Promoting ethical education for citizenship: reflections from literature and experience
EDUCAZIONE ETICA ED EDUCAZIONE ALLA CITTADINANZA
La Character education, ampiamente diffusa nei contesti educativi nord-americani, si ispira al concetto aristotelico di virtù, interpretandola in senso stretto come “habitus”, modo del carattere (Lickona, 1997). Viene quindi proposta una visione dell’educazione mirata essenzialmente alla formazione del carattere, intesa nel senso di uno sviluppo dell’abitudine alla virtù (Mortari, 2019a). Tale approccio è stato fortemente criticato in quanto considerato poco attento alla dimensione del pensare eticamente informato e più orientato alla trasmissione di regole legate ad una data tradizione. Si differenzia da tale orientamento il Cognitive developmental approach (o Moral reasoning): a partire da riferimenti teorici quali la psicologia cognitiva e la teoria dello sviluppo morale di Kohlberg (Kohlberg, 1981) e collaboratori (Power, Higgins, & Kohlberg, 1989), il Cognitive developmental approach mette in dubbio la possibilità di un insegnamento diretto delle virtù (Mortari, 2019a), ed è invece fortemente orientato allo sviluppo del pensiero critico e del ragionamento morale.
Entrambi gli approcci utilizzano la narrazione di storie ma, mentre nella Character education essa è stata a lungo finalizzata all’assimilazione di valori legati ad una particolare tradizione culturale, nel Cognitive developmental approach l’obiettivo è di promuovere il pensare critico. La promozione del pensiero critico avviene in particolare sottoponendo agli studenti situazioni dilemmatiche e coinvolgendoli in attività di riflessione e discussione.
In riferimento allo sviluppo del pensiero critico si può riscontrare un primo importante collegamento con l’educazione alla cittadinanza: Kohlberg infatti si è ampiamente riferito a Dewey, secondo il quale lo sviluppo intellettuale e morale dei cittadini rappresenta un importante compito dell’educazione, e l’indice del più elevato livello di sviluppo morale corrisponde al modo di agire secondo la capacità di pensare criticamente a partire da sé (ivi).
In letteratura è stato osservato come anche all’interno della Character education possa essere data importanza al pensiero critico, sottolineando come le critiche che la ritengono “indottrinatoria”, cioè
mirata a “inculcare” determinati valori, derivino da una lettura errata basata su stereotipi (Althof & Berkowitz, 2006). Si sostiene invece che nel tempo la Character education abbia riconosciuto maggiore spazio e importanza al ragionamento morale, e che, al di là delle differenze riscontrabili in letteratura, nell’effettiva pratica educativa Character education ed educazione alla cittadinanza possano essere impiegate anche in modo integrato: obiettivo condiviso da entrambe è lo sviluppo del pensiero critico e del discorso aperto nei contesti scolastici (ivi). Secondo questa prospettiva l’educazione alla cittadinanza necessita di una riflessione sulle virtù e sui valori essenziali per il vivere comunitario, in modo che il cittadino coltivi le competenze necessarie ad agire efficacemente per il bene comune e sia in tal senso motivato (ivi).
Dall’analisi degli studi sul tema emerge come di fatto tutti gli approcci alla Character education diffusi negli Stati Uniti individuino in essa una risorsa preziosa nel formare gli studenti a diventare cittadini democratici: una buona democrazia dipende infatti da un senso di cittadinanza che tenga in debita considerazione il bene comune.
Anche all’interno di alcune definizioni di educazione alla cittadinanza e dei suoi obiettivi si possono osservare aspetti in stretta connessione con l’educazione etica.
Nella visione di Althof e Berkowitz (2006) emerge ad esempio come i valori di responsabilità per l’altro e per il bene comune siano al cuore dell’educazione alla cittadinanza, se considerata in un’ottica comunitaria che ponga al centro il servizio alla comunità. Secondo gli autori, inoltre, tra le competenze necessarie per una cittadinanza efficace rientrano anche determinati valori e "disposizioni": forte è il richiamo ad Aristotele che interpreta appunto la virtù come una “disposizione” ad agire bene. Park (2001) rileva come assumano importanza le disposizioni come aspetti su cui l’educazione alla cittadinanza deve focalizzarsi, assieme alle conoscenze e alle abilità necessarie per vivere all’interno di una società liberal-democratica.
Ancora, Orlenius (2008) riassume come scopi dell'educazione alla cittadinanza la promozione di virtù fondamentali, quali la tolleranza, il senso individuale di giustizia, la generosità di spirito e la responsabilità.
Un concetto centrale emerso in letteratura, che evidenzia la stretta relazione tra educazione etica intesa come educazione alle virtù ed educazione alla cittadinanza, è quello di virtù civica, che può essere definita come la predisposizione a promuovere il bene pubblico rispetto a quello privato nella deliberazione dell’azione o la disposizione ad agire con il bene comune in mente (Burtt, 1990, p. 24, in Park, 2001, p. 70). Quali siano le virtù da promuovere per formare un buon cittadino e quali le modalità adeguate per farlo è tema dibattuto. Galston, ad esempio, ha individuato le seguenti tipologie di virtù: virtù generali, virtù sociali, virtù economiche e virtù politiche. Tra le virtù politiche identifica la capacità di valutare l’operato di chi ricopre cariche di potere e la disponibilità a impegnarsi in un discorso pubblico (Galston, 1991, citato in Park 2001). È stato osservato come questi aspetti, legati alle virtù politiche, siano specificatamente connessi a una visione di cittadinanza libera e democratica (Park, 2001).
Nel complesso la letteratura è concorde nell’individuare alcune caratteristiche personali, relative sia all’ambito morale che a quello cognitivo, che promuovono una buona cittadinanza, come il senso di responsabilità, la preoccupazione per la giustizia e la capacità critica di giudizio (Green, 2004). Diventa necessario aver cura di coltivare sia gli aspetti morali che cognitivi del soggetto, in modo da promuovere i valori della democrazia e le virtù associate, insieme alle virtù cognitive. Buone competenze cognitive non sono infatti garanzia di virtù e moralità, tuttavia alcune disposizioni cognitive legate al pensiero critico, come la disposizione a ragionare usando la logica, facilitano il raggiungimento di giudizi morali perspicaci: in questo senso è utile porre attenzione sia alla dimensione morale che a quella cognitiva nel promuovere i valori democratici nei bambini e nei
giovani (Green, 2004). Considerare compito irrinunciabile dell’educazione quello di coltivare le virtù desiderabili nei cittadini comporta investire di una grande responsabilità tutti coloro che rivestono un ruolo educativo: diventa quindi fondamentale offrire anzitutto a loro interventi di supporto e formazione mirati a sviluppare la riflessione e il confronto sia sul tema dei valori e delle virtù personali che su quelli della scuola e della comunità (Green, 2004).
Le riflessioni finora riportate a partire dall’analisi della letteratura mostrano come all’interno dell’educazione etica le competenze di cittadinanza rivestano un ruolo di primaria importanza: questo ci permette di affermare che l’educazione etica interpretata secondo gli approcci presentati intende essere funzionale anche alla formazione del cittadino.
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