Fonte: Legambiente
GOVERNANCE TERRITORIALE Aspetti negativi e minacce
5.4 Gli attori coinvolti e le dinamiche dell’accordo
La rete degli attori locali
La realizzazione dell’AAV è stata possibile grazie alla rete di attori locali che hanno avuto un ruolo nelle diverse fasi del progetto. La tabella 5.2 riporta i princi- pali attori che hanno preso parte alla realizzazione dell’accordo a diversi livelli, dal micro al macro, i rispettivi ruoli ricoperti e gli strumenti o le politiche adottati. La tabella, tuttavia, offre un quadro “statico” del network di attori coinvolti, in quanto non ne coglie l’evoluzione nel tempo, man mano che il progetto prendeva forma e le problematiche da affrontare cambiavano. È pertanto utile ripercorrere la nascita e lo sviluppo dell’AAV, per chiarire come la dinamica dell’evoluzione del progetto sia in stretta relazione con il network dei soggetti via via coinvolti (figura 5.4).
Durante la fase iniziale del progetto (fase 1) l’associazione Nuova Agricoltu- ra ha sviluppato l’idea di adottare tecniche di lotta integrata su scala territoriale, in collaborazione con l’ASSAM, in particolare con l’ex responsabile dell’Agenzia, un tecnico molto preparato e conosciuto nella zona, che ha agito come promotore e leader del progetto, garantendo il ponte necessario tra gli agricoltori e le isti- tuzioni locali e impostando i requisiti sia tecnici che amministrativi per l’accordo agro-ambientale.
In seguito, gli ideatori dell’accordo si sono rivolti alla Regione Marche per valorizzare le tecniche adottate. Come accennato, nel PSR era già prevista la pos- sibilità di accordi agro-ambientali (cfr. par. 5.2), ma il lavoro della Regione, di con- certo con l’UE, è stato fondamentale per apportare le modifiche necessarie, fissare gli obiettivi ambientali da raggiungere e proporre il pacchetto specifico di misure da integrare (fase 2). La strategia coordinata tra Nuova Agricoltura e amministra- zioni locali ha portato alla nascita di un sistema decisionale inclusivo, in cui gli agricoltori hanno potuto anche partecipare alla definizione dei requisiti tecnici del- le misure da applicare.
A livello provinciale, l’esistenza di un progetto territoriale di portata più am- pia (Piano direttore Valdaso), che prevedeva la rivalutazione ambientale dell’asta fluviale e la valorizzazione turistica dei centri abitati della zona, ha permesso di inquadrare il progetto all’interno di un approccio territoriale che andasse oltre il settore agricolo.
Tabella 5.2 - I principali attori dell’accordo e rispettivi ruoli ricoperti
Istituzioni,
enti e associazioni Ruolo Strumenti e politiche
Livello macro
UE Definizione politiche (PAC),
regolamenti e direttive
Sviluppo rurale Ministero Politiche Agricole
Alimentari e Forestali
Implementazione direttive e politiche UE, leggi nazionali
PSN, legislazione nazionale su difesa integrata
Regioni Programmazione, gestione e
controllo
PSR (Misure agro-ambientali e progettazione integrata) Disciplinare produzione in- tegrata
Livello locale/ territoriale
Provincia Ascoli Piceno Soggetto capofila
Progetto di massima e defi- nitivo, riunioni divulgative, promozione prodotti
Provincia Fermo Partner (in seguito alla divi-
sione delle due province)
Progetto di massima e defi- nitivo, riunioni divulgative, promozione prodotti
Centro agrochimico Jesi Monitoraggio suolo, acqua, residui Analisi chimico-fisiche
Centro agrometeo locale
Assistenza tecnica iniziale, indicazioni per la difesa fito- sanitaria
Bollettino meteorologico Associazione
Nuova Agricoltura
Aggregazione agricoltori,
promozione interessi comuni Riunioni tra i soci
Livello micro
Agricoltori Nascita accordo,
prime sperimentazioni
Riunioni, scambi esperienze, terreni aziendali
Comunità locale Scambio esperienze,
facilitazione comunicazioni
Centri aggregazione sociale (bar), prossimità, relazioni sociali
Tecnici
Diffusione innovazione, prime sperimentazioni, ag- gregazione territoriale
Riunioni, visite aziendali
Il soggetto promotore dell’accordo (fase 3) è stato pertanto individuato nella Provincia di Ascoli Piceno (che, al tempo della presentazione del progetto esecu- tivo, era ancora unita a quella di Fermo). Il livello istituzionale provinciale è stato considerato il più appropriato per far fronte alle effettive esigenze locali, in quanto l’accordo interessava più comuni dello stesso territorio. L’attività svolta dal sogget-
to promotore è stata utile anche nel risolvere le problematiche tecnico-agronomi- che degli agricoltori della zona11.
Nel 2009, con l’entrata in vigore della legge 147 del 2004, è però cambiata la mappa amministrativa del territorio, attualmente diviso dal fiume Aso in due province: quella di Ascoli Piceno e quella di Fermo. Nonostante la maggior parte dei comuni ricadenti nell’area dell’accordo appartenga alla provincia di Fermo (ta- bella 5.1), l’ente promotore è rimasto la Provincia di Ascoli Piceno, ma di certo la divisione delle due province non ha facilitato la governance locale.
Poiché le superfici sottoposte all’impegno della lotta integrata con difesa avanzata erano di limitata estensione media aziendale (circa 3 ha), trattandosi del- le sole colture a melo, pero, pesco e susino, l’approccio collettivo è apparso essen- ziale per avere un impatto significativo, anche perché, come spiegato, l’efficacia delle tecniche proposte per la difesa richiede una copertura territoriale senza (o con poche) soluzioni di continuità. Pertanto, nella fase di coordinamento, le ammi- nistrazioni provinciali coinvolte sono state molto importanti per costruire il parte- nariato locale degli agricoltori e delle istituzioni, tradurre gli orientamenti generali del PSR regionale in strategie locali e coordinare l’AAV a livello territoriale.
Nella fase 3, quindi, il network si è allargato ulteriormente, comprendendo sempre più agricoltori non aderenti all’associazione, che hanno avuto bisogno di un sostegno maggiore per l’adesione iniziale, venuto anche dalle organizzazioni agricole locali (CIA, Coldiretti, UPA). Inoltre, si sono uniti anche agricoltori non ri- entranti nell’area dell’accordo e i produttori e distributori dei dispenser, che hanno contribuito a fornire l’assistenza tecnica necessaria.
Nello svolgimento dell’accordo vero e proprio gli agricoltori e i tecnici hanno avuto un ruolo diretto, per la parte “operativa” d’implementazione delle pratiche agricole a basso impatto ambientale. In particolare, l’ASSAM-servizio agrometeo si è occupata dell’assistenza tecnica, dei controlli in campo e della divulgazione dei bollettini fitosanitari e meteorologici:
Noi come servizio agro-meteo di ASSAM facciamo il servizio di monitorare i vari ter- ritori su tutti i parassiti, per cui le aziende dell’accordo sono a stretto contatto con noi, quando noi emaniamo dei bollettini diamo delle indicazioni, poi facciamo dei controlli, vediamo se funziona o non funziona, vediamo se è il caso di integrare con qualche trattamento, quindi l’agricoltore si sente più tranquillo e risponde di più alle indicazioni generali delle misure della PAC (Intervista n. 48).
11 Infatti, con nota del 13/05/2009, la Provincia ha richiesto e ottenuto dal Servizio agricoltura della Regione Marche una deroga territoriale sui disciplinari di produzione integrata per l’utilizzo di alcuni mezzi chimici per la difesa delle colture.
Noi da questo punto di vista stiamo affiancando l’agricoltore nelle scelte che vanno anche a suo favore, mentre prima c’erano dei privati o dei tecnici delle ditte che tutto avevano come obiettivo fuorché fare ridurre i trattamenti (Intervista n. 48).
Le organizzazioni professionali e le istituzioni locali hanno partecipato indi- rettamente, aiutando nella commercializzazione dei prodotti e nella divulgazione dei risultati. Le Province di Ascoli Piceno e Fermo si dovrebbero occupare delle iniziative di divulgazione, mentre il Centro agrochimico ASSAM di Jesi ha svolto le analisi dei residui sulla frutta.
Figura 5.4 – Schematizzazione dello sviluppo dell’accordo agro-ambientale della Valdaso
Apprendimento e relazioni
Se da un lato la rete di attori che si è formata ha contribuito al fondamenta- le scambio d’informazioni necessarie per la riuscita del progetto, d’altro canto, il flusso di informazioni scambiate ha avuto un ruolo fondamentale nel determinare la struttura della rete di soggetti coinvolti nel progetto.
Il caso dell’AAV dimostra come la comunicazione e l’informazione giochino un ruolo molto importante nel determinare il successo o il fallimento delle stra- tegie agro-ambientali, soprattutto quando si tratta di azioni collettive che vengono “dal basso” (Ayer, 1997). Nell’accordo analizzato gli scambi di informazioni e i pro-
cessi di apprendimento hanno determinato il successo di questa azione collettiva in molti modi: dall’adozione delle tecniche di difesa avanzata, alla diffusione di tali tecniche ad altri agricoltori.
L’adozione delle innovazioni da parte degli agricoltori è evidentemente il ri- sultato di un processo di apprendimento dinamico, influenzato da una vasta gam- ma di elementi, che coinvolgono caratteristiche personali, culturali ed economi- che, nonché le caratteristiche dell’innovazione stessa (Pannell et al., 2006). Nel caso analizzato, il ruolo dell’associazione Nuova Agricoltura e dell’ASSAM è stato determinante nella creazione di un ambiente animato di apprendimento per gli agricoltori, sia attraverso i canali istituzionali che informali.
In particolare, coinvolgere fattivamente gli agricoltori locali è stato possibile grazie alle riunioni informali organizzate dall’associazione con l’assistenza tecnica dell’ASSAM e il supporto della Provincia. In queste riunioni, per la prima volta, gli agricoltori convenzionali sono venuti a conoscenza della possibilità di modificare le pratiche agricole utilizzando la lotta integrata e hanno potuto anche discutere di problemi tecnici connessi all’uso delle tecniche integrate avanzate (fig. 5.5).
Nonostante un certo scetticismo iniziale per le nuove tecniche, dopo i primi esperimenti con risultati positivi fatti dagli agricoltori associati a Nuova Agricol- tura, si è creato una sorta di effetto “domino”, che ha visto il coinvolgimento di un numero crescente di agricoltori locali nell’AAV. Secondo gli intervistati la diffusione dell’innovazione è stata facilitata da un meccanismo informale di scambio delle informazioni tra gli agricoltori e dalla presenza di un ambiente competitivo, ma collaborativo, in cui le relazione imprenditoriali si intrecciano con quelle sociali. La vicinanza delle aziende, per la maggior parte familiari, e la costante presenza del conduttore fanno sì che ci sia continuo scambio di informazioni, rendendo sempre meno necessari interventi “esterni”.
Successivamente, le nuove pratiche sono entrate a far parte del bagaglio di conoscenze degli agricoltori; tuttavia, è rimasta fondamentale la diffusione delle informazioni da parte dell’agenzia locale dell’ASSAM, che utilizza come strumento principale un bollettino settimanale inviato alle aziende agricole (via e-mail o fax, o tramite affissione nelle bacheche dei Comuni coinvolti nell’accordo).
Il bollettino (fig. 5.5) è diviso in zone agro-climatiche e indica se gli agri- coltori devono fare i trattamenti chimici, quali problemi possono sorgere e come possono superarli. Inoltre, lo staff tecnico dell’ASSAM continua a far visita regolar- mente alle aziende agricole coinvolte nell’accordo per ottenere informazioni sugli eventuali problemi con le pratiche previste dall’accordo.
In un certo senso, l’ASSAM ha cambiato il tradizionale approccio top-down del sistema di consulenza tecnica della zona, basato su consulenti privati che la- vorano per le aziende produttrici dei mezzi di difesa. Il ruolo di un ente pubblico di consulenza è stato particolarmente importante, poiché i tecnici hanno fornito l’assistenza direttamente agli agricoltori con l’obiettivo principale di aumentare la diffusione della tecnica a livello territoriale, rappresentando anche un ponte tra i due diversi tipi di attori coinvolti nel progetto (le istituzioni locali e gli agricoltori) (Schneider et al., 2009). Infatti, i tecnici e in particolare il soggetto promotore era- no gli attori più consapevoli del fatto che, per far sì che l’azione collettiva avesse successo, era necessario che si creassero e diffondessero alcuni tipi di conoscenza all’interno della comunità agricola.
Figura 5.5 - Incontri con gli agricoltori e bollettino dell’ASSAM Agrometeo
Fonte: ASSAM.
L’aggregazione di agricoltori non è stata importante solo dal punto di vista dei risultati ambientali, ma anche per la diffusione delle conoscenze e la creazione di capitale umano e professionale più elevato:
Il fatto che c’è un approccio territoriale, non più puntuale, da cui trae vantaggio un comprensorio sia a livello ambientale che di conoscenze, è molto importante perché immaginate che livello di conoscenze si trasferisce su un territorio quando un gruppo di persone così grande impara una tecnica (Intervista n. 42).
Anche il ruolo dell’altra agenzia ASSAM, il Centro agro-chimico di Jesi, è stato molto importante, perché i risultati delle analisi sui residui di sostanze chi- miche pericolose nei frutti coltivati sono stati presentati in un incontro aperto, che ha mostrato agli agricoltori gli scarsi residui presenti sui prodotti ottenuti con le tecniche di lotta integrata, rendendoli consapevoli degli effetti concreti del loro
impegno. I rappresentanti dell’ASSAM hanno rilevato che, contrariamente alle loro aspettative, date da esperienze precedenti, gli agricoltori hanno partecipato molto attivamente a questo evento, perché volevano informazioni circa l’efficacia della tecnica, e hanno espresso la loro volontà di effettuare anche in futuro le analisi dei propri prodotti.
Motivazioni e attitudini degli agricoltori
La partecipazione ad azioni di tipo collettivo è fortemente motivata da bene- fici privati (Ayer, 1997). Il beneficio privato, nel caso analizzato, coincide in primo luogo con le motivazioni economiche che hanno portato ad aderire all’accordo, che sono molteplici: dal pagamento (più elevato grazie al pacchetto misure del PSR)12, all’efficacia dei metodi adottati, che ha portato a minori perdite sul raccol- to, alla riduzione dei costi (manodopera, prodotti fitosanitari, carburanti) e, infine, alla possibilità di commercializzare i prodotti con il marchio “QM-Qualità garantita dalle Marche” (cfr. par. 5.5).
Tuttavia, nel caso esaminato, la maggior parte degli agricoltori partecipanti all’accordo ha dichiarato di essere motivata anche da ragioni che vanno ben oltre gli incentivi economici, ma comprendono anche motivazioni sociali e ambientali: dalla volontà di essere coinvolti in una rete di attori locali, aumentando le possibi- lità di apprendimento (cfr. seguito) e il potere contrattuale, alla riduzione dell’in- quinamento e alla conseguente valorizzazione turistica della zona (tabella 5.3).
La volontà di ridurre i rischi per la salute e gli impatti ambientali negativi delle pratiche agricole adottate, in particolare, è stata una forte motivazione, come testimoniato da diverse interviste:
La Valdaso deve sapere che fine deve fare, è attaccata dal punto di vista ambientale da altre forme di insediamento, se ti metti insieme qualcosa viene fuori. Far dialoga- re agricoltori e sindaci non è facile. Dobbiamo capire se vogliamo salvare la vallata. […] Il turista viene solo se c’è un certo tipo di territorio (Intervista n. 51).
Con la 2078 l’azione è terminata al momento che è terminato il contributo, invece con questo patto d’area gli agricoltori sono contenti a prescindere dal contributo, dicono: noi possiamo entrare nel nostro frutteto in qualsiasi momento (Intervista n. 49).
Tu stai lì in mezzo alle foglie, lo respiri… poi al di là dai motivi ambientali, uno lo fa anche per sé (Intervista n. 52).
Da un punto di vista ambientale, inoltre, uno degli aspetti più interessanti dell’accordo è il fatto che esso si sia sviluppato in un territorio con un’elevata spe- cializzazione produttiva. Il tipo di frutticoltura praticato è stato tradizionalmente molto intensivo e durante gli ultimi decenni è emersa una certa preoccupazione sia da parte degli operatori del settore che degli agricoltori sui possibili effetti ambientali e sociali derivanti dall’elevato utilizzo di prodotti chimici di sintesi (fer- tilizzanti e agrofarmaci). Come sottolineato anche dall’amministrazione regionale, il passaggio fondamentale è stato coinvolgere gli agricoltori e far emergere la sen- sibilità ambientale che gli operatori del territorio hanno; ciò ha portato a effetti a cascata sulla vallata.
La cosa più importante è coinvolgere gli agricoltori, quando sono convinti di una cosa non solo per le loro tasche, ma anche il fatto di fare meno trattamenti, di dire che il prodotto era più buono, inquinano di meno, di fare qualcosa di utile per la collettività [...] (Intervista n. 46).
Tabella 5.3 – Motivazioni e attitudini degli agricoltori aderenti all’accordo agro- ambientale
Economiche
Pagamento (pacchetto misure PSR). Efficacia metodi adottati.
Riduzione costi (manodopera, prodotti fitosanitari, carburanti). Possibilità di commercializzare i prodotti con il marchio QM.
Sociali
Possibilità di essere coinvolti in una rete di agricoltori locali: aumento possibilità ap- prendimento (nuove tecniche e scambi reciproci) e aumento visibilità/potere. Salute operatori.
Ambientali Riduzione inquinamento acque e aria.
Contribuire alla valorizzazione turistica della zona.