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L’EDUCAZIONE ALLA CITTADINANZA COME PRATICA DI SVILUPPO DEL “FUTURO”

Nel documento Democrazia e Nuova Cittadinanza (pagine 108-110)

agency gym for the development of citizenship skills

L’EDUCAZIONE ALLA CITTADINANZA COME PRATICA DI SVILUPPO DEL “FUTURO”

Il tema dell’educazione alla cittadinanza – mai come negli ultimi mesi – è oggetto di una serie di dibattiti e tavoli di lavoro al fine di ripensare i modelli e le pratiche educative nelle scuole, nelle organizzazioni lavorative e nella comunità locale, secondo i principi della dignità umana, dell’inclusione e della resilienza. L’ex Segretario delle Nazioni Unite Ban Ki Moon, in un recente rapporto (Fioramonti, 2020), sostiene che occorre «educare la prossima generazione alla cittadinanza globale, […] aumentare la loro comprensione dei cambiamenti sociali, culturali, educativi perché sono i nostri futuri leader» (p. 1). Un altro riferimento è riconducibile alla giovane attivista svedese Greta Thunberg che, in un evento tenutosi presso il Senato nel 2019, così si rivolgeva ai giovani: «La cosa più triste è che molti ragazzi non hanno la consapevolezza del destino che li attende e rischiano di non comprenderlo fino a quando non sarà troppo tardi. Tra tredici anni potremmo trovarci in una situazione che sfuggirà al controllo umano e potrebbe portare alla fine della civiltà così come noi la conosciamo. Ma dobbiamo considerare che ci basiamo su stime, su calcoli. In realtà i punti di non

ritorno potrebbero essere anche più vicini del 2030» (ASviS, 2019, p. 18). Dalle parole dell’attivista alla lotta del cambiamento climatico si evince la necessità di potenziare la collaborazione tra società civile e istituzioni educative al centro di una missione condivisa che faccia dei docenti e dei discenti veri agenti del cambiamento. Il rilancio dello “spazio educativo e formativo” va inquadrato, infatti, nell’ambito degli obiettivi strategici da conseguire entro il 2030: a) fare in modo che l’apprendimento permanente e la mobilità divengano una realtà; b) migliorare la qualità e l’efficacia dell’istruzione e della formazione; c) promuovere l’equità, la coesione sociale e la cittadinanza attiva; d) incoraggiare la creatività e l’innovazione, inclusa l’imprenditorialità, a tutti i livelli dell’istruzione e della formazione.

Negli ultimi anni, in particolare, la pedagogia ha cercato di rispondere ai bisogni emergenti della società odierna attraverso lo sviluppo di nuove forme di intervento educativo di stampo riflessivo e trasformativo al fine di promuovere nuove opportunità di crescita e di arricchimento personale e sociale reciproco ponendo attenzione alla dimensione comunitaria della cittadinanza, ad un’identità collettiva basata sul valore della pace, della solidarietà intellettuale e morale dell’umanità, e su un modello di educazione centrato sullo sviluppo della componente umana della persona.

Gli studi e le ricerche in campo pedagogico, dunque, hanno analizzato il modello dell’educazione alla cittadinanza – d’ora in poi EC – negli ambiti più diversi: da quello sociale (Marshall, 1950), inclusivo (Habermas, 1998), culturale (Miller, 2010), interculturale (Cambi, 2001), multiculturale (Santerini, 2010), partecipata (Mortari, 2004), fino a comprendere la dimensione propria della pratica (Wenger, 2006), dello sviluppo delle competenze civiche (Schulz et al., 2016), della generatività degli apprendimenti (Costa, 2016) per la coltivazione di un’identità come fattore di partecipazione sociale nella comunità: in famiglia, a scuola, nel territorio.

A livello politico, l’Unione Europea ha espresso il suo impegno a favore dell’EC attraverso un approccio integrato e intersettoriale, che riguarda nello specifico le giovani generazioni, centrato sullo sviluppo dell’alfabetizzazione mediatica e del pensiero critico, la promozione dell’istruzione inclusiva e dei valori comuni di libertà, tolleranza e non discriminazione (Eurydice, 2019).

Ma come definire l’educazione alla cittadinanza? Riprendendo la Dichiarazione di Parigi del 2015, l’EC si configura come un modello educativo che «mira a promuovere la convivenza armoniosa e a favorire lo sviluppo mutualmente proficuo delle persone e delle comunità in cui queste stesse vivono. Nelle società democratiche, essa aiuta gli studenti a diventare cittadini attivi, informati e responsabili, desiderosi e capaci di assumersi responsabilità per loro stessi e le loro comunità a livello nazionale, europeo e internazionale» (Council of Europe, 2017, p. 23)1. In sostanza, l’EC è un approccio

pedagogico che contribuisce alla formazione globale della persona attraverso la proposta di strumenti educativi e didattici finalizzati allo sviluppo delle competenze civiche, trasversali (soft) e per la vita (life), fondamentali nel processo di coltivazione della propria identità personale e professionale. Diverse sono anche le iniziative per sensibilizzare le istituzioni ed i soggetti al tema della sostenibilità e della cittadinanza. Si pensi, a titolo esemplificativo, al portale Scuola 2030 di Indire per la formazione dei docenti che, nel periodo di criticità legato al Covid-19, ha dato la possibilità di fruizione gratuita di corsi per la progettazione di moduli didattico-formativi che rimandano al valore

1 Oltre all’UE, altri attori internazionali svolgono un ruolo attivo nel settore dell’educazione alla cittadinanza. A titolo di

esempio, il piano delle Competenze per una cultura democratica approvato dal Consiglio d’Europa nel 2016; la Carta sull’educazione alla cittadinanza democratica e ai diritti umani (Charter on Education for Democratic Citizenship and Human Rights Education) del 2017; il modello dell’UNESCO sull’Educazione alla cittadinanza globale (Global Citizenship Education Model) del 2015; in ultimo, le ricerche dell’IEA (Associazione internazionale per la valutazione del rendimento scolastico).

della partecipazione civica e della pratica sociale2; il progetto Sudego, iniziativa strutturata nell’ambito del programma Erasmus+, in cui sono stati redatti contributi sul tema della cittadinanza per insegnanti e studenti delle scuole di secondo grado superiore3; la campagna video Un Goal al giorno che fornisce un’analisi tematica delle azioni sostenibili; fino alle diverse iniziative4 aventi lo scopo di favorire la conoscenza, la diffusione e l’assunzione degli stili di vita previsti nell’Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile.

Quali sono allora gli approcci per riprogettare e ripensare le pratiche di EC nel periodo post-Covid? Quali invece le pratiche di apprendimento richieste per favorire la partecipazione comune ed inclusiva dei soggetti?

È indubbio che l’EC può essere veicolata non solo tramite un apprendimento formale (a scuola oppure in classe), ma soprattutto attraverso il riconoscimento delle esperienze di apprendimento informali e non formali (con il territorio, la comunità, e così via) (Pignalberi, 2019) tanto da identificarsi da pratica cross-curriculare a pratica di sviluppo del futuro, per il soggetto quanto per il territorio, in cui centrale è il contributo del capability approach e dello sviluppo sostenibile.

Nel documento Democrazia e Nuova Cittadinanza (pagine 108-110)

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