• Non ci sono risultati.

Se è vero che nelle nuove tendenze dello studio dello humor c’è una netta prevalenza di teorie legate al meccanismo di incongruenza/risoluzione, e anche vero che tra queste quella che ha avuto il successo e la diffusione maggiore è quella messa a punto da Viktor Ruskin e Salvatore Attardo. Il primo, nel 1985209, proporrà una fusione tra il meccanismo degli script e la linguistica. Nella sua ipotesi le parole si fanno portatrici di script, di concetti condivisi socialmente e carichi di riferimenti a campi semantici propri e anche con un bagaglio emotivo e personale. Lo humor si presenterebbe quando due schemi entrano in contraddizione, o meglio in opposizione, in maniera inaspettata e sorprendente. Le coppie oppositive sono veri e propri antonimi, nel senso che nella barzelletta una parola, in qualche modo, viene negata dal suo concetto opposto.

Il problema maggiore di questa tesi era la sua parzialità e non adattabilità a testi di più ampia dimensione. Sei anni dopo210, con una collaborazione tra studiosi di diverse generazioni e origini, Attardo e Raskin miglioreranno la proposta mettendo le basi alla General Theory of Verbal Humor. Le migliorie constano soprattutto nell’aggiunta di cinque indici – in ordine di rilevanza – per classificare le diverse forme di umorismo, mantenendo della teoria precedente solo l’opposizione di schemi, che rimane però la più importante nel determinare le differenti tipologie.

208 Ivi, p. 360.

209 VICTOR RASKIN, Semantic mechanism of humor, Reidel, Dordrecht, 1985.

210 SALVATORE ATTARDO e VICTOR RASKIN, Script theory revis(it)ed: Joke similarity and

91 L’analisi originariamente si concentra su battute brevi ma successivamente si cerca di estenderla anche a testi di più ampia dimensione. Gli indici, chiamati risorse conoscitive, sono: il meccanismo logico, la situazione, l’obiettivo, la strategia narrativa e, infine, il linguaggio. Il primo si riferisce al modo in cui il contrasto degli schemi viene a prodursi, attraverso quale sfida cognitiva si può giungere alla risoluzione, il concetto è quello che ha creato maggiore dibattito perché non si rifà ad una logica razionale, ma piuttosto al concetto di logica locale enunciato da Ziv. La situazione è invece legata ai campi semantici che il brano umoristico evoca. Scalando di importanza, c’è l’obiettivo del riso211 che non si riferisce, banalmente, al oggetto nominale, ma più precisamente alla categoria generale: l’avaro può essere scozzese, genovese o ebreo e l’ironia non sarà razzista, ma legata a stereotipi al servizio della risata. La strategia narrativa212 ha a che vedere con l’organizzazione del discorso e come vengono proposti gli schemi: per fare due esempi molto comuni si possono citare le barzellette in tre tempi e quella a enigma. L’ultima categoria, che caratterizza quindi in maniera meno decisiva la struttura umoristica è la scelta di linguaggio213. La sua scarsa indicatività dipende dal fatto che uno stesso meccanismo ilare può essere prodotto con registri più o meno raffinati e arricchirsi di allusioni ulteriori, oppure rimanere fedele al suo unico stratagemma. I sei termini si possono riunire in due gruppi: il primo che riguarda il contenuto e che ha al suo interno l’opposizione di script, l’obiettivo e la situazione mentre gli altri tre (linguaggio, strategia narrativa e meccanismo logico) afferiscono all’insieme degli strumenti.

La GTVH ha suscitato un dibattito davvero ampio e ha portato gli autori – soprattutto Attardo – a specificare e migliorare i concetti espressi all’inizio214. Stimolando ulteriori studi, interventi e critiche e facendo del metodo attardiano quello più rappresentativo di questa branca di studi. L’obiettivo del metodo è quello di una descrizione formale e semantica

211 Ivi, pp. 301-302. 212 Ivi, p. 300. 213 Ivi, p. 298.

214 SALVATORE ATTARDO, Linguistic Theories of Humor, Mouton de Gruyter, Berlino-New

92 dell’umorismo e del comico all’interno di un testo, una classificazione per indici e riferimenti ben specificati.

La GTVH come detto aveva un punto debole che era l’individuazione dei meccanismi logici atti alla risoluzione. Attardo in uno studio successivo215 indica tutti quelli che per lui sono utili all’analisi e ne propone una tassonomia con una struttura ad albero. I due grandi gruppi sono derivati dal ragionamento e dalla relazione sintagmatica. Nel primo abbiamo altri tre sottogruppi: i ragionamenti corretti, come la coincidenza e l’analogia; quelli errati come l’esagerazione e l’ignoranza dell’ovvio; e infine quelli metaumoristici come l’autoriflessione. Anche il secondo ha due sottogruppi: le relazioni sintagmatiche invertite e quelle spaziali dirette. Nel primo avremo per esempio l’inversione chiastica e quelle riferite agli attanti (con altri tre meccanismi logici collegati), mentre nel secondo ci saranno la giustapposizione e il parallelismo entrambi con altri meccanismi ad essi collegabili.

Queste tabelle classificatorie possono servire per ogni tipo di testo che abbia come obiettivo quello di destare la risata. Per analizzare una costruzione testuale complessa, Attardo proporrà ulteriori strumenti216. La battuta può essere un jab oppure un punch: termini tratti dalla boxe che indicano per il primo un pugno interlocutorio nel match, mentre per il secondo un colpo finale potente217. Queste linee narrative comiche possono essere collegate formalmente e tematicamente in un’unica sequenza chiamata dallo studioso strand, “filo”. Questi fili però possono essere a loro volta collegati tra loro e di conseguenza si avrà uno stack, un “gomitolo”218. Queste sequenze umoristiche saranno inserite in livelli narrativi: quello principale o livello0, o in una divagazione o un episodio secondario (livello- 1), oppure in una cornice (livello+1) o ancora in una metanarrazione

(livellom)219. A questi strumenti Attardo aggiungerà nel 2001220 altre

215 SALVATORE ATTARDO, CHRISTIAN F.HEMPELMANN e SARA DI MAIO, Script oppositions

and logical mechanisms: Modeling incongruities and their resolutions, «Humor», 2001,

vol. 15, n°1, pp. 3-46.

216 SALVATORE ATTARDO, The analysis of humorous narratives, «Humor», 1998, vol. 11,

n° 3, pp. 231-260.

217 Ivi, p. 234. 218 Ivi, p. 236. 219 Ivi, p. 235.

93 precisazioni come la distinzione tra linee pettine (cioè fili di battute riprese ad una distanza non troppo ampia) e linee ponte (una ripresa dopo un intervallo molto più ampio) e l’approfondimento della ripetizione e dell’intertestualità (che nei suoi più alti gradi arriva alla parodia). Sempre in Humorous Text, lo studioso propone delle strutture ricorrenti nello humor: sia nell’organizzazione delle battute, sia nelle trame e nelle tecniche221.

Prendiamo un esempio da Il destino si chiama Clotilde di Giovannino Guareschi. Filimario Dublé, viene presentato nelle prime pagine dell’opera attraverso due episodi. Il secondo riguarda l’apertura di un negozio che dichiara esplicitamente di non vendere nulla, curiosità e indignazione si diffondono nella popolazione fino a che un cliente entra incuriosito e decide di comprare... niente.

L’episodio è inseribile in un livello-1 dato che non appartiene alla

narrazione principale. Il suo filo narrativo è slegato dal resto della narrazione ed è incentrato solo su un meccanismo comico: quindi sarà uno strand e non uno stack. Nel suo interno si presentano attimi di ilarità precedenti (jabs) all’episodio finale dell’acquisto (punch) seguendo quindi la schematizzazione di Attardo saremo di fronte ad uno schema simile: [J – P]. Dal punto di vista delle sei categorie attardiane avremo:

Opposizione di Script: merce/nessun oggetto Meccanismo logico: assurdo

Strategia narrativa: aneddotto straordinario Situazione: acquisto

Obiettivo: logica commerciale Linguaggio: ricercato

Lo sforzo di Attardo va a creare uno strumento di analisi che ricorda da vicino le vecchie teorie strutturaliste, unendo però semantica e psicologia. Una degli aspetti che in effetti viene maggiormente criticato222 è che, tra i vari aspetti, la lingua ha un ruolo marginale. I registri spesso vengono indicati come irrilevanti e non decisivi quindi alla formazione del

220 SALVATORE ATTARDO, Humorous Text: A Semantic and Pragmatic Analysis, Mouton de

Gruyter, Berlino-New York, 2001.

221 Ivi, pp. 88-101.

222 Cfr. KATRINA TRIEZENBERG, Humor enhancers in the study of humorous literature,

94 divertimento. La lingua si fonde fortemente con la semantica e con la psicologia lasciando da parte la linguistica novecentesca. Il metodo così preciso e dettagliato, verrebbe da dire così matematico, offre la possibilità di schematizzare e sezionare qualsiasi tipo di testo umoristico che si presenta al critico. Si potrebbero tradurre interi romanzi con maiuscole, frecce, numeri, formule e definizioni di poche parole e quindi offrendo un appiglio oggettivo a qualsiasi studio: non è quindi un caso che sia stata adottata da vaste schiere di studiosi. Quella di Attardo è un’opera davvero maestosa, che ha il pregio di essere andata così a fondo nella descrizione della letteratura umoristica da essere arrivato al DNA e ai geni. Una consapevolezza e una chiarezza di descrizione che però ha poco a che vedere con la critica letteraria e la vocazione prima della letteratura, ovvero un gioco sociale con i significati, derivati da eventi storici e natura umana.