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PERCORSI DI ORIENTAMENTO NELL’ESPERIENZA DELL’OSSERVATORIO

Nel documento Democrazia e Nuova Cittadinanza (pagine 146-154)

autobiographical narration for guidance and life design Maria Ricciard

PERCORSI DI ORIENTAMENTO NELL’ESPERIENZA DELL’OSSERVATORIO

Riprendendo le argomentazioni teoriche illustrate nei paragrafi precedenti, intendo proporre all’attenzione un’esperienza progettuale che, fondandosi sugli studi e le ricerche intorno ai temi della cura, della riflessività e della narrazione autobiografica, si informa dei principi cardine dell’educazione alla cittadinanza nella prospettiva educativa 2030. Il percorso progettuale in questione esemplifica un tentativo di attuare l’educazione alla cittadinanza attraverso l’offerta di esperienze volte alla fioritura di modi di essere autodeterminati, prevedendo l’utilizzo di strumenti concepiti a partire dalla centralità del processo di significazione della realtà narrativa individuale (Savickas et al., 2009).

Tale impostazione caratterizza la proposta educativa che nell’anno scolastico 2018/2019 è stata messa in campo dall’Osservatorio sui Processi Formativi e l’Analisi Territoriale dell’Università degli Studi di Salerno, centro di Ricerca di Ateneo attivo dal 2011 sotto la responsabilità scientifica di E. Mannese, coinvolgendo sei scuole della provincia di Avellino. Il progetto si intitola ORIENTAinTEMPO e costituisce una ricerca educativa in quanto prevede la promozione di un percorso educativo, oggetto di uno studio quali-quantitativo teso a comprendere cosa emerge dalle attività proposte e come si qualifica la loro efficacia.

In questa direzione, è stato stipulato un Accordo di Rete che ha coinvolto, oltre all’Osservatorio, l’Ufficio Scolastico Regionale per la Campania e sei Istituzioni Scolastiche di Istruzione Secondaria di I grado del territorio Irpino, per la realizzazione di un modello di orientamento integrato e la costituzione della “Rete per la ricerca didattica e la realizzazione di percorsi di orientamento”. Nell’ottica di promuovere una didattica attiva e laboratoriale, per la conduzione degli interventi orientativi è stato predisposto e applicato un apposito programma, concepito come kit per i docenti, quale traccia logico-operativa di schede e di storie per affrontare in maniera adeguata e per gradi progressivi di approfondimento, alcune delle tematiche legate alla dinamica della scelta. Tale programma si pone l’obiettivo di stimolare la riflessione metacognitiva su alcune dimensioni e dinamiche che si attivano nel momento della scelta, spesso in maniera inconsapevole negli studenti. Il progetto pilota ha previsto moduli di attività rivolti agli alunni delle scuole partecipanti, finalizzati alla realizzazione di percorsi per l’orientamento formativo attraverso la costruzione di progetti personalizzati che hanno assunto come fondamento scientifico gli studi sulla narrazione e sull’analisi esistenziale. La progettazione dei moduli di attività si è inserita all’interno di un progetto di ricerca più ampio e articolato che ha previsto l’utilizzo di metodologie quantitative e qualitative, in grado di

coniugare la duplice esigenza di provare a rilevare i bisogni orientativi per fotografarli e riprodurli fenomenologicamente attraverso l’esplorazione dell’identità narrativa dei soggetti in transizione, e quella di operare una prima analisi della domanda degli studenti partecipanti, in termini anche di analisi del senso che le azioni di orientamento assumono per i soggetti e della ricaduta che quelle azioni hanno sul loro vissuto.

ORIENTAinTEMPO è un progetto di ricerca-azione, risultato di un processo di analisi dei bisogni coordinato dall’Osservatorio, e articolatosi in sessioni informative e consultive che hanno coinvolto Dirigenti Scolastici e docenti referenti. Durante la prima fase di lavoro sono state definite le priorità comuni di lavoro per un sistema realmente integrato, in grado di convogliare tutte le potenziali risorse utili; la seconda è stata dedicata, invece, alla realizzazione di un focus group per la condivisione di strategie, metodologie e strumenti di intervento, in vista della formazione di una comunità professionale, in funzione di bisogni territoriali emergenti. È emerso che le pratiche orientative tendono a non contemplare interessi, competenze e progettualità degli studenti, vedono talvolta in difficoltà operative i docenti a causa di un senso di inadeguatezza percepito nell’occuparsi di aspetti legati a dimensioni psicologiche e finiscono per limitarsi indirizzare quasi esclusivamente sulla base del rendimento scolastico: gli studenti considerati bravi verso scuole superiori ritenute generalmente più impegnative (licei), e così a seguire per gradi progressivi di impegno; pertanto, gli studenti con basso rendimento scolastico vengono indirizzati, di solito, verso scuole superiori pregiudizievolmente ritenute meno impegnative dal punto di vista dello studio (istituti professionali).

Il lavoro di progettazione che ne è derivato interviene su due livelli. La prima fase ha assunto come obiettivo la rilevazione dei bisogni orientativi. Si è sostanziata nell’implementazione di tre moduli: Preparare con percorsi di didattica orientativa tra progetti di continuità e curriculi verticali; Sostenere nei processi decisionali con l’informazione orientativa; Accompagnare nelle scelte e verso gli sbocchi occupazionali collegati ai diversi percorsi formativi scolastici. Ciascun modulo si è articolato in interventi tesi a favorire l’introduzione di approcci innovativi nell’ambito dell’orientamento, funzionali allo sviluppo delle competenze che possono consentire a studentesse e studenti di affrontare processi di scelta consapevole dei percorsi formativi e di vita.

Il modulo Preparare è finalizzato a preparare lo studente a gestire il proprio processo di auto- orientamento, sviluppando le meta-competenze per un’attivazione consapevole. Gli obiettivi sono costruire e/o potenziare le risorse del singolo in apprendimento, valorizzare ed esplicitare l'aspetto formativo delle discipline negli interventi quotidiani in classe e tramite percorsi di studio multidisciplinari, istituire continuità tra i diversi cicli scolastici, per un apprendimento significativo basato sulla riflessione di sé per la generazione di stimoli, estensioni dell’esperienza personale, capacità di autovalutazione e assunzione di responsabilità.

Il secondo è finalizzato a sostenere i processi decisionali che interessano lo studente in specifiche circostanze del proprio percorso, dando origine a diversi tipi di transizioni psicosociali. Si articola in azioni di informazione per la conoscenza del percorso scolastico successivo, delle strutture scolastiche, delle offerte formative e professionali del territorio, del mondo del lavoro e delle innovazioni economiche; di attivazione per lo sviluppo delle vocazioni con metodologie laboratoriali; di consulenza specialistica.

Il modulo Accompagnare si propone di favorire lo sviluppo della capacità di gestire in modo autonomo ed efficace il proprio processo di orientamento, sulla base di una preparazione generale a livello di atteggiamenti, metodi, competenze trasversali, informazioni e della dotazione di un insieme di competenze specifiche finalizzate, in parte, ad auto-monitorare in itinere le esperienze formative e lavorative in cui ci si trova coinvolti ed, in parte, a progettarne l’evoluzione, cioè a costruire lo sviluppo della propria storia.

Attraverso gli strumenti dell’intervista autobiografica “guidata” e del colloquio orientativo, la seconda fase del progetto mira ad esplorare alcune aree considerate centrali nella costruzione di percorsi orientativi. L’intervista autobiografica “guidata” è tesa a sollecitare l’elaborazione di Life stories. La conduzione è stata realizzata facendo ricorso nella prima fase a rilanci delle verbalizzazioni spontanee dell’intervistato, per poi porre al soggetto quesiti inerenti le ipotesi di ricerca; la seconda parte, di tipo strutturato, si articola in tre aree da esplorare: affettiva, cognitiva e relazionale, al fine di rilevare le variabili ritenute centrali per l’orientamento scolastico-professionale in età preadolescenziale: auto-valutazione delle capacità, valori professionali, aspetti critici dell’adattamento sociale, immagine di sé reale e ideale, auto-efficacia. Le domande mirano ad indagare l’impatto dell’esperienza scolastica in termini di acquisizione e potenziamento delle competenze di base e trasversali per l’orientamento, delle competenze chiave della cittadinanza e delle life skills.

Posto che la realtà educativa è un sistema profondamente complesso, da analizzare e descrivere secondo una logica sia deduttiva che interpretativa, la tipologia di ricerca scelta integra modalità qualitative o “idiografiche” e modalità quantitative o “nomotetiche”. Sul piano del trattamento del materiale empirico, ne conseguono due livelli di analisi dei dati e di interpretazione dei risultati. Il materiale empirico da esaminare consta, infatti, da un lato, di informazioni rilevate attraverso la compilazione di schede operative, la realizzazione di documenti prodotti durante il coinvolgimento degli studenti alle attività e la somministrazione delle sezioni strutturate dell’intervista e, dall’altro, di informazioni rilevate tramite l’osservazione esperienziale, i testi elaborati dagli studenti, i materiali prodotti dall’intervista non strutturata e dal colloquio orientativo. Le informazioni rilevate secondo modalità di indagine strutturate saranno oggetto di costruzione di una matrice dati, sulla base della quale si procederà alla descrizione dei fattori tramite analisi monovariata e ad un tentativo di spiegazione delle correlazioni di variazione tra fattori tramite analisi bivariata. L’analisi dei testi sarà affrontata, invece, privilegiando approcci comprendenti, finalizzati alla comprensione del significato dei comportamenti dei soggetti e dei testi da loro prodotti, facenti capo ai filoni dell’ermeneutica e della fenomenologia.

Sulla base dell’analisi dei dati raccolti si intende verificare effetti e impatti dell’orientamento in fase precoce in riferimento ai percorsi di maturazione delle scelte in età preadolescenziale, per sviluppare un modello che sia replicabile nonché scalabile in altre aree territoriali. L’interpretazione dei risultati mira a render conto di qual è stata l’efficacia educativa delle diverse attività per la promozione e lo sviluppo dell’orientamento dei partecipanti.

CONCLUSIONI

Alla luce della ricerca empirica condotta sul percorso di orientamento brevemente descritto, sebbene l’analisi dei dati sia ancora in corso e il quadro dei risultati non sia ancora completo, si può affermare che azioni educative volte alla promozione della cura di sé, allo sviluppo della riflessività e all’esercizio narrativo di tipo autobiografico sono possibili e praticabili, a condizione di spogliarsi di ogni presunzione e pretesa di indirizzare verso percorsi precostituiti, bensì di offrire contesti positivi, esempi e modelli, proporre esperienze in cui fare pratica dell’imparare ad imparare, del ‘come’ pensare, allenandosi e modellandosi mediante una disamina critica continua circa la dotazione e la ricerca di risorse (interne ed esterne) da attivare per mobilitare le proprie energie e tendere all’autoformazione, innescando così un circuito virtuoso lungo tutto l’arco di vita, per gestire i vincoli che condizionano la propria sfera d’azione e provare a trasformare i rischi in opportunità. In questa ottica, la formazione dovrebbe garantire a tutti il diritto di istruirsi, educarsi e formarsi secondo le proprie attitudini e capacità, di esprimersi in piena libertà, con spirito critico e creativo, di arricchire

la propria umanità, non tendendo verso modelli predefiniti ma valorizzando le emozioni e la libertà di ciascuno nel partecipare alla cittadinanza planetaria in modo attivo e responsabile.

Una concezione di cittadinanza basata su responsabilità e partecipazione richiama il rapporto tra educazione e democrazia rimarcato da Dewey nonché la lezione della Grecia classica ed è alla base dell’impegno sottoscritto nel 2015 dai 193 Paesi dell’ONU. Dall’Agenda 2030 emerge, infatti, un’idea di formazione che può contribuire a elaborare una definizione di Bildung significativa per il XXI secolo. «La Bildung rimanda al “prendere forma” del soggetto, in modo libero, autonomo e critico grazie alle relazioni con la Kultur» (Di Bari, 2020, 224).

In questo senso, la formazione è all’origine dello sviluppo autentico, ovvero “sostenibile” e umano. Nell’epoca della postmodernità, il soggetto-persona ha bisogno di orientarsi, di essere in grado di direzionare la propria esistenza anche di fronte alle incessanti trasformazioni in corso e alla precarietà di contesti segnati dall’incertezza, dalla frammentarietà e della liquidità. In questo scenario, per “abitare il disincanto”, come suggerisce F. Cambi (2006), occorre acquisire consapevolezza della propria finitezza e della propria “gettatezza” per progettare una vita autentica, all’insegna del rispetto e della responsabilità verso se stesso, verso l’altro e verso il mondo.

Il ripensamento dei percorsi educativi può accompagnare, dunque, il radicale ripensamento del paradigma sociale e culturale attuale, ridefinendo strumenti, ambienti, tappe e leve strategiche in vista di un’istruzione e di una formazione permanente. Emerge quanto sia essenziale creare una corrispondenza tra la qualità dell’istruzione tesa all’acquisizione di un sapere generale, costitutivo della formazione di un cittadino e di un sapere complementare, alla base della formazione legata al lavoro (Sidoti & Di Carlo, 2020). L’interazione tra la realtà dell’istruzione e quella del lavoro può essere foriera di ambienti di apprendimento efficaci ed efficienti, luogo di esperienze di apprendimento situato per una formazione permanente.

Alla pedagogia spetta, pertanto, la promozione di strategie per formare l’uomo nella contemporaneità, fornendogli gli strumenti per comporre di senso il suo tempo e farsi cittadino responsabile e partecipe nella vita sociale planetaria.

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