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II. Sviluppo storico nello sfruttamento vegetale come elemento di progetto

II.11. Design verde, design vivente Un’innovativa tendenza per il disegno industriale

I discorsi fatti in precedenza riguardo il rapporto sempre più stretto che si sta instaurando in questi ultimi anni tra lo sviluppo sostenibile e le materie che hanno a che fare con l’architettura, sono perfettamente rapportabili anche alla disciplina del disegno industriale. Tale stretto rapporto è indicabile, ovviamente, sia per quel che riguarda le sue declinazioni positive che per quanto ne concerne i fraintendimenti. Se l’architettura è costretta, causa le odierne criticità ambientali, a rivalutare o correggere alcune regole che da sempre la supportano, lo stesso accade anche a quella che è una sua prosecuzione alla scala minore, ossia il design. Ma anche in questo caso, la disciplina in questione non si è accontentata all’interno dei suoi sviluppi più recenti di sviluppare una serie di prodotti più ecologici o meno impattanti nei confronti dell’ecosistema, ma ha adottato la materia verde come vero e proprio elemento di sperimentazione progettuale, giungendo a dei prodotti vivi, integranti al loro interno delle specie vegetali vere.

È così che l’articolo prodotto dal designer, anche nello specifico caso mutando alcune risorse operative da quelle che sono le implementazioni tecnologiche e tecniche provenienti da altri settori, riesce di questi tempi a portare nell’oggetto di uso comune la presenza delle piante: le realizzazioni del disegno industriale riescono, in alcuni casi, a configurarsi come dei microcosmi recanti la vita.

Certo, tale pratica potrebbe – seppur direttamente derivabile dalla convenzionale coltivazione di piante casalinghe di uso comune – anche essere giudicata come ingiusta o irrispettosa di un essere vivente com’è quello vegetale, ma ciò che interessa in questa sezione del lavoro non è tanto entrare nel merito della pertinenza o meno di poter dotare un oggetto di disegno industriale delle presenza di vegetazione, quanto la possibilità tecnica e progettuale di farlo; e di poterlo fare, inoltre, come conseguenza culturale, formale ed operativa dell’arrivo delle specie vegetali agli involucri edilizi.

Fig.II.95 – A sinistra: Vfrì + Sintesi, Déjeuner sur l’herbe, 2010. Il tavolo e gli sgabelli sono vegetati mediante alcune specie vegetali opportunamente selezionate, anche se non ancora dichiarate dai progettisti. La finitura del piano superiore del tavolo può essere scelta in base a due modalità differenti: si può optare per un piano di plexiglass soprastante i vegetali oppure scegliere di avere delle piante “a vivo”. (Fonte: http://www.archiportale.com)

Fig.II.96 – A destra: Mindscape, Peddy, 2008. Peddy è una linea di poltrone e sgabelli vegetati a prato, mediante un sistema che ha come base una trama ricavata dal riciclo delle comuni bottiglie di plastica in PET e non richiede la presenza di terriccio. Tali arredamenti vegetati devono ovviamente essere periodicamente annaffiati e potati. (Fonte: http://www.mindscape.jp)

Fig.II.97 – A sinistra: Hafsteinn Juliusson, Growing Jewelry, 2008. Linea di gioielleria incentrata sulla commistione tra elemento naturale vivente ed oggetto di design. (Fonte: Nemeton, n.2, settembre 2009, p.58)

Fig.II.98 – A destra: Verdecrea, Quadri Vegetali, 2009. Installazione da parete, contenente piante vive. Le specie impiegabili sono molteplici, ma tutte necessitano sia della normale potatura periodica che di un sistema d’irrigazione automatizzata: si noti a tal proposito il condotto d’acqua che pende dall’angolo in basso a destra del quadro di destra, per poi raggiungere anche quello di sinistra.

Quello che ci si trova molto spesso di fronte oggigiorno nel mondo del design è la presenza sempre più cospicua di specie vegetali integrate ad oggetti d’uso comune, sia alla scala piccola che a quella medio-grande. La risultante è anche in questo caso un’espansione delle possibilità tecniche e progettuali per i professionisti del settore, ma controbilanciate dall’eredità di quelle che sono le criticità intrinseche relative all’utilizzo della vegetazione. Nella fattispecie ci si riferisce alle peculiarità degli organismi vegetali integrati ad oggetti di uso comune in cui, fermo restando quella che è la più pertinente conformazione fisica di un oggetto volta a svolgere al meglio la data funzione al quale esso

è destinato, la necessità è anche quella di garantire la vita ed uno sviluppo vegetativo ottimale alla pianta.

Fig.II.99 – A sinistra: Benetti Stone, Mosstile, 2010. Questi paramenti murari vegetali sono realizzati mediante l’impianto di licheni su una base di resina naturale; le specie vegetali non necessitano di irrigazione o fertilizzazione ma sfruttano l’umidità ambientale purché superiore al 50% di umidità relativa. (Fonte: http://www.benettistone.com)

Fig.II.100 – A destra: La Chanh Nguyen, Moss carpet, 2009. Trattasi di un tappetino da bagno vegetale. Il tappetino è composto da una particolare schiuma chiamata Plastazote che ha la caratteristica di non imputridire: ogni poro di Plastazote forma il supporto per l’alloggio e la crescita di minuscole e particolari specie di muschi (Tillandsia, muschio d’Islanda, muschio di bosco) che ricevono l’acqua ed i nutrienti necessari alla propria vita grazie all’umidità dell’aria ed a quella che scende dal corpo. (Fonte: http://www.coroflot.com)

Fig.II.101 – A sinistra: Grassland, Shade. La superficie esterna del lampadario è inverdita mediante una particolare specie vegetale erbacea che rinsecchisce molto lentamente nel tempo, quindi l’oggetto varierà d’aspetto durante il proprio ciclo di vita fino a diventare completamente giallognolo e secco. (Fonte: http://www.grassland-site.com)

Fig.II.102 – A destra: Innovo Design, piattaforma portaombrelli e portascarpe Green Trace. Essa contiene al proprio interno dei semi d’erba che, con l’acqua apportata dagli ombrelli o dalle scarpe bagnate, germoglieranno producendo un tappeto inerbito all’interno dell’edificio. (Fonte: http://www.innovo-design.com/?p=86)

Ne consegue che l’approdo della vegetazione agli oggetti del disegno industriale può essere accolta come un’innovazione forte che sarà in grado di aprire interessanti orizzonti al design, potendo inoltre beneficiare sempre e comunque, tali manufatti, di quelle che sono le potenzialità rapportabili all’impiego della vegetazione in un dato ambiente. Ma tale innovazione dovrà di volta in volta essere attentamente studiata e ponderata, ponendosi nei confronti del sistema vegetale come verso di quello che esso è nella realtà, ossia un essere vivente; quindi un elemento vivo, che qualora decontestualizzato ed immesso in un ambiente che non gli è del tutto consono – la pianta quando integrata a un oggetto di design non si trova esattamente nel suo habitat originario – andrà per forza di cose considerata con ancora maggiore attenzione e delicatezza.

Fig.II.103 – A sinistra: Whirlpool, BioLogic, 2002. Questa particolare lavatrice, ancora in fase di sperimentazione, ospita delle piante vive che fungono da sistema di fitodepurazione: dopo aver effettuato un ciclo di lavaggio, l’acqua passa all’interno del sistema fitodepurativo dove si purifica e contribuisce a mantenere in vita le piante. Una volta ripulito, lo stesso liquido è pronto ad essere utilizzato per un ulteriore ciclo di lavaggi. (Fonte: Nemeton, n.2, settembre 2009, p.55)

Fig.II.104 – A destra: Francesco Castiglione, Timeless garden, 2008. L’orologio è auto- alimentato da una reazione chimica che si viene a formare tra il fango in esso contenuto e degli elettrodi metallici. Il fango permette inoltre l’impianto e la crescita di specie vegetali, per un oggetto che si trova a metà strada tra un orologio da tavolo e un vaso. (Fonte: Nemeton, n.3, aprile 2010, p.59)

A conclusione del presente capitolo preme sottolineare come la presenza della vegetazione all’interno di tutte le molteplici declinazioni e scale del progetto d’architettura – la forte presenza naturale andrà qui intesa come intima integrazione della materia vegetale alle chiusure edilizie – sia sì storicamente rilevabile all’interno della storia delle costruzioni, ma sarà altrettanto degno di nota evidenziare come la modalità d’integrazione tecnologica tra manufatto edilizio e vegetazione sia oggi più che mai caratterizzata da uno stadio di progressione (mediata anche da una grande spinta sociale e culturale) che ne aumenta fortemente le potenzialità, oltre a poterne prefigurare ulteriori ed inediti orizzonti d’innovazione. Nei capitoli che seguiranno l’obiettivo sarà quello di delineare lo stato dell’arte e di sviluppo di queste tecnologie nel lungo-medio periodo.

II.12. Fonti di riferimento

In questo ultimo paragrafo verranno citati i riferimenti sia bibliografici che derivanti dalla consultazione di pagine web, utilizzati nella redazione del capitolo. Tutti i titoli qui segnalati saranno riportati anche nella Bibliografia e sitografia generale, reperibile nelle pagine finali della ricerca.

Fig.II.105 – A sinistra: Terreform + Michael Sorkin, New York city (steady) State, 2010. Questa proposta, presentata alla Biennale di Architettura di Venezia del 2010, è un progetto di reinverdimento della metropoli di New York. Si notino le facciate inverdite dei palazzi, coperture a verde pensile, installazioni per l’approvvigionamento di energia pulita ed orti urbani. (Fonte: http://www.designboom.com)

Fig.II.106 – A destra: Progetto de La Rivoluzione Vegetale, Torino, 2009. Fotomontaggio satellitare raffigurante il capoluogo piemontese nell’area prospiciente al Lingotto: si possono vedere tutte le strade e gli spazi aperti della città come completamente inverditi. (Fonte: http://www.larivoluzionevegetale.it)

II.12.1. Bibliografia tematica

1. AA.VV., Hundertwasser Architecture, Cologne, Taschen, 1997, pp.320

2. ABRAM,PAOLO, Giardini pensili – Coperture a verde e gestione delle acque meteoriche, Napoli, Sistemi Editoriali, 2004, pp.239

3. BELLINI, OSCAR EUGENIO, DAGLIO, LAURA, Verde Verticale – Aspetti figurativi, ragioni funzionali e soluzioni tecniche nella realizzazione di living walls e green façades, Santarcangelo di Romagna (RN), Maggioli Editore, 2009, pp.343

4. BIT, EDOARDO, GIACOMELLO, ELENA, “L’integrazione fra sistemi di involucro e componenti vegetali per la mitigazione ambientale nel clima Mediterraneo”, pp.6, in GERMANÀ, MARIA LUISA (a cura di), Permanenze e Innovazioni nell’architettura del Mediterraneo – Materiali del VI

Seminario OSDOTTA, 2011 (in corso di pubblicazione)

5. DUNNETT,NIGEL,KINGSBURY,NOEL, Planting Green Roofs and Living Walls, London, Timber Press, 2008, pp.328

6. FABRIS,LUCAMARIAFRANCESCO, Tecnonatura: progetti per la rivoluzione ambientale, Santarcangelo di Romagna (RN), Maggioli Editore, 2009, pp.252

MORO, MARCO (a cura di), Architettura sostenibile, Milano, Edizioni Ambiente, 2003, pp.258) 8. GRHC – GREEN ROOFS FOR HEALTHY CITIES, Introduction to Green Walls – Technology,

Benefits & Design, pubblicazione on-line disponibile all’indirizzo http://www.greenroofs.org, 2008, pp.38

9. INSTITUTO LINA BO & P.M. BARDI, Lina Bo Bardi, Milano, Charta, 1994, pp.333

10. LAMBERTINI, ANNA, “Dal verde parietale al giardino verticale. Progettare con la tecno-natura”, pp.5-22 in CORRADO, MAURIZIO (a cura di), Il Verde Verticale, Bologna, Sistemi Editoriali, 2010 11. LAMBERTINI,ANNA, Giardini in verticale, Firenze, Verbavolant, 2007, pp.240

12. MCQUAID, MATILDA, Shigeru Ban, London, Phaidon, 2003, pp.240

13. MINGUZZI, GIANLUCA, “L’involucro edilizio: innovazione tecnologica e implicazioni

architettoniche”, pp.61-73, in Architettura sostenibile – Una scelta responsabile per uno sviluppo equilibrato, Milano, Skira Editore, 2008

14. MUSACCHIO,ANTONIO,TATANO,VALERIA, “Superfici naturalizzate”, pp.105-112, in

BARUCCO,MARIAANTONIA,TRABUCCO,DARIO, (a cura di), ARCHITETTURA_ENERGIA – Un’indagine sul complesso rapporto tra la professione dell’architetto e la questione energetica, Monfalcone, EdicomEdizioni, 2007

15. POZZI,CARLO, Ibridazioni architettura/natura, Roma, Meltemi editore, 2003, pp.118 16. REDAZIONALE DI A10, “Country living”, A10, n.30, nov-dec 2009, pp.4-6

17. REDAZIONALE DI Detail, “Zahnklinik in Otake”, Detail, n.12, 2006, pp.1406-1408 18. REDAZIONALE DI L’Arca, “Il verde laminato”, L’Arca, n.166, 2010, pp.70-73

19. REDAZIONALE DI The Architectural Review, “Vertical garden city”, The Architectural Review, n.1137, 1991, pp.38-41

20. RICCHI, DARIO (a cura di), “Cities from Scratch – Intervista a Mitchell Joachim”, Area, n.99, luglio-agosto 2008, pp.160-163

21. RICHARDSON, PHYLLIS, XS Green: big ideas, small buildings, London, Thames & Husdon, 2007, pp.224

22. ROTA, ITALO, “La casa cangiante”, Abitare, n.486, ottobre 2008, pp.109-121

23. SANTI, VALENTINA (a cura di), Gli strumenti normativi inerenti l’uso del verde in copertura e in facciata, Università IUAV di Venezia, ArTec – Archivio delle Tecniche e dei materiali per l’architettura e il disegno industriale, documento on-line disponibile all’indirizzo

http://www.iuav.it/Ricerca1/centri-e-l/ARTEC/sostenibil/PROGETTARE/Normative-di-riferimento- per-le-supe.pdf, pp.19

24. SINOPOLI, NICOLA, TATANO, VALERIA (a cura di), Sulle tracce dell’innovazione – Tra tecniche e architettura, Milano, Franco Angeli, 2002, pp.279

25. TATANO,VALERIA,“La natura normalizzata: le facciate verdi nei regolamenti edilizi”, pp.97-113, in TATANO,VALERIA (a cura di), VERDE: naturalizzare in verticale, Santarcangelo di Romagna, Maggioli Editore, 2008

26. UNGERS, OSWALD MATHIAS, KLOTZ, HEINRICH, Oswald Mathias Ungers: 1951-1984. Bauten und Projekte, Braunschweig, Vieweg, 1986, pp.274

27. WELLER, BERNHARD, REXROHT, SUSANNE, “Material wirkt – Neue Entwicklungen an der Fassade”, Detail, n.11, 2005, pp.1292-1298

28. WINES,JAMES, Green architecture, Köln, Taschen, 2008, pp.240

II.12.2. Sitografia tematica70

ƒ http://www.archdaily.com

Archdaily è la rivista on-line di architettura più visitata al mondo. ƒ http://www.designboom.com

Designboom è una rivista on-line specializzata in architettura e design. ƒ http://www.iuav.it

Portale web dell’Università IUAV di Venezia.

ƒ http://www.urbanarbolismo.es

Urbanarbolismo è «una giovane impresa – spagnola – che opera ai fini dell’integrazione fra architettura e natura». Tale azienda si occupa sia di progettazione edilizia che di realizzare e brevettare sistemi tecnologici ospitanti vegetazione naturale; il sito contiene anche un blog interessante, sempre aggiornato in merito a sistemi e progetti provenienti da ogni parte del mondo.

ƒ http://www.architectmagazine.com

Sito web ufficiale dell’American Institute of Architects.

ƒ http://www.archiportale.com

Archiportale è uno spazio web dedicato alle molteplici declinazioni della professione dell’architetto. ƒ http://www.baumraum.de

Baumraum, studio tedesco che si occupa esclusivamente della progettazione e realizzazione di case sull’albero ed edifici a stretto contatto con la natura.

ƒ http://www.g-sky.com

Sito della ditta nordamericana G-SKY, produttrice di giardini, tetti e pareti a verde.

ƒ http://www.artsadmin.co.uk

Arts Admin è una ONLUS inglese che si occupa di scoprire e finanziare l’operato di artisti giovani e sconosciuti.

ƒ http://www.archinode.com

Archinode è uno studio statunitense che si occupa di «architettura, ecologia e progettazione urbana». ƒ http://www.rueroyalearchitectes.com

Sito dello studio francese Rue Royale Architectes con sede a Lione.

ƒ http://www.mindscape.jp

Mindscape è uno studio giapponese di design, specializzato nell’operare con piante viventi.

70

ƒ http://www.benettistone.com

Benetti Stone è un’azienda d’arredamento d’interni; MOSStyle, una particolare linea della loro produzione, integra pietra e muschio vivente.

ƒ http://www.grassland-site.com

Portale della ditta tedesca Grassland, specializzata in oggetti di design integranti specie vegetali vive.

ƒ http://www.innovo-design.com

Innovo Design, ditta giapponese che progetta e realizza oggetti di disegno industriale. ƒ http://www.larivoluzionevegetale.it

La Rivoluzione Vegetale «nasce come progetto di documentario utopico e fantascientifico legato alle tematiche dell'ambiente e dell'habitat urbano con l’obiettivo di raccontare per quali ragioni, in quali condizioni e a quali costi è avvenuta la ‘rivoluzione’ urbanistica, economica, culturale ed antropologica.»

ƒ http://luzinterruptus1.blogspot.com

Sito web di Luzinterruptus, gruppo artistico spagnolo specializzato in installazioni urbane.

ƒ http://www.brokencitylab.org

Broken City Lab è «un gruppo interdisciplinare di ricerca artistica, focalizzato sulla città contemporanea, sulla sua comunità e sulle sue infrastrutture».

ƒ http://commons.wikimedia.org

Wikimedia Commons è una raccolta di files multimediali (immagini, video, ecc.) gratuiti e a licenza libera.

ƒ http://www.flickr.com

Flickr, applicazione on-line per la gestione e la condivisione di fotografie digitali. ƒ http://www.hurstwic.org

Sito web informativo che si occupa di tematiche storiche legate alle popolazioni e alle società vissute in nord Europa durante l’epoca vichinga.

ƒ http://www.parisdailyphoto.com Blog fotografico dedicato alla città di Parigi.