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MELARETE: UN PROGETTO EDUCATIVO E DI RICERCA Educazione all’etica per la cittadinanza

Nel documento Democrazia e Nuova Cittadinanza (pagine 166-169)

Promoting ethical education for citizenship: reflections from literature and experience

MELARETE: UN PROGETTO EDUCATIVO E DI RICERCA Educazione all’etica per la cittadinanza

MelArete è un progetto di educazione all’etica delle virtù nella prospettiva della filosofia della cura (Mortari, 2019a). L’etica viene intesa secondo la definizione di Ricoeur (2007), che propone una distinzione con la morale: se il compito dell’etica è quello di comprendere in cosa consiste ciò che è buono per la vita, il compito della morale riguarda invece la definizione di norme e di regole di condotta. Ragionando a partire da questa prospettiva, la riflessione etica ha dunque a che fare con la domanda relativa a cosa sia bene e a cosa sia bene fare. È Ricoeur stesso a legare il concetto di etica a quello di cura, quando definisce l’etica come un discorso che si occupa della «cura di sé, cura degli altri e cura delle istituzioni» (2007, p. 34). L’agire con cura è orientato dalla ricerca di ciò che è bene (Noddings, 1984; Mayeroff, 1990; Tronto, 1993; Kittay, 1999; Held, 2006; Slote, 2007; Mortari, 2015) e la ricerca di ciò che è bene si esprime attraverso azioni virtuose. Questo è suggerito innanzitutto da Aristotele, secondo cui agire bene significa agire secondo virtù (Etica Eudemia, II, 1, 1219a 28), ma è inoltre confermato da ricerche teoretiche ed empiriche (Mortari, 2006; 2015; 2019a; Mortari e Saiani, 2013) che mettono in luce come al cuore delle azioni di cura ci siano quelle posture dell’esserci che sono appunto definibili come virtù. Il termine “MelArete”, che dà il nome al progetto, nasce dall’unione fra i termini greci “melete”, che significa “cura”, e “arete”, che significa “virtù”, a sottolineare come la filosofia della cura e l’etica delle virtù costituiscano i principali riferimenti teorici della progettazione educativa.

MelArete però non è soltanto un progetto di educazione all’etica, interpretata secondo la concezione appena presentata, ma è più specificamente un progetto di educazione all’etica per la cittadinanza, poiché fra i suoi obiettivi c’è anche quello di promuovere la cura del bene comune, una postura che si qualifica come essenzialmente politica. Seguendo il ragionamento sviluppato nel Politico di Platone (261d-e, 276c), la politica può essere infatti definita come cura della comunità; e, siccome – come abbiamo visto – il nucleo essenziale della cura è costituito dalle virtù, la cura del bene comune si sostanzia in un agire virtuoso (Mortari, 2019a). Ma quali sono le virtù politiche per eccellenza? Quali sono cioè le virtù che esprimono l’attenzione per la comunità e, quindi, per il bene comune? È ancora Platone a suggerire una risposta, quando nel Protagora spiega che gli esseri umani ricevettero in dono da Zeus “il rispetto e la giustizia, perché fossero principi ordinatori di Città e legami produttori di amicizia” (322c); il rispetto e la giustizia sono dunque fondamentali per la maturazione di quel senso di cittadinanza che ci permette di vivere bene con gli altri nella comunità (Mortari, 2018, 2019a). In particolare, risulta pertinente qui richiamare la definizione di giustizia legale proposta da Tommaso d’Aquino: essa è intesa come quella virtù che “riguarda direttamente il bene comune” e “convoglia verso tale bene tutte le altre virtù col suo comando” (Somma Teologica, I-II, q. 61, a. 5).

Una ricerca educativa

Le virtù del rispetto e della giustizia sono al centro di un percorso educativo per la scuola primaria (Mortari, 2019b), finalizzato a promuovere lo sviluppo del pensiero etico dei bambini, anche nella prospettiva dell’educazione alla cittadinanza. Nell’a.s. 2016/2017, tale percorso ha coinvolto sei classi quarte di quattro scuole di Roma e Bergamo, per un totale di 106 alunni. Ha previsto diverse tipologie di attività che, oltre al rispetto e alla giustizia, hanno riguardato anche altre virtù, quali quelle del coraggio e della generosità, oltre che i concetti di bene e di cura. In particolare, durante i dodici incontri con i ricercatori che si sono svolti nel corso dell’anno scolastico, i bambini sono stati coinvolti in conversazioni socratiche, per ragionare insieme sul significato dei termini etici, in attività ludiche, per approfondire le loro idee in contesti divertenti, in riflessioni sulle storie, per focalizzare l’attenzione sulle virtù a partire da una cornice narrativa, e in dibattiti sulle vignette, per interrogarsi sulle questioni sollevate da dilemmi etici. Su tale percorso è stata svolta una ricerca qualitativa, per comprendere quale efficacia hanno avuto le diverse attività proposte per lo sviluppo del pensiero etico dei bambini. La cornice espistemologica di riferimento è quella della “naturalistic inquiry” (Lincoln & Guba, 1985), in accordo con la quale la ricerca deve essere svolta nel contesto in cui il fenomeno oggetto di studio ordinariamente accade; poiché il fenomeno educativo trova nel contesto scolastico il suo ambiente privilegiato, la ricerca che qui presentiamo è stata svolta in alcune scuole che hanno inserito il progetto MelArete nel piano dell’offerta formativa prevista per le classi coinvolte. Si tratta di una ricerca educativa, perché prevede la proposta di un percorso educativo e la realizzazione di uno studio su di esso, e nello specifico si tratta di una ricerca “per” i bambini, e non semplicemente “con” i bambini, perché è animata dalla prioritaria intenzione di offrire esperienze significative per la fioritura degli alunni coinvolti (Mortari, 2009).

Il diario delle virtù

Poiché secondo Aristotele le virtù si imparano mettendole in atto (Etica Nicomachea, II, 1, 1103b 1- 2), un progetto di educazione all’etica delle virtù dovrebbe tenere in massima considerazione il valore dell’esperienza; un modo per raggiungere questo obiettivo, è quello di far scrivere ai bambini un “diario delle virtù”, in cui possano riflettere sulla loro esperienza di azioni virtuose (Mortari, 2019a). Nel progetto MelArete, la scrittura del diario ha costituito un’attività trasversale, portata avanti per quasi tutta la durata del percorso: è stata infatti introdotta al terzo incontro, dopo le attività iniziali volte ad esplorare i pensieri originali dei bambini sui concetti oggetto del percorso. La consegna data agli alunni era di scrivere, almeno una volta a settimana, le azioni virtuose agite in prima persona o viste agire da altri. La scrittura diaristica risulta uno strumento efficace da adottare in un percorso educativo, perché scrivere facilita l’attivazione di processi riflessivi (Mortari, 2013). Fra le virtù che i bambini erano invitati a raccontare c’erano anche il rispetto e la giustizia, ritenute fondamentali nella prospettiva dell’educazione all’etica per la cittadinanza1.

I dati raccolti e il metodo di analisi

I diari raccolti nelle sei classi che hanno partecipato al percorso sono stati 106. I dati sono stati analizzati qualitativamente con l’obiettivo di giungere ad una concettualizzazione delle esperienze di rispetto e giustizia raccontate dai bambini. Il metodo adottato è ispirato alla filosofia fenomenologica per i principi epistemici su cui si fonda, e alla grounded-theory per le tecnicalità dell’indagine. In particolare, l’analisi è orientata dal principio di fedeltà husserliano (Husserl, 2002, pp. 52-53), per il quale occorre considerare che ogni cosa ha un suo modo proprio di apparire, perciò per poterla

conoscere occorre attenersi al profilo con cui essa appare. Nella ricerca, questo significa “dedicare il lavoro del pensiero a cercare una conoscenza quanto più possibile precisa del modo in cui le cose si rivelano e poi trovare quelle precise parole che fedelmente dicano le loro qualità” (Mortari, 2017, p. 64). L’applicazione di questo principio deve essere accompagnata dalla mossa epistemica dell’epochè, che si concretizza nell’impegno a “mettere fuori gioco”, “fuori circuito”, “tra parentesi” (Husserl, 2002, p. 69) tutte quelle teorie e interpretazioni pre-date che potrebbero condizionare la conoscenza del fenomeno, portando il ricercatore a leggere la realtà attraverso i filtri di categorie mentali non fedeli ad essa. Il principio di fedeltà e la mossa epistemica dell’epochè sono le condizioni necessarie al perseguimento dell’obiettivo dell’indagine fenomenologica, che è quello di cercare “l’essenza” (Husserl, 2002, pp. 78-79) del fenomeno che è oggetto di studio, intendendo con “essenza” quell’insieme di proprietà che fanno di un fenomeno quel tipo di fenomeno, e non un altro. Nello specifico della ricerca che è oggetto di questo saggio, l’analisi fenomenologica è volta a comprendere l’essenza delle esperienze virtuose raccontate dai bambini nei loro diari.

Le tecnicalità dell’analisi prevedono un processo ispirato alla grounded-theory (Glaser & Strauss, 1967) di progressiva codifica dei dati, che dopo ripetute letture vengono etichettati e categorizzati. Nello specifico, le azioni epistemiche messe in atto sono:

- trascrizione dei racconti contenuti in tutti i diari e distinzione fra quelli relativi al rispetto e alla giustizia;

- identificazione del significato etico di ogni azione narrata e concettualizzazione di primo livello attraverso l’elaborazione di un’etichetta che descrive il significato espresso (CS); - raggruppamento in insiemi omogenei delle diverse concettualizzazioni di significato (CS) e

attribuzione a ciascun gruppo di una concettualizzazione di secondo livello (C), che indica l’essenza del significato espresso da quel gruppo.

L’ultima azione dell’analisi consiste nell’elaborazione di un coding system che, per ogni virtù, riporta le concettualizzazioni di significato (CS) e le relative categorie (C) (Mortari, 2019b).

I risultati emersi

I risultati dell’analisi consentono di comprendere come si qualificano le esperienze di rispetto e giustizia raccontate dai bambini nei loro diari; in particolare, i coding system emersi mettono in luce la ricchezza delle riflessioni degli alunni in merito a queste virtù.

Il rispetto nei racconti dei bambini

Le categorie emerse dall’analisi dei diari concettualizzano il rispetto come: aiutare l’altro, essere accoglienti, avere riguardo per l’altro, mantenere relazioni positive, occuparsi dell’ambiente, prestare attenzione, comportarsi educatamente e riconoscere l’alterità dell’altro. Dal coding system (vd. Tab. 1), che riportiamo con un racconto esemplificativo per ciascuna concettualizzazione, si nota chiaramente la varietà e, al tempo stesso, la profondità delle declinazioni di rispetto messe in luce dai bambini. I gesti di rispetto che i bambini agiscono in prima persona e vedono agire da altri si rivolgono verso persone più vicine, come familiari e amici, ma anche verso persone non conosciute, che si incontrano in contesti diversi, come ad esempio il supermercato, il parco o il cinema, e che diventano destinatarie di attenzioni rispettose. C’è un rispetto che viene concettualizzato al negativo, come l’insieme delle azioni da non fare perché tali azioni potrebbero ferire o offendere gli altri, ma c’è anche un rispetto concettualizzato al positivo, come l’insieme dei gesti che qualificano eticamente le dimensioni del convivere. Nella prospettiva dell’educazione alla cittadinanza appare degna di nota la categoria riferita all’ambiente, che raggruppa le declinazioni ecologiche del rispetto. Una delle concettualizzazioni più presenti nei diari è quella che riguarda la pulizia dell’ambiente. Nei racconti

dei bambini l’attenzione a questo aspetto emerge con riferimento a contesti diversi: la propria casa, con l’esperienza di buttare nel secchio un rifiuto dimenticato da un familiare, la scuola, con l’esperienza di cestinare la sporcizia rimasta in cortile, il cinema, con l’esperienza di pulire l’immondizia lasciata da altri spettatori, il parco, con l’esperienza di raccogliere le cartacce abbandonate da altri. L’ambiente viene cioè riconosciuto come un bene comune che è importante tenere in ordine per convivere bene in esso. Nella prospettiva dell’educazione alla cittadinanza democratica appare poi significativa la categoria che interpreta il rispetto come riconoscimento dell’alterità dell’altro, in particolare in relazione alle concettualizzazioni del considerare le idee, i sentimenti e le esigenze altrui.

Tab. 1 – Coding system sul rispetto

Racconti2 esemplificativi per

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