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Il difficile equilibrio tra l’autorità zarista e la Chiesa greco-cattolica di Cholm (1831-1863)

3.2. La diocesi di Cholm

3.2.1. Dalle origini fino alle spartizioni della Polonia-Lituania

La presenza sul territorio della regione di Cholm di un‘organizzazione ecclesiastica stabile va fatta risalire agli anni successivi alla conquista di Vladimir il Santo delle cosiddette červenskie

goroda, avvenuta nel 981. Sembra che durante il IX sec. il territorio rientrasse sotto la

giurisdizione della diocesi latina di Olomouc. A sostegno di quest‘affermazione, tuttavia, non ci sono prove concrete.

Nell‘anno 992, secondo la tradizione, fu eretta la diocesi di Vladimir in Volinia, la quale avrebbe abbracciato un vasto territorio comprendente le regioni di Volinia, Polesie, Podlachia, e le già menzionate červenskie goroda, gruppo di città così definite dal nome del centro più importante attorno a cui orbitavano, vale a dire Červen‘: Galič (Halicz), Peremysl‘ (Przemyśl), Belz (Bełz) e, più tardi, Leopoli. Più probabile appare la teoria per cui la prima diocesi in Volinia sarebbe apparsa negli anni 1086-1091, già all‘epoca in cui il principato di Volinia (o Vladimir, più tardi noto come principato di Galič e Vladimir) stava entrando in crisi. La riorganizzazione del principato, e in seguito, della diocesi avvenne durante il regno di Roman Mstislavovič e, soprattutto, del figlio Daniil, della dinastia dei Rjurikoviči.

Un‘ulteriore organizzazione territoriale della Chiesa ortodossa in questa regione si può individuare con ogni probabilità nel terzo decennio del XIII sec, quando Daniil Romanovič eresse la diocesi di Ugrovsk, staccandola da quella di Vladimir in Volinia. Nel 1236, probabilmente in seguito all‘offensiva verso i territori della Rus‘ da parte dell‘Orda d‘Oro, Daniil trasferì la sede vescovile da Ugrovsk a Cholm, che fu da lui scelta come capitale del Principato di Galizia52. Rispetto a Ugrovsk, Cholm, dove già era presente un modesto insediamento con fortificazione annessa, garantiva una maggiore difendibilità, in virtù della sua posizione sopraelevata, su di un‘altura – da cui, peraltro, derivava la denominazione, in slavo ecclesiastico, di ―Cholm‖ – e quindi strategicamente favorevole.

Qui Daniil fece costruire una cattedrale, dedicata a San Giovanni Crisostomo, la quale, dopo un incendio nel 1255, fu sostituita da un‘altra cattedrale, questa volta consacrata alla Madre di Dio. La città avrebbe resistito all‘assedio mongolo del 1259 e sarebbe divenuta il maggiore centro politico e religioso della Rus‘ occidentale.

52 Su vari aspetti della terra e della diocesi di Cholm nel periodo precedente alle spartizioni si veda: A. GIL, Prawosławna eparchia chełmska do 1596 roku, Lublin-Chełm, Archiwum Chełmskie, 1999; IDEM, Chełmska diecezja unicka 1596-1810. Dzieje i organizacja, Lublin, Instytut Europy Środkowo-wschodniej, 2002; I. SKOCZYLAS, Sobory eparchii chełmskiej XVII wieku. Program religijny Slavia Unita w Rzeczypospolitej, Lublin, Instytut Europy Środkowo-wschodniej, 2008; W. BOBRYK, Duchowieństwo unickiej diecezji chełmskiej w XVIII wieku, Lublin, Instytut Europy Środkowo-wschodniej, 2005. Sulla storia medievale della regione e della città di Cholm si veda: E. BANASIEWICZ-SZYKUŁA (a cura di), Badania archeologiczne o początkach i historii Chełma, Lublin 2002; B. CZOPEK, Nazwy miejscowe dawnej ziemi Chełmskiej i Bełskiej (w granicach dzisiejszego Państwa Polskiego), Wrocław-Warszawa-Kraków-Gdańsk-Łódź 1988.

98 A metà del XIII sec. la diocesi di Cholm entrò nell‘orbita degli interessi cattolici romani; i tentativi di attrarre Daniil al Cattolicesimo non portarono tuttavia ad esiti duraturi. Soltanto nel 1253 sembrò che l‘Unione con la diocesi ortodossa di Cholm potesse realizzarsi. Daniil propose un‘alleanza al pontefice in funzione antimongola: Innocenzo IV accettò, conferendo la corona reale a Daniil, ma in cambio esigette l‘Unione con la Chiesa cattolica. L‘Unione, tuttavia, non entrò mai in vigore, a causa di molteplici fattori, tra cui: il mancato sostegno militare di fronte alla minaccia mongola e la netta contrarietà all‘eventualità dell‘Unione da parte della metropolia kieviana.

Dopo la morte di Daniil, avvenuta nel 1264, iniziò per Cholm un lungo periodo di declino. Maggior peso acquisirono altri centri urbani, tra cui Leopoli, Lublino, o anche altre città della regione di Cholm, quali Krasnystaw e Hrubieszów. Cholm mantenne in ogni caso la sede della diocesi. Durante il regno del nipote di Daniil, Jurij I, la diocesi entrò a far parte della nuova metropolia di Galič, la quale tuttavia ebbe vita breve, fino al 1347, dopodiché rientrò nuovamente sotto la giurisdizione di Kiev. Nel 1371, su iniziativa di Casimiro il Grande, la metropolia fu ristabilita per breve tempo, ma ben presto si trovò nuovamente inserita nell‘orbita di Kiev a cavallo tra il XIV e il XV sec. Con questo provvedimento il re polacco intendeva sottomettere interamente la Chiesa ortodossa allo Stato, garantendone tuttavia l‘esistenza.

Tra la fine del XIV e l‘inizio del XV sec. fu creata la metropolia cattolica di Galič, di cui entrò a far parte anche la neocostituita diocesi cattolica di Cholm. La creazione della diocesi nella regione di Cholm favorì anche la colonizzazione di quei territori con l‘elemento etnico polacco; nondimeno, già allora parte della nobiltà locale si convertì alla fede cattolica.

Con la morte dell‘ultimo sovrano della Rus‘ occidentale, Jurij II Boleslav (Bolesław-Jerzy Trojdenowicz), e in seguito all‘avanzata verso est del Regno di Polonia, la regione venne a trovarsi entro i confini dapprima lituani (nel 1354-1362), quindi della Corona polacca. Il territorio della diocesi fu suddiviso nel 1388 in base all‘accordo tra Jagiełło e il principe di Masovia Siemowit IV. A quest‘ultimo spettarono alcuni terreni della riva destra del Bug, sulla cui base sorse più tardi il principato di Bełz, dal 1462 annesso alla Corona polacca. Durante il regno di Jagiełło la Chiesa ortodossa di Cholm attraversò un periodo travagliato, in ragione del crescente peso che la Chiesa latina andò guadagnando in seguito al battesimo del sovrano. È bene ricordare a questo proposito che sotto la dominazione dei principi della Rus‘, la Chiesa ortodossa godeva di un indiscusso primato, essendo ufficialmente religione di stato (i sovrani dovevano essere ortodossi o quantomeno convertirsi all‘Ortodossia per poter governare). Con l‘inserimento nell‘orbita lituano-polacca, la situazione si capovolse. Sotto Ladislao III Jagiellończyk, nel 1443, l‘Ortodossia in verità ottenne la parificazione dei diritti con la Chiesa cattolica, nello spirito del concilio di Ferrara-Firenze. Il privilegio, benché venisse più volte confermato, in seguito non fu mai applicato, probabilmente in ragione della mancata Unione tra le Chiese.

La fine del XV e l‘inizio del XVI sec. costituirono per Cholm un periodo estremamente cruciale53. La diocesi fu sottoposta a sempre più frequenti restrizioni da parte dell‘autorità polacca e del clero latino, dall‘obbligo di pagare le decime alla Chiesa cattolica, fino alla limitazione della rappresentanza nell‘autogoverno locale. La costruzione di chiese e la designazione del clero dipendevano dal proprietario terriero locale, solitamente polacco e cattolico, più raramente protestante.

Intorno al 1540 furono riuniti in un‘unica diocesi i vescovadi di Cholm e di Bełz; i confini della diocesi si definirono ulteriormente negli anni ‗60 e ‗70 del XVI sec., in seguito all‘inserimento del vicariato di Biłgoraj, situato a sud di Cholm, al confine con la diocesi di Peremysl‘.

99 La situazione dell‘Ortodossia in questa regione subì pesanti variazioni in concomitanza con l‘estinzione della dinastia degli Jagelloni e le modifiche, anche territoriali, che lo Stato polacco subì. È da segnalare soprattutto l‘annessione alla Corona polacca della Podlachia e della Volinia, situate a nord e ad est della regione di Cholm, fatto che influì significativamente sui successivi sviluppi della diocesi.

Il XVI sec. fu un secolo di crisi, anzitutto per il clero ortodosso delle regioni occidentali della Polonia, in balia di influenze cattoliche e protestanti. Fu in questo clima che fiorì l‘attività del laicato ortodosso, che iniziò a riunirsi in sempre più numerose confraternite (bratstva), grazie anche all‘appoggio di magnati, quali Vasilij Ostrogskij, voivoda di Kiev, colui che promosse la traduzione della Bibbia, cosiddetta ―di Ostrog‖. Le confraternite nacquero sul modello cattolico, e nella diocesi di Cholm erano presenti a Lublino (dal 1588), Krasnystav (dal 1589) e a Zamostia (dal 1604, localizzata presso la chiesa di San Nicola a Zamość, fu l‘ultima realtà a rimanere in seno all‘Ortodossia; aderì all‘Unione soltanto all‘inizio del XVIII sec.). Stante la crisi della gerarchia ortodossa, le confraternite, molte delle quali erano dotate del privilegio di stavropigija, che le sottraeva alla giurisdizione locale e le faceva dipendere direttamente dal patriarca di Costantinopoli, godevano di maggiore autorità dei vescovi stessi. Nella letteratura russa successiva al 1875 esse sarebbero state indicate come testimonianza della vitalità dell‘Ortodossia in questa regione, e avrebbero costituito il modello per la nascita della confraternita della Madre di Dio di Cholm, istituzione creata allo scopo di promuovere e diffondere l‘Ortodossia tra i fedeli ex-uniati.

Nel 1595 il vescovo di Cholm, Dionizij Zbirujskij, fu tra i firmatari dell‘atto che sancì l‘Unione di Brest assieme ai vescovi di Vladimir, Luck, Polock e Pinsk. La diocesi di Cholm, con i suoi 22mila km² era la più piccola per estensione territoriale tra le diocesi neo greco- cattoliche. Essa comprendeva la regione di Cholm propriamente detta, parte dei voivodati ruteni di Bełz, e di Volinia, e alcune parrocchie situate all‘estremità orientale del voivodato di Lublino. È importante notare fin d‘ora che la suddivisione in decanati della diocesi di Cholm, al momento della stipula dell‘Unione, così come avvenne del resto per le altre diocesi greco- cattoliche, fu realizzata in base ai già esistenti confini delle proprietà terriere nobiliari e magnatizie polacche, fatto che creò da subito uno stretto legame di dipendenza tra il clero greco-cattolico e la nobiltà locale, che aderì massicciamente all‘Unione e poco più tardi al Cattolicesimo.

Durante il regno di Zygmunt III Vaza la sede episcopale di Cholm vide la compresenza di un vescovo unito a Roma e di un vescovo ortodosso. Dopo la crisi della metà del XVII sec., quando l‘opposizione cosacca e la guerra russo-polacca sembrarono poter impedire un consolidamento dell‘Unione, la Chiesa greco-cattolica consolidò la sua posizione e, fino al 1875, Cholm sarebbe stata retta esclusivamente da prelati cattolici di rito orientale.

Fino agli anni ‗60 e ‗70 del XVII sec. coesistettero nella diocesi di Cholm due diocesi di rito orientale: l‘elemento ortodosso, rientrante sotto la giurisdizione del vescovo ortodosso di Leopoli, era presente in confraternite, monasteri, ospedali e scuole.

La presenza di Ortodossi iniziò a diradarsi già negli anni ‘80 e ‘90 del XVII sec., e riguardò anzitutto il ceto medio della popolazione, quello che aveva reso possibile la resistenza all‘Unione un secolo prima, ma anche i contadini. Anche gli ultimi baluardi dell‘Ortodossia scomparvero definitivamente nei primi anni del XVIII sec., in concomitanza con l‘adesione all‘Unione delle vicine diocesi di Peremysl‘, Leopoli e Luck54

. Già durante il XVII sec. la Chiesa uniate gettò profonde radici nella diocesi di Cholm, grazie in particolare ai vescovi Metody Terlecki e Jakub Susza. È importante segnalare l‘attività di quest‘ultimo, in ragione della rivalutazione che conobbe, in ambienti ortodossi, nel periodo successivo alla

100 liquidazione dell‘Unione nel 1875. Susza55

, infatti, benché dignitario uniate, salvaguardò il rito ortodosso, permettendo alla Chiesa locale di conservare, almeno fino a Zamostia, le peculiarità liturgiche orientali.

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