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L’organizzazione della vita quotidiana

6.1 I CONTENUTI DELLE INTERVISTE

6.1.6 L’organizzazione della vita quotidiana

L’organizzazione dei compiti domestici è forse l’area tematica nella quale si sono rilevate le maggiori differenza di percezione e di vissuti tra uomini e donne entro i singoli nuclei familiari, mentre si assiste ad una omogeneità nella distribuzione dei compiti a livello trasversale dei nuclei familiari. Sebbene entrambi valorizzano una generale armonia su questo tema, vi è però una tendenza a sovrastimare il proprio contributo rispetto a quello del partner, o a percepire un’idea di equità nella distribuzione che nei fatti pare non verificarsi. Soprattutto gli uomini hanno manifestato la tendenza ad enfatizzare la collaborazione alla pari, mentre le donne sono portate a ridimensionarne l’entità del contributo del partner.

Un intervistato racconta:

“io ho vissuto parecchi anni da solo per cui sono abbastanza abituato a fare le faccende di casa, anche se non sono amante della casa, ma c’è una discreta armonia e parità nella gestione degli spazi o dei compiti, c’è qualcosa di specifico che fa lei come stirare, poi io mi occupo più di un pezzetto di orto che abbiamo qui vicino” (50,10,M,S).

La partner al proposito, invece, argomenta diversamente:

“…non ci sono schemi precisi, secondo me non c’è un’organizzazione fissa, magari sarebbe meglio però le cose schematiche a me non piacciono mi stressano, però a me dà fastidio il disordine, a me piace arrivare a casa e trovare tutto sistemato. Abbiamo tre camere, due bagni, un salotto, è grandina. Mi aiutano anche i figli di lui nei lavori, hanno una modalità diversa di fare le cose, sono maschi e non si può pretendere la perfezione..quindi alla fine tendo a gestire io la pulizia della casa…però quando sono andata in ospedale e son tornata e loro avevano messo tutto apposto, poi mi incazzo se lascia le scarpe in giro, poi penso ma sarà questa la cosa che con il passare degli anni non lo sopporto più.. però anche i ragazzi mi danno una mano, a volte gli viene spontaneo magari preparare il pranzo, magari mi mettono sotto sopra la cucina però dai già che si mettono lì a fare è piccolo e io lo lascio fare perché è positivo ma poi a volte c’è il momento in cui gli devi dire come si fa ma non sempre..[…]” (50,9,F,S).

Nella descrizione si coglie una distribuzione tutt’altro che equa dei compiti domestici, in quanto una buona quota di responsabilità e di esecuzione dei compiti domestici sono in capo alla partner. Va comunque precisato, che in questo caso si tratta di una coppia nella quale, alla data dell’intervista, trovava la partner non occupata, in quanto in congedo per maternità.

In effetti si è notato dalle narrazioni che, quando entrambi i partner sono occupati a tempo pieno, l’impiego domestico femminile si riduce sensibilmente e si gravita verso forme di maggiore condivisione, anche se il ruolo e le funzioni femminili rimangono maggioritarie.

Un altro dato interessante riguarda la tendenza degli uomini ad individuare dei compiti specifici di cui si occupano in casa, mentre le donne esprimono di avere la responsabilità di pensiero e di esecuzione rispetto all’intera organizzazione domestica, confermando, in alcune coppie, la persistenza di uno stereotipo di genere che vede la donna, colei che è in grado di compiere la cura domestica e di occuparsi dell’accudimento dei suoi membri.

Un intervistato ci descrive:

“io mi occupo delle pulizie esterne, poi se c’è da stirare stiro, se c’è da fare la lavastoviglie la faccio..per il resto si occupa tutto mia moglie..” (40,8,M,C).

La partner invece ci espone la situazione come segue:

“io lavoro a turni perciò ho tempo o la mattina o il pomeriggio, io faccio la spesa, lui sta furori quasi tutta la giornata, quindi faccio quasi tutto io, però se il fine settimana sono a lavoro fa lui, ma in genere sono io ad occuparmi di tutto, lui ha il compito di cucinare perché gli piace ed è bravo, la spesa la facciamo assieme il sabato o la domenica” (40,7,F,C).

E’ utile fermare l’attenzione sulle differenze di percezione tra i generi su questo tema. La questione dell’organizzazione dei compiti domestici pare essere vissuta dagli stessi intervistati come una dimensione particolarmente delicata, la quale unitamente alla gestione del denaro, va a toccare le dinamiche di potere entro la coppia. La consapevolezza di avere visioni divergenti su quest’area è espressamente dichiarata all’interno di una coppia, segno di come probabilmente tale tema rappresenta un oggetto di confronto piuttosto presente:

“è interessante confrontare cosa dico io dal mio compagno […]…so già che ci sono proprio delle percezioni diverse..[…]..allora ehem allora appunto lavoriamo tutti e due, io in questo momento sono quella che ha il lavoro più, come dire, impegnativo dal punto di vista degli orari perché i miei orari sono veramente imprevedibili e quindi io più o meno so quando esco, non so mai bene quando rientro e quindi questa è già una caratteristica eee bah.. personalmente ritengo di avere la maggior parte del peso dei lavori domestici io, nel senso che.. va beh un po’ perché ero anche abituata, probabilmente da prima soprattutto quando.. prima quando ero sposata, ma poi anche quando ho vissuto da sola, ad avere come dire un’impostazione organizzativa di un certo tipo, nel senso lavoro però comunque mi occupo delle cose e questo probabilmente me lo son portato dietro e quindi anche la conseguenza dopo (ride) è che un po’ uno se le cerca queste cose va beh comunque…sento di essere io ad occuparmi di fare andare avanti le cose di casa” (20,3,F,S).

Il partner invece spiega quanto segue:

“Per quanto riguarda pulire e stirare c’è una signora che viene una volta alla settimana poi le pulizie minute veloci e pratiche dovremmo dividerle poi in realtà, il mio standard è più alto rispetto a quello di Anna, io considero lo sport più importante quindi finisce sempre lei a fare queste cose ma la maggior parte delle volte cucino io, a pranzo siamo tutti fuori casa, i bambini sono in mensa e noi mangiamo fuori poi la sera cucino praticamente sempre io..diciamo che io me la cavo a fare le cose..”

Le dichiarazioni portate dentro questa coppia non trovano una coincidenza: da parte della partner vi è la tendenza a centrare su di sé la funzione del prendersi cura dei compiti domestici, mentre il compagno, sebbene non dichiari un proprio ruolo diretto, racconta della scelta di avere del personale di supporto in questo senso.

In generale, si può ipotizzare che, a fianco alle dichiarazioni di desiderio di una certa simmetria rispetto alla gestione del potere e dei compiti domestici, espresse dalle donne nei confronti del partner, nella realtà esse tendano ad occuparsi dell’organizzazione della casa secondo le linee tradizionalmente previste nella divisione dei ruoli tra maschile e femminile. Ne risulta, inoltre, che non vi sia una piena conferma dell’ipotesi che esista una relazione positiva tra la collaborazione nei lavori domestici e una gestione economico- finanziaria parzialmente o completamente indipendente da parte delle donne. Ne discende quindi che la disponibilità di risorse da parte delle donne, in termini di istruzione, professione, contributo al reddito familiare, non sia la condizione sufficiente ed indispensabile per un maggiore coinvolgimento dei partner maschili nelle responsabilità familiari.

Ciò che in queste coppie si rileva come caratteristica peculiare, che può favorire un bilanciamento dei carichi nell’organizzazione domestica, riguarda le esperienze di vita da single post separazione e divorzio, in particolare per gli uomini.

In più occasioni, il partner maschio ha evidenziato come il periodo successivo alla separazione coniugale lo ha visto attivo nei compiti di cura domestica, avendo in questo senso acquisito delle autonomie e delle abilità, che non possedeva durante il matrimonio:

“quando ero sposato..devo ammettere che mia moglie si occupava di tutto…quando ci siamo lasciati..io non ho voluto tornare dai miei genitori…mi sono preso casa in affitto…non avevo molti soldi per pagare anche la donna delle pulizie..quindi mi sono arrangiato…e ho fatto cose che prima non facevo…quindi ora mi porto questa esperienza..per me ..stirare è abbastanza normale…anche se, decide di farlo la mia compagna..le sono grato..anche perché da quando viviamo insieme…ci sono le sue figlie…il lavoro a casa è aumentato” (80,16,M,C).

In due soli nuclei abbiamo una descrizione piuttosto vicina tra i partner, e orientata verso logiche di scambio e redistribuzione piuttosto eque:

“Beh lui mi da una grossa mano devo dire a parte in questi 15 giorni che aveva si questo problema nei piedi […], quindi mi ha lasciato un po’ in panne proprio in questo periodo qua ma non per colpa sua perché purtroppo però lui è molto operativo è una persona che non è che sta li a guardare che tu fai […], È una persona che interviene e dice bene adesso tu fai questo io faccio quell’altro Abbiamo una divisione elastica nel senso che quello che faccio io lo può fare lui e quello che..e viceversa tranne i lavori molto pesanti che ovviamente li fa solo lui.. montare smontare cose così… Però non è che lui precluda […]. La possibilità di lavar per terra piuttosto che passare l’aspirapolvere piuttosto che andare a far la spesa cioè noi..è una persona molto bella da questo punto di vista perché ha una dualità equilibrata tra maschile e femminile, questa è una cosa che di lui mi piace tanto” (10,1,F,C).

“metà a testa, chi esce la mattina per ultimo dovrebbe lavar per terra, quando ci sono le bambine me ne occupo io, a periodi io mi occupo del bagno lei della camera, lei cucina io lavo i piatti, ci siamo dati delle regole anche se la pratica è sempre un’altra cosa, di solito lei cucina io stiro lei lava i piatti” (30,6,M,S).

Confrontando le varie interviste su questo tema, si può comunque affermare che fattori come la minor presenza in attività lavorativa dei partner, l’età piuttosto avanzate e la struttura di ricomposizione senza la convivenza dei figli naturali e acquisiti, orientano la coppia verso una maggiore condivisione del lavoro familiare.

Va aggiunto, infine, che laddove non vi sia una piena soddisfazione sulle scelte operate in quest’area, essa rappresenta una dimensione della vita familiare, nei confronti della quale si possono potenzialmente sviluppare sacche di ampio conflitto, poiché influiscono in modo decisivo sia a livello pratico (disponibilità di tempo per sé) che simbolico (distribuzione del potere e delle dinamiche di dipendenza e autonomia nei ruoli familiari), con conseguenze determinanti sui livelli di coesione e/o conflitto entro la coppia.