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Capitolo IV°: Le entrate e le uscite del

6. La dinamica delle uscite

Dopo aver delineato il corso delle entrate del convento, si procede con l’analisi delle uscite relative sempre al 1680.

Prima di definire l’esame delle diverse operazioni di spesa, si ritiene opportuno, così come effettuato nella parte dedicata alle entrate, fornire una breve presentazione della struttura del registro contabile nel quale erano registrate le uscite.

Il registro delle uscite presenta una suddivisione mensile e le operazioni di spesa relative ad ogni mese si possono ritrovare descritte in una o più pagine; al termine di ogni pagina i padri procedevano alla stesura del totale parziale. Nella pagina conclusiva venivano sommati tutti i diversi totali di pagina, in modo da ottenere il computo complessivo delle spese mensili.

Dal punto di vista legale, la compravendita che precedeva il livello faceva del prestatore l’effettivo proprietario del bene offertogli in garanzia. In caso di inadempienza del debitore egli si rivaleva immediatamente sul bene, senza essere costretto a passare per le lunghe e fastidiose procedure della messa all’incanto delle proprietà dell’insolvente,

G. Corazzol, Fitti, op. cit., pag. 27

360 La poca propensione era certamente indotta, anche dai diversi interventi legislativi, che la Repubblica Veneta emise a più riprese contro ogni forma di arricchimento delle istituzioni religiose, come è già stato evidenziato a pag. 102-104.

Ogni uscita era descritta nei particolari, riportando la data nella quale era stata effettuata, il soggetto o la struttura beneficiaria, l’oggetto, oppure il motivo che la contraddistingueva e il valore, espresso nella consueta forma lire venete, soldi, denari. Ogni mese si concludeva con la sottoscrizione dei padri revisori, che avevano provveduto a registrare le diverse operazioni.

Rispetto alla forma, il registro delle uscite seguiva gli stessi tratti di quello relativo alle entrate e ciò logicamente, in quanto fra i due documenti esisteva una interconnessione, in ragione soprattutto alla valutazione dei saldi mensili.

Se in un determinato mese le entrate superavano le uscite, il saldo positivo che risultava veniva conteggiato nelle operazioni di entrata del mese successivo, al contrario, se le uscite risultavano maggiori dei proventi, il saldo negativo veniva calcolato insieme alle spese del mese che seguiva. In tal modo esisteva sempre un collegamento fra i due registri, in grado di definire, attraverso l’andamento dei saldi mensili, gli effettivi risultati della gestione economica del convento.

In merito ai saldi e all’amministrazione del convento è interessante sottolineare, come alla fine di ogni mese i componenti dell’istituzione religiosa fossero riuniti in seduta comune, per partecipare alla presentazione dei risultati della contabilità mensile,

Per essere stata più l’uscita che l’entrata del mese passato così resi lì

conti in pubblico refettorio, come per saldo dè padri Revisori L. 163 : 19361;

l’attestazione di quanto ottenuto assumeva la forma pubblica e questo implicitamente richiamava, i membri della famiglia religiosa alla responsabilità di gestione, senza distinzione di ruoli e di funzioni assolte. Ricordando sempre, che l’amministrazione di conventi e monasteri era molto oculata e tale da non produrre significative differenze tra entrate ed uscite richiamare, tutti i religiosi alle loro responsabilità e all’adozione di comportamenti economici equilibrati era un compito, dal quale i padri revisori non potevano certamente esimersi.

Sempre in chiave metodologica, la struttura del registro permette, come nel caso delle entrate, di proseguire anche per le spese, con un esame orientato prima ai diversi mesi, quindi complessivo di tutto il 1680; inoltre si ritiene opportuna la definizione di alcune

361 Archivio di Stato di Verona (da qui in poi A.S.VR), Monasteri Maschili Città, Santa Maria della Scala, registro n. 56, c. 150 r. La stessa riunione era effettuata anche nel caso fossero maggiori le entrate delle uscite, quindi sempre con lo spirito di responsabilizzare i religiosi, sia “consigliandoli” di modificare i comportamenti in caso di saldo mensile negativo, che “stimolandoli” a consolidare il loro agire, quando il saldo mensile risultava positivo.

categorie, al cui interno inserire spese omogenee, in modo da rendere maggiormente esaustivo il corso delle analisi362.

La prima di queste categorie è quella relativa ai consumi alimentari dei padri, seguita poi da quella della gestione del convento e della chiesa, dalle uscite relative a servizi forniti ai padri da persone esterne al convento, (barbiere, lavandaia, organista), dalle spese di foresteria e da quelle per la gestione dei possedimenti fondiari363.

Come approntato per i proventi, anche per le spese si ritiene utile, da un punto di vista prettamente formale, presentare in dettaglio la dinamica contabile di un mese ed in tal senso, in modo squisitamente arbitrario, la scelta si è orientata ancora una volta su gennaio364.

Questo mese presentava un consistente numero di operazioni di uscita, precisamente 45 che si sviluppavano su tre facciate del registro per un totale,

Presente Pagina L. 269 : 11 Prima Pagina L. 236 : 6 Seconda Pagina L. 393 : 15

Totale L. 899 : 12.

I valori economici evidenziavano una media di lire venete 20 soldi 7 e la standard

deviation di poco inferiore a 30. Valore decisamente elevato, che mostrava una

particolare eterogeneità delle diverse operazioni e questo in modo più dettagliato, si può rilevare anche attraverso la distribuzione di questi valori. Tre sole spese superavano le 90 lire venete, 8 erano comprese fra 15 e 30 lire venete (17%) e 22 tra 1 e 14 lire venete (48,8%); infine risultavano presenti anche 6 registrazioni inferiori ad una lira veneta. Per entrate in modo maggiormente dettagliato nelle dinamiche delle uscite, si può iniziare l’analisi delle diverse categorie di spesa e la prima ad essere esaminata riguarda i consumi alimentari dei padri, che sostanzialmente comprendevano le spese per la gestione quotidiana dei pasti,

Più spesi nelle pietanze di tutto il presente mese comprendente due soprapietanze

date il primo giorno dell’anno e per Epiffania L. 138 : 12

362 Alcune operazioni di uscita, per le particolari caratteristiche che presentavano è stato impossibile inserirle nelle categorie prestabilite, questo comunque non ha precluso la possibilità di tenerne conto in chiave quantitativa e di evidenziare il loro significato, nel contesto complessivo dell’attività economica del convento.

363 Nel corso del lavoro vedremo che per semplificare ulteriormente la complessità delle diverse operazioni di uscita, per alcune di queste categorie sono state create delle sottocategorie, con l’intento di raccogliere in modo ancora più omogeneo le operazioni di spesa.

364

In appendice al capitolo sarà presentata anche la formalizzazione delle dinamiche di uscita degli altri mesi.

La struttura formale delle uscite dei diversi mesi è pressoché simile, il fatto di descrivere un solo mese evita inutili ridondanze, che non avrebbero portato nessun benefico alla sostanza delle nostre analisi.

Più spesi nelle minestre di tutto il presente mese L. 14 : 8

e quelle per occasioni particolari, che nel caso del mese di gennaio erano il primo giorno dell’anno e il giorno dell’Epifania, dove ai pasti tradizionali venivano aggiunte pietanze più ricercate,

Adì 1 Più spesi in un fegato e mezo animale, pignoli, uva passa, spiciarie

e buttiro365 per fare figaetti in tutto L. 2 : 8

Adì 6 medesimo giorno dell’Epifania spesi in un fegato e mezo di animale, uva passa, spiciarie e

buttiro per fare figaetti L. 2 : 8

Più spesi in insalata per la sera del primo d’anno e giorno d’hoggi in tutto marchetti366

dodeci L. ---- : 12;

seguivano poi le spese per l’acquisto di farina e di pane,

Più dati a Messer Nicolò Lira per sacco di farina data al monastero l’anno passato et

à cambio di macina L. 33 : 10

Più bonificati a Madonna Maddalena Pellegrini, pistora al Pretto per farina e

Pane havuto l’anno passato L. 16 : 8;

e infine si rilevavano operazioni per l’approvvigionamento di frumento, che si potrebbero intendere come scorte alimentari, vista la significativa quantità interessata367; provviste che forse avevano anche il significato di preservare i padri da periodi di crisi, che specie per il frumento non erano infrequenti in epoca moderna,

Più spesi in un sacco formento comprato dal nobile Signor Piero Marco Moscaglia a troni

ventiquattro il sacco L. 24368

365 Il termine era relativo al burro, G. Beltramini, E. Donati, Piccolo dizionario veronese-italiano, Edizioni di Vita Veronese, Verona 1980, pag. 37.

366 Un altro modo di definire i soldi, G. Boerio, Dizionario, op. cit. 367

In seguito vedremo in modo maggiormente approfondito l’esame del consumo di frumento e conseguentemente di pane.

368 Questa uscita merita un approfondimento in quanto implica una precisazione che si ritiene doverosa, soprattutto ad integrazione del discorso relativo al prezzo del frumento. Da questa operazione si può evincere che essendo il prezzo di 1 sacco di frumento corrispondente a lire venete 24, risulta che 1 minale = 8 lire venete (1 sacco = 3 minali), che non corrisponde a quanto riportato in precedenza dalle polizze di estimo, dove sia per il 1680 che per il 1724 era stato rilevato che 1 minale di frumento equivaleva a lire venete 6. Premesso che con gli elementi in possesso non è semplice dare una spiegazione sufficientemente valida, si possono comunque al riguardo produrre almeno due ipotesi. La prima ricorrendo al concetto di “prezzo commune”, che rappresentava una quota fittizia o meglio un prezzo convenzionale attribuito in entrata e in uscita a quanto era prodotto e consumato. Sostanzialmente questo prezzo era un moltiplicatore in larga misura arbitrario, in grado molto spesso di distorcere significativamente i bilanci di gestione; venne fissato senza alcun rigore, tanto che da un’annata all’altra un prodotto poteva benissimo entrare a “prezzo commune” o a prezzo di mercato, restando poi invariato per diversi anni anche in presenza di situazioni di mercato radicalmente mutate. Neanche quando i prezzi dei cereali subirono nel corso del settecento un significativo aumento, si verificarono ritocchi del “prezzo commune”, con l’evidente conseguenza che la distorsione introdotta andava ad incidere e aggravare la deformazione contabile della gestione, per l’evidente accentuazione della discrepanza tra la parte fittizia e quella effettiva, F. Landi “Il Paradiso, op. cit., pag. 166. La seconda ipotesi che al riguardo potrebbe essere presa in considerazione è quella che mette in rilievo i problemi relativi alla stesura della polizza di estimo e della sua natura fiscale, dove la possibilità di ridurre il tenore delle entrate, quando la situazione era in grado di permetterlo, rappresentava certamente un’operazione alla quale talvolta nemmeno i padri si sottraevano, in considerazione anche della pressione fiscale esercitata sul clero dalla Serenissima. Confidando comunque nella assoluta buona fede dei padri, non si può trascurare in tal senso quanto

Adì 31 medesimo spesi in sacchi quattro formento comperato dal nobile

Signor Beverara a troni vinticinque il sacco in tutto L. 100369.

Complessivamente le operazioni legate a spese per le necessità alimentari dei padri erano 10 ed ammontavano a lire 333 soldi 7, con un media di lire 34 soldi 6; rappresentavano il 38,6%, quindi più di 1/3, del totale delle spese mensili. Su questo valore incidevano comunque le 124 lire venete per le scorte di frumento, che acquistate nel mese in esame sarebbero poi servite in periodi successivi.

La categoria delle uscite che seguiva era quella relativa alla gestione della chiesa e del convento, che iniziava con le spese maggiormente connesse con l’attività religiosa,

Più contati al Signor Vincenzo Cassina a conto d’oglio e candelle havute dal monastero

appar ricevuta L. 60

Più bonificati al Nostro Reverendo Padre Sacristano per tanti spesi in Sacristia come per saldo de suoi vestimenti et oglio sino al tempo presente L. 24 : 11,

seguite poi, da quelle per la vera e propria conduzione ordinaria dell’istituzione religiosa, come l’approvvigionamento di legna, proveniente dalle possessioni fondiarie di Vigasio,

Adì 26 medesimo dati a Frate Franco Maria per la condotta di due carri legna grossa

venuta da Vigasio L. 10

Adì 22 medesimo spesi in far condurre un carro stanghe di misura L. 1 : 14

Più dati a chi la caricarono L. ---- : 8

Più dati a chi la tagliarono L. ---- : 16

e l’acquisto di tessuti per biancheria e vettovaglie,

Adì 23 medesimo spesi in braccia sessanta setta lino à marchetti vintiqauttro

il braccio per fare due paia di lenzuoli L. 72

Più spesi in trenta braccia pizzi a marchetti sei il braccio L. 9

Più spesi in rena e fattura per farli cucire L. 2 : 16

Più spesi in braccia quindici canevazzo a marchetti undeci il braccio e braccia vintiquattro cordella simile a rena per fare 12 scossali370 in tutto L. 9 : 4 Più spesi in tovaglioli n° 58 a marchetti sedeci l’uno in tutto L. 46 : 8 Più spesi in rena371 e fattura per farla cucire L. 6 : 17.

Seguiva quindi una uscita per lavori di manutenzione,

sottolineato da C.M. Cipolla, per il quale “Lo storico è giustificatamente prevenuto, in modo particolare quando si trova di fronte a dati provenienti da documenti di origine fiscale. Particolarmente sospetti sono quindi gli estimi, le denunce dei redditi, i registri daziari”, C.M. Cipolla, Introduzione, op. cit., pp. 52-53. Con questa consapevolezza resta il fatto che la differenza di 2 lire il minale, seppur non trascurabile, non cambia il significato di quello che più sopra attraverso questi dati si portava in evidenza, ossia che durante la crisi del “Lungo Seicento” il prezzo del frumento oltre ad aver subito una forte riduzione, nei 44 anni in esame non mostrava cenni di ripresa visto che era rimasto pressoché inalterato.

369 Si tratta in tutto di 5 sacchi di frumento, ricordando che 1 sacco = 85,8 kg, il totale ammontava a 429 kg di frumento, che fanno ragionevolmente pensare, che il suo consumo non possa essere stato solo del mese in esame e quindi il ritenere che una parte fosse utilizzata come scorta, può essere una ipotesi accettabile.

370 Erano le coperte che si ponevano sulle ginocchia di chi doveva affrontare un lungo viaggio in carrozza, G. Beltramini, E. Donati, Piccolo dizionario, op. cit., pag. 215.

Adì 18 medesimo datti al Signor Bortolamio Lugo Vetrar per fatture fatte in convento cioè nelle camere de Padre Dionisio Bonasi; Padre Bac: Michel Angelo; Padre Angelo

da Treviso e Padre Mandelli in tutto L. 11 : 10

e una operazione di spesa per la scadenza di una rata, definita dai padri come relativa a servizi ordinari,

Più contati al Signor Donato Alessandri per saldo de rata de servizi ordinari scaduta il

presente mese e pagata L. 94 : 14

Concludevano questa categoria di spese, due operazioni connesse all’attività dei religiosi,

Adì 9 medesimi datti a Nostro Reverendo Padre Caravaggio dà Brescia per saldo de suoi vestimenti di mesi due e viatici suoi a Brescia in tutto L. 10 Adì 11 medesimo datti a ……sottosacristano a conto de suoi vestimenti372 L. 10 Più dati al Padre Paolo Antonio Campostrino per saldo dei suoi vestimenti et oglio

sino al tempo presente L. 13 : 8

Nel complesso si trattava di 18 operazioni di uscita il cui valore totale assommava a lire venete 393 soldi 18, con la media che si attestava a lire venete 22 soldi 7, rappresentando circa il 45% del totale delle uscite di gennaio. Le spese della gestione del convento insieme a quelle legate all’alimentazione dei padri, in questo mese occupavano quasi l’85% delle intere uscite.

La successiva categoria presa in considerazione riguarda le spese per i servizi effettuati a favore dei padri, da parte di individui non appartenenti al convento,

Adì 28 medesimo datti al Signor Alessandro Bombieri per saldo del

presente mese373 L. 2

Più dati a Pio: nostro cuoco a conto del suo salario L. 16 Più dati al Signor Pietro Paolo per saldo della cibaria de barberie fatte

a padri sino tutto il mese di agosto prossimo passato L. 15 Più dati a Messer Pio: Steffani nostro torcolotto per saldo di fatture date in canevalino

tutto il mese di agosto prossimo passato L. 24

Adì 31 medesimo datti al Signor Giulio Cesare Gambellini per saldo del suo honorario delli due mesi dicembre prossimo passato e Genaro presente come organista del

monastero appar ricevuta L. 18 : 12

Adì 17 medesimo dati a Madonna Cattarina Bralandana per saldo del suo salario

de bugatte fatta tutto l’anno 1679 L. 22 : 19

Nel loro complesso queste uscite erano rappresentate da 6 operazioni e il loro totale si attestava a lire venete 98 soldi 11, con un media di lire venete 16 soldi 5. Rispetto al totale delle uscite rappresentavano l’11,2% delle stesse; risultavano chiaramente inferiori alle precedenti categorie prese in esame, più specificatamente erano circa il

372 Con il termine “vestimenti” si intendevano le spese relative al vestiario dei religiosi. 373 Il tale signor Bombieri come si vedrà nelle pagine seguenti era il barbiere.

30% delle spese per consumi alimentari e il 25% di quelle relative alla gestione della chiesa e del convento.

Nel mese era rilevata una sola operazione legata alla foresteria,

Più spesi nella Foresteria del Reverendo Padre priore di Cremona e

suo compagno L. 2 : 16

il cui valore si può considerare irrisorio, in relazione al totale delle uscite mensili. Anche per la gestione delle possessioni fondiarie ubicate a Vigasio era individuata una sola operazione di spesa,

Adì 4 medesimo bonificati al Signor Giò: Negrini per sgrozze e pali dati in più nostre alli lavorenti di Vigasio per viti de nostre possessioni appar

polizza distinta L. 49 : 16374,

che non raggiungeva le 50 lire venete rappresentando circa il 5% delle spese relative al mese.

Le uscite di gennaio erano orientate quasi esclusivamente sui consumi alimentari e sulle spese di gestione della chiesa e del convento; relativamente minori risultavano le uscite a favore dei servizi per i padri, mentre nel bilancio mensile irrilevanti sembravano sia le spese di foresteria, che per la gestione delle proprietà fondiarie di Vigasio. Il mese preso ad esempio, seppure rappresentativo, non comprendeva alcune spese che nel corso del lavoro verranno ad assumere particolare importanza, quali per esempio l’approvvigionamento di vino e i costi connessi all’imposizione fiscale, sotto forma di gravezze, che saranno comunque evidenziate durante l’analisi complessiva delle uscite relative al 1680.