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La geopolitica del movimento piquetero

Fin dal principio non fu un movimento omogeneo, ma fu anzi caratterizzato dalla convergenza di diverse tradizioni organizzative, differenti inclinazioni ideologiche e differenti relazioni territoriali. Differenze che costituirono la forza e il limite del movimento a seconda delle fasi. I sindacati e i partiti politici, principalmente peronisti, tentarono la carta dell’integrazione dei movimenti piqueteri, senza riscuotere molto successo, almeno inizialmente306. Politicamente e ideologicamente i piqueteros formano un mosaico di posizioni, in alcuni momenti molto differenti tra loro, anche se tutti si riconoscono come parte del “campo popular”, espressione ambigua che si è rivelata utile per potenziare i tratti comuni e posticipare l’analisi delle differenze.

Ci dice Maristella Svampa: “Le organizzazioni di disoccupati più importanti possono essere comprese a partire da tre logiche principali: una logica sindacale, una logica politico-partitaria e una logica di azione territoriale”.307

Riguardo al primo punto, una forte impronta sindacale venne impressa al movimento piquetero sia dall’intervento diretto dei sindacati nell’organizzazione dei disoccupati vedi il caso della Federación de Tierra e Vivienda (FTV), legata alla Central de los Trabajadores Argentinos, sia dalla semplice presenza di militanti dai trascorsi sindacali. Riguardo al secondo indirizzo, i partiti politici della sinistra che hanno messo le loro strutture a disposizione del movimento perseguono obiettivi elettorali e istituzionali, nei

306 Vedremo in seguito, come invece durante il governo Kirchner il livello di cooptazione politica si diffuse moltissimo, indebolendo molte delle organizzazioni piquetere, o sicuramente trasformandone in parte la natura conflittuale.

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confronti dei quali l’organizzazione dei disoccupati rimane subalterna. È il caso dei movimenti Polo Obrero (dipendente dal Partito Obrero di matrice trotzkista), Barrios de Pie (sostenuto dal partito della sinistra populista Patria Libre), Movimento Territorial de Liberación ( Partido Comunista Argentino), e Movimiento Teresa Vive308 (legato al Movimiento Socialista de los Trabajadores di ispirazione trozkista). In terzo luogo, molte organizzazioni piquetere sorte nelle realtà di quartiere decisero deliberatamente di restare svincolate da logiche sindacali o partitiche, e pur facendo tesoro di precedenti esperienze di militanza, preferirono optare per un radicamento autonomo e locale. Tra gli altri sono degni di menzione i diversi Movimientos de Trabajadores Desocupados (MTD) rappresentati nella Coordinadora Anibal Verón, oppure i numerosi raggruppamenti di disoccupati dell’interno, quali per esempio l’emblematica Unión de Trabajadores Desocupados (UTD) de General Mosconi, che decise di non confluire in alcuna delle grandi correnti nazionali. Le tre logiche di azione politica si fondono spesso anche all’interno di singole organizzazioni. È il caso per esempio della Corriente Clasista y Combativa (CCC), che si prefigge fin dalla sua costituzione obiettivi prettamente sindacali (e costituisce l’organizzazione con il maggior numero di affiliati a livello nazionale), mentre gran parte dei suoi referenti milita anche nel Partido Comunista Rivolucionario309 (PRC) di ispirazione maoista. Il Movimiento Teresa Rodriguez (MTR) di ascendenza guevarista e perfino il Movimiento de Jubilados y Desocupados310 (MIJD), che riveste uno spiccato ruolo movimentista e di forte esposizione mediatica, rappresentano ulteriori casi in cui la logica territoriale si mescola a quella politica generando una tensione permanente.

Le coordinate proposte da Svampa costituiscono effettivamente una bussola importante per comprendere la puntuale schematizzazione proposta da Raul Zibechi che ci aiuta ad individuare le più importanti organizzazioni che vennero configurandosi nel Gran Buenos Aires311, ovvero l’area nella quale maggiormente esplose il movimento piquetero a ridosso della crisi

308 Il Movimiento Teresa Vive è un’organizzazione di disoccupati dalle forti radici guevariste, che in origine agiva prevalentemente nelle province Florencio Varela, Solano, Hurlingham e Mar de la Plata e oggi è una delle più influenti del paese. Il nome del movimento ricorda Teresa Rodriguez, la madre di due bambini assassinata a Neuquén durante un picchetto stradale di protesta contro la privatizzazione e la chiusura di un’azienda petrolifera. 309 Partito maoista nato nel 1967 in seguito a una scissione dal Partido Comunista Argentino. Il suo fondatore Otto Vargas ne guida a tutt’oggi le sorti

310 Dal 1996 al 2001 fece parte del CCC

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economica e politica del 2001: “gli MTD (Movimientos de trabajores desocupados), del Conurbano Sur, la Corriente clasista y combativa e la Federación de tierra y vivienda, legata alla CTA. Dal primo tronco si formarono il Bloque piquetero da una parte e la Coordinora Aníbal Verón dall’altra. Il secondo tronco organizzò un’alleanza particolarmente forte a La Matanza, essendo il settore piú numeroso del movimento piquetero”. Chiarendo in seguito:”A grandi linee, le organizzazioni di disoccupati che fanno parte del Bloque piquetero sono state create dai partiti di sinistra. Forse la piú grande è Polo obrero, dipendente dal Partido obrero possono essere altro se non verticali e strumentali. Le altre due organizzazioni di disoccupati, Corriente clasista y combativa (CCC)312 e Federación de tierra, vivienda y hábitat (FTV)313 sono senza dubbio le piú numerose e sono presenti in buona parte del Paese, anche se la loro forza maggiore sembra essere localizzata a La Matanza”.314

All'interno del variegato mondo piquetero sopradescritto, la nostra ricerca si è focalizzata sugli MTD del Conurbano Sur ed in particolare su una piccola organizzazione piquetera localizzata a Solano nel distretto di Quilmes (Gran Buenos Aires). Tale scelta è motivata dall'interesse nel far emergere in questo lavoro la peculiarità e il potenziale di quelle istanze di autonomia, da partiti e sindacati, che hanno seguito la traccia proposta dalla consegna del Que se vayan todos della piazza del dicembre 2001. Ci si rifà in questo al confronto operato da Zibechi tra gli MTD e le organizzazioni legate alla Corriente clasista y combativa (CCC) e Federación de tierra, vivienda y hábitat (FTV). Rispetto a queste ultime egli scrive: “In entrambe le organizzazioni, senza dubbio le più massicce e meglio strutturate del movimento dei disoccupati predomina la vecchia tattica sindacale: stabilire canali fluidi di negoziazione con lo Stato, attraverso dirigenti permanenti che non cambiano a rotazione e attraverso il controllo delle iniziative dei loro iscritti come contropartita del riconoscimento che

312 “La CCC è un gruppo particolare. Anche se legata al Partido comunista revolucionario (PCR), di orientamento maoista, ha ottenuto appoggi che vanno molto al di là di quel gruppo, e mantiene e stringe accordi con leader e dirigenti intermedi del peronismo, del radicalismo e anche con leader dell’ultradestra. E’ un’organizzazione di carattere sindacale e adotta una logica simile a quella di qualsiasi sindacato: organizza la gente per ottenere qualcosa, conta su una squadra di dirigenti e di quadri e su una scuola di formazione quadri sul modello dei partiti leninisti. La struttura verticale è chiaramente riflessa nel sistema dei punteggi che vengono dati agli iscritti per stabilire un ordine al momento di distribuire i sussidi di disoccupazione”. Ibidem p131.

313 Anche “le organizzazioni che appartengono alla FTV presentano tratti propri dei sindacati o di strutture affini.(...).rappresentanti dei gruppi e delle organizzazioni di base. In questo senso non si differenzia dalle pratiche tradizionali del movimento sindacale. Non se ne differenzia neanche riguardo alla sua politica di alleanze e al modo di porsi di fronte alle istituzioni. I principali dirigenti della FTV mantengono un atteggiamento pragmatico, che li porta a enfatizzare le alleanze, a sottovalutare le differenze ideologiche con settori coi quali confluiscono per il bisogno di sommare forze e si orientano alla ricerca di alternative sul terreno politico-elettorale.” Ibidem. p. 135.

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ottengono da parte dello Stato. Questo modo di fare, che può essere utile quando nasce un movimento debole, che deve guadagnare tempo e legittimità, a lungo termine tende a consolidare le strutture verticali. Si tratta della riproduzione della logica statuale nel movimento sociale”315.

Scrive ancora Zibechi a proposito degli MTD del Conurbano Sur: “molti dei quali partecipano alla Coordinora Aníbal Verón, in particolar modo quelli di Solano, Lanús e Almirante Brown. Si tratta di un piccolo settore del movimento (tra le due e tremila famiglie), ma che rappresenta realmente qualcosa di nuovo nel movimento sociale argentino. (…) La matrice di questi gruppi sorse a Solano. In un primo momento si formò un MTD Teresa Rodríguez, sulla stessa linea del primo MTD del Conurbano Sur, quello di Florencio Varela, che organizzò il suo primo corte de ruta alla fine del 1997”.316

Per concludere questo sintetico excursus sulla geografia delle organizzazioni piquetere nella provincia di Buenos Aires, fortemente colpita dalla crisi economica del 2001 e dal precedente estendersi dell’indice di povertà, proviamo a spostare l’attenzione sul tipo di “novità” che il movimento piquetero nel suo insieme rappresenta. Zibechi sostiene che:”i piqueteros siano parte di un processo di formazione di una nuova classe operaia. Molti gruppi di piqueteros sanno chiaramente di non voler tornare a essere come gli operai di una volta, tra l’altro perché rifiutano l’idea di lavorare per un padrone. Non accettano neanche di organizzarsi come fanno i sindacati, con dirigenti permanenti e una struttura piramidale”317. Svampa apportando ulteriori elementi di riflessioni segnala: “Come brillantemente analizzato da Pérez (2001), il piquete segnò il ritorno del “corpo” nella politica argentina. Tuttavia la sua fondamentale importanza quale nuovo strumento d’azione consiste nell’aver stabilito una soglia significativa nel conflitto sociale in cui convergono la disoccupazione e la fame. In questo senso fu fondamentale la partecipazione al movimento delle donne, che incarnavano l’espressione piú autentica e indiscutibile della nuova situazione d’emergenza familiare e sociale. In gran parte accompagnate dai loro figli, le donne non solo si trovarono improvvisamente al centro della protesta (essendo state tra le prime, insieme ad esponenti del mondo sindacale, a prendere parte al movimento), bensí contribuirono in maniera cruciale a politicizzare il tema della fame e della

315Ibidem, p. 135-136.

316 Ibidem. 317

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disoccupazione, in quanto veicolo “non ideologizzato” delle emergenze famigliari un po’ come accadde anche alle “madri della Plaza de Mayo”318.