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Esperienze fondamentali

LA FORMAZIONE DELL’IDENTITÀ CARISMATICA

DELLA FMA

3. Esperienze fondamentali

La formazione si attua nella molteplicità delle esperienze che ca-ratterizzano l’esistenza. L’esperienza favorisce l’assimilazione dei valori vocazionali e la maturazione di atteggiamenti e di stili di vita. L’espe-rienza è il modo più efficace e diretto con cui la persona giunge a sa-pere una realtà, cioè a conoscerla, gustarla, lasciarsi modellare da essa.

Nell’esperienza la persona mette in atto un processo di unificazione tra conoscenza e amore, contemplazione e azione, teoria e prassi.

L’esperienza vocazionale che il giovane/la giovane vive nel tempo della formazione iniziale, e in particolare nel noviziato, comporta una riorganizzazione dell’esistenza intorno ai valori evangelici della seque-la: dalle relazioni con se stessa e con gli altri ai progetti della visione del mondo e della storia, per maturare una risposta sempre più responsa-bile e libera.15

Tra le esperienze fondamentali da attuare nel tempo del noviziato, il Progetto Formativo mette in evidenza l’iniziazione alla vita centrata in Cristo costruita nella concretezza del quotidiano, nell’assimilazione del carisma e a confronto con le mediazioni.

13 Cf C 90-95, PF 114-121.

14 PF 114; C 90.

15 Cf PF 44, 97-98.

3.1. Iniziazione alla vita centrata in Cristo

Tutta la formazione, in modo particolare nella tappa del noviziato, deve essere centrata sulla persona di gesù Cristo, il Figlio di Dio fatto uomo. «L’esperienza fondamentale per la giovane è quella di iniziare un itinerario di sequela di gesù e di comprenderne le implicanze concrete nella propria vita».16 Come gli apostoli che lasciano tutto per “stare con gesù” (Mc 3,14), la vita nel noviziato vuole favorire quest’esperienza in profondità. Il noviziato invita ad assumere le disposizioni di cuore di san Paolo: “Tutto ormai reputo una perdita di fronte alla sublimità della conoscenza di Cristo gesù mio Signore, per il quale ho lasciato perdere tutto il resto” (Fil 3,8).

La linea essenziale del noviziato, quindi, è chiara: nella fede aderire a Cristo (e, in Lui, a suo Padre), come all’Unico Necessario e al Signore della storia, con amore di intimità, vivere con Lui, Compagno e Sposo, imitare, vivere come Lui, Modello perfetto di servizio, vivere per Lui e per il suo Regno: amore che possa prendere progressivamente tutto l’essere e motivare progressivamente tutto l’agire.17

Questo comporta «una relazione profonda e trasformante con il Signore per configurarsi a lui, fino ad essere e ad agire come lui, in docilità allo Spirito. Implica fare di Cristo il centro della propria vita e aderire a Lui senza nulla anteporre al suo amore».18

Le giovani si inseriscono gradualmente nell’alleanza d’amore che Dio ha stabilito con don Bosco e Maria Mazzarello e che implica la partecipazione alla missione salvifica di Cristo, realizzando il progetto di educazione cristiana proprio del Sistema Preventivo.19

La progressiva configurazione a Cristo, secondo il progetto di vita delineato nelle Costituzioni, richiede:

da parte dell’Istituto l’impegno di discernere e promuovere la

• vocazione, scoprendo e valorizzando i doni di ciascuna in modo da farli convergere nel compimento della comune missione,20 e verificando se la novizia ha capacità di comprendere la natura e il valore della professione religiosa, se possiede la maturità

necessa-16 Ivi 114.

17 Cf alDay, La vocazione, 246-247.

18 PF 114.

19 Cf C 1.

20 Cf ivi 78.

ria per decidere con volontà libera e sincera di donarsi al Signore, di assumere responsabilmente gli impegni propri della vocazione di FMA;21

da parte della novizia la costante volontà di approfondire il senso

• della propria chiamata e di assimilare il Sistema Preventivo per un servizio di evangelizzazione alle giovani, in fedeltà alla Chiesa e con attenzione alle esigenze del mondo contemporaneo.22

3.2. …costruita nella concretezza del quotidiano

La configurazione a gesù Cristo nella vita salesiana si attua nella quotidianità, e ciò perché tempo e spazio sono fattori decisivi per la maturazione della persona. In essi Dio fa irruzione nella storia persona-le e comunitaria, in essi lo Spirito opera e trasforma. Uno dei compiti della formazione è aiutare a vivere il tempo e lo spazio non come realtà semplicemente umane, ma come realtà teologali, cioè cariche della ri-velazione e della salvezza di Dio, nei quali si costruisce l’unità vocazio-nale.23

Maria Domenica Mazzarello, nella lettera ad una missionaria in par-tenza, suor Ernesta Farina, con la semplicità e la concretezza che le sono proprie, ci svela la mistica del quotidiano: «È la mano di Dio che lavora in voi».24 Dio lavora mediante il suo Spirito nelle nostre vite, là dove si intrecciano grazia e libertà, assoluta gratuità che si apre al dono e si dischiude all’amore.

L’attenzione vigile a questo ‘lavoro’ silenzioso ma potente di Dio riempie il quotidiano di profezia, infonde gioia alla vita e la carica di fecondità apostolica. “Chi rimane in me e io in Lui porta molto frutto […]. Senza di me non potete far nulla” (gv 15,5).

I processi formativi si attuano, quindi, nella concretezza delle re-lazioni ordinarie e quotidiane. È nella realtà feriale che si realizza la vera dimensione umana e mistica dell’esistenza. Curare il ‘clima’ che si respira ogni giorno è indispensabile alla salute! È il pane quotidiano che fa crescere lentamente, ma con sicurezza.

21 Cf ivi 94.

22 Cf ivi 78.

23 Cf PF 4.

24 L 66,2.

3.3. …nell’assimilazione del carisma

Il carisma si pone come chiave di lettura della propria vocazione. Lo Spirito educa attraverso l’esperienza vocazionale carismatica.

L’iniziazione attiva alla missione dell’Istituto viene realizzata negli anni dello Juniorato. Non si tratta, quindi, di trasformare il noviziato in tirocinio pratico, ma di preparare il/la novizio/a in profondità alla vita attiva. Se l’Istituto in modo globale, e il/la maestro/a in particolare han-no maturato la coscienza e vivohan-no la grazia di unità della vita religiosa-apostolica tutto ciò che viene sperimentato e insegnato nel noviziato andrà nel senso di una formazione profonda all’azione apostolica, per-ché tutto sarà polarizzato dalla coscienza dell’identità missionaria della vocazione propria.25

Nell’Istituto delle FMA la novizia «viene guidata ad assimilare il carisma attraverso la conoscenza e la pratica delle Costituzioni, il con-fronto vitale con don Bosco e Maria Domenica e l’esperienza della mis-sione educativa».26 Chiamate a far parte di un Istituto di vita apostolica, le novizie devono essere iniziate alla teologia della missione, alla mistica e alla spiritualità dell’apostolato. Anche attraverso la lettura sapienziale dell’esperienza di figure più eminenti della storia dell’Istituto la mae-stra, in sinergia con la comunità formativa, trasmetterà la spiritualità propria dell’Istituto.

L’assimilazione del carisma comporta un permanente confronto tra la propria identità personale e l’identità carismatica nel dinamismo del-la personalizzazione, dell’interiorizzazione e deldel-la purificazione.27

Il Progetto Formativo e le Linee orientative per la missione educativa presentano la prima comunità mornesina come il modello che ispira l’azione formativa di una comunità oggi. La presenza discreta e saggia di Maria Domenica guida suore e ragazze in un cammino gioioso ed esigente di santità. Ella inaugura una tradizione educativa caratteriz-zata dalla mistagogia, espressa nei gesti di una maternità generata dallo Spirito, dall’arte di condurre le persone, attraverso le vie dello Spirito, alla configurazione a Cristo. Questa tradizione è per ogni FMA e per ogni comunità educante un punto di riferimento sempre attuale per vivere e inculturare il Sistema Preventivo.28

25 Cf alDay, La vocazione, 248.

26 PF 115.

27 Cf ivi 46.

28 Cf ivi 19; Linee, 33.

La maggiore interiorizzazione dei valori della spiritualità salesiana contribuisce a far crescere la gioia della propria vocazione, il senso di appartenenza e la passione del da mihi animas, che porta la novizia a prendersi cura dei giovani che le sono affidati, abilitandosi progressiva-mente a sviluppare attitudini e competenze educative.29

In questa prospettiva, sono previste durante il noviziato delle espe-rienze pratiche30 che hanno lo scopo di favorire, non tanto capacità tec-niche e professionali per l’apostolato, quanto di insegnare ai novizi a

«realizzare a poco a poco nella propria vita le condizioni di quell’ar-moniosa unità che associa la contemplazione e l’azione apostolica»,31 e attraverso il confronto con una comunità di vita apostolica, «la matura-zione di una mentalità e l’interiorizzamatura-zione di una spiritualità capace di esprimersi nella concretezza della missione».32

Compito di capitale importanza per la maestra è saper comuni-care i valori della salesianità. Tale comunicazione risulta vitale non per quanto si sa dire, ma per quello che si è. Se la maestra per prima possiede lo spirito dell’Istituto, allora veramente realizza una trasmis-sione vitale.

3.4. A confronto con le mediazioni

La formazione è una realtà relazionale e si attua in compagnia di molteplici mediazioni attraverso le quali lo Spirito Santo, anima di ogni formazione, può agire efficacemente.

Ogni crescita in umanità si realizza all’interno di relazioni interper-sonali. L’interazione aiuta a definirsi nel confronto dei valori. Allora ciascuno diventa corresponsabile della crescita dell’altro, e anche chi svolge il ministero formativo viene sollecitato costantemente ad un re-ciproco dare e ricevere nell’unico cammino di conversione.33

La maestra è la diretta responsabile della formazione della novizia, in piena intesa con l’ispettrice e in comunione con le sue collaboratrici e con tutta la comunità. Docile allo Spirito Santo, assume il

discerni-29 Cf PF 115.

30 Cf RC 5.

31 PI 47.

32 PF 117.

33 Cf ivi 41.

mento come stile di vita e guida con saggezza e discrezione le novizie a misurarsi sul progetto di Dio e a realizzarlo con generosità.34

È attenta a differenziare i percorsi formativi, a partire dalla situazio-ne e dal livello di maturaziosituazio-ne di ciascuna. In particolare attraverso il colloquio personale, condotto nello spirito di famiglia, e la ricerca della volontà di Dio sulle persone, sostiene la novizia nel rileggere la propria storia e il proprio cammino di fede.35

Compito insostituibile della maestra è aiutare la novizia a verificare le proprie motivazioni e l’idoneità vocazionale, cioè, la capacità di as-sumere gli impegni propri della vita religiosa salesiana. Dovrà anche verificare che non ci siano gli impedimenti che il Codice di Diritto Ca-nonico e il diritto particolare segnalano. Discernere in questo campo richiede il paziente lavoro di analisi delle motivazioni, di purificazione e di rafforzamento di quelle motivazioni considerate valide. Il confron-to continuo con la maestra richiede da parte della novizia schiettezza, confidenza e collaborazione responsabile. 36