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Il denaro in famiglia: alcune riflessioni emerse da uno studio italiano

4.1 DIMENSIONI MATERIALI E RELAZIONI FAMILIARI

4.1.4 Il denaro in famiglia: alcune riflessioni emerse da uno studio italiano

Sulla base dall’approccio di studio delle tipologie di gestione del denaro messo a punto nelle ricerche anglosassoni da Pahl (1989, 2004), il gruppo di ricerca italiano

66 L’indagine Sceli è stata condotta nel 1994 dai ricercatori Pahl e Vogler: tale studio ha consentito per la

prima volta di discutere il tema della gestione del denaro per l’Inghilterra facendo riferimento ad un campione di 1211 coppie, con entrambi i partner intervistati.

coordinato dalla sociologa Facchini ha proposto un percorso di analisi nel nostro paese avente l’obiettivo di coglierne le specificità e peculiarità (Facchini 2004).

Nonostante i limiti connessi alla confrontabilità dei risultati tra la ricerca compiuta da Pahl in contesto anglosassone e quella italiana, stante alcune diversità metodologiche e del disegno della ricerca, si può comunque affermare come le famiglie italiane per il 76% dei casi fanno riferimento al fondo comune.

Esse risultano in netta crescita e ciò appare decisamente superiore a ciò che invece avviene in altri Paesi, come ad esempio l’Inghilterra ove il sistema a fondo comune non supera il 50% (Gambardella 2004). In questo Paese, infatti, si evidenzia una crescita netta del salario completo e una drastica riduzione della forma più asimmetrica di gestione del denaro della famiglia: l’assegnazione periodica. Nel caso inglese, il rapporto tra salario completo femminile e maschile appare nettamente sbilanciato a favore di quello femminile, mentre in Italia l’incidenza di questi tipi è in leggera crescita.

Un aspetto sul quale merita di porre l’attenzione, riguarda la diffusione della gestione indipendente rilevata nella ricerca CoFin 2004, che contrasta fortemente con quanto registrato nell’indagine Sceli (Pahl 1989), che esclude questo sistema in quanto non supera la soglia del 25% (Gambardella 2008). Secondo la studiosa anglosassone, la sparizione della gestione indipendente si connette al fatto che la maggior partecipazione femminile al lavoro aumenta sì l’autonomia finanziaria delle donne, ma porta come risultato uno slittamento verso l’area della condivisione piuttosto che verso quello dell’indipendenza.

Al contrario del caso inglese, una spiegazione dell’aumento della gestione indipendente nel nostro Paese, viene correlato all’emersione di un’area di resistenza (femminile) a confondere e mettere in comune i redditi personali. Tali scelte però sembrano realizzarsi allorquando si trovino alcune condizioni

Secondo quanto emerso nella ricerca CoFin 2004, la scelta della gestione si associa alla durata della convivenza, per cui le coppie più giovani aderiscono maggiormente alla gestione indipendente, pari al 16% delle coppie che convivono da massimo dieci anni, con un’incidenza complessiva pari a sei volte quella che si registra nei matrimoni lunghi, nei quali si predilige in particolare il salario completo femminile (Gambardella 2008).

Altra variabile che incide nella scelta della gestione delle risorse, riguarda la numerosità e composizione della famiglia: nelle famiglie di due componenti e nelle coppie senza figli la gestione indipendente fa rilevare le incidenze più elevate (Gambardella 2008). Tale assunto

conferma come la presenza dei figli induce i componenti la coppia a scegliere maggiormente forme di condivisione del denaro.

Il modello di gestione indipendente del denaro si riduce in maniera drastica nelle famiglie composte da persone anziane, a vantaggio del salario completo femminile, confermando così una relazione tra gestione del denaro e generazione di appartenenza nonché il fatto che la gestione utilizzata dalla coppia si modifica nel corso di vita familiare, passando da una prima fase in cui si salvaguardia di più l’autonomia verso un progressivo passaggio verso forme di condivisione, per giungere al momento in cui uno dei partner assume su di sé tale responsabilità (Gambardella 2008).

Un altro aspetto centrale e determinante il modello di gestione delle risorse ha a che vedere con l’ammontare complessivo del reddito familiare e con il numero di redditi presenti in famiglia. E’ stato confermato dalle varie ricerche (Pahl 1989; Facchini 2004), come in famiglie con redditi più alti e in famiglie con doppio reddito si rilevano maggiori preferenze per il fondo comune e per la gestione indipendente, mentre in famiglie monoreddito e con redditi complessivi più bassi si predilige il salario completo, specie femminile, per via dell’attitudine delle donne, specie se casalinghe, a farsi carico del lavoro di budgeting.

Queste considerazioni confermano come le caratteristiche strutturali che ricostruiscono il profilo dei partner quali età, istruzione, condizione occupazionale e professione, giocano un ruolo cruciale nella scelta di gestione delle risorse.

La variabile di genere e il livello di istruzione appaino cruciali: le caratteristiche femminili connesse all’istruzione e professione svolgono un ruolo trainante e determinante in tali scelte: “quando è il partner maschile ad essere il più istruito cresce il salario completo maschile, mentre quando il soggetto più istruito nella coppia è una donna, aumenta (di poco) la gestione a fondo comune e soprattutto quella indipendente” (Gambardella 2008, 183). Ciò può trovare una conferma nel fatto che laddove la coppia abbia aderito ad una gestione centrata sul ruolo maschile e di esclusione del femminile, vi sia da parte delle donne una consapevolezza di una maggiore capacità e competenza del partner nelle questioni connesse agli affari.

Al contrario, in presenza di un più elevato livello di istruzione delle donne, quest’ultime tendono a spingere verso modelli di gestione meno personalizzati, confermandosi l’effettivo motore dell’innovazione paritaria nella coppia in materia di denaro.

In particolare l’istruzione, al di là del genere, rappresenta un fattore cruciale, “il cui effetto non investe tanto la gestione a fondo comune quanto invece l’opzione tra gestioni individualizzate (maschili e femminili) e la gestione indipendente, confermando appieno la relazione tra bassa scolarità e gestione individualizzate e tra alta scolarità e gestione indipendente. L’effetto del genere del partner è decisamente più evidente nella scelta della gestione indipendente, che nel complesso viene preferita dal 16% delle laureate e dal 12% dei laureati” (Gambardella 2008, 183).

Alla luce di quanto emerso nella ricerca CoFin 2004, si può riassumere come la gestione indipendente del denaro sia particolarmente scelta tra le coppie giovani e senza figli, nelle quali entrambi i partner hanno un titolo di studi alto e redditi di pare ammontare. In queste coppie si ritrova un modello relativamente più paritario anche rispetto alla divisione del carico domestico.

In generale si può cogliere come nei modelli di gestione del denaro stiano accadendo cambiamenti significativi, che possono essere collegati a tendenze culturali più estese connesse ai processi di individualizzazione delle biografie, secondo cui i membri della coppia anelano a sempre maggiori aree di libertà e autonomia rispetto al partner, modificando in questo senso le logiche di potere tra i generi, tradizionalmente previste entro le mura domestiche.