dovuti e ad aumentare le garanzie nella
richiesta di prestiti a terzi56.
Obama, durante un incontro pubblico il 21 ottobre del 2009, ha dichiarato57:
“ [t]he problem is, our small businesses have been some of the hardest hit by this recession. [...] small businesses lost 2.4 million jobs. And because banks shrunk from lending in the midst of the financial crisis, it has been difficult for entrepreneurs to take out the loans they need to start a business. [...] And that’s why we made the Recovery Act focused on helping small business expand and create jobs. In it, we temporarily reduced or eliminated fees on SBA loans – loans that give small businesses more money to reinvest in their own futures. And we guaranteed some of these loans by up to 90 percent, which has given local banks and credit unions the confidence they need to lend”.
Infine, precedentemente all’inizio del mandato del presidente Obama, il governo americano sotto la guida di G.W. Bush aveva stanziato 700 miliardi di dollari attraverso il Troubled Asset Relief Program (TARP) per salvare le istituzioni finanziarie messe in ginocchio dalla crisi finanziaria. Obama ha ridotto i fondi del TARP a 475 miliardi di dollari attraverso il Dobb-Frank Wall Street Reform and
Consumer Protection Act, emanato dal Presidente Obama il 21 luglio 2010 di cui
si discuterà maggiormente nel prossimo paragrafo, a proposito degli interventi che proiettano l’effetto della propria azione nel medio/lungo periodo.
Concludendo questo paragrafo, si può affermare che l’intervento congiunturale per risollevare il sistema economico messo in difficoltà dalla crisi, è pesato di meno, sul piano teorico, nell’analisi che si può fare dell’operato del Presidente Obama durante il primo mandato. Infatti questo tipo di policy è stato giudicato, in maniera quasi unanime, imprescindibile e necessario.
56 Ci si riferisce nello specifico a fondi messi a disposizione per le piccole e medie imprese attraverso il Recovery and Reinvestment Plan e amministrati dalla Small Business Administration.
57 La citazione esatta del discorso di Obama è stata presa “Remarks by the President on Small Business Initiatives. October 21, 2009. Metropolitan Archives. Landover, Maryland”. Disponibile sul sito della White House all’inidirizzo: http://www.whitehouse.gov/the-press-office/remarks- president-small-business-initiatives-landover-md
Dunque, per valutare il cambiamento nella prospettiva d’intervento rispetto al sistema produttivo ed economico più in generale (come il titolo di questo capitolo suggerisce), occorre guardare alle riforme che vengono sintetizzate nel prossimo paragrafo. Alcune di queste, che avrebbero dovuto cambiare la regolamentazione e la governance del sistema, nel corso della loro formulazione e approvazione hanno dovuto subire delle chiare mitigazioni rispetto a quanto affermato in campagna elettorale. Tuttavia la storia non può essere giudicata nel breve termine e per capire il vero effetto riformatore delle riforme iniziative di Obama durante il suo primo mandato occorrerà aspettare qualche anno. Tra le policy che possono essere catalogate come “long-term effect policies” vanno sicuramente inserite la riforma sanitaria e quella del sistema finanziario. Inoltre, per capire la politica del presidente più nel dettaglio si cercherà di tracciare un quadro di riferimento degli interventi per le cosiddette energie verdi e degli interventi rivolti a diffondere un maggiore livello di equità all’interno della società americana.
A proposito di quest’ultimo punto, si crede che la politica obamiana di proteggere e promuovere un livello di istruzione più alto per tutti sia la perfetta espressione del credo del presidente di dover garantire alle prossime generazioni americane una società più aperta e più equa. Infine, le policy formulate per la diffusione e la sensibilizzazione all’utilizzo del broadband fanno parte del piano strategico di crescita sul lungo termine, immaginato e costruito dal presidente.