Fonte: foto tratta dal film “I giorni della merla” di Andrea D’Ambrosio e Carla del Mese
3.5 Motivazioni e attitudini degli assegnatari degli ort
Le motivazioni degli ortolani, molteplici e differenti, corrispondono alle diverse funzioni associate alla coltivazione dell’orto. Generalmente le diverse funzioni/motivazioni sono compresenti e si combinano in modo diverso, con una prevalenza dell’una sull’altra a seconda dei soggetti, dei periodi e delle occasioni.
La motivazione economica è certamente presente, giacché la disponibilità di un appezzamento da coltivare consente diversi vantaggi, tra cui l’accesso a frutta e verdura di qualità per consumo famigliare a costi contenuti. Si tratta di prodotti che hanno delle caratteristiche organolettiche particolarmente pregiate, difficili da trovare sul mercato. Il peso delle motivazioni economiche inoltre, in un periodo di crisi, reale o percepita, acquista un ruolo ancora più importante. A ciò si aggiun- ge la gratificazione che deriva dall’autoproduzione, una pratica che è sempre più difficile da esercitare in ambito urbano:
Vuoi mettere, poi, la soddisfazione di raccogliere i prodotti e portarli a casa, a figli e nipoti. Noi dividiamo tutto per quattro famiglie. Da quando c’è l’orto spendiamo molto di meno per le verdure (Intervista n. 20).
Nelle parole dei giardinieri, tuttavia, gli argomenti prevalenti sono altri. La maggior parte richiama quel bisogno di natura che si manifesta come un’aspira- zione profonda delle società urbane di fronte alla perdita di qualità dei contesti abitativi e lavorativi, per cui si sottolinea il piacere di svolgere un’attività all’aria aperta e di godere degli spazi verdi in un ambito fortemente urbanizzato:
Siamo stati operai, una vita chiusi in fabbrica, adesso ci godiamo l’aria aperta (Inter- vista n. 21).
L’attività svolta nell’orto per i suoi benefici psicofisici talvolta è equiparata a una vera e propria attività sportiva e, non di rado, il piacere sfocia in una vera e propria passione:
Per entrare a far parte degli orti ho fatto la corte come si fa a un fidanzato. È una questione d’amore. Qui nell’orto sto bene e non mi stanco per niente. Ora so pure zappare, è un’esperienza stupenda. Mi ricordo la prima volta che sono venuta qua, una signora mi ha mostrato come si pianta. Vorrei venire qui tutti i giorni. Io ci parlo con le piante, passo le ore a vederle crescere. Sono materia viva, per me è meravi- glioso (Intervista n. 19). Il giardinaggio è un hobby in grado di occupare il tempo libero, una motiva- zione che è molto importante per i pensionati in cerca di attività utili e distensive attraverso cui scandire e dare senso ai propri tempi, diversi da quelli lavorativi:
Mamma mia, quando sono andato in pensione mi son sentito morto. Vai al bar, ti prendi la tazza di caffè, leggi il giornale, ma poi che fai? Uno non se ne accorge, ma piano piano cade in depressione. Qui sono rinato (Intervista n. 21).
Molti enfatizzano anche il valore non strettamente produttivo del tempo passato nell’orto che, se per alcuni è il luogo in cui mettere a frutto saperi e com- petenze, per altri è uno spazio in cui rilassarsi, in cui perdersi nella contemplazio- ne, in cui ritrovare se stessi.
Qui mi sento bene, mi sento rilassata, mentre a casa faccio sempre le stesse cose. Nell’orto vedi il fiore che cresce, la piantina, poi trovi un amico, ti fai una chiacchiera (Intervista n. 19).
Nella maggior parte dei casi, poi, la visione di uno spazio di attività e di ozio, di un luogo produttivo e improduttivo è compresente nello stesso soggetto e si alterna nel corso della giornata o delle stagioni.
Per alcuni l’orto è un’occasione d’incontro sociale, molti ortolani passano una buona parte del loro tempo a discutere tra loro o con il passante di turno, le discussioni che si sviluppano coprono gli argomenti più disparati: dalle tecniche di coltivazione, alla politica o più semplicemente al tempo:
Chiacchierare tra di noi è già bello, poi si sentono gli effetti dell’orto-terapia. Nell’or- to si fa ginnastica, si passa il tempo, si fa amicizia, tra noi donne si parla di cucina, ci scambiamo le ricette. Ora dopo il progetto NONNET abbiamo pure facebook e chattiamo (Intervista n. 19).
L’orto, come luogo di convivio e strumento d’integrazione, assume un signi- ficato particolarmente rilevante per molti pensionati, per i quali è un mezzo per superare l’isolamento:
Un posto dove si passa del tempo in compagnia (Intervista n. 22).
Diverse, poi, sono le occasioni di convivialità da condividere con la famiglia:
Mi piace portare nell’orto il mio nipotino, fargli vedere le piante, insegnargli il nome degli insetti (Intervista 20).
A volte vengo con la famiglia, facciamo assieme il pane, mangiamo assieme all’a- perto (Intervista n. 22).
Quale che sia la motivazione preponderante, l’orto generalmente assume un ruolo importante nella vita quotidiana degli ortolani:
A causa del giardino abbiamo pure cambiato di casa, ora abitiamo vicinissimi al par- co (Intervista n. 18).
Il gruppo degli ortolani è estremamente eterogeneo:
La comunità degli ortolani è molto differenziata, solo tre sono gli ex contadini, per il resto c’è veramente di tutto, dal commissario di polizia, ai dipendenti pubblici, un ragioniere, un meccanico, un geometra, un artigiano, una vera e propria biodiversità anche su questo fronte! (Intervista n. 16).
Di questa eterogeneità sono ben consapevoli i giardinieri, che la vivono come una ricchezza:
Siamo più di 50 persone diverse, veniamo da culture diverse e quando ci incontriamo ci viene da ridere, è divertente ritrovarsi tutti qua (Intervista n. 18).
Un riflesso delle motivazioni e delle funzioni che ciascun ortolano attribui- sce alla coltivazione dell’orto, combinandosi con le diverse personalità individuali, si rivela nelle scelte colturali e di gestione dello spazio nella parcella.
Tabella 3.1 – Motivazioni e attitudini degli assegnatari degli orti
Economiche Disponibilità di un appezzamento da coltivare, con l’accesso a frutta e verdura di qualità per
consumo famigliare a costi contenuti.
Sociali
Appartenenza a una comunità (symbolic public goods), il riconoscimento mediatico ha rafforzato il senso di appartenenza alla comunità degli ortolani, la loro adesione al progetto e la consa- pevolezza interna.
L’orto, come luogo di convivio e di incontro sociale, migliora la qualità della vita sociale e l’ac- cesso al capitale sociale locale.
Ambientali
Possibilità di svolgere delle attività all’aria aperta, di godere degli spazi verdi in un contesto fortemente urbanizzato.
Gli ortolani hanno maturato col tempo delle conoscenze in campo ambientale e sulle pratiche di agricoltura biologica, che costituiscono un bagaglio condiviso dalla comunità.
Psico-fisiche
L’attività svolta nell’orto è equiparata a una vera e propria attività sportiva. L’orto come tecnica di rilassamento e antistress.
Gratificazione dal coltivare il piacere di coltivare: l’orto come vera e propria passione!
Nonostante questa eterogeneità, gli ortolani hanno dato vita ad una vera e propria comunità, rafforzata da momenti collettivi di formazione e ricreazione, con numerose manifestazioni di solidarietà e reciprocità che agevolano l’instau-
rarsi di meccanismi di fiducia. Questo capitale sociale valorizza le motivazioni dei protagonisti e rafforza l’azione collettiva. Il sentirsi parte di una comunità a cui si associa un valore simbolico estremamente positivo, consolidato dal riconoscimen- to mediatico, mette infatti in moto dei processi virtuosi che accrescono il senso di appartenenza e di adesione ad un progetto comune, di riconoscimento reciproco, l’impegno e la consapevolezza interna.
Il caleidoscopio di motivazioni e attitudini si riflette, tuttavia, nella diversa consapevolezza e intensità che ognuno manifesta nella partecipazione alla vita associativa e alla gestione delle parti comuni. Non tutti gli assegnatari degli orti partecipano con lo stesso impegno alla manutenzione degli spazi comuni. L’etero- geneità degli attori e delle loro motivazioni si traduce in un’eterogeneità di signifi- cati attribuiti da ognuno all’azione sociale.
La gestione delle parti collettive è vissuta infatti in modo diverso dai giardi- nieri, per taluni rappresenta un’obbligazione, una vera e propria corvée da pagare per l‘uso della parcella, a cui sottrarsi quando è possibile, con la presenza di com- portamenti opportunistici:
Non tutti partecipano alle giornate di lavoro collettivo, per alcuni un limite è l’età, tra gli ortolani ci sono una ventina di ultraottantenni che obiettivamente fanno fatica a reggere un ulteriore impegno, rispetto a quello dell’orto, poi non mancano i furbastri (Intervista n. 16).
Per altri invece risulta un’occasione di espressione della vita collettiva da cui trarre un beneficio non strumentale. Per mobilitare gli attori a tal fine, i pro- motori provano a legare i momenti di lavoro collettivo a delle occasioni conviviali:
Di solito quando organizziamo i lavori comuni, facciamo anche il pane, che poi distri- buiamo ai partecipanti, poi si mangia assieme, non manca un fiasco di vino, un po’ di pancetta, della pizza che aiutano a creare convivialità (Intervista n. 16).