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9 I viticci sono detti anche cirri.

FLUSSO DI CRESCITA AVANZAMENTO MEDIO ANNUO

Rapido > 200 cm

Veloce 100-200 cm

Medio 50-100 cm

Lento < 50 cm

Tab.III.22 – Flussi di crescita e dimensione media annuale di accrescimento per le specie rampicanti. (Rielaborazione da: BELLOMO, ANTONELLA, op. cit., p.81)

Fig.III.23 – A sinistra. Luciano Giorgi e Liliana Bonforte, Showroom Benetton, Vicenza, 2010: facciata laterale. Il tempo di crescita dei vegetali è un parametro da non sottovalutare. Nel caso rappresentato, vista la scarsità di punti d’impianto e la loro lontananza reciproca, trascorreranno anni prima che si possa pervenire ad un rivestimento completo della facciata: la specie impiegata è una Parthenocissus tricuspidata (vite vergine) che presenta un ritmo di crescita di circa 2 m all’anno. Si noti la particolare scansione ottenuta tramite la disposizione dei cavi metallici: anch’essi possono presentare interessanti valenze formali ed essere oggetto di progettazione.

Fig.III.24 – A destra. La tecnologia Greenover, prodotta da Tecnoimage, permette grande flessibilità nel concepimento morfologico del sistema di supporto alla vegetazione; in modo che, in attesa del completo inverdimento parietale, anche la struttura possa giocare un ruolo primario nell’immagine del manufatto. (Fonte: catalogo Tecnoimage)

Nel momento in cui ci si appresti alla progettazione di una parete totalmente o parzialmente rivestita da vegetali sarà da tenere debitamente in considerazione, oltre che le citate tempistiche di crescita medie, anche l’andamento geometrico-formale che una specie rampicante presenta durante lo sviluppo. Un rampicante, nel corso delle proprie fasi di crescita, assume un andamento che si allarga “a ventaglio” nei confronti del punto in cui esso è stato piantato: il suo andamento formale è quindi assimilabile ad un trapezio isoscele rovesciato, con l’asse di simmetria posizionato nel punto in cui la pianta si insinua nel terreno (Fig.III.25 e Fig.III.26). Perciò, qualora l’intento progettuale fosse quello di avere una parete completamente rivestita dal vegetale, sarà necessario provvedere all’indirizzamento forzato della pianta (mediante legacci, asole o simili: Fig.III.9 e Fig.III.10) soprattutto

durante le prime fasi di sviluppo, in modo che i rami vadano a ricoprire anche le porzioni di superficie che altrimenti ne rimarrebbero sprovviste.

Fig.III.25 – A sinistra. Esempio di andamento formale nella crescita di un rampicante ancora giovane. Si noti come la pianta possa essere assimilata ad un trapezio isoscele capovolto, col centro della base minore corrispondente al punto d’impianto nel terreno. Se nel caso specifico, nella parte in alto a sinistra della pianta alcune fronde vegetali tendano a sfuggire alla conformazione “di trapezio”, è solo perché si sono qui utilizzati dei fili metallici d’indirizzamento (Cfr. Fig.III.10) con l’obiettivo di donare maggiore orizzontalità allo sviluppo vegetale.

Fig.III.26 – A destra. Ulteriore esempio di come una pianta rampicante (nella fattispecie due esemplari affiancati di Hedera helix) si sviluppi mediante una conformazione geometrica a trapezio. Se la vegetazione risulta meno folta nel punto in cui il fusto della pianta si insinua nel terreno, la causa è da imputarsi all’attività umana di potatura: solitamente – come descritto nel paragrafo III.2.1.5 – le specie rampicanti sono più folte alla base e meno in sommità. (Fonte: Marco Devecchi)

III.2.1.4. Dimensione massima raggiungibile

Altra questione da mettere a bilancio in fase di progettazione sarà l’altezza massima raggiungibile da ogni differente specie vegetale. Come accade per le piante arboree, infatti, anche i rampicanti non presentano tutti le stesse possibilità di sviluppo. Alcune di esse, anche a completa maturazione e dopo molti anni trascorsi dalla data d’impianto, riescono a raggiungere solo dimensioni limitate, mentre altre possono attestarsi senza problemi anche su altezze considerevoli (ad esempio la Clematis alpina non supera i 2-3 metri in altezza, la Clematis montana “superba” può raggiungere anche gli 8-10 metri, mentre l’Hedera canariensis può tranquillamente spingersi fino ai 25 metri – Fig.III.31). Sarà perciò importante la pertinente selezione in fase progettuale di specie vegetali che riescano ad assecondare appieno le esigenze di progetto, in modo da poter contare su piante che possano garantire nel tempo un completo ed esaustivo sviluppo del rivestimento.

Nella ricerca di uno sviluppo vegetale che possa rivestire la totalità superficiale della parete, giocano un ruolo importante le tempistiche di accrescimento della pianta, in quanto prima di poter contare su un effetto “finito” del rivestimento potrebbero essere necessari diversi anni: ad esempio sia l’Hedera helix che la Parthenocissus tricuspidata possono giungere a degli sviluppi in altezza superiori ai 20 metri; solo che la prima, avendo un ritmo di crescita lento, ci impiegherebbe verosimilmente una

quarantina d’anni, mentre l’altra, ad accrescimento veloce, potrebbe raggiungere i 20 metri di altezza in “soli” in 10-15 anni. È quindi palese come le tempistiche medie di accrescimento giochino un ruolo importante nell’attività progettuale o gestionale del manufatto, in quanto il tempo trascorso prima di giungere ad un’immagine architettonica “completa e finita” non è affatto trascurabile. Ciò potrebbe ripercuotersi, oltre che sulla configurazione formale dell’edificio, anche sulle sue caratteristiche funzionali: ad esempio, un fabbricato che ospiti un rivestimento a verde come elemento di mitigazione bioclimatica, presenterebbe delle perdite temporanee nella funzionalità o nell’efficienza energetica durante il lasso di tempo trascorso prima che il sistema vegetale possa giungere al completo sviluppo.

Ulteriore considerazione che scaturisce da quelle introdotte negli ultimi due paragrafi è che, qualora si abbia la necessità di inverdire superfici verticali che superino i 20 metri in elevazione, sarà necessario provvedere alla creazione di più aree d’inverdimento giustapposte in altezza, pervenendo alla realizzazione di impianti in quota. Tale questione andrà risolta mediante la collocazione di vasi o fioriere fuori terra, aventi il compito di ricreare la base di substrato22 necessaria per la disposizione di più fasce vegetali distanziate da terra ed alte al massimo 20 metri ciascuna23 (Fig.III.27).

Fig.III.27 – Nuova casa naturale, fiera Floriade, 2002. Esempio di giustapposizione in verticale di più fasce inverdite mediante l’espediente tecnico della creazione di fioriere in quota. Nel caso specifico le fioriere orizzontali corrispondono alle fasce marcapiano dell’edificio. (Fonte: Marco Devecchi)

22 All’interno della disciplina dell’agronomia il termine substrato indica la superficie su cui vive una pianta. Esso

normalmente consiste nella composizione di uno o più materiali organici (ad esempio terreno naturale, torba, ecc.) o inorganici (roccia, argilla espansa, feltro, fibra di vetro o di ceramica, ecc.) adeguatamente miscelati a seconda delle specifiche caratteristiche delle specie vegetali che vi dovranno insistere. Come descritto in seguito (Cfr. III.2.2), qualora la collocazione dei vegetali non avvenga a terra ma si opti per un impianto in vaso, non sarà possibile l’utilizzo di semplice terreno naturale ma si riveleranno necessarie composizioni di substrato opportunamente selezionate e progettate.

23 L’argomento della messa a dimora in quota dei vegetali sarà descritto con maggiore precisione nel paragrafo

III.2.1.5. Densità e spessore del manto fogliare

La densità del manto fogliare consiste nel numero di foglie e nella loro superficie totale per metro quadrato. Tale parametro viene descritto mediante l’indice LAI, acronimo di Leaf Area Index. Esso è differente per ogni specie vegetale, ed è molto importante oltre che per le risultanti formali di un rivestimento verde, anche per le funzioni bioclimatiche associabili alla copertura vegetale di una data superficie24: dal LAI dipendono infatti le caratteristiche di ombreggiamento relative ad una specie

vegetale posta in rivestimento ad una chiusura edilizia verticale opaca o trasparente.

Anche lo spessore del manto fogliare contraddistingue in maniera diversa ogni specie, ed ha notevoli ripercussioni sia formali che bioclimatiche rispetto alla chiusura su cui insiste: alcune specie possono presentare degli spessori anche molto considerevoli (ad esempio la Wisteria sinensis può raggiungere i 150 cm di spessore, l’Hedera helix anche i 250 cm), mentre altre si attestano su porzioni molto meno abbondanti, come la Lonicera brownii che può arrivare solo a 20 cm. Il parametro dello spessore del manto fogliare è individuato dal fattore FHT.

Ulteriore questione da considerare quando si progetti un rivestimento mediante specie rampicanti, sarà che lo spessore maggiore della pianta è riscontrabile nei punti più vicini alla base d’impianto, mentre tenderà a scemare nelle propaggini vegetali più distanti dal fusto, in quanto esse sono le ultime sviluppatesi in ordine di tempo (Fig.III.28).

Fig.III.28 – A sinistra. I rampicanti presentano uno spessore vegetale maggiore in prossimità del fusto, mentre tendono a diradarsi nelle propaggini più distanti da esso. Si noti come in prossimità del pilastro in primo piano (che ospita il fusto della pianta) lo spessore del rivestimento sia molto consistente, mentre nei punti più distanti l’FHT diventi più esiguo. Se in prossimità del fusto lo spessore vegetale è stimabile nell’ordine dei 30-40 cm, esso cala fino ai 15-20 cm sul pilastro in secondo piano, per diminuire ulteriormente all’aumentare della distanza dal punto d’impianto. La specie vegetale in questione è una Parthenocissus tricuspidata (vite vergine).

Fig.III.29 – A destra. Distribuzione del peso di fogliame e componente legnosa per i rampicanti. La maggiore o minore percentuale di legno è rappresentata dall’intensità del colore grigio: il maggior volume legnoso si trova nelle vicinanze del terreno. In bianco la distribuzione del peso del fogliame, sempre presente in percentuale maggiore rispetto a quella legnosa. “H” rappresenta l’altezza massima raggiungibile da un rampicante.

24 Si rimanda al sesto capitolo per una trattazione esaustiva dell’argomento, e delle ricadute del Verde Verticale

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