Capitolo IV°: Le entrate e le uscite del
7. Il complesso delle spese e la loro categorizzazione
Dopo questa descrizione tesa a delineare la struttura delle operazioni di uscita relative ad un mese, si può procedere con l’analisi delle spese complessive del 1680, definendole in ragione delle categorie prestabilite, come rilevato nella tabella e nel grafico che segue.
Tabella 4: Le uscite del 1680 Mese Uscite nette375 % totale uscite Consumi alimentari Gestione chiesa e convento Servizi a favore del convento Spese di foresteria Gestione proprietà fondiarie gennaio 899 6,94% 333 393 98 2 50 febbraio 695 5,37% 217 358 40 16 29 marzo 636 4,91% 193 355 49 20 aprile 966 7,46% 287 607 55 7 maggio 707 5,46% 278 385 35 1 5 giugno 748 5,78% 248 451 28 6 4 luglio 454 3,51% 156 223 53 21 agosto 636 4,91% 381 141 87 20 settembre 1313 10,14% 558 564 73 106 ottobre 1319 10,19% 314 847 117 10 26 novembre 871 6,73% 301 534 10 11 dicembre 3702 28,60% 258 3260 128 6 Totale 12946 3524 8118 773 206 134
Grafico 4: La dinamica delle uscite nel 1680
0 1000 2000 3000 4000 5000 6000 7000 8000 9000 Consumi alimentari Gestione Chiesa e Convento Servizi a favore del Convento Spese di foresteria Gestione proprietà fondiarie Serie1 375
In presenza di un saldo negativo mensile, il suo valore veniva registrato come una spesa, nel mese successivo. Questa situazione non permetteva di valutare le effettive spese del mese e a tale proposito, nei mesi in cui compariva questo saldo, si procedeva a detrarlo dal valore delle uscite mensili, ottenendo in tal modo quelle che sono appunto rappresentate come uscite nette.
Il primo dato che si evidenzia in riferimento a questa analisi è il valore totale delle uscite annuali nette di lire venete 12946, con il mese di dicembre che ne rappresentava circa il 29%; altri mesi in cui le spese si attestavano a valori relativamente elevati erano settembre e ottobre, entrambi di poco superiori al 10% del totale delle uscite. Tutti gli altri mesi rilevavano valori di spesa inferiori alle 1000 lire venete, con tre mesi che presentavano operazioni superiori alle 800 lire venete, 4 compresi fra le 600 e le 800 lire venete, mentre il solo mese di luglio (lire venete 454) non raggiungeva le 500 lire venete.
Decisamente il mese di dicembre presentava un valore di uscita che superava in modo rilevante tutti gli altri mesi e la causa di questa evidenza, si poteva ritrovare in una registrazione di spesa effettuata dai padri per disimpegnare alcuni oggetti dal Sacro Monte,
Sotto lì 13 per disimpegnare il lampadone di argento
dell’Altar maggiore e due Candellieri simili che già furono impegnati l’anno
1678 per pagare il Serenissimo Prencipe L. 2179 : 18376; una operazione che rappresentava circa il 17% del totale delle uscite del 1680 (oltre che il 60% delle spese di dicembre), che andava ad incidere in modo estremamente significativo sulla gestione di bilancio dell’anno in questione, limitando conseguentemente l’influenza del corso degli altri mesi o almeno della maggioranza di questi. Una uscita questa che merita una breve riflessione, in quanto andava a porre in evidenza che il convento antecedentemente al 1680, si era probabilmente trovato di fronte a serie difficoltà economiche, che avevano costretto i padri ad impegnare degli oggetti Sacri; nel contempo però, attraverso queste 2179 lire venete si può evincere, che il 1680 dal punto di vista della gestione economica era stato sicuramente positivo per l’istituzione religiosa, tanto da permettere l’esborso di questa consistente somma destinata a disimpegnare gli oggetti di valore.
Passando alle diverse categorie di spesa esaminate, i consumi alimentari rappresentavano il 27,2% del totale delle uscite e i valori che caratterizzavano i diversi mesi, sembravano presentarsi in modo abbastanza omogeneo, con un media di lire venete 294 e con il solo mese di settembre che superava le 500 lire venete; i restanti mesi tranne luglio (lire venete 156) erano compresi fra le 200 e le 400 lire venete.
La relativa omogeneità dei valori legati ai consumi alimentari implicava, che la loro incidenza sulle uscite nette dei rispettivi mesi si presentava con percentuali anche molto diverse, che passavano da circa il 60% del mese di agosto, al 7% del mese di dicembre; era dell’ordine del 40% l’influenza dei consumi alimentari rispetto alle uscite nette nei mesi di settembre e maggio, mentre i rimanenti, tranne ottobre (23%), si attestavano fra il 30 e il 35%.
La caratteristica che emerge rispetto alle spese per consumi alimentari è quella di uno stile particolarmente abitudinario.
I costi per la gestione della chiesa e del convento ammontavano a lire venete 8118 ed erano il 62,7% del totale complessivo delle uscite; la parte rilevante di questa categoria, era assunta dalla già richiamata operazione, necessaria per procedere al disimpegno degli oggetti dal Monte di Pietà (2179 lire venete, ossia il 26,8% del totale delle spese di gestione della chiesa e del convento), che portava l’uscita di dicembre ad essere circa il 40% del totale di questa categoria. In relazione agli altri mesi, il solo ottobre superava le 800 lire venete (10,4% del totale della categoria) e aprile le lire venete 600, mentre tre mesi erano compresi fra le 400 e le 600 lire venete. I restanti mesi si attestavano fra le 200 e le 400 lire venete, con agosto che non raggiungeva le 200 lire venete (1,7% del totale relativo alle uscite di questa categoria).
Tolto il mese di dicembre per i motivi più sopra addotti, in linea di massima le uscite mensili di questa categoria, seppure meno omogenee di quelle della precedente, mostravano valori di grandezza relativamente dello stesso ordine, anche se con qualche
“picco”, in alto per il mese di ottobre (lire venete 847) e in basso per agosto (lire venete
141).
Le operazioni per i diversi servizi svolti a favore, sia del convento che dei religiosi, si attestavano alla somma di lire venete 773, che rilevava circa il 6% del totale delle uscite annuali dimostrando, che questa categoria di spese non assumeva nel bilancio del convento una particolare significatività, soprattutto in ragione, alle altre due categorie appena esaminate.
Le spese per servizi erano circa il 22% delle uscite per consumi alimentari e il 9,5% delle spese per la gestione della chiesa e del convento. Solo i mesi di ottobre (lire venete 117) e dicembre (128 lire venete) superavano le 100 lire venete, con 6 mesi in cui le
spese non raggiungevano le 50 lire venete, tra i quali novembre presentava il valore di sole 10 lire venete.
Nel complesso questa categoria di spesa si raffigurava molto contenuta e decisamente tesa all’essenziale.
Le spese di foresteria il cui valore ammontava a lire venete 206 (1,6% del totale delle uscite del 1680), sembravano mostrarsi pressoché irrilevanti nel bilancio annuale del convento, con il solo mese di settembre che superava le 100 lire venete, rappresentando il 51,4% di questa categoria; gli altri mesi, escluso marzo nel quale non si sono rilevate operazioni per spese di foresteria, si attestavano tutti su valori non superiori alle 20 lire venete.
Dello stesso tenore erano anche le uscite per le possessioni fondiarie di Vigasio, il cui ammontare risultava di lire venete 134 (circa 1% del totale delle uscite); solo 6 mesi presentavano questa categoria di spese e fra questi gennaio era l’unico che superava le 30 lire venete. I due mesi di maggio e giugno rilevavano rispetto a questa spesa, valori non superiori alle 5 lire venete. L’irrilevanza dei costi per le possessioni fondiarie di Vigasio sembra denotare per l’anno in esame, uno scarso impegno dei padri del convento nell’investire risorse per migliorare i propri fondi agricoli. Questo assunto in parte dipendeva anche dal fatto, che la gestione delle possessioni era a lavorenzia, quindi alcuni pesi sui fondi, probabilmente potevano risultare di competenza del lavorente.
Nel complesso il 1680 presentava uscite dirette soprattutto ai consumi alimentari e alla gestione della chiesa e del convento, con una sufficiente rilevanza assunta anche dai servizi svolti a favore dei religiosi. Trascurabili erano invece le altre due categorie di spesa, foresteria e gestione delle possessioni fondiarie di Vigasio.
Questa conclusione induce a procedere, ad una approfondimento delle categorie di spesa più incidenti nel bilancio annuale del convento.