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5.3 Esternalità della rete 179

5.3.2 Criticità nella diffusione della rete 183

Si riassumono in questo paragrafo le criticità che si incontrano nella diffusione dei servizi di rete. Per criticità si intendono tutti quegli aspetti che possono rendere difficile la diffusione del servizio all’interno di un mercato che è configurato in maniera competitiva. Si tengono conto anche degli aspetti positivi che influenzano il consumo e l’offerta dei beni di rete per creare un bilanciamento e spiegare come effettivamente il mercato possa essere in grado di realizzare una condizione di equilibrio.

Nella tabella che segue, le criticità sono state raccolte in una matrice che le suddivide per aspetti positivi e negativi, relativi rispettivamente a domanda ed offerta.

Tabella 1: Criticità sviluppate dal sistema di offerta e di domanda della rete.

Criticità Positive Negative

Domanda -Esternalità di rete -Bene pubblico -Merit good -Fallimento informativo -Experience good Offerta

-Rapporto positivo tra telecomunicazioni e sviluppo economico/sociale/umano -Estrenalità di rete -Bene pubblico -Scarsa competitività -Mercati incompleti -Sussidi incrociati

-Immaterialità delle risorse

Iniziando dal lato della domanda, i consumatori finali sono incentivati al consumo dei beni di rete dalla presenza di esternalità, che, come si è detto, influiscono sul meccanismo di espansione della rete per mezzo delle aspettative e preferenze individuali e attraverso il grado di sviluppo della rete stessa. Le esternalità della domanda così considerate sono un aspetto positivo del mercato dei servizi di banda larga che rimane tuttavia critico, poiché si basa su attributi immateriali (aspettative e preferenze) di cui è difficile analizzare e valutare i processi di accumulazione e le dinamiche future.

Nel paragrafo precedente si è parlato di bene pubblico in riferimento alla rete, riferendosi a quegli aspetti che caratterizzano il consumo dei servizi di rete in condizioni di sottoutilizzo. I consumatori possono trarre vantaggio da questa situazione, avendo la possibilità di sfruttare in maniera collettiva i vantaggi offerti dai servizi di rete. Durante il capitolo 4 si è parlato degli aspetti più immateriali dei benefici portati dai servizi di rete: gli effetti sul capitale umano, fisico e sociale rendono il consumo dei beni di rete una risorsa competitiva per i territori e gli individui. Internet può essere interpretato quindi come un bene di merito97,                                                                                                                

97 Il concetto di bene di merito vale un approfondimento, in quanto la sua definizione combacia perfettamente con alcune caratteristiche della rete. Un bene di merito può essere definito come un elemento portatore di un valore sociale positivo che tuttavia può essere offerto in maniera limitata.

ossia il cui consumo deve essere incentivato da specifici interventi di policy che ne esaltano le caratteristiche positive a livello collettivo.

Dal punto di vista delle criticità negative associate al consumo dei servizi e beni di rete si evidenziano due fattispecie particolari che hanno entrambe a che fare con problemi di scarsità delle risorse. Si è detto infatti che in un mercato dall’assetto competitivo non sempre le infrastrutture vengono diffuse seguendo un principio di equità ed universalità dell’accesso; anzi, sarà facile incappare in delle situazioni in cui, per assenza di profitto, i fornitori della rete sono disincentivati ad investire in alcune aree. In questo caso, i consumatori finali si ritrovano scoperti dalla possibilità di potersi allacciare alla rete e rimangono esclusi dai benefici potenziali portati dai network. In aree in cui mancano anche dei punti di aggregazione della domanda, come internet point, biblioteche o aree di accesso pubbliche, i consumatori saranno anche privati della possibilità di apprezzare i benefici della rete, rimanendo quindi estranei a quanto sarebbe possibile realizzare in presenza di essa.

Per il lato dell’offerta esistono anche in questo caso aspetti positivi e negativi legati all’assetto competitivo del mercato. Innanzitutto anche i fornitori della rete beneficiano direttamente degli spillover prodotti dalla rete sullo sviluppo del territorio in cui investono. Ad esempio, il capitale umano che si forma in un’area in cui è diffuso l’utilizzo di Internet e di tecnologie avanzate della comunicazione avrà la possibilità di essere esposto ad una serie addizionale di input che avranno un effetto potenzialmente positivo sulla qualità. Gli stessi fornitori della rete, avendo bisogno di capitale umano altamente qualificato per la gestione e la ricerca e sviluppo di nuovi prodotti, appoggiandosi in aree dove è intensa la competizione e l’utilizzo dei media, saranno ulteriormente avvantaggiati.

                                                                                                                                                                                                                                                                                                                I limiti nella diffusione possono essere causati, come nel caso dei servizi di rete, da una scarsità dell’offerta, oppure dalla bassa consapevolezza della domanda rispetto ai benefici collettivi che possono essere realizzati attraverso il consumo del bene. La rete di banda larga, come infrastruttura strategica di sviluppo è quindi un bene di merito, il cui consumo deve essere incoraggiato dallo stato attraverso una serie di azioni di diverso carattere. “Società dell’informazione” o “cittadini digitali” sono espressioni che riassumono lo sforzo contemporaneo di numerosi governi (tra cui Inghilterra e Stati Uniti) di promuovere un nuovo paradigma evolutivo della società basato sullo scambio delle informazioni e la circolazione di messaggi digitali che implicitamente promuove la diffusione delle reti di telecomunicazione.

Per quanto riguarda gli aspetti negativi, sono stati già discussi nei paragrafi precedenti e vengono qui riassunti. Le esternalità di rete, se da un lato hanno un effetto positivo sulla capacità di espansione delle infrastrutture, dall’altro creano un livello di benefici marginali collettivi, più alto di quello per i privati, che inevitabilmente determina un fallimento all’interno del mercato. Le imprese infatti sono disincentivate ad investire e il livello di diffusione della rete rischia di rimanere al di sotto del livello che sarebbe collettivamente ottimale. Le caratteristiche della rete che la identificano con un bene pubblico creano l’incapacità da parte dei fornitori di avere il pieno controllo sul flusso di contatti e il traffico generato, che in fondo significa l’impossibilità di sottoporre tutti gli utenti al pagamento di un prezzo.

Le caratteristiche della domanda, come si è accennato, influiscono pesantemente sulla distribuzione dei servizi; molti mercati risultano non competitivi perché la maggior parte della domanda è stata assorbita dal fornitore pre-esistente sul mercato. Nei casi in cui la quota degli utenti scoperta o disposti a cambiare servizio è piccola, l’ingresso da parte di nuovi soggetti non sarà dunque facilmente realizzabile.

Infine, le aree più marginali della rete possono costituire un costo eccessivo per fornitori di piccole e medie dimensioni. Questi soggetti infatti non saranno in grado di affrontare gli investimenti sufficienti a coprire tutta la domanda, non avendo la capacità di sostenerne la spesa. In queste situazioni, solo un fornitore con una massa critica sufficientemente elevata può permettersi di entrare nel mercato, anche attraverso il meccanismo di sussidi incrociati98che costituiscono una pratica scorretta in ambito di libero mercato.