6.1 I CONTENUTI DELLE INTERVISTE
6.1.5 L’abitazione
Per quanto riguarda questo tema, va detto che in sei nuclei il partner maschile risulta proprietario o intestatario dell’abitazione: nello specifico in un caso si tratta di alloggio in affitto, mentre nei restanti cinque casi, si tratta di proprietà.
Un intervistato precisa che l’abitazione della nuova famiglia è stata intestata al proprio padre, a causa dei problemi giudiziari legati alla complessa vicenda separativa dall’ex moglie, che si è giocata in modo forte entro il contenzioso economico:
“mio padre risulta l’intestatario della casa e del mutuo…e io pago a lui una specie di affitto che serve a mio padre per pagare le spese del mutuo ma è come se la casa fosse mia…è brutto da dire ma ho dovuto fare questo escamotage perché la mia ex moglie avrebbe voluto portarmi via tutto…per fortuna la mia famiglia mi ha aiutato…io ho fatto tutto ciò per il bene delle bambine…la casa resterà a loro..” (30,6,M,S).
Una sola donna risulta proprietaria dell’alloggio occupato attualmente dalla nuova famiglia, mentre un’altra è intestataria del contratto di locazione.
In tutte le situazioni di proprietà dell’alloggio, gli intervistato hanno segnalato come essa rappresenti un investimento prioritario, una destinazione privilegiata del patrimonio e del risparmio. In questo senso, ciò che è apparso curioso riguarda il fatto che viene dato meno centralità alla casa come funzionale all’economia e alle esigenze della famiglia neo costituita, quanto i sacrifici legati ai costi che ne derivano, rappresentano un investimento per il benessere futuro dei propri figli.
In particolare, la voce dei padri segnala di favorire il “fare sacrifici” per pagare il mutuo, anche a pena di ridurre il versamento del mantenimento all’ex partner. Sembra si possa ipotizzare che tali scelte siano la conseguenza di un bisogno di chiudere con la precedente unione, nel senso che il denaro fornito all’ex partner tiene attivo un legame, che invece pare necessario recidere, oltre al fatto che dietro al mantenimento vi è la percezione di mantenere la partner oltre al figlio. Al contrario usare i risparmi per un investimento concreto, è sostenuto dall’idea che solo di questo vi sarà certezza di essere destinato e usufruito dai figli.
Un intervistato ci descrive:
“…con la separazione ho liquidato la parte di proprietà della mia ex..e mi sono tenuto la casa…io mi occupo di pagare il mutuo…e la mia compagna contribuisce per le bollette…ho avuto spese enormi ma ho preferito fare questi sforzi purché la casa restasse a me…beh devo dire che ci vogliono tanti e tanti soldi per separarsi e …perché no anche per rifare una nuova famiglia!” (80,16,M,C).
In merito all’adeguatezza degli spazi, diversi intervistati, specie coloro i quali compongono famiglie ricostituite a struttura complessa, con figli piccoli, hanno argomentato l’esigenza di aver dovuto negoziare con i figli naturali e acquisiti una riorganizzazione domestica, che non sempre è avvenuto pacificamente.
“io e le mie figlie ci siamo trasferite nell’abitazione del mio compagno..che non è molto grande..beh è un appartamento..pensi lei che noi, cioè con il mio ex, vivevamo in una villetta tutta nostra con giardino…mentre qui..beh gli spazi si sono ridotti…e poi oltre a noi ci sono i figli di Alessandro, che vengono per alcune giornate a settimana..beh è un po’ un caos..all’inizio non è stato semplice..le mie figlie, specie la grande, l’ha vissuta proprio male..voleva tornare a casa di papà…e poi i figli di Alessandro sono due maschi..oddio…all’inizio ci sono stati litigi tra loro…c’era una forte rivalità e gelosia..con il tempo si è stemperata..e poi cerchiamo di non stare per troppo tempo in compresenza con tutti..cioè le mie bambine vanno da papà nei week end che abbiamo i suoi…” (80,15,F,C).
Rispetto a questo tema, anche un altro intervistato ci descrive come la scelta della convivenza e della ricomposizione familiare ha necessitato azione di modifica e di riadattamento, non solo negli affetti ma anche negli spazi domestici:
“prima era una casa per un single poi adesso è stata sistemata al meglio possibile, ho cercato di ritagliare uno spazio per le bambine, la camera l’ha portata la madre, io ho messo l’armadio nuovo, ora sto modificando lo sgabuzzino per loro..perché questi figli hanno un sacco di roda!” (30,6,M,S).
Caratteristiche essenziali per garantire il funzionamento di queste famiglie sembrano essere una alta flessibilità e capacità di adattamento, sia emozionale e relazionale sia logistica e gestionale, come ci segnala un’intervistata:
“..pochi anni fa, la mia compagna, aveva una casa piccola adesso ha cambiato… ha una casa un po’ più grande.. è la casa dove viviamo adesso..per noi è sufficiente…quando ci siamo tutti ci adattiamo..capita spesso che ci sia sua figlia, che vive a Ravenna, sua nipote i miei figli…pensi abbiamo dormito anche in otto…ho delle brande che usiamo al bisogno…che dire la casa diventa un campeggio…la piccola Eleonora, che è la nipote di Rita si diverte un mondo..e anche noi…le dico all’inizio i miei figli, abituati alla loro stanza, nella casa grande…erano un po’ a disagio…ma un po’ ci siamo abituati nelle vacanze..e poi la cosa è diventata naturale..alla fine questa condizione ci unisce…” (10,2,M,C).
Un dato da segnalare riguarda il fatto che in nessun caso si assiste all’intestazione della proprietà alla compagna né è stata rilevata l’intenzione a farlo.
Questo aspetto può essere legato al fatto che vi è in queste famiglie una bassa propensione a “pensarsi come coppia” in termini di trasmissione del patrimonio futuro, oltre al fatto che l’indipendenza economica della donna, pare far venire meno il presupposto secondo cui la casa rappresenti una garanzia di un suo diritto di proprietà patrimoniale per il futuro, così come avveniva in passato. Questa dimensione per quanto accettata nella prassi, non trova sempre una piena condivisione di genere.
In particolare un’intervistata segnala una certa insoddisfazione in merito:
“ho accettato questa scelta fatta dal mio compagno..lui ha due figli, io sono sola…ma devo ammettere che mi farebbe piacere poter avere una parte di riconoscimento nella proprietà…credo che l’intestazione della casa abbia un valore..nel senso che rinforza l’idea di un investimento nel rapporto per il futuro…ma il mio compagno ..lo so che lo fa per le figlie…e per il fatto che è stato scottato dalla sua ex” (60,11,F,S).