Capitolo IV°: Le entrate e le uscite del
1. La struttura delle entrate
L’esame delle polizze di estimo ha consentito di ricostruire la situazione economica e la dinamica dei redditi del convento di Santa Maria della Scala negli anni 1680 e 1724 evidenziando, che rispetto al patrimonio si erano verificate esigue differenze, mentre al contrario si attestava nel corso dei 44 anni, una significativa caduta dei redditi e conseguentemente della loro capitalizzazione270.
Questa evidenza è stata di stimolo per approfondire in termini maggiormente significativi, la realtà economica dei due anni e in tal senso l’attenzione, si è focalizzata sulla gestione dell’istituzione religiosa, attraverso l’analisi delle dinamiche di entrata e di uscita.
L’interesse si sposta da una visione di carattere generale, ad una più analitica della conduzione del convento, con particolare attenzione verso elementi connessi alla quotidianità, come per esempio le spese per i consumi alimentari, oppure le entrate relative all’attività della sagrestia.
Su queste basi è possibile fondare un’ulteriore ipotesi di ricerca, tesa a valutare, se l’attività economica del convento rappresentata dalle dinamiche di entrata e uscita avesse seguito lo stesso corso, della significativa riduzione dei redditi registrata, tra il 1680 e il 1724.
Se tale ipotesi dovesse dimostrarsi sufficientemente attendibile sarà ancora più interessante stabilire, quali potessero essere i fattori che maggiormente avessero inciso. Per orientare in questo modo la ricerca è stata necessaria la consultazione dei libri delle entrate e delle uscite, dai quali è risultato possibile far emergere anche una prima indicazione, circa il sistema di tenuta contabile adottato dai padri del convento271. Come nel caso delle polizze di estimo, anche per affrontare l’analisi dei libri contabili, si è deciso di approntare separatamente l’esame dei due anni; a seguito di questa scelta iniziamo l’indagine, focalizzando l’attenzione sulle dinamiche di entrata del 1680.
270 Come si ricorderà la capitalizzazione del reddito si era ridotta dai 18943 ducati del 1680 ai 14140 ducati del 1724.
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Per effettuare la ricerca relativa al 1680 sono stati consultati in particolare i registri: libro delle entrate n. 55 (libro entrate 1669 – 1684 dove i dati relativi all’anno in esame si possono reperire da cc. 114 r. e v. a cc. 122 r. e v.) e il libro uscite n. 56 (libro uscite 1669 – 1684 con i dati che interessano la ricerca che si trovano da cc. 146 r. e v. a cc. 156 r. e v).
I proventi del 1680 erano riportati seguendo una suddivisione mensile e cronologica; ognuno si caratterizzava per la descrizione dell’oggetto che lo contraddistingueva, per la persona o le persone a cui risultava a carico e per il suo valore economico, sempre espresso nella consueta forma, lire venete, soldi, denari.
La stesura mensile dei dati poteva prodursi su più pagine e alla fine di ognuna veniva evidenziato, il totale delle diverse operazioni di entrata; su quella conclusiva i padri provvedevano a sommare i totali di ogni pagina ottenendo, il computo finale mensile; se questo risultava superiore a quello delle uscite di quel mese, veniva rilevato il saldo positivo, che risultava poi riportato all’inizio dei proventi del mese successivo, da sommare alle operazioni di quel mese272. Ogni mese si concludeva con l’attestazione dei tre padri revisori che avevano provveduto a stilare i dati registrati.
Anticipando in parte quanto sarà esaminato nel paragrafo dedicato alla contabilità possiamo rilevare, una tenuta contabile particolarmente essenziale fondata esclusivamente sulle dinamiche di entrata e di uscita. Una contabilità i cui tratti caratteristici erano comunque presenti in un significativo numero di istituzioni religiose di epoca moderna e che rientrava pienamente nella rendicontazione più elementare tra le due tipologie di contabilità, che Fiorenzo Landi ha posto in evidenza nei suoi studi sulle tenute contabili di conventi e monasteri nel periodo moderno. Questo tipo di tenuta contabile era caratterizzata dalla divisione netta della contabilità in due settori: quello in natura e quello in denaro. Nel primo caso si registrava, sezione per sezione, l’introito annuo della produzione, specificando o meno le voci di entrata. A fianco si dava invece notizia dell’esito della produzione, specificando le quantità vendute e quelle consumate. Seguiva nella seconda parte della registrazione dell’annata il quadro delle entrate e delle uscite in denaro, dove si riportavano fra le entrate i ricavi delle quote di prodotto che in
“esito in natura” erano state vendute e le voci che davano solo denaro, come gli affitti o
i censi. Per le spese figurava la registrazione di tutto il denaro che era stato impiegato per consumi, acquisti, interessi passivi e investimenti. La differenza fra le entrate e le spese forniva alla fine dell’anno un quadro della rendita in denaro; le giacenze in natura erano registrate alla fine dell’annata sotto la voce “rimasti” e non erano valutate in
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Al contrario in presenza di una saldo negativo, questo era evidenziato nel registro delle uscite e sommato alle spese del mese successivo. In questo contesto non ci dilunghiamo oltre, perché l’argomento sarà affrontato in modo più analitico, quando andremo ad esaminare in dettaglio il rapporto fra entrate e uscite del 1680.
denaro: “solo se e nella misura in cui saranno vendute nell’anno seguente, vi sarà registrazione di incasso in denaro273”. Questo sistema era assai semplice e presentava un limite di fondo oltre ad alcuni gravi inconvenienti. Innanzitutto non forniva un bilancio, ma semplicemente una situazione di magazzino e di cassa. Inoltre mancando una registrazione doppia in dare e avere, si potevano commettere più facilmente errori difficili da individuare da parte del computista. A rendere infine più limitativa la ricostruzione del quadro gestionale complessivo concorreva, la mancanza di valutazione in moneta della produzione per l’autoconsumo; al riguardo non risultavano spese di gestione per tutto ciò che veniva prodotto e consumato, perché erano addebitate interamente alla quota di prodotto commercializzato. Restava impossibile ricavare direttamente il rapporto fra rendita e patrimonio e si poneva l’interrogativo, se l’aumento della rendita proveniva da una diminuzione di patrimonio, oppure da un aumento dello sfruttamento delle risorse. Un sistema contabile di questo tipo si adattava ad aziende scarsamente dinamiche, in cui la produzione per l’autoconsumo predominava sugli obiettivi di mercato e nelle quali esisteva scarso interesse ad un miglioramento del sistema produttivo274.
Definita la struttura del documento e le caratteristiche della tenuta contabile, si ritiene utile illustrare anche l’approccio metodologico, attraverso il quale poter sviluppare l’analisi delle entrate del 1680.
La prima operazione è quella di presentare, la descrizione completa dei proventi di un singolo mese preso ad esempio, con l’intento di delineare l’aspetto formale delle entrate e la loro raffigurazione dinamica.
Successivamente l’esame si estende alla determinazione dei proventi dei singoli mesi, attraverso i quali si vogliono rilevare, sia le caratteristiche comuni, che gli elementi dissonanti fra i diversi periodi, rispetto ai quali potrà essere interessante evidenziare, i fattori economici maggiormente incidenti in tal senso.
Dai singoli mesi si passa ad un’analisi complessiva dei redditi riferiti al 1680, indispensabile per fornire un quadro esaustivo della situazione annuale, necessaria in seguito, per produrre non solo il confronto con le uscite dello stesso anno, ma, anche per sviluppare l’approccio diacronico, con le entrate relative al 1724.
273 F. Landi, Il Paradiso, op. cit., pag. 91.
274 F. Landi, Il Paradiso, op. cit., pp. 91-93. Per il momento tralasciamo la seconda tipologia di tenuta contabile descritta dall’autore, che sarà ripresa e approfondita a pag. 499.
Si delinea che la struttura di questa parte del lavoro è prioritariamente rivolta, alla ricerca e all’esame di dati di carattere quantitativo, ai quali comunque si cercherà necessariamente, anche di dare una forma, che possa risultare utile per approntare e implementare analisi, sia rispetto alle singole voci di entrata, che nel complesso del loro corso.
Sempre in merito alla scelta metodologica, le diverse entrate sono state suddivise in alcune categorie omogenee, in modo da rendere l’analisi maggiormente esaustiva. Nello specifico le categorie degli introiti riguardano gli affitti delle abitazioni, i ricavi che provenivano dalla vendita delle produzioni legate alle possessioni di Vigasio, le entrate che si possono ricondurre alle elemosine, che a loro volta si sono suddivise negli incassi della sagrestia, nelle donazioni dei fedeli, nell’attività di raccolta di opere di carità nel territorio, che a seconda dei periodi erano definite “cerca” o “bussola”; infine gli utili prodotti dai diversi livelli275. Questi ultimi meritano un particolare approfondimento, perché seppur rilevandosi tutti nella stessa forma raffigurabile come nell’esempio che segue,
Adì do ricevuti dal nobile Agostino da Monte per saldo del
suo affitto scaduto à 29: settembre prossimo passato campione276 c. 124 L. 8 : 17 : 8277
in realtà presentavano natura diversa, in quanto potevano definire livelli affrancabili278, riconducibili all’attività di prestito ad interesse, livelli perpetui279, ossia veri e propri contratti agrari e ancora livelli con obbligo di messe, che rappresentavano una specifica forma di obbligazione connessa alla celebrazione di cerimonie religiose.
275 Alcune entrate possono non rientrare in questa categorizzazione, non si esclude comunque la possibilità di prenderle in considerazione, nel caso la loro entità economica risultasse significativa, oppure se la loro natura potesse richiamare una particolare forma di provento.
276 La dicitura “campione” stava per libro campione e in questo caso il riferimento era alla pagina 124, (Archivio di Stato di Verona, da qui in poi A.S.VR, Monasteri Maschili Città, Santa Maria della Scala, libro campione n. 52. Nel libro campione era descritta l’origine di ognuno dei livelli stipulati nel corso degli anni dai padri, da cui risultava, nella grande maggioranza dei casi, possibile individuarne la reale natura; seguivano quindi le variazioni che avevano interessato il livello, soprattutto in ragione dei diversi individui che nel corso tempo subentravano nel rapporto livellario; si rilevava infine il valore economico che i livellari erano chiamati a corrispondere periodicamente al convento.
277 L’estrema ambiguità delle annotazioni è spesso dovuta da un lato alla sintesi delle registrazioni, alla utilità di indicare l’entrata e non l’oggetto cui si rifaceva ed alla facilità per i monaci di risalire alla vera natura dell’obbligo attraverso altre documentazioni presenti nell’archivio monastico. Assai significativo è infatti nell’esempio qui riportato il richiamo al libro campione.
278 Del livello affrancabile abbiamo già trattato in altra parte del lavoro, pag. 54.
279 Nelle pagine precedenti sono state già definite le principali caratteristiche del livello perpetuo, pag. 109.
Un problema che si poneva quindi, era quello di riuscire effettivamente ad identificarne la tipologia nelle fonti e per riuscire in questo intento è stato necessario consultare insieme al registro delle entrate, anche il libro campione.
Per tentare di rendere più chiaro il metodo seguito, si ritiene utile evidenziare alcuni esempi, sia nella forma riportata dal registro delle entrate, che in quella che la stessa richiamava nel libro campione.
Il primo esempio, che si prende in considerazione è, un livello perpetuo riportato in questa forma nel registro delle entrate,
Adì 17: do ricevuti dal nobile Signor Antonio Cozza per saldo del suo affitto scaduto il mese di marzo prossimo passato
campione c. 97 T°280 L. 37 : 4281,
che rimandava al libro campione, in cui veniva descritta l’origine e le principali caratteristiche del livello,
Gio: Cozza in luoco di Stefano Cozza erede del Signor Gio: Batta Cozza da Quinzano per livello perpetuo lasciato da Madonna Caterina al Signor …….. della contrà delle Bollette, fondato sopra una pezza di terra arativa in pertinenza d’Avesa in contrà d’Arcarotta come nel libro delle Locazioni segnato A, c. 144 e 69, appar stromento 29 aprile 1426 in atti del Signor Dotor Giulio Perzana
paga per San Michele 29 settembre, lire veronesi 6 : 5, che sono lire venete282 L. 8 : 6 : 8283.
L’esempio che segue è invece riconducibile ad un livello affrancabile,
280 Il riferimento era al libro campione, pagina 97 tergo.
281 A.S.VR, Monasteri Maschili Città, Santa Maria della Scala, registro n. 55, c. 116 v.
282Relativamente ai livelli perpetui il riferimento al libro campione rimandava a due Registri Instrumenti e Locazioni, contrassegnati con la lettera “A” e “B”. Purtroppo la fonte contrassegnata “A” non è presente nel fondo di Santa Maria della Scala, mentre è conservato il registro delle Locazioni denominato “B” che rappresentava il seguito, verificato con i numeri di pagina, della fonte “A”. Consci di procedere ad una semplificazione, possiamo almeno dal punto di vista formale mettere in rilievo la struttura di questo registro “B”, presupponendo che la stessa non potesse discostarsi significativamente da quella della fonte “A”. Fatta questa necessaria considerazione, dall’analisi di questa fonte emergeva che il livello descritto nel libro campione rimandava rispetto al registro delle Locazioni, a Locationes Perpetulis, oppure a Renovatio Locationes. Questo seppur con alcuni limiti, ha portato a considerare che il richiamo al registro delle Locazioni potesse rappresentare un livello perpetuo e gli esempi di diversi livelli in cui era richiamata nel libro campione la natura perpetua e il contemporaneo riferimento al libro delle Locazioni, confortavano in tal senso. Di conseguenza dove mancava il rimando al registro delle Locazioni e dove non era espresso il carattere di livello con obbligo di messe, il livello si è considerato affrancabile ed anche in questo caso, un buon numero di livelli, in cui era sottolineata l’entità del capitale oppure il tasso di interesse applicato, quindi la chiara natura di prestito, tendeva a dimostrare la validità di questa presupposizione.
Nel proseguo del lavoro ed in particolare quando l’analisi si è focalizzata sulle entrate del 1724, il ricorso ad altre fonti ha fornito ulteriori criteri, in grado di confermare, con maggiore chiarezza la reale natura dei diversi livelli emersa fino a questo punto.
Rispetto ai livelli con obbligo di messe, ad integrazione di quanto riportato nel libro campione un utile riferimento di confronto si è rilevata l’analisi della polizza di estimo; al contrario sia rispetto ai livelli affrancabili che ai livelli perpetui il riferimento alla polizza di estimo del 1680 non si è dimostrato di particolare utilità, in quanto nella stessa, i livelli erano riportati senza nessuna particolare connotazione della loro natura.
Adì 15: do ricevuti dal Signor Gio: Batta Turrini per nome di
Messer Rocco Grazi à conto del suo affitto campione c. 250 L. 18 : 12284
il cui richiamo al libro campione, riportava come sempre l’origine del livello, mentre il livellario di riferimento risultava entrato in una porzione del contratto nel 1680,
Il Signor Dionisio Scaglia cesso dal Signor Cornello Lanari al quale sotto l’ultimo maggio 1640 furono dati ducati 150 come instrumento atti del Signor Iseppo Brunelli, per
San Michele 29 settembre paga lire veronesi 46 : 10 che sono lire venete L. 62285.
Infine l’ultimo esempio che si evidenzia riguardava un livello con obbligo di messe,
Adì 3: do ricevuti dal nobile Signor Paolo Emilio Fumanelli per saldo del suo affitto scaduto il mese di aprile prossimo
passato campione c. 187 T° L. 42 : 10286
il cui rimando al libro campione attestava chiaramente la specifica natura dell’operazione,
Paolo Emilio Fumanelli per testamento fatto dalla quondam Madonna Sarra di Ronchi relita Gio: Batta de Comis come nell’instrumento 24 Febraro 1611, con obbligo di celebrare una messa alla settimana come nel suddetto testamento, al quale per il prossimo agosto paga lire veronesi 27 : 18
che sono lire venete L. 37 : 4287.
Definito il metodo adottato per identificare la natura del livelli, si può procedere con il dettaglio degli introiti del 1680.