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Capitolo III° : La struttura del patrimonio nel

6. Livelli in natura

Nella polizza di estimo ai livelli con obbligo di messe, seguivano i livelli in natura, che nello specifico riguardavano olio, frumento e uva. I livelli che si riferivano all’olio erano 3,

207 A.S.VR, A.E.P. 1724, registro n. 343, Busta 28, carte non numerate. 208 A.S.VR, A.E.P. 1724, registro n. 343, Busta 11, carte non numerate. 209 A.S.VR, A.E.P. 1724, registro n. 343, Busta 10, carte non numerate. 210

A.S.VR, A.E.P. 1724, registro n. 343, Busta 27, carte non numerate.

211 In un lavoro come questo, dove si ha l’ambizione di far prevalere il taglio oggettivo, anche questi confronti, seppur parziali, possono offrire un’idea della realtà economica di Santa Maria della Scala. 212 A.S.VR, A.E.P. 1724, registro n. 343, Busta 28, carte non numerate.

Il nobile signor signor Marco Aurelio Cerea per incarico de suoi antenati paga perpetuo oglio bacede due et un quarto

Eredi del signor Bonaldo Marini censo dalli nobili Signori Cerea pagano perpetuo come in atti di Bettino Cechini 1 marzo 1622 oglio bacede due et un quarto Girolamo Vicentino da Vendri come in atti rinunciati dal signor Giuseppe Foneta 12 luglio 1698 paga perpetuo con obligo di messe 6 oglio bacede tre a danari secondo la parte del Serenissimo Prencipe rilevano queste tre partite lire trentasette

soldi sedeci L. 37 : 16213

per un totale di 7 bacede di olio214. Cinque livelli risultavano a frumento,

Il nobile signor Marchan Velio Cerea per le ragioni come sopra paga perpetuo formento minali tre quarte tre

Eredi del signor Lonardo Marini per le ragioni et atti come sopra pagano perpetuo formento minali tre quarte tre

Il nobile signor Michel Angelo Ridolfo per legato della signora Orsara relita signor Marco Ridolfo paga perpetuo con obligo di messe 4 formento minali tre Il nobile signor Malfato successo nelle ragioni in atti di Giulio Bersana 29 gennaio 1572 paga perpetuo formento minali quattro

Chiara Fattori da Maran come erede de suoi maggiori et atti di Bettino Cechini rinovati 29 giugno 1619 paga perpetuo formento minali tre quarte tre con obligo

di messe 10. A danari rilevano la suma di lire centonove soldi dieci L. 109 : 10

ed ammontavano ad un totale di minali 15 quarte 9. I primi due livelli a frumento riportati erano collegati come atto, al terzo livello relativo all’olio.

Rispetto alla tipologia, tre livelli a frumento risultavano perpetui e due con obbligo di messe.

Uno solo di questi livelli riguardava uva bianca,

Il signor Antonio Florio o eredi in luoco d’Archelaro Cimerlini per legato del nobile signor Veronese Fracastor per il Santo Sacrificio della Messa paga perpetuo una

bote d’uva bianca che rileva lire quarantotto L. 48215

ed era un livello con obbligo di messe, che emergeva da un legato.

Per avere una idea del peso economico dei livelli di olio, frumento e uva è possibile fare un confronto con il convento di Santa Anastasia, che sempre nel 1724 presentava livelli di olio pari a bacede 7 e mezzo, di frumento uguali a 13 minali e di uva corrispondenti a 2 brenti216.

Se rispetto ai livelli di olio la differenza tra i due conventi era poco significativa, più rilevante risultava per gli altri due prodotti; Santa Maria della Scala risultava percepire

213 A.S.VR, A.E.P. 1724, registro n. 343, Busta 28, carte non numerate. 214

Dal terzo livello riportato si può con le dovute cautele evincere che essendo tre bacede di olio corrispondenti a lire venete 37 soldi 16, una baceda di olio poteva corrispondere a lire venete 12 soldi 12. 215 A.S.VR, A.E.P. 1724, registro n. 343, Busta 28, carte non numerate.

livelli a frumento (minali 15, quarte 9) e di uva bianca (1 botte), relativamente maggiori di quelli di Santa Anastasia217.

Più che la valutazione del dato assoluto, quello che potrebbe essere maggiormente interessante è mettere in relazione tale dato con quello dei livelli allibrati, che per Santa Anastasia (lire venete 2683 soldi 17) risultavano decisamente superiori a quelli di Santa Maria della Scala (lire venete 738 soldi 5 denari 11). Questa relazione potrebbe forse sottendere, che i padri di Santa Maria della Scala non disdegnassero di accettare anche livelli in natura, in modo da garantirsi alcuni prodotti necessari per il loro fabbisogno alimentare, mentre nei padri di Santa Anastasia sembrava prevalere, un maggiore orientamento verso le entrate in denaro.

7. Le abitazioni

La polizza di estimo proseguiva poi, con le case di proprietà del convento di Santa Maria della Scala218,

Una casa sulla via Nova dalla quale un anno con l’altro si ricavano lire cento L. 100 In questa sopra capitale de ducati 100 vi è obbligo di messe 18

Una casa sull’Introl de’ 3 marchetti che in sei o sette affittanze rende un anno con l’altro

lire cento L. 100

Tre case a S. Andrea che affittandosi tutte rendono un anno con l’altro

lire duecento L. 200219.

Le abitazioni risultavano essere nel complesso 5 e gli affitti assicuravano ai padri 400 lire venete220; oltre alle case veniva registrato, che i religiosi avevano provveduto ad affittare alcuni luoghi all’interno del convento,

Per provvedere alla Curia si è ristretto il monastero col aprire alcuni luoghi, che

affitandosi tutti si ricavano un anno con l’altro lire settecento L. 700221.

217 Si ricorda per evidenziare la differenza fra i due conventi che 1 botte = 12 brenti. 218

L’importanza economica dell’edilizia e dell’investimento immobiliare urbano è stato oggetto di recenti studi, in particolare si possono ricordare i lavori di J.F. Chauvard, La circulation des biens à Venice: strategies patrimoniale set marchè immobilier (1600-1750), Ecole Francaise de Rome, Roma 2005; L. Mocarelli, Costruire la città. Edilizia e vita economica nella Milano del secondo Settecento, Il Mulino, Bologna 2008.

219 A.S.VR, A.E.P. 1724, registro n. 343, Busta 28, carte non numerate.

220 Questo dato è da prendere con qualche accorgimento, in quanto vedremo in seguito analizzando altre fonti contabili, che sul numero delle abitazioni è necessario un esame più particolareggiato.

221

Probabilmente a causa della crisi economica si erano anche intensificate le richieste di sussidi del clero verso i propri conventi e Santa Maria della Scala a tale situazione aveva risposto sfruttando l’ampiezza del monastero, ricavando delle stanze da affittare, che non erano comunque poche, visto la resa di lire venete 700, che risultava quasi doppia delle rendita degli affitti delle altre case.

Complessivamente le entrate da affitti di case risultavano di lire venete 1100, superiori di circa 360 lire venete ai livelli allibrati e inferiori di 125 lire venete ai livelli con obbligo di messe.

Un reddito quello derivante dagli affitti delle abitazioni, che sembrava delinearsi in modo piuttosto significativo nel complesso delle entrate, relative alle dinamiche economiche del convento della Scala.

Non è possibile confrontare questo dato con quello della precedente polizza di estimo del 1680, in quanto, in tale documento non erano espressamente riportate notizie su case e conseguenti affitti. E’ possibile invece valutare questo dato, in riferimento ad altre istituzioni religiose cittadine.

Santa Anastasia presentava entrate da affitti di case che ammontavano a lire venete 2300 soldi 4222, un valore decisamente superiore a quello di Santa Maria della Scala (1100 lire venete), come del resto risultava maggiore in relazione a questa entrata, anche quanto riportato per Santa Eufemia223, che attestava lire venete 1826 soldi 16; una differenza relativamente meno marcata rispetto a quella con Santa Anastasia, ma comunque sempre significativa; si presentavano invece inferiori a quelle di Santa Maria della Scala, le entrate per affitti di abitazioni del monastero di San Giovanni Evangelista alla Beverara224, che ammontavano a lire venete 903 soldi 5 e di San Tommaso, il cui valore si attestava a lire venete 378 soldi 4.

Come nei casi precedenti, anche per queste entrate risulta particolarmente problematico poter fare delle deduzioni attendibili circa i confronti proposti, considerando anche, che le case come i terreni, nella stato economico di una istituzione religiosa potevano modificarsi con una certa frequenza, in quanto molto spesso legate a donazioni e lasciti testamentari.